Music science
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PaperJack
Sabre03
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Music science
E’ diventato semplice trattare un brano di musica come un paziente di cui si voglia sapere tutto. Invece di infilarlo nel cilindro di una Tac, lo si scompone grazie al nuovo software messo a punto da una società inglese, la Platinum Blue. Si chiama «Music Science» e il nome appare estremamente appropriato rispetto allo scopo per il quale è stato creato: sminuzzare una canzone. Melodia, armonia, «colori» degli strumenti, intensità del suono, frequenza: migliaia di brani sono stati analizzati per isolare quegli aspetti che più spesso compaiono nelle canzoni di successo, scovando così frequenti somiglianze, tutte evidenziate da grafici che anche un analfabeta musicale può decifrare.
Mah!..... Qualcuno ne sa di più?
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=941
Mah!..... Qualcuno ne sa di più?
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Sabre03- -------------
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Re: Music science
Che le canzoni di "successo" abbiano parecchi elementi in comune te lo può confermare qualsiasi esperto musicale.
Questo avviene perchè proprio come ad Hollywood, così anche i produttori e tutte le altre industrie mediatiche si sono evolute al punto di essere estremamente avverse al rischio, e quindi tengono i cambiamenti ad un minimo storico e si rifanno al detto 'squadra che vince non si cambia'. Ergo, preferiscono finanziare il classico cinepanettone piuttosto che qualcosa di nuovo e diverso, perchè non è un guadagno sicuro.
Questo avviene perchè proprio come ad Hollywood, così anche i produttori e tutte le altre industrie mediatiche si sono evolute al punto di essere estremamente avverse al rischio, e quindi tengono i cambiamenti ad un minimo storico e si rifanno al detto 'squadra che vince non si cambia'. Ergo, preferiscono finanziare il classico cinepanettone piuttosto che qualcosa di nuovo e diverso, perchè non è un guadagno sicuro.
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PaperJack- -------------
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Re: Music science
Ma così verrà via ogni forma di sperimentazione.... se il mio editore metterà alla prova del computer ogni mio testo per non rimetterci denaro è finita....
Se io stesso posso mettere la sequenza dei miei accordi, gli strumenti usati ed altro, in un computer il cui software è tarato su certe cose piuttosto che su altre alla fine si giungerà alla più totale banalizzazione ad una sterile omologazione... Mi ricorda il film "l'attimo fuggente" in cui si insegnavano i "parametri" per avere una poesia importante.
Oltretutto se analizziamo i cd musicali si può spesso notare come l'autore prima di arrivare alla canzone principale sia dovuto passare per testi e motivi similari inseriti essi stessi nella compilation. Ed ancora scoprire delle vere perle "per pochi" a fronte di motivi assolutamente accattivanti ma tutto sommato insulsi, che so, nel testo....
viva la varietà...
Se io stesso posso mettere la sequenza dei miei accordi, gli strumenti usati ed altro, in un computer il cui software è tarato su certe cose piuttosto che su altre alla fine si giungerà alla più totale banalizzazione ad una sterile omologazione... Mi ricorda il film "l'attimo fuggente" in cui si insegnavano i "parametri" per avere una poesia importante.
Oltretutto se analizziamo i cd musicali si può spesso notare come l'autore prima di arrivare alla canzone principale sia dovuto passare per testi e motivi similari inseriti essi stessi nella compilation. Ed ancora scoprire delle vere perle "per pochi" a fronte di motivi assolutamente accattivanti ma tutto sommato insulsi, che so, nel testo....
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Sabre03- -------------
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Re: Music science
Sabre03 ha scritto:Ma così verrà via ogni forma di sperimentazione....
Se io stesso posso mettere la sequenza dei miei accordi, gli strumenti usati ed altro, in un computer il cui software è tarato su certe cose piuttosto che su altre alla fine si giungerà alla più totale banalizzazione ad una sterile omologazione...
E' già così!
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PaperJack- -------------
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Re: Music science
vedi Coldplay (che dal nome gia' e' tutto un programma) che hanno fatto della standardizzazione un araldo (squadra che vince non si cambia, appunto!)
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Re: Music science
Beh... "è già così".... mi sembra un pò troppo.
riesco ancora a distinguere i generi, le voci.... Certo probabilmente le tante "cover" degli ultimi anni potrebbero spiegarsi proprio per quel "controllo di validità" che andrebbe a penalizzare la produzione minore di ogni artista, anche di un certo livello.
A mio avviso, però, c'è odore di bufala. Il software viene dato a 100 mila euri l'anno a scatola chiusa.
Non si sa, ad esempio
Molte canzoni di successo sono legate alla voce dell'interprete in quanto molto particolare. Se questo è vero, come fa il software a distinguere la peculiarità della voce di... Sting piuttosto che quella di Zucchero o quella di Rita Pavone? Come può ricomprendere una mazurca romagnola, il "fin che la barca va" della Berti, ed un brano dei Genesis? Lo può solo, a mio parere generalizzando al massimo i parametri.... e dunque perdendo di efficacia....
Se non fosse così, quali brani sono stati certificati come "di successo" da quel software e quanti realmente lo sono stati?
riesco ancora a distinguere i generi, le voci.... Certo probabilmente le tante "cover" degli ultimi anni potrebbero spiegarsi proprio per quel "controllo di validità" che andrebbe a penalizzare la produzione minore di ogni artista, anche di un certo livello.
A mio avviso, però, c'è odore di bufala. Il software viene dato a 100 mila euri l'anno a scatola chiusa.
Non si sa, ad esempio
Molte canzoni di successo sono legate alla voce dell'interprete in quanto molto particolare. Se questo è vero, come fa il software a distinguere la peculiarità della voce di... Sting piuttosto che quella di Zucchero o quella di Rita Pavone? Come può ricomprendere una mazurca romagnola, il "fin che la barca va" della Berti, ed un brano dei Genesis? Lo può solo, a mio parere generalizzando al massimo i parametri.... e dunque perdendo di efficacia....
Se non fosse così, quali brani sono stati certificati come "di successo" da quel software e quanti realmente lo sono stati?
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Re: Music science
Quasi fuori tema o forse no. La musica è finita (sinonimo di "non infinita") ed è sempre più difficile evitare il plagio. Metti anche che noi ci si muove tutti in mono blocco, le cose ci piacciono per "contaminazione".
Gli investimenti si focalizzano sui gusti del consumatore a discapito della diversità ed è così sempre. Si fa nell'agricoltura, negli allevamenti, nella moda, nell'economia e se la musica è un prodotto si fa.
Per quanto mi riguarda la musica può sorprendermi favorevolmente ma per il tempo della canzone. No ricorderò l'autore o chi l'ha eseguita però ogni tanto la composizione tornerà gradevolmente e mi basta.
Da qualche giorno sento un merlo fare una melodia che mi ricordava un pezzo di qualche anno fa e mi sono dannato perché nessuno era riuscito ad abbinare la melodia del merlo alla composizione. Appena 4 note.
Alla fine mi sono ricordato il testo, era "Somebody's Watching Me" di Rockwell, al 0.52 le 4 note. Ora mi chiedo se questo merlo ha sentito la melodia oppure no, sarebbe plagio ma si vogliono 8 note per l'accusa.
Gli investimenti si focalizzano sui gusti del consumatore a discapito della diversità ed è così sempre. Si fa nell'agricoltura, negli allevamenti, nella moda, nell'economia e se la musica è un prodotto si fa.
Per quanto mi riguarda la musica può sorprendermi favorevolmente ma per il tempo della canzone. No ricorderò l'autore o chi l'ha eseguita però ogni tanto la composizione tornerà gradevolmente e mi basta.
Da qualche giorno sento un merlo fare una melodia che mi ricordava un pezzo di qualche anno fa e mi sono dannato perché nessuno era riuscito ad abbinare la melodia del merlo alla composizione. Appena 4 note.
Alla fine mi sono ricordato il testo, era "Somebody's Watching Me" di Rockwell, al 0.52 le 4 note. Ora mi chiedo se questo merlo ha sentito la melodia oppure no, sarebbe plagio ma si vogliono 8 note per l'accusa.
SergioAD- -------------
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Re: Music science
SergioAD ha scritto:Quasi fuori tema o forse no. La musica è finita (sinonimo di "non infinita") ed è sempre più difficile evitare il plagio. Metti anche che noi ci si muove tutti in mono blocco, le cose ci piacciono per "contaminazione".
(...zic zac...)
Ciao, perche' secondo te la musica e' finita (non infinita)? Su cosa ti basi per affermare questo? Ci sono studi che avvalorino questa ipotesi? Ho cercato su internet senza trovare granche'.
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Re: Music science
Un po' di convenzioni.
La musica è composta di note musicali.
Le note musicali sono complessivamente 12, tra toni e semitoni.
Alle note è associata una gamma di frequenze audio.
La gamma di frequenze audio udibile dall'uomo è da 20 a 20000 Hz.
Le note si ripetono a ottave, generate dagli strumenti musicali e le voci di canto umano (dalle frequenze basse a quelle acute).
Frequenza rispetto alla posizione sul pentagramma. Ogni nota ha una frequenza, rispetto alla nota precedente, moltiplicata per
Lo strumento musicale che ha la maggiore estensione è il pianoforte da concerto 27.50 - 4.186.00 Hz.
27.50 Hz corrisponde alla nota musicale LA, all'interno della suddetta gamma questa nota nel pianoforte è ripetuta a 55, 110, 220, 440, 880, 1760, 3520 Hertz.
Già così la composizione è finita ma vanno escluse la combinazioni cacofoniche, quelle che non risultano melodie, armonie gradevoli. Infine i gusti selettivi riducono ulteriormente il campo di variazione, per intenderci il Punk non è compatibile alla musica sinfonica.
La musica moderna è iniziata con Bach ed è finita (completata) con Beethoven, il resto sono melodie che tutti possono improvvisare nella doccia. Io da teenager avevo scritto circa 200 canzoni, 10% avevano senso per me, quelle che piacevano ai miei amici erano banali, finito.
Ora devo dire c'è una cosa infinita nella musica ed è l'umore! Siamo nell'irrazionale ed è quella sottile differenza che anima le discussioni "divine" (riferimento forte!)
Come dire "sono contento di essere come sono" e sentirmi rispondere "a me non mi piaci"... e dire "va bene!"... tiè una banale goduria.
Ciao a te!
La musica è composta di note musicali.
Le note musicali sono complessivamente 12, tra toni e semitoni.
Alle note è associata una gamma di frequenze audio.
La gamma di frequenze audio udibile dall'uomo è da 20 a 20000 Hz.
Le note si ripetono a ottave, generate dagli strumenti musicali e le voci di canto umano (dalle frequenze basse a quelle acute).
Frequenza rispetto alla posizione sul pentagramma. Ogni nota ha una frequenza, rispetto alla nota precedente, moltiplicata per
Lo strumento musicale che ha la maggiore estensione è il pianoforte da concerto 27.50 - 4.186.00 Hz.
27.50 Hz corrisponde alla nota musicale LA, all'interno della suddetta gamma questa nota nel pianoforte è ripetuta a 55, 110, 220, 440, 880, 1760, 3520 Hertz.
Già così la composizione è finita ma vanno escluse la combinazioni cacofoniche, quelle che non risultano melodie, armonie gradevoli. Infine i gusti selettivi riducono ulteriormente il campo di variazione, per intenderci il Punk non è compatibile alla musica sinfonica.
La musica moderna è iniziata con Bach ed è finita (completata) con Beethoven, il resto sono melodie che tutti possono improvvisare nella doccia. Io da teenager avevo scritto circa 200 canzoni, 10% avevano senso per me, quelle che piacevano ai miei amici erano banali, finito.
Ora devo dire c'è una cosa infinita nella musica ed è l'umore! Siamo nell'irrazionale ed è quella sottile differenza che anima le discussioni "divine" (riferimento forte!)
Come dire "sono contento di essere come sono" e sentirmi rispondere "a me non mi piaci"... e dire "va bene!"... tiè una banale goduria.
Ciao a te!
SergioAD- -------------
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Re: Music science
Didascalico e poetico allo stesso tempo! Ineffabile Sergio!SergioAD ha scritto:...
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Minsky- --------------
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Re: Music science
Grazie Minsky, Grazie!
SergioAD- -------------
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Re: Music science
SergioAD ha scritto:Un po' di convenzioni.
La musica è composta di note musicali.
Le note musicali sono complessivamente 12, tra toni e semitoni.
Alle note è associata una gamma di frequenze audio.
La gamma di frequenze audio udibile dall'uomo è da 20 a 20000 Hz.
Le note si ripetono a ottave, generate dagli strumenti musicali e le voci di canto umano (dalle frequenze basse a quelle acute).
Frequenza rispetto alla posizione sul pentagramma. Ogni nota ha una frequenza, rispetto alla nota precedente, moltiplicata per
Lo strumento musicale che ha la maggiore estensione è il pianoforte da concerto 27.50 - 4.186.00 Hz.
27.50 Hz corrisponde alla nota musicale LA, all'interno della suddetta gamma questa nota nel pianoforte è ripetuta a 55, 110, 220, 440, 880, 1760, 3520 Hertz.
Già così la composizione è finita ma vanno escluse la combinazioni cacofoniche, quelle che non risultano melodie, armonie gradevoli. Infine i gusti selettivi riducono ulteriormente il campo di variazione, per intenderci il Punk non è compatibile alla musica sinfonica.
La musica moderna è iniziata con Bach ed è finita (completata) con Beethoven, il resto sono melodie che tutti possono improvvisare nella doccia. Io da teenager avevo scritto circa 200 canzoni, 10% avevano senso per me, quelle che piacevano ai miei amici erano banali, finito.
Ora devo dire c'è una cosa infinita nella musica ed è l'umore! Siamo nell'irrazionale ed è quella sottile differenza che anima le discussioni "divine" (riferimento forte!)
Come dire "sono contento di essere come sono" e sentirmi rispondere "a me non mi piaci"... e dire "va bene!"... tiè una banale goduria.
Ciao a te! :afro:
Grazie per la delucidazione caro Sergio.
Secondo me non e' cosi' "finita" come sembra. John Zorn ad esempio, ha portato la musica jazz dove non si puo' fare una distinzione netta tra melodia e costruzione... ma anche solo John Cage nella musica classica sperimentale, oppure che ne so, il compianto György Ligeti nel suo tipo di melodie arcane, o György Kurtàg nel suo giocare con melodie ungheresi o un Götterdammerung di Wagner con recitativi amplissimi... Il discorso che fai tu si puo' applicare piu' che altro alla musica cosiddetta "commerciale". Tant'e' che oggi si ha una saturazione della musica da colonne sonore perche' i cosiddetti "grandi compositori di colonne sonore", dei quali MOLTI in realta' sono dei mestieranti senza un briciolo di arte, rubano da Wagner, Brahms, Holst per citare i piu' diffusi... ha fatto bene Kubrick nei suoi film ad usare musica classica o nessuna colonna sonora, piuttosto che far rubacchiare qua e la'. Anche qui la musica e' certamente piu' "finita". Ma se metti anche la musica algoritmica tra i modelli di composizione vedrai che questa "finitezza" si assottiglia sempre piu'.
Inoltre lo strumento con maggiore ambito e' l'organo a canne, non il pianoforte... tralasciando gli alti che superano comodamente i 5 KHz ad esempio nel piu' grande organo a canne mai costruito, quello di Atlantic City, i bassi possono raggiungere gli 8 Hz.
Ambaraba' cicci' cocco'.
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Re: Music science
------rwed ha scritto:ha fatto bene Kubrick nei suoi film ad usare musica classica o nessuna colonna sonora, piuttosto che far rubacchiare qua e la'.
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Re: Music science
Fino a quando quattro note messe alla buona riusciranno a dare emozioni la musica non potrà dirsi finita. Anche nella musica classica del passato c’erano delle vere e proprie ciofeche: in quella di Vivaldi come in quella di Bach o di chiunque altro autore. Oggi il fenomeno è ancor più visibile nella musica “leggera” per la sua semplicità strutturale che rende possibile a tutti elaborare una melodia “orecchiabile”. Ma un giudizio completo va reso non solo sull’armonia e sulla melodia….. Anche il testo, la ritmica, la voce, gli strumenti impegati rendono una canzone importante….
Si pensi ad un J. Taylor che proprio ieri è stato ospite in diretta su Rtl. E’ la sua voce il quid delle sue canzoni e la chitarra solista. Punto. Mettigli in bocca una canzone di Ferro e la magia comunicativa va a farsi benedire….. E viceversa. Fai cantare a Sting una canzone di Vasco Rossi ….. ne verrà fuori una cacca. La dove un testo di musica classica acquista qualcosa dall’interprete di qualità una canzonetta decade miseramente quasi sempre.
Si pensi ad un J. Taylor che proprio ieri è stato ospite in diretta su Rtl. E’ la sua voce il quid delle sue canzoni e la chitarra solista. Punto. Mettigli in bocca una canzone di Ferro e la magia comunicativa va a farsi benedire….. E viceversa. Fai cantare a Sting una canzone di Vasco Rossi ….. ne verrà fuori una cacca. La dove un testo di musica classica acquista qualcosa dall’interprete di qualità una canzonetta decade miseramente quasi sempre.
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Re: Music science
molto difficile in Bach trovare come dici tu "ciofeche", negli ambienti classici si dice che Bach e' come il maiale: non si butta via niente.
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Re: Music science
Certo, di Bach non si butta niente…. Ma anche nei maiali ci sono pezzi più pregiati ed altri meno, nel senso che “il cliente” compra questo piuttosto che quello, ossia, nel caso di Bach, esprime un suo giudizio di preferenza a seconda di ciò che sente di poterne ricavare in termini di soddisfazione. Non c’è necessariamente “grandezza” nel numero di note ma in ciò che il componimento esprime e la gente riesce a cogliere, vuole cogliere, ha necessità di cogliere.
Insomma l’uomo è al centro e la musica un bene/servizio come gli altri che soddisfa i suoi bisogni. Il software oggettivizza ciò che non può ed inganna i fessi disposti a pagare, perchè i miei bisogni non solo non sono i tuoi ma cambiano continuamente.
Insomma l’uomo è al centro e la musica un bene/servizio come gli altri che soddisfa i suoi bisogni. Il software oggettivizza ciò che non può ed inganna i fessi disposti a pagare, perchè i miei bisogni non solo non sono i tuoi ma cambiano continuamente.
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Re: Music science
Ti faccio un esempio....
quando ho preparato diritto commerciale, o diritto privato, non ho certo ascoltato una fuga di Bach o un notturno di Chopin.... ma terence trent d'arby. Sentivo di averne bisogno per caricarmi.
Fermo restando il valore assoluto, e dunque fatte salve le debite distanze, l'utilità dei classici era nulla in quel momento.
quando ho preparato diritto commerciale, o diritto privato, non ho certo ascoltato una fuga di Bach o un notturno di Chopin.... ma terence trent d'arby. Sentivo di averne bisogno per caricarmi.
Fermo restando il valore assoluto, e dunque fatte salve le debite distanze, l'utilità dei classici era nulla in quel momento.
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Re: Music science
Intanto non è bene fare distinzioni addizionale tra “finito e infinito” come “quasi finito”, “più o meno infinito”, etc... ovvero tutto ciò che non è infinito è finito. Ma se esci dalla composizione e vai nella percezione mi freghi per bene, anzi ci freghiamo insieme. Tu wred, Raspa, Sabre ed io – ma sono due cose, matematica ed emozioni una è comune tutti e l'altra ognuno può avere la sua.
Ho sentito John Zorn, John Cage, György Ligeti o György Kurtàg, tutti figli della diaspora ebraica. Dunque d'accordo il termine “quasi infinito”, t'ho detto che mi fregavi! Il discorso che ho fatto non si applica sul genere ma sulla composizione di note per formare melodie e quelle sono finite. Non si può parlare di scienza del genere musicale, commerciale/non commerciale se non di ma di tendenza?
Quella è roba per psichiatri, talent manager e investitori dell'arte. Non sapevo che l'organo a canne fosse lo strumento a maggior estensione anzi pensavo fosse il pianoforte da concerto e poi l'arpa. Senza citare i record ovviamente. Comunque in questa immagine qui sotto c'è quello che pensavo io. Purtroppo non c'è l'organo a canne.
Ecco il mostro che dicevi tu (la console più grande del mondo).
Qui nota che in genere le tastiere multiple (questo è un altro organo) non hanno l'estensione sulle fila delle tastiere ma hanno timbro diverso selezionabile sul proprio registro.
Dicevi algoritmi? Oggi col computer se vuoi puoi focalizzare il tuo estro sull'esecuzione lasciando al PC la composizione. Avevo citato Bach come iniziatore e Beethoven come finalizzatore di tutta quella che è la musica oggi, senza di loro sarebbe probabilmente mancato qualcosa.
Dal punto di vista emozionale invece possiamo essere diversi e odiare quello che piace agli altri, in genere quello che piace ai propri genitori.
Ambaraba ciccì cocco, ah ah.
Ho sentito John Zorn, John Cage, György Ligeti o György Kurtàg, tutti figli della diaspora ebraica. Dunque d'accordo il termine “quasi infinito”, t'ho detto che mi fregavi! Il discorso che ho fatto non si applica sul genere ma sulla composizione di note per formare melodie e quelle sono finite. Non si può parlare di scienza del genere musicale, commerciale/non commerciale se non di ma di tendenza?
Quella è roba per psichiatri, talent manager e investitori dell'arte. Non sapevo che l'organo a canne fosse lo strumento a maggior estensione anzi pensavo fosse il pianoforte da concerto e poi l'arpa. Senza citare i record ovviamente. Comunque in questa immagine qui sotto c'è quello che pensavo io. Purtroppo non c'è l'organo a canne.
Ecco il mostro che dicevi tu (la console più grande del mondo).
Qui nota che in genere le tastiere multiple (questo è un altro organo) non hanno l'estensione sulle fila delle tastiere ma hanno timbro diverso selezionabile sul proprio registro.
Dicevi algoritmi? Oggi col computer se vuoi puoi focalizzare il tuo estro sull'esecuzione lasciando al PC la composizione. Avevo citato Bach come iniziatore e Beethoven come finalizzatore di tutta quella che è la musica oggi, senza di loro sarebbe probabilmente mancato qualcosa.
Dal punto di vista emozionale invece possiamo essere diversi e odiare quello che piace agli altri, in genere quello che piace ai propri genitori.
Ambaraba ciccì cocco, ah ah.
SergioAD- -------------
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Re: Music science
"Air on the G String"?
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Re: Music science
Dick on the G string?
SergioAD- -------------
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Re: Music science
Rasputin ha scritto:"Air on the G String"?
I peli
La trovi dappertutto anche come sigla, inflazionata come nessun altra
Sabre03- -------------
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Re: Music science
Sabre03 ha scritto:Rasputin ha scritto:"Air on the G String"?
I peli
Quelli che spuntano dalla mutanda a incastro?
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Re: Music science
Rasputin ha scritto:Sabre03 ha scritto:Rasputin ha scritto:"Air on the G String"?
I peli
Quelli che spuntano dalla mutanda a incastro?
beh si trattandosi di un'aria inflazionata. . .
Sabre03- -------------
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Re: Music science
SergioAD ha scritto:Intanto non è bene fare distinzioni addizionale tra “finito e infinito” come “quasi finito”, “più o meno infinito”, etc... ovvero tutto ciò che non è infinito è finito. Ma se esci dalla composizione e vai nella percezione mi freghi per bene, anzi ci freghiamo insieme. Tu wred, Raspa, Sabre ed io – ma sono due cose, matematica ed emozioni una è comune tutti e l'altra ognuno può avere la sua.
Ho sentito John Zorn, John Cage, György Ligeti o György Kurtàg, tutti figli della diaspora ebraica. Dunque d'accordo il termine “quasi infinito”, t'ho detto che mi fregavi! Il discorso che ho fatto non si applica sul genere ma sulla composizione di note per formare melodie e quelle sono finite. Non si può parlare di scienza del genere musicale, commerciale/non commerciale se non di ma di tendenza?
Quella è roba per psichiatri, talent manager e investitori dell'arte. Non sapevo che l'organo a canne fosse lo strumento a maggior estensione anzi pensavo fosse il pianoforte da concerto e poi l'arpa. Senza citare i record ovviamente. Comunque in questa immagine qui sotto c'è quello che pensavo io. Purtroppo non c'è l'organo a canne.
Ecco il mostro che dicevi tu (la console più grande del mondo).
Qui nota che in genere le tastiere multiple (questo è un altro organo) non hanno l'estensione sulle fila delle tastiere ma hanno timbro diverso selezionabile sul proprio registro.
Dicevi algoritmi? Oggi col computer se vuoi puoi focalizzare il tuo estro sull'esecuzione lasciando al PC la composizione. Avevo citato Bach come iniziatore e Beethoven come finalizzatore di tutta quella che è la musica oggi, senza di loro sarebbe probabilmente mancato qualcosa.
Dal punto di vista emozionale invece possiamo essere diversi e odiare quello che piace agli altri, in genere quello che piace ai propri genitori.
Ambaraba ciccì cocco, ah ah.
nell'accezione classica del termine "suono" e' il contrario di "rumore", ovvero musica=sequenza di suoni ordinati mentre rumore=cacofonia di vario genere. dagli anni '50/'60 i due termini si sono un po' intersecati, tanto da vedere l'ingresso della matematica e della filosofia come "pretesti" per definire qualcosa di simile al "rumore" come "musica". parlando di musica algoritmica si vanno a interpellare sia matematica che filosofia, visto che l'algoritmo e' comunque creato da un essere umano e l'output e' generato da uno strumento musicale o da un computer usato come strumento musicale. secondo me puoi dire che la complessita' della musica "standard" e' finita negli anni '50, mentre cio' che viene definito musica e' tendente a infinito, mi chiedo quando inizieranno a usare scarrafoni esposti a diverse fonti di luce come compositori. oppure un po' come quel pittore di cui non ricordo il nome che si fa i clisteri di tempera e ricaga sulla tela. e' pittura quella? la risposta e' si', ma si fonde con la filosofia (e la gastroenterologia).
ciccibu' ciccibu' cafe'
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Re: Music science
P.S. manca una virgola in "nell'accezione classica del termine, "
P.P.S. a dire il vero il "finalizzatore" della musica classica e' stato Brahms, che ha letteralmente esaurito ogni possibile combinazione armonica. poi c'era Wagner, ma lui faceva piu' "colonne sonore complesse" a doppio legame con il teatro e il libretto...
P.P.P.S. a me i Beatles piacciono anche se piacevano a quel molestatore suicida di mio padre
P.P.S. a dire il vero il "finalizzatore" della musica classica e' stato Brahms, che ha letteralmente esaurito ogni possibile combinazione armonica. poi c'era Wagner, ma lui faceva piu' "colonne sonore complesse" a doppio legame con il teatro e il libretto...
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Re: Music science
------rwed ha scritto:P.S. manca una virgola in "nell'accezione classica del termine, "
P.P.S. a dire il vero il "finalizzatore" della musica classica e' stato Brahms, che ha letteralmente esaurito ogni possibile combinazione armonica. poi c'era Wagner, ma lui faceva piu' "colonne sonore complesse" a doppio legame con il teatro e il libretto...
P.P.P.S. a me i Beatles piacciono anche se piacevano a quel molestatore suicida di mio padre
Non riesco a cogliere questa cesura.... Per me c'è un continuum che non ha fine. Del resto da un punto di vista armonico Brahms non esaurisce affatto ogni combinazione armonica. E' mooolto più classico e ligio alle schematizzazioni del passato rispetto al Beethoven degli ultimi quartetti che pure gli e' antecedente. E che dire di Debussy e Ravel? certe concatenazioni di quinte di Ysaye nelle sonate per violino solo, Brahms non riusciva neanche a concepirle così come il sacre du printemps di Stravinsky con le sue aridità armoniche e violenti gli sarebbe parso musica marziana... E la dodecafonia poi......
No dai, non c'è cesura.
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Re: Music science
azz quanta carne al fuoco..
io però ripartirei dallo spunto iniziale, l'analisi schematica ai fini commerciali, ha un senso relativo, anche perché la questione commerciale o la parola successo nel campo musicale sono drasticamente mutati e ridimensionati negli ultimi 20 anni.
chi fa davvero strada sono i precursori che cercano di inserire soud originali nell'ambito che definirei POP, poi per un brevissimo periodo si forma il codazzo di imitazioni mediocri.
comunque appena ho più tempo mi inserisco meglio nella discussione che mi tocca in prima persona.
io però ripartirei dallo spunto iniziale, l'analisi schematica ai fini commerciali, ha un senso relativo, anche perché la questione commerciale o la parola successo nel campo musicale sono drasticamente mutati e ridimensionati negli ultimi 20 anni.
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Re: Music science
Sapevo che ti sarebbe piaciuta
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Re: Music science
si, devo leggere con calma, vorrei solo avvisare la platea che lo sperimentalismo provocatorio è finito da un pezzo, come il freejazz o la dodecafonia, forse sarebbe opportuno ricondurre e ricontestulizzare la discussione a qualcosa di quotidiano e attuale.Rasputin ha scritto:Sapevo che ti sarebbe piaciuta
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Re: Music science
Fate voi io non ci capisco una mazza la musica l'ascolto e basta
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Re: Music science
Sabre03 ha scritto:------rwed ha scritto:P.S. manca una virgola in "nell'accezione classica del termine, "
P.P.S. a dire il vero il "finalizzatore" della musica classica e' stato Brahms, che ha letteralmente esaurito ogni possibile combinazione armonica. poi c'era Wagner, ma lui faceva piu' "colonne sonore complesse" a doppio legame con il teatro e il libretto...
P.P.P.S. a me i Beatles piacciono anche se piacevano a quel molestatore suicida di mio padre
Non riesco a cogliere questa cesura.... Per me c'è un continuum che non ha fine. Del resto da un punto di vista armonico Brahms non esaurisce affatto ogni combinazione armonica. E' mooolto più classico e ligio alle schematizzazioni del passato rispetto al Beethoven degli ultimi quartetti che pure gli e' antecedente. E che dire di Debussy e Ravel? certe concatenazioni di quinte di Ysaye nelle sonate per violino solo, Brahms non riusciva neanche a concepirle così come il sacre du printemps di Stravinsky con le sue aridità armoniche e violenti gli sarebbe parso musica marziana... E la dodecafonia poi......
No dai, non c'è cesura.
armonicamente Brahms ha esaurito il contesto classico, e' questo che intendo. cioe' ha applicato le regole classiche di Rameau fino all'esaurimento... pero' si fa fatica ad ascoltare gente come Sciarrino e definirla ancora musica secondo me...
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Re: Music science
partiamo dalla premessa che la notizia del 2006 è morta lì.Sabre03 ha scritto:E’ diventato semplice trattare un brano di musica come un paziente di cui si voglia sapere tutto. Invece di infilarlo nel cilindro di una Tac, lo si scompone grazie al nuovo software messo a punto da una società inglese, la Platinum Blue. Si chiama «Music Science» e il nome appare estremamente appropriato rispetto allo scopo per il quale è stato creato: sminuzzare una canzone. Melodia, armonia, «colori» degli strumenti, intensità del suono, frequenza: migliaia di brani sono stati analizzati per isolare quegli aspetti che più spesso compaiono nelle canzoni di successo, scovando così frequenti somiglianze, tutte evidenziate da grafici che anche un analfabeta musicale può decifrare.
Mah!..... Qualcuno ne sa di più?
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=941
sono sempre stato diffidente rispetto a queste formule presunte, ma soprattutto ai tentativi di scomporre files audio in parti separate.
per chi ha un minimo di dimestichezza ed esperienza sul campo, vorrei che provaste a pensare al disastro della conversione audio-midi quindi all'analisi di sorgenti per poter restituire informazioni separate.
tipo la cagata di dividere la melodia dall'armonia in automatico, o di decifrare le frequenze (sfera che appartiene alle variabili di controllo in fase di mastering e missaggio e che non ha nulla a che vedere con il format di un brano).
il punto è che:
1) chi parla nel giornalismo di queste cose, butta giù termini a sproposito in materie che non conosce, scrivendo cappellate assurde
2) l'illusione digitale di oltrepassare determinati limiti di deconversione e scissione delle parti è sempre stata mediocre quando non fallimentare (ancora oggi)
3) le analisi spettrali, RMS o melodico/armoniche appartengono a sfere e processi diversi tra loro e non c'entrano una pippa con quello che si prefiggono negli articoli letti
4) le etichette, anche majors, nel passaggio al digitale, si sono lasciate spesso infinocchiare data la loro incompetenza pregressa, sono come pachidermi in una vetreria, è molto probabile che questo software sia stato una bufala mediatica venduta come servizio ad incompetenti.
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Re: Music science
Anch'io fatico moltissimo....
parto però dal presupposto che se ci son note allora è musica.... che poi quel pezzo sappia darmi qualcosa è da vedersi.
A me, in sostanza non basta che "la gente dica" "l'esperto affermi"...
No, sono io che affermo, che dico, che apprezzo ecc ecc insomma non rinuncio ai miei ruoli di fruitore, ed esperto alla bisogna.
Sono poi ovviamente i grandi numeri a fare la storia della musica ed il mio parere vale poco o nulla, MA la mia centralità, quella dell'uomo in generale è essenziale, a mio avviso, e si è perduta parecchio in 2000 anni di cristianesimo per una oggettivazione, codificazione del giudizio, che sopravanza il bisogno immediato da soddisfare.
Questo software sembra rispondere più ad un giudizio precostituito su elementi che alla lunga hanno dato riscontri positivi in termini di vendita ma che possono anche non interessarmi e non corrispondere a ciò che voglio in un dato momento...
parto però dal presupposto che se ci son note allora è musica.... che poi quel pezzo sappia darmi qualcosa è da vedersi.
A me, in sostanza non basta che "la gente dica" "l'esperto affermi"...
No, sono io che affermo, che dico, che apprezzo ecc ecc insomma non rinuncio ai miei ruoli di fruitore, ed esperto alla bisogna.
Sono poi ovviamente i grandi numeri a fare la storia della musica ed il mio parere vale poco o nulla, MA la mia centralità, quella dell'uomo in generale è essenziale, a mio avviso, e si è perduta parecchio in 2000 anni di cristianesimo per una oggettivazione, codificazione del giudizio, che sopravanza il bisogno immediato da soddisfare.
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Re: Music science
renus ha scritto:
chi fa davvero strada sono i precursori che cercano di inserire soud originali nell'ambito che definirei POP, poi per un brevissimo periodo si forma il codazzo di imitazioni mediocri.
Ecco si, è l’originalità del sound (termine un po’ generico ed omnicomprensivo) che fa la differenza. Che sia apprezzato dal pubblico, che abbia al suo interno possibilità di sviluppo, che sia individuabile come la firma di Tizio…. irripetibile per un altro proprio perché di Tizio.
Per Giorgia può essere qualche vocalizzo jazz inserito in un insieme pop alquanto banale, ancora jazz per Jovanotti nei fiati, le trombe in particolare, per la Pausini qualche "urletto", ecc ecc insomma qualsiasi cosa sia caratterizzante per l'artista.
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Re: Music science
il punto è che questo tema nasce da un contesto molto preciso e puntaule nell'attuale panorama discografico, non dai singoli atteggiamenti di nicchia, e per me è una bufala per come è stato venduto.. e a distanza di 7 anni possiamo accenderla.Sabre03 ha scritto:Anch'io fatico moltissimo....
parto però dal presupposto che se ci son note allora è musica.... che poi quel pezzo sappia darmi qualcosa è da vedersi.
A me, in sostanza non basta che "la gente dica" "l'esperto affermi"...
No, sono io che affermo, che dico, che apprezzo ecc ecc insomma non rinuncio ai miei ruoli di fruitore, ed esperto alla bisogna.
Sono poi ovviamente i grandi numeri a fare la storia della musica ed il mio parere vale poco o nulla, MA la mia centralità, quella dell'uomo in generale è essenziale, a mio avviso, e si è perduta parecchio in 2000 anni di cristianesimo per una oggettivazione, codificazione del giudizio, che sopravanza il bisogno immediato da soddisfare.
Questo software sembra rispondere più ad un giudizio precostituito su elementi che alla lunga hanno dato riscontri positivi in termini di vendita ma che possono anche non interessarmi e non corrispondere a ciò che voglio in un dato momento...
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Re: Music science
mmm non stavamo parlando di musica?Sabre03 ha scritto:renus ha scritto:
chi fa davvero strada sono i precursori che cercano di inserire soud originali nell'ambito che definirei POP, poi per un brevissimo periodo si forma il codazzo di imitazioni mediocri.
Ecco si, è l’originalità del sound (termine un po’ generico ed omnicomprensivo) che fa la differenza. Che sia apprezzato dal pubblico, che abbia al suo interno possibilità di sviluppo, che sia individuabile come la firma di Tizio…. irripetibile per un altro proprio perché di Tizio.
Per Giorgia può essere qualche vocalizzo jazz inserito in un insieme pop alquanto banale, ancora jazz per Jovanotti nei fiati, le trombe in particolare, per la Pausini qualche "urletto", ecc ecc insomma qualsiasi cosa sia caratterizzante per l'artista.
scherzi a parte in alcuni ambiti come quelli che citi entra in gioco il ramo "industria", ciò significa che un marchio lo vendi prima ancora di sapere che forma abbia, quindi esula totalmente il discorso iniziale.
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Re: Music science
Beh, il marchio Pausini o Jovanotti non era tale ai loro esordi….
Quello che intendo dire è che i loro brani, che piacciano o meno, hanno qualcosa di estremamente caratterizzante al di là del fatto che oggi potrebbero vendere anche cacca…. E che questo “qualcosa” che potremo indicare come sound non è ricomprensibile “a priori” in un software bufala.
Mi viene il sospetto però che il gran numero di cover degli ultimi anni sia non tanto una rivisitazione di quei successi quanto un voler “entrare” per alcuni ( la Ferreri per esempio), o rientrare in un periodo di stanca (la Pausini o la Giorgia) attraverso quel software nelle grazie del discografico.
Quello che intendo dire è che i loro brani, che piacciano o meno, hanno qualcosa di estremamente caratterizzante al di là del fatto che oggi potrebbero vendere anche cacca…. E che questo “qualcosa” che potremo indicare come sound non è ricomprensibile “a priori” in un software bufala.
Mi viene il sospetto però che il gran numero di cover degli ultimi anni sia non tanto una rivisitazione di quei successi quanto un voler “entrare” per alcuni ( la Ferreri per esempio), o rientrare in un periodo di stanca (la Pausini o la Giorgia) attraverso quel software nelle grazie del discografico.
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Re: Music science
E' una distinzione variabile quella della musica buona e musica commerciale.
Intanto la musica commerciale è buona per i soldi che porta agli investitori.
Il fatto che la bontà della musica coincida con la commerciabilità è quello che chiamo interesse tattico.
Quando è venuto fuori il Punk ho avuto questa netta impressione, no i clash ma i Sex Pistols ma anche i Ramones.
La stessa cosa accadde a mio padre quando vennero fuori i Beatles!
Sai che de? E' che c'è la linea di tendenza, c'è la tradizione e c'è libertà - purtroppo (e per fortuna) che esiste la grande distribuzione in modo che giunga anche ai pachidermi come me che la vogliono appena percettibile e non fanno nulla quando la sentono.
Quel poco tempo che do alla musica è solo per lei, al massimo sto isolato seduto sul cesso col mio pubblico che puzza dalle chiappe applaudenti.
Intanto la musica commerciale è buona per i soldi che porta agli investitori.
Il fatto che la bontà della musica coincida con la commerciabilità è quello che chiamo interesse tattico.
Quando è venuto fuori il Punk ho avuto questa netta impressione, no i clash ma i Sex Pistols ma anche i Ramones.
La stessa cosa accadde a mio padre quando vennero fuori i Beatles!
Sai che de? E' che c'è la linea di tendenza, c'è la tradizione e c'è libertà - purtroppo (e per fortuna) che esiste la grande distribuzione in modo che giunga anche ai pachidermi come me che la vogliono appena percettibile e non fanno nulla quando la sentono.
Quel poco tempo che do alla musica è solo per lei, al massimo sto isolato seduto sul cesso col mio pubblico che puzza dalle chiappe applaudenti.
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Re: Music science
benché sia facile generalizzare credo che ogni fenomeno che citi andrebbe analizzato individualmente, no è tanto quello che hanno fatto, in quegli anni ('80) si spingevano alcune tendenze, impronte, per renderle prodotti o fenomeni, ma è inutile scendere nel dettaglio qui... io collaboro con i primi musicisti di giorgia ad esempio e con l'attuale percussionista di Jovanotti (che suona anche con me)... e le dinamiche reali sono un po' diverse.Sabre03 ha scritto:Beh, il marchio Pausini o Jovanotti non era tale ai loro esordi….
Quello che intendo dire è che i loro brani, che piacciano o meno, hanno qualcosa di estremamente caratterizzante al di là del fatto che oggi potrebbero vendere anche cacca…. E che questo “qualcosa” che potremo indicare come sound non è ricomprensibile “a priori” in un software bufala.
Mi viene il sospetto però che il gran numero di cover degli ultimi anni sia non tanto una rivisitazione di quei successi quanto un voler “entrare” per alcuni ( la Ferreri per esempio), o rientrare in un periodo di stanca (la Pausini o la Giorgia) attraverso quel software nelle grazie del discografico.
ad esempio, appena fu lanciata giorgi, la obbligarono a prendere una band di soli neri (eliminando il suo gruppo) e a cantare in un certo modo (il glissato nauseabondo del quale ha abusato da sempre). tutto a tavolino.
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Re: Music science
ho l'orecchio assoluto (e relativo) ;)
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Re: Music science
renus ha scritto:benché sia facile generalizzare credo che ogni fenomeno che citi andrebbe analizzato individualmente, no è tanto quello che hanno fatto, in quegli anni ('80) si spingevano alcune tendenze, impronte, per renderle prodotti o fenomeni, ma è inutile scendere nel dettaglio qui... io collaboro con i primi musicisti di giorgia ad esempio e con l'attuale percussionista di Jovanotti (che suona anche con me)... e le dinamiche reali sono un po' diverse.Sabre03 ha scritto:Beh, il marchio Pausini o Jovanotti non era tale ai loro esordi….
Quello che intendo dire è che i loro brani, che piacciano o meno, hanno qualcosa di estremamente caratterizzante al di là del fatto che oggi potrebbero vendere anche cacca…. E che questo “qualcosa” che potremo indicare come sound non è ricomprensibile “a priori” in un software bufala.
Mi viene il sospetto però che il gran numero di cover degli ultimi anni sia non tanto una rivisitazione di quei successi quanto un voler “entrare” per alcuni ( la Ferreri per esempio), o rientrare in un periodo di stanca (la Pausini o la Giorgia) attraverso quel software nelle grazie del discografico.
ad esempio, appena fu lanciata giorgi, la obbligarono a prendere una band di soli neri (eliminando il suo gruppo) e a cantare in un certo modo (il glissato nauseabondo del quale ha abusato da sempre). tutto a tavolino.
Che ci siano persone che “curano” il prodotto del discografico è anche più evidente con i big stranieri, quelli che condiscono il loro “nulla musicale” con coreografie ad hoc fatto di culi, tette e mossette….Ma non vuol dire che il loro prodotto finito così come quello di Giorgia sia disdicevole… anzi, per cui alla fin fine va bene così (d'accordo con te su quel glissato atroce). Create ciò che vi pare, anche a tavolino, ma datemi qualcosa che mi dia emozioni…..
Oggi, ad esempio, si è accentuata la tendenza ad unire la canzone ad una clip video (Antonacci docet)... E perchè no? La canzone acquista tanto seppure potrebbe col tempo diminuire la mia soddisfazione musicale al solo ascolto in cuffia senza immagini. Ma tant'è...
Molte canzoni di Vasco sono state "ricoperte" a posteriori di una clip per ridarle freschezza vista la sua età. Una azione studiata per bene che rende da un punto di vista artistico che ad immaginare lui adesso mettere le mani fra le cosce di una pulzella fresca fa un pò ridere..... Perchè no?
Insomma mi par di capire che qualcosa non ti torni ma non capisco bene cosa. Non ti piace Nino D'Angelo (orrendo più ancora di D'Alessio)? e buttalo nel cesso, ossia non sentirlo!
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Re: Music science
no, vabbè, mettiamo i puntini:Sabre03 ha scritto:
Che ci siano persone che “curano” il prodotto del discografico è anche più evidente con i big stranieri, quelli che condiscono il loro “nulla musicale” con coreografie ad hoc fatto di culi, tette e mossette….Ma non vuol dire che il loro prodotto finito così come quello di Giorgia sia disdicevole… anzi, per cui alla fin fine va bene così (d'accordo con te su quel glissato atroce). Create ciò che vi pare, anche a tavolino, ma datemi qualcosa che mi dia emozioni…..
Oggi, ad esempio, si è accentuata la tendenza ad unire la canzone ad una clip video (Antonacci docet)... E perchè no? La canzone acquista tanto seppure potrebbe col tempo diminuire la mia soddisfazione musicale al solo ascolto in cuffia senza immagini. Ma tant'è...
Molte canzoni di Vasco sono state "ricoperte" a posteriori di una clip per ridarle freschezza vista la sua età. Una azione studiata per bene che rende da un punto di vista artistico che ad immaginare lui adesso mettere le mani fra le cosce di una pulzella fresca fa un pò ridere..... Perchè no?
Insomma mi par di capire che qualcosa non ti torni ma non capisco bene cosa. Non ti piace Nino D'Angelo (orrendo più ancora di D'Alessio)? e buttalo nel cesso, ossia non sentirlo!
l'industria americana fa scuola in tutti i sensi, è un riferimento anche nelle mega produzioni (è lo scimmiottamento italiano che fa un po' sorridere), anche se in alcune fasi storiche ha sterilizzato i talenti che filtrava (penso alle produzioni GRP o all'americanizzazione del sound brasiliano degli anni '90).
sono d'accordo che tutto fa brodo se il risultato convince, la mia è solo un'analisi del processo di approccio e della crisi nera di competenze nelle major... ho storie di prima mano che dimostrano le ineguatezze e gli scempi dell'era della distribuzione liquida.
per il resto partivo dalle pretese di questi presunti softwares destrutturanti e risolutivi.
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Re: Music science
Insomma sostieni che ci siamo persi qualcosa di importante a livello di produzione musicale per una gestione disattenta per non dire scellerata di un buon materiale di base.
Non fatico a crederlo pur non essendo dell'ambiente.... La prima cassetta di Bennato era evidentemente buona anche ad un povero fesso digiuno di musica ed il produttore cui si rivolse gli disse che era il caso di non insistere e cambiare mestiere.... (lo disse lui da Fazio).
Battisti aveva già in tasca alcuni dei suoi più grandi successi quando ancora elemosinava attenzione nelle anticamere dei discografici.... (lo disse Teocoli sempre da Fazio)
A parte loro chissà quanti si sono persi per strada, purtroppo....
Non fatico a crederlo pur non essendo dell'ambiente.... La prima cassetta di Bennato era evidentemente buona anche ad un povero fesso digiuno di musica ed il produttore cui si rivolse gli disse che era il caso di non insistere e cambiare mestiere.... (lo disse lui da Fazio).
Battisti aveva già in tasca alcuni dei suoi più grandi successi quando ancora elemosinava attenzione nelle anticamere dei discografici.... (lo disse Teocoli sempre da Fazio)
A parte loro chissà quanti si sono persi per strada, purtroppo....
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Re: Music science
si, ma in quei casi ancora non c'erano i software incriminati
sostengo solo che le variabili per costruire o riconoscere qualcosa di successo dipendono da un sacco di fattori, chiamiamolo talento, esisteva il ruolo dello scouting e qualche tempo fa c'era anche una maggiore chiarezza nelle divisioni dei ruoli in questi campi... certo il giro d'affari era un altro... ritengo che oggi si stiano ancora assestando cercando di capire alcune dinamiche e vivendo dell'inerzia del passato, e nel dubbio la bilancia degli investimenti verte molto di più dal lato del contenitore piuttosto che del contenuto (a livello dei grossi giri d'affari intendo).
sostengo solo che le variabili per costruire o riconoscere qualcosa di successo dipendono da un sacco di fattori, chiamiamolo talento, esisteva il ruolo dello scouting e qualche tempo fa c'era anche una maggiore chiarezza nelle divisioni dei ruoli in questi campi... certo il giro d'affari era un altro... ritengo che oggi si stiano ancora assestando cercando di capire alcune dinamiche e vivendo dell'inerzia del passato, e nel dubbio la bilancia degli investimenti verte molto di più dal lato del contenitore piuttosto che del contenuto (a livello dei grossi giri d'affari intendo).
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Re: Music science
Le Scienze ha scritto:
Il musicista sordo, ovvero l'evoluzione della musica dal rumore
Partendo da rumori casuali, un programma chiamato DarwinTunes ha prodotto generazioni successive di brani musicali, mescolando, sempre a caso, frammenti di quelli che avevano superato la “selezione darwiniana” rappresentata dal parere di 7000 utenti Internet.
http://www.lescienze.it/news/2012/06/19/news/musica_prodotto_selezione_darwiniana_dei_pezzi_daewintunes-1096014/
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Re: Music science
usare QUICKTIME per riprodurre file audio e' una colossale porcata, informaticamente parlando. il gruppo editoriale l'Espresso su internet fa pieta'.
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------rwed- -------------
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Re: Music science
aspè, che c'entra quicktime?------rwed ha scritto:usare QUICKTIME per riprodurre file audio e' una colossale porcata, informaticamente parlando. il gruppo editoriale l'Espresso su internet fa pieta'.
utilizzarlo come?
parli di codec?
il motore quicktime su mac gestisce anche pro tools... sii più preciso.
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