Atei Italiani
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Gennaro e il topo gigante

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Tomhet
Ludwig von Drake
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Messaggio Da Ludwig von Drake Mar 12 Giu 2012 - 21:28

Lo scopo di questa scempiaggine, evidente plagio dell’unicorno rosa, della teiera e del drago nel garage, è solo stimolare le menti predisposte a ricordare o comprendere che determinate credenze hanno per determinati atei la stessa fondatezza del Topo gigante. Sebbene il tono sia leggero e possa apparire come una semplice presa in giro, all’interno della stessa sono contenute alcune delle fallacie logiche che più di frequente si possono ascoltare dai tipici evangelizzatori e alcune frasi sono mere parafrasi di discorsi fatti dai più importanti capi religiosi.
Napoli, domenica mattina, ore 10:00
Gennaro era in casa e non aveva voglia di fare un cazzo. Stava su un divano in similpelle nera scambiata e leggeva, facendo una strana espressione imbronciata con la bocca, sulla terza pagina del giornale, un trafiletto che raccontava di un predicatore.
Questo predicatore, che si chiamava Walt, aveva creato un’associazione ed era riuscito a raccogliere intorno a sé migliaia di seguaci, almeno così diceva il giornale.
“Come si entra a far parte del vostro gruppo?” chiedeva l’arguto giornalista.
“Walt ti sceglie e quando ti sceglie tu senti che è scattato qualcosa. Non puoi tirarti indietro quando ti avvicina, perché sai che lui è amore, lo senti forte. Poi Walt ti battezza in un posto dove potete essere solo tu e lui, un posto sacro, dove non puoi indossare vestiti. Solo nel luogo sacro Walt ti mostra la spada infuocata della verità e tu senti l’amore, un amore che non avevi mai sentito prima, un amore sempre più forte e duro. All’inizio è tanto forte che fa male, ma poi ne vuoi sempre di più”.
“Qual è stato il momento più bello da quando fa parte del gruppo di Walt?”
“E’ stato quando ho iniziato anch’io a poter dare amore ai nuovi arrivati. Walt ti riempie tanto d’amore che hai bisogno di concedere tutto quello che hai anche agli altri”.
L’articolo proseguiva dicendo che Walt e i ferventi seguaci andavano porta a porta, scalzi, affermando di portare la luce. “Faranno concorrenza all’Enel?” si chiese Gennaro, sorridendo per la battuta pensata.

Finito di leggere, il nostro Gennaro iniziò a fare colazione, un po’ rintronato, con indosso ancora il pigiama e le pantofole.
Toc toc. Qualcuno bussò alla sua porta, con ferma gentilezza. Con il giornale in mano, andò ad aprire e chi si trovò di fronte? Il buon predicatore dalla spada infuocata, la cui foto era sul Corriere del Mezzogiorno.
“Salve il mio nome è Walter Elias, ma mi chiamano Walt, posso offrirle un opuscolo gratuito?” gli disse sorridendo a 365 denti, tutti bianchissimi e lucenti.
“Se è gratuito, lo prendo volentieri” gli rispose sbadigliando.
“Le interessa sapere cosa c’è scritto?” fece l’altro affabile e cordiale.
“Certo, ma diamoci del tu”. Vi devo dire che Gennaro aveva la strana abitudine di parlare con chi bussava alla sua porta, fossero essi Testimoni di Geova o rappresentanti della Folletto. Non apriva mai, però, a chi si spacciava per un agente dell’ordine pubblico.
“Grazie!” gli disse e proseguì “Allora, carissimo, nell’opuscolo scoprirai cose che non hai mai immaginato e che qualcuno, molto in alto (questo tra virgole lo disse a bassa voce, come avesse paura di farsi sentire), non vuole che tu sappia. Leggi e scoprirai che, sul Vesuvio, c’è un topo parlante rosa, in grado di camminare su due zampe, con enormi orecchie rotonde, alto sette metri e di nome Mickey. Noi lo chiamiamo il Topo”.
Dubitando della salute mentale del predicatore, Gennaro stava per alzarsi e cacciarlo. Ma cambiò idea: “… e, tanto per sapere, eh, perché nessuno l’ha mai visto a questo topo?”
Walt mostrò nuovamente il suo sorriso smagliante: pareva che si aspettasse questa domanda. “Facciamo così, perché non vieni con me sul Vesuvio?”.
“Mah, qui non ho un cazzo da fare” pensò Gennaro e disse “va bene, se mi aspetti un secondo fuori arrivo. Giusto il tempo di prepararmi”.
Giunsero sul Vesuvio. Gennaro si guardò intorno e, non vedendo alcun sorcio, domandò: “Dov’è il topo?”.
“E lì!” risposte Walt indicando un punto imprecisato “Non te l’ho detto prima? Non puoi vederlo perché, essendo il Topo un essere puro, è trasparente”.
Un topo trasparente sul Vesuvio, Gennaro si convinceva sempre più della follia dell’uomo, ma non gli dava l’impressione d’un matto pericoloso, dunque stette al gioco “Ah, allora basterà dare un occhio alle tracce che lascia!”
“No” fece il predicatore scuotendo la testa “il Topo ha natura perfetta. La sua compiutezza si realizza nella massimizzazione di ogni particolare. Puoi immaginare un corpo che abbia meno peso di un corpo che non ha peso?”
“Forse un corpo con peso negativo?”
“Sì, ma tu puoi immaginare tale tipo di corpo?”
“Non sono ferratissimo in fisica, forse no”.
“Fidati, non puoi immaginare tale tipo di corpo. E’ per questo che il Topo non ha peso. Dunque è perfetto nella sua essenza, poiché non puoi immaginare un corpo con meno peso e non lascia tracce sul suolo, proprio perché non ha peso”.
“Non ho ben capito”.
“E’ perché non sei ancora illuminato”.
“Vabbuò, ti voglio pure credere, cma come posso osservare questo topo? Dico una stronzata, verifichiamo la deviazione del vento al contatto col suo corpo?”
“No, il vento è della stessa natura del corpo e il corpo è assolutamente aerodinamico. Per questo il vento gli passa attraverso senza esserne influenzato, poiché è scritto che il corpo di Mickey è l’aria ed il mare e l’aria ed il mare sono il suo corpo”.
Proseguendo nel dialogo, succedeva che, dopo ogni proposta di sperimentazione, la risposta del predicatore continuava in sostanza a essere che, sebbene fosse certa l’esistenza di questo Mickey, questa non poteva essere verificata empiricamente attraverso alcuno dei metodi suggeriti da Gennaro.
Avendo deciso di stare al gioco ed essendo, Gennaro, un uomo pieno di curiosità e con la mente sufficientemente aperta gli chiese “visto che nessuno degli esperimenti da me proposti va bene, perché non mi proponi tu un modo per verificare l’esistenza del topo?”
“In sostanza, vorresti che ti mostrassi delle prove? Ebbene, devi sapere che la parola di Mickey ci chiarisce che è inutile cercare prove se si hanno gli occhi foderati di Emmental, se l’immaginazione non alberga nelle nostre menti e se il nostro cuore è scremato. In realtà ti dico che, sebbene privo di peso, il Topo gigante può lasciare delle impronte, ma tali impronte non sono visibili ad un occhio scettico più di quanto sia visibile il Topo stesso. Tu credi al Topo?”
“Non ancora”.
“Dunque non puoi vederlo e dimostri la veridicità della parola di Mickey! Eppure, anche tu avrai sentito di quel magazzino da cui sono scomparse misteriosamente 9 tonnellate di formaggio. Essendo stato scritto su tutti i giornali, saprai bene che il magazzino aveva gli antifurti più recenti, che due guardie erano appostate a vigilare sette giorni su sette, 24 ore su 24 e che tutto era sigillato al momento della scomparsa”.
Gennaro era perplesso “Sì, questo lo so, ma cosa c’entra?”
“Come cosa c’entra? Hai una spiegazione per quella scomparsa?”
“No, io no. Mi sembra che la polizia ci stia lavorando” forse Walt era anche un investigatore privato?
“Ciononostante, né la polizia né altri hanno trovato alcuna risposta plausibile. Un importante investigatore ha anche detto che il furto è inspiegabile, questo lo sai?”.
“Sì, l’ho sentito anch’io. Anche la polizia ha detto che, al momento, sembra non esserci alcuna spiegazione plausibile di come sia potuto avvenire” ancora non capiva dove volesse andare a parare il buon predicatore.
“E allora, non ti basta questa, come prova dell’esistenza del Topo gigante? Chi altri avrebbe potuto far sparire tanto formaggio? Come si spiegherebbe che i guardiani affermano di aver sentito uno squittio quella notte e le due precedenti?”
Gennaro sbarrò gli occhi, non sapeva se ridere o se piangere “Ma non sarebbe più plausibile che le guardie si siano accordate con l’impiantista dell’antifurto per poter portare via il formaggio?”
“Le guardie? Ma le avrebbero scoperte! No, è un’ipotesi assurda! Cosa se ne sarebbero fatte di tutto quel formaggio?”
“Questo sinceramente non lo so, ma se fosse tutto una montatura?”.
“Quale sarebbe lo scopo di tale montatura?”
“Effettivamente, non lo so”.
“Vedi? Io ti ho portato questa prova, mentre tu mi presenti ipotesi senza fondamento. Tu sei in grado di portarmi una prova dell’inesistenza del Topo gigante?”
“In realtà no…”
“Quindi, come fai a pensare che il Topo possa non esistere? Hai mai visto un atomo?”
“No, ma so che l’esistenza dell’atomo è verificabile attraverso…”
“Questo non è importante!” il tono di Walt diveniva incalzante “Tu non l’hai mai visto, eppure ci credi. Ciononostante non credi al Topo gigante! La tua posizione è irrazionale. Se utilizzassi il tuo Terzo Occhio ti renderesti conto che il Topo esiste ed è alto sette metri e se adoperassi la ragione ti renderesti conto che non può che essere trasparente, poiché non lo vedi!”
Gennaro era un po’ confuso, dell’ultima frase aveva colto solo un paio di parole, ma non aveva capito cosa volessero dire “Terzo Occhio?” chiese.
“Certo! Il Terzo Occhio, ovvero una delle due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. E’ Mickey, il Topo gigante, ad aver posto nel fegato dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su sé stesso”.
“Il fegato?”
“Ovvio! Il fegato! Lo potresti intuire facilmente se vedessi Mickey, il fegato è il primum movens della vita spirituale ed affettiva. È il fegato che sente Mickey, non la ragione. Ecco cos’è il Terzo Occhio: Mickey sensibile al fegato, non alla ragione”. Walt poteva leggere negli occhi di Gennaro la confusione che tutto il discorso aveva prodotto “Ti vedo perplesso, ma vorrei ricordarti Mickey potrebbe dissipare ogni tuo dubbio, risolvere ogni tua afflizione. Migliaia di persone si sono convinte dell’esistenza del Topo ed ora sono felici. Ricorda che le Sue invisibili perfezioni, fin dalla creazione, appaiono chiare, dalle sue opere, sia la sua sconfinata potenza, sia la divinità, cosicché essi rifiutando di credervi si diventa inescusabili”.
Non conoscendo locuzioni come argumentum ad populum, argumentum ad ignorantiam e non sequitur né avendo frequentato il forum di atei.italiani, dove Ludwig von Drake aveva postato gli stratagemmi dell’arte di ottenere ragione di Schopenhauer, ormai, Gennaro, convinto dell’instabilità mentale del predicatore e un po’ preoccupato per la stessa, evitò forzatamente ogni inutile latinorum e disse: “Credo che tu abbia ragione, hai tanti seguaci ed io non sono in grado di vedere con l’occhio del greg… ehm, scusa, volevo dire con il Terzo Occhio”.
“Sia fatta la volontà di Mickey, pace a coloro che credono al Topo”.
Gennaro, aveva già iniziato ad allontanarsi con passo svelto e scuotendo la testa.
em.il.

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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini

https://iltronodispade.wordpress.com/
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Messaggio Da Tomhet Mar 12 Giu 2012 - 21:56

Ahahah favolosa ok

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Messaggio Da Minsky Mar 12 Giu 2012 - 22:41

Ludwig von Drake ha scritto:...
Esemplare. Alta teologia.

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Messaggio Da PaperJack Mer 13 Giu 2012 - 13:09

Io credo in Mickey!

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Messaggio Da delfi68 Mer 13 Giu 2012 - 14:15

A medjugorie fanno piu' o meno cosi..ma al posto del topo, si sono inventati una topa...
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Messaggio Da Minsky Mer 13 Giu 2012 - 15:38

delfi68 ha scritto:A medjugorie fanno piu' o meno cosi..ma al posto del topo, si sono inventati una topa...
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Messaggio Da Steerpike Mer 13 Giu 2012 - 16:56

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