Buon pomeriggio!

Salve ragazzi! Mi presento, sono AndreaFWN, da neoiscritto incomincio, come già da titolo, ad augurarvi un buon pomeriggio ed a introdurvi una riflessione che spero possa essere motivo di discussione e riflessione.

Il mio conflitto con la religione incominciò parecchi anni fà, non sto qui a dilungarmi troppo, passando da uno stato critico a uno di estrema avversione nei confronti di quest'ultima. Ora, passati ormai parecchi anni, sono successe e cambiate in me parecchie cose e quindi è cambiato anche il mio sguardo verso religiosi e non. Confrontandomi con parecchio persone pienamente credenti e invece con altre pienamente atee ho incominciato a realizzare che provo un enorme ribrezzo per quegli individui che, o per menefreghismo puro o per eccessiva superficialità sviano questi problema. Per spiegare meglio; odio le persone atee solo per accomodamente e invece odio le persone religiose solo per convenzione o inerzia; essere non credenti, a parer mio, non vuol dire semplicemnte affermare dio non esiste, le religioni sono tutta una farsa e finirla lì, continuando a vivere come lo si faceva prima; essere atei implica un cambiamento radicale nella vita di ognugno, vuol dire un spaventoso rovesciamento della morale, vuol dire perdere quel punto di riferimento che la gente credente chiama "dio", vuol dire perdere la concezione escatologica dell'esistenza, vuol dire perdere un fine ultimo, vuol dire la prerdità del concetto d'infinito ecc... Insomma credo che quasi apprezzerei più un religioso che, fermamente convinto nelle sue idee, vive nelle sue illusioni ma in modo attivo e coerente. Avrei tantissime altre cose da dire ma è meglio che io mi fermi qui; spero di sentire diversi pareri a riguardo.



Dio è lottativo dell'uomo.

Dio è un nome vuoto che si conserva per poter vivere più comodamente e senza contestazioni.

Ciao e benvenuto! Quoto tutto.

AndreaFWN ha scritto:odio le persone atee solo per accomodamente

Interessante. Di solito ritrovo questo nei credenti, ma per gli atei? Quanto può essere accomodante essere ateo?

Ciao e benvenuto per la seconda volta

Mi scuso per l'errore grammaticale ma ero preso dall'euforia dello scrivere.

Hai sicuramente ragione; questo atteggiamento è tipico dei credenti, però mi è capitato di sentire alcuni atei che, definendosi come tali, si sentivano liberi di poter fare ciò che volevano senza poter quindi esser più giudicati più da qualcuno sopra di loro. Ora questo concetto può risultare molto esemplificato ma in parole povere consiste in questo. Io, per esempio, sono sempre condizionato dal problema religioso per i motivi già elencati prima; la mia è una battaglia dello spirito che non mi lascia mai pace, a mio malgrado sento le sue catene che mi lacerano la pelle ad ogni mio passo. Le mie invettive contro la svalutazione della vita, le promesse e le illusioni non finirà mai e io continuerò ad essere tediato da tutto questo.

P.S. Scusate ancora i diversi errori; dovrei imparare a rileggere le risposte ma per mia sfortuna non ne sono abituato!

essere atei implica un cambiamento radicale nella vita di ognugno, vuol dire un spaventoso rovesciamento della morale, vuol dire perdere quel punto di riferimento che la gente credente chiama "dio", vuol dire perdere la concezione escatologica dell'esistenza, vuol dire perdere un fine ultimo, vuol dire la prerdità del concetto d'infinito ecc...

tradotto in pratica in cosa consiste?
chi è ateo dalla nascita cosa dovrebbe fare?

luna ha scritto:

essere atei implica un cambiamento radicale nella vita di ognugno, vuol dire un spaventoso rovesciamento della morale, vuol dire perdere quel punto di riferimento che la gente credente chiama "dio", vuol dire perdere la concezione escatologica dell'esistenza, vuol dire perdere un fine ultimo, vuol dire la prerdità del concetto d'infinito ecc...

tradotto in pratica in cosa consiste?
chi è ateo dalla nascita cosa dovrebbe fare?

Tipo me


Ciao

Benvenuto Andrea!

Benvenuto, quando sono passato dal credere al non credere ho avuto uno stravolgimento della visione del mondo, la mia morale invece non é cambiata ma si é continuata ad evolvere ( e continua ora)

AndreaFWN ha scritto:Hai sicuramente ragione; questo atteggiamento è tipico dei credenti, però mi è capitato di sentire alcuni atei che, definendosi come tali, si sentivano liberi di poter fare ciò che volevano senza poter quindi esser più giudicati più da qualcuno sopra di loro. Ora questo concetto può risultare molto esemplificato ma in parole povere consiste in questo. Io, per esempio, sono sempre condizionato dal problema religioso per i motivi già elencati prima; la mia è una battaglia dello spirito che non mi lascia mai pace, a mio malgrado sento le sue catene che mi lacerano la pelle ad ogni mio passo. Le mie invettive contro la svalutazione della vita, le promesse e le illusioni non finirà mai e io continuerò ad essere tediato da tutto questo.

Azz. Io non ne ho mai incontrati. La mia morale da quando sono diventato ateo è a dire poco migliorata, più definita. Anche la mia visione del mondo, praticamente sono un altro. Molto più critico in tutto, e sono diventato ateo consapevole di esserlo a 17 anni, ma il mio cammino è lunghissimo, non sono mai stato un cattolico convinto. Comunque ti ripeto, è strano. Ma la parola "conveniente" non mi sembra appropriata, ma non ne ho in mente una alternativa. Cioè la parola conveniente mi sa più di vigliaccata, nel senso che tu sei cattolico, diventi ateo senza una buona motivazione solo per convenienza, ma dentro i tuoi sentimenti sono ancora attaccati ad un'entità soprannaturale. In questo caso invece, non saprei. Correggimi se sbaglio. Li definirei un pò confusi, ma non so.

Ciao Andrea!
Benvenuto!

Mi piace il tuo modo di ragionare ma leggo tra le righe che dai per scontato il fatto che atei si diventi. Ricordo che in altre occasioni si è discusso su questo forum sul fatto che in realtà si nasca atei, ed effettivamente è così.

Scusami se ti traduco, ma forse con "atei per accomodamento" intendi il fatto di utilizzare l'ateismo come alibi per sentirsi liberi di fare quello che ci pare. Sono d'accordo con te che quel tipo di ateismo è riprovevole, anche perché dà ai credenti la possibilità di accusare gli atei di essere persone allo sbando, senza rendersi conto che l'ateo consapevole è in realtà una persona che in genere non si identifica in un gruppo di appartenenza. Io personalmente mi ritengo di libero di entrare e uscire dagli schemi come meglio credo avendo come riferimenti il rispetto verso il prossimo e l'amor proprio.
Quelli a cui ti riferisci sono i tipici anticonformisti bastian contrari che godono nell'andare contro un'idea di massa, spesso senza nemmeno averla approfondita. Personalmente ho una considerazione molto bassa nei loro confronti, se si tratta di persone adulte.

Molto interessante la tua riflessione sul cambiamento radicale e sulla perdita del senso di infinito. Questo mi riguarda molto da vicino. Mi è capitato di sfiorare il nichilismo (alias depressione?) e la sensazione è stata molto brutta. Posso affermare che sono riuscito a tirarmi fuori in tempo completamente da solo senza appigliarmi a facili vie illusorie ed effimere come la religione. Ciò probabilmente significa che posso considerarmi un buon ateo. Per questi motivi credere è più accomodante che essere atei. In sostanza gli atei accomodanti io non li considero atei.

Benvenuto, ottima presentazione!

luna ha scritto:

essere atei implica un cambiamento radicale nella vita di ognugno, vuol dire un spaventoso rovesciamento della morale, vuol dire perdere quel punto di riferimento che la gente credente chiama "dio", vuol dire perdere la concezione escatologica dell'esistenza, vuol dire perdere un fine ultimo, vuol dire la prerdità del concetto d'infinito ecc...

tradotto in pratica in cosa consiste?
chi è ateo dalla nascita normale cosa dovrebbe fare?

Benvenuto AndreaFWN!