Politici e teatro
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Politici e teatro
Come ho sempre detto, in determinate cose i politici dovrebbero lasciare spazio o, quantomeno, farsi consigliare da dei tecnici.
«Non si va in scena comunque, si va in scena come si deve andare», quindi «i lavoratori dell'Opera hanno tutta la mia comprensione e il mio appoggio». Anzi, se le cose continuano così «ritiro i Pagliacci, perché non possiamo tollerare di essere trattati in questo modo». Franco Zeffirelli scopre dal Corriere.it che i lavoratori del Teatro dell'Opera hanno proclamato lo sciopero ad oltranza facendo saltare la prima dei Ballets Russes di Diaghilev. Loro protestano contro il commissariamento deciso dal ministro Sandro Bondi che ha nominato il sindaco Alemanno commissario straordinario del Teatro dell'Opera. Lui si arrabbia. La prima dei suoi Pagliacci dovrebbe andare in scena il 19 maggio ma ancora non sa se e come.
Colpa dello sciopero?
«No, dei politici: signori che dell'opera non sanno nulla, dilettanti che vogliono mettere le mani sul nostro lavoro e invece non lo conoscono».
Si riferisce al commissario straordinario Alemanno?
«Penso a lui, che non sa di cosa si parla, non ha la competenza per occuparsi del Teatro. La mia stima in lui è vacillata: io non m'intendo di politica certo, ma lui di opera?»
Forse chi l'ha nominato ne capisce di più?
«Dico proprio di no. Penso a tutto il mondo della politica fatto di signori che credono l'Opera sia una fabbrica di operai dove uno vale l'altro e dove ogni persona è sostituibile. Non è così. Io con questa storia ho perso due cantanti e vado in scena tra quaranta giorni. Bè, così non si fa, io non accetto di andare in scena comunque, o si va come dico io o è meglio lasciar perdere tutto, non sono abituato e non voglio accettare tutti i capricci dei politici».
Con il loro sciopero, i lavoratori del Teatro minacciano di far saltare anche i «Pagliacci»...
«Sono dalla loro parte, hanno ragione e do loro tutto il mio appoggio, non possiamo tollerare di essere trattati così. Difendo completamente la loro causa: loro non combattono tanto per lo stipendio quanto per l'amore che hanno per il loro lavoro. Le maestranze dell'Opera non sono degli automi, loro soffrono, palpitano perché tutto funzioni come si deve».
Cosa pensa di Francesco Ernani, ex sovrintendente del Teatro dell'Opera, mandato via dopo dieci anni di lavoro e sostituito dal commissario straordinario Alemanno?
«Lo conosco molto bene, ci ho lavorato in passato e posso dire che è un ottimo professionista. Certo anche lui ha i suoi torti, come quando mandò in scena un'Aida costata tre milioni di euro. Ma il modo in cui è stato mandato via è scandaloso: è stata architettata una congiura politica contro di lui, approfittando della grande crisi che sta attraversando il teatro di tutto il mondo».
Cosa chiede al nuovo commissario?
«Di lasciarci lavorare, di darci modo di chiudere la stagione così come era stata pensata, invece di cambiare tutto in corsa. Alemanno non ha proprio le competenze per farlo».
Claudia Voltattorni
08 aprile 2009
«Non si va in scena comunque, si va in scena come si deve andare», quindi «i lavoratori dell'Opera hanno tutta la mia comprensione e il mio appoggio». Anzi, se le cose continuano così «ritiro i Pagliacci, perché non possiamo tollerare di essere trattati in questo modo». Franco Zeffirelli scopre dal Corriere.it che i lavoratori del Teatro dell'Opera hanno proclamato lo sciopero ad oltranza facendo saltare la prima dei Ballets Russes di Diaghilev. Loro protestano contro il commissariamento deciso dal ministro Sandro Bondi che ha nominato il sindaco Alemanno commissario straordinario del Teatro dell'Opera. Lui si arrabbia. La prima dei suoi Pagliacci dovrebbe andare in scena il 19 maggio ma ancora non sa se e come.
Colpa dello sciopero?
«No, dei politici: signori che dell'opera non sanno nulla, dilettanti che vogliono mettere le mani sul nostro lavoro e invece non lo conoscono».
Si riferisce al commissario straordinario Alemanno?
«Penso a lui, che non sa di cosa si parla, non ha la competenza per occuparsi del Teatro. La mia stima in lui è vacillata: io non m'intendo di politica certo, ma lui di opera?»
Forse chi l'ha nominato ne capisce di più?
«Dico proprio di no. Penso a tutto il mondo della politica fatto di signori che credono l'Opera sia una fabbrica di operai dove uno vale l'altro e dove ogni persona è sostituibile. Non è così. Io con questa storia ho perso due cantanti e vado in scena tra quaranta giorni. Bè, così non si fa, io non accetto di andare in scena comunque, o si va come dico io o è meglio lasciar perdere tutto, non sono abituato e non voglio accettare tutti i capricci dei politici».
Con il loro sciopero, i lavoratori del Teatro minacciano di far saltare anche i «Pagliacci»...
«Sono dalla loro parte, hanno ragione e do loro tutto il mio appoggio, non possiamo tollerare di essere trattati così. Difendo completamente la loro causa: loro non combattono tanto per lo stipendio quanto per l'amore che hanno per il loro lavoro. Le maestranze dell'Opera non sono degli automi, loro soffrono, palpitano perché tutto funzioni come si deve».
Cosa pensa di Francesco Ernani, ex sovrintendente del Teatro dell'Opera, mandato via dopo dieci anni di lavoro e sostituito dal commissario straordinario Alemanno?
«Lo conosco molto bene, ci ho lavorato in passato e posso dire che è un ottimo professionista. Certo anche lui ha i suoi torti, come quando mandò in scena un'Aida costata tre milioni di euro. Ma il modo in cui è stato mandato via è scandaloso: è stata architettata una congiura politica contro di lui, approfittando della grande crisi che sta attraversando il teatro di tutto il mondo».
Cosa chiede al nuovo commissario?
«Di lasciarci lavorare, di darci modo di chiudere la stagione così come era stata pensata, invece di cambiare tutto in corsa. Alemanno non ha proprio le competenze per farlo».
Claudia Voltattorni
08 aprile 2009
Ludwig von Drake- -------------
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