PRESO STRANGIO, ANCORA INDAGINI IN OLANDA
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PRESO STRANGIO, ANCORA INDAGINI IN OLANDA
PRESO STRANGIO, ANCORA INDAGINI IN OLANDA
ROMA - Sono ancora in Olanda i poliziotti della Squadra mobile di Reggio Calabria che hanno partecipato all'operazione che ha portato all'arresto di Giovanni Strangio, latitante per la strage di Duisburg. In collaborazione con la polizia olandese, gli investigatori italiani stanno proseguendo gli accertamenti sul materiale trovato nell'appartamento in cui Strangio si nascondeva insieme alla moglie, al figlio ed al cognato, Francesco Romeo. La somma in contante che è stata trovata nel covo ammonta a 570 mila euro. Saranno effettuati poi accertamenti balistici sulla pistola calibro nove trovata nella casa. L'arma era avvolta nel cellophane.
Le verifiche in corso mirano ad accertare se la pistola sia stata usata di recente. Strangio era anche in possesso di un giubbotto antiproiettile. Prosegue, inoltre, l'esame degli appunti e delle lettere trovati in un armadio. Si tratta di scritti che erano stati fatti recapitare al latitante da suoi familiari e conoscenti. Gli investigatori ne stanno esaminando il contenuto per verificare se, attraverso le lettere, giungessero a Strangio indicazioni da San Luca da altri appartenenti alla sua cosca. L'appartamento in cui si nascondeva Strangio era stato affittato circa venti giorni fa da una famiglia olandese. Gli investigatori stanno verificando se il latitante avesse la disponibilità di altri appartamenti ad Amsterdam.
STRANGIO ENTRO 2 MESI CONSEGNATO CON MANDATO UE
La procedura attivata per la consegna all'Italia di Giovanni Strangio e del cognato Francesco Romeo è quella prevista dal mandato di arresto europeo. Per cui - viene spiegato dai tecnici del ministero della Giustizia - l'ordinanza di custodia cautelare a loro carico è stata già tradotta in inglese e inoltrata alle autorità olandesi. Le quali provvederanno entro 60 giorni a consegnare Strangio e Romeo.
Per i tecnici del ministero di Via Arenula le autorità giudiziarie tedesche e italiane si coordineranno in un clima di collaborazione, come avvenuto sino ad ora. Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone sostiene che "non si può stabilire sin da adesso il Paese in cui sarà estradato Giovanni Strangio. Ogni decisione, in questo senso, è affidata all'autorità politica e giudiziaria olandese".
Il problema del Paese in cui estradare Strangio ed in cui celebrare il processo a carico del latitante catturato ieri sera ad Amsterdam si pone in quanto la richiesta di estradizione è stata fatta sia dalla Germania, dove fu commessa la strage di Duisburg del Ferragosto del 2007, sia dall'Italia, dove Strangio è indagato per la stessa strage ed imputato per associazione mafiosa nel processo Fehida sulla faida di San Luca in corso a Locri (Reggio Calabria).
"E' ovvio - ha aggiunto Pignatone - che Strangio non può essere processato due volte per lo stesso fatto e che bisogna stabilire dove celebrare il dibattimento per la strage di Duisburg. L'Italia procederà comunque per il reato di associazione mafiosa. Ci saranno, dunque, dei contatti a livello governativo e giudiziario, tra Italia e Germania, da una parte, e Olanda dall'altra, per risolvere la questione. Saranno alla fine l'autorità giudiziaria ed il governo olandesi, fatte tutte le valutazioni del caso, a decidere a chi consegnare Strangio".
Strangio, apparso 'confuso e sorpreso' al momento dell'arresto, e' stato portato in carcere insieme al cognato Francesco Romeo, arrestato con lui. Anche nei confronti di Romeo e' stata avviata la procedura di estradizione.
Il superlatitante è accusato di essere stato l'organizzatore e l'esecutore materiale della strage di Duisburg, in cui furono assassinate sei persone. Le vittime della strage, avvenuta davanti il ristorante da Bruno il giorno di Ferragosto del 2007, erano tutte appartenenti alla cosca Pelle-Vottari, contrapposta a quella dei Nistra-Strangio nella faida di San Luca (Reggio Calabria).
Le persone uccise furono Sebastiano Strangio, di 39 anni, titolare del ristorante "da Bruno"; i fratelli Francesco e Mario Pergola, di 20 e 22 anni, che lavoravano nel ristorante; Marco Marmo, di 25, Tommaso Venturi, di 18, e Francesco Giorgi, di 17. Ad agire fu un commando della 'ndrangheta venuto da San Luca composto da almeno quattro persone. I complici di Giovanni Strangio nell'esecuzione della strage non sono stati ancora identificati, ma la polizia sarebbe da tempo sulle loro tracce.
I due arresti sono stati compiuti "grazie all'impegno dei ragazzi della squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco di Roma", ha commentato Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, tributando agli investigatori "un plauso particolare".
Strangio, inserito nell'elenco dei30 latitanti più pericolosi, è stato bloccato dalla polizia nella città olandese mentre era in compagnia della moglie e del figlio. Secondo l'accusa, compì la strage per vendicare l'assassinio della cugina, Maria Strangio, uccisa a San Luca il giorno di Natale del 2006. Una delle vittime della strage, Marco Marmo, infatti, era sospettato di essere il responsabile dell'uccisione di Maria Strangio nell'agguato in cui restò ferito anche il nipote di cinque anni della donna. Secondo quanto è emerso dalle indagini, obiettivo dell'agguato in cui morì Maria Strangio sarebbe stato, in realtà, il marito della donna, Giovanni Nirta, considerato uno dei capi della cosca Nirta-Strangio.
Gli investigatori, dopo la strage di Duisburg, grazie alla collaborazione di una testimone, tracciarono l'identikit di uno
dei possibili responsabili della strage. E alla fine di agosto identificarono in Giovanni Strangio uno dei presunti esecutori. Strangio era stato scarcerato pochi mesi prima della strage dopo essere stato arrestato perché trovato in possesso di una pistola ai funerali di Maria Strangio. Era stato lui ad esprimere i maggiori propositi di vendetta per l'agguato contro Giovanni Nirta costato la vita alla moglie di quest'ultimo.
Giovanni Strangio, in Germania, era titolare di due pizzerie considerate dagli investigatori basi logistiche per gli affari della 'ndrangheta in Germania. Lo stesso ristorante da Bruno, davanti al quale avvenne la strage di Duisburg, sarebbe stato utilizzato dalla cosca Pelle-Vottari per nascondere armi. Romeo, arrestato insieme Strangio, era ricercato dal 1997 con l'accusa di traffico internazionale di droga.
Fonte Ansa
ROMA - Sono ancora in Olanda i poliziotti della Squadra mobile di Reggio Calabria che hanno partecipato all'operazione che ha portato all'arresto di Giovanni Strangio, latitante per la strage di Duisburg. In collaborazione con la polizia olandese, gli investigatori italiani stanno proseguendo gli accertamenti sul materiale trovato nell'appartamento in cui Strangio si nascondeva insieme alla moglie, al figlio ed al cognato, Francesco Romeo. La somma in contante che è stata trovata nel covo ammonta a 570 mila euro. Saranno effettuati poi accertamenti balistici sulla pistola calibro nove trovata nella casa. L'arma era avvolta nel cellophane.
Le verifiche in corso mirano ad accertare se la pistola sia stata usata di recente. Strangio era anche in possesso di un giubbotto antiproiettile. Prosegue, inoltre, l'esame degli appunti e delle lettere trovati in un armadio. Si tratta di scritti che erano stati fatti recapitare al latitante da suoi familiari e conoscenti. Gli investigatori ne stanno esaminando il contenuto per verificare se, attraverso le lettere, giungessero a Strangio indicazioni da San Luca da altri appartenenti alla sua cosca. L'appartamento in cui si nascondeva Strangio era stato affittato circa venti giorni fa da una famiglia olandese. Gli investigatori stanno verificando se il latitante avesse la disponibilità di altri appartamenti ad Amsterdam.
STRANGIO ENTRO 2 MESI CONSEGNATO CON MANDATO UE
La procedura attivata per la consegna all'Italia di Giovanni Strangio e del cognato Francesco Romeo è quella prevista dal mandato di arresto europeo. Per cui - viene spiegato dai tecnici del ministero della Giustizia - l'ordinanza di custodia cautelare a loro carico è stata già tradotta in inglese e inoltrata alle autorità olandesi. Le quali provvederanno entro 60 giorni a consegnare Strangio e Romeo.
Per i tecnici del ministero di Via Arenula le autorità giudiziarie tedesche e italiane si coordineranno in un clima di collaborazione, come avvenuto sino ad ora. Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone sostiene che "non si può stabilire sin da adesso il Paese in cui sarà estradato Giovanni Strangio. Ogni decisione, in questo senso, è affidata all'autorità politica e giudiziaria olandese".
Il problema del Paese in cui estradare Strangio ed in cui celebrare il processo a carico del latitante catturato ieri sera ad Amsterdam si pone in quanto la richiesta di estradizione è stata fatta sia dalla Germania, dove fu commessa la strage di Duisburg del Ferragosto del 2007, sia dall'Italia, dove Strangio è indagato per la stessa strage ed imputato per associazione mafiosa nel processo Fehida sulla faida di San Luca in corso a Locri (Reggio Calabria).
"E' ovvio - ha aggiunto Pignatone - che Strangio non può essere processato due volte per lo stesso fatto e che bisogna stabilire dove celebrare il dibattimento per la strage di Duisburg. L'Italia procederà comunque per il reato di associazione mafiosa. Ci saranno, dunque, dei contatti a livello governativo e giudiziario, tra Italia e Germania, da una parte, e Olanda dall'altra, per risolvere la questione. Saranno alla fine l'autorità giudiziaria ed il governo olandesi, fatte tutte le valutazioni del caso, a decidere a chi consegnare Strangio".
Strangio, apparso 'confuso e sorpreso' al momento dell'arresto, e' stato portato in carcere insieme al cognato Francesco Romeo, arrestato con lui. Anche nei confronti di Romeo e' stata avviata la procedura di estradizione.
Il superlatitante è accusato di essere stato l'organizzatore e l'esecutore materiale della strage di Duisburg, in cui furono assassinate sei persone. Le vittime della strage, avvenuta davanti il ristorante da Bruno il giorno di Ferragosto del 2007, erano tutte appartenenti alla cosca Pelle-Vottari, contrapposta a quella dei Nistra-Strangio nella faida di San Luca (Reggio Calabria).
Le persone uccise furono Sebastiano Strangio, di 39 anni, titolare del ristorante "da Bruno"; i fratelli Francesco e Mario Pergola, di 20 e 22 anni, che lavoravano nel ristorante; Marco Marmo, di 25, Tommaso Venturi, di 18, e Francesco Giorgi, di 17. Ad agire fu un commando della 'ndrangheta venuto da San Luca composto da almeno quattro persone. I complici di Giovanni Strangio nell'esecuzione della strage non sono stati ancora identificati, ma la polizia sarebbe da tempo sulle loro tracce.
I due arresti sono stati compiuti "grazie all'impegno dei ragazzi della squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco di Roma", ha commentato Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, tributando agli investigatori "un plauso particolare".
Strangio, inserito nell'elenco dei30 latitanti più pericolosi, è stato bloccato dalla polizia nella città olandese mentre era in compagnia della moglie e del figlio. Secondo l'accusa, compì la strage per vendicare l'assassinio della cugina, Maria Strangio, uccisa a San Luca il giorno di Natale del 2006. Una delle vittime della strage, Marco Marmo, infatti, era sospettato di essere il responsabile dell'uccisione di Maria Strangio nell'agguato in cui restò ferito anche il nipote di cinque anni della donna. Secondo quanto è emerso dalle indagini, obiettivo dell'agguato in cui morì Maria Strangio sarebbe stato, in realtà, il marito della donna, Giovanni Nirta, considerato uno dei capi della cosca Nirta-Strangio.
Gli investigatori, dopo la strage di Duisburg, grazie alla collaborazione di una testimone, tracciarono l'identikit di uno
dei possibili responsabili della strage. E alla fine di agosto identificarono in Giovanni Strangio uno dei presunti esecutori. Strangio era stato scarcerato pochi mesi prima della strage dopo essere stato arrestato perché trovato in possesso di una pistola ai funerali di Maria Strangio. Era stato lui ad esprimere i maggiori propositi di vendetta per l'agguato contro Giovanni Nirta costato la vita alla moglie di quest'ultimo.
Giovanni Strangio, in Germania, era titolare di due pizzerie considerate dagli investigatori basi logistiche per gli affari della 'ndrangheta in Germania. Lo stesso ristorante da Bruno, davanti al quale avvenne la strage di Duisburg, sarebbe stato utilizzato dalla cosca Pelle-Vottari per nascondere armi. Romeo, arrestato insieme Strangio, era ricercato dal 1997 con l'accusa di traffico internazionale di droga.
Fonte Ansa
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