Gasdotto fuori uso, con l'inverno l'Italia rischia di restare al freddo
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Gasdotto fuori uso, con l'inverno l'Italia rischia di restare al freddo
"Gasdotto fuori uso, con l'inverno
l'Italia rischia di restare al freddo"
Allarme dell'Autorità dell'Energia:Transitgas interrotto dal 23 luglio,
infrastrutture di stoccaggio carenti
ROMA
Nuovi rischi sul fronte del gas potrebbero essere alle porte con il prossimo inverno. Il gasdotto Transitgas che collega l’Italia al Nord Europa è fuori uso da mesi e le infrastrutture di stoccaggio sono carenti. È l’allarme lanciato dal presidente dell’Autorità per l’Energia, Alessandro Ortis, nell’indagine conoscitiva sulla strategia energetica nazionale, presentata alla commissione Industria del Senato.
Se dovvesse esserci un freddo eccezionale, la disponibilità di gas cosiddetta di punta sarebbe «appena sufficiente a far fronte al picco potenziale del prelievo giornaliero». «Quest'anno - ha detto Ortis - alle porte del periodo invernale, il nostro paese si trova, per l'ennesima volta, di fronte a una situazione di problematicità a causa della scarsità di infrastrutture di trasporto e stoccaggio del gas naturale. L'interruzione del gasdotto Transitgas, in atto dal 23 luglio scorso, ed i cui tempi di ripristino, pur ancora incerti, sono in ogni caso stimabili in alcuni mesi, stanno determinando effetti significativi sul sistema gas italiano».
Secondo Ortis «il minore apporto di gas dal Nord Europa, di capacità pari a circa 60 Mmc/g, ci riporta a una condizione analoga a quella in cui non erano ancora disponibili né il nuovo rigassificatore di Rovigo né i potenziamenti sui gasdotti di importazione». «Nell'eventualità, non improbabile, che il gasdotto Transitgas rimanga fuori servizio anche nella seconda parte del periodo invernale, la disponibilità di punta (stoccaggio a fine periodo di erogazione, importazioni, produzione e rigassificazione) sarebbe appena sufficiente a far fronte al picco potenziale del prelievo giornaliero in caso di freddo eccezionale. Questo, naturalmente, al netto di qualsiasi altro inconveniente sulle rimanenti infrastrutture di approvvigionamento».
Dal punto di vista della concorrenzialità dei prezzi - spiega Ortis - nel nostro paese, la chiusura del Transitgas, che collega l'Italia con i ben più liquidi mercati del nord Europa, «sta producendo effetti già in questo periodo. Successivamente alla comunicazione del prolungarsi dell'interruzione almeno per i mesi autunnali, infatti, i prezzi spot si sono portati a livelli superiori a quelli degli hub europei con differenziali mediamente compresi tra i 5 e i 7 euro/MWh». Per Ortis infine «la situazione di criticità infrastrutturale è quindi con tutta evidenza duratura, visto che altre realizzazioni - nuovi stoccaggi, rigassificatori e nuovi metanodotti - sono attualmente incerte e comunque spostate nel tempo».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201010articoli/59631girata.asp
l'Italia rischia di restare al freddo"
Allarme dell'Autorità dell'Energia:Transitgas interrotto dal 23 luglio,
infrastrutture di stoccaggio carenti
ROMA
Nuovi rischi sul fronte del gas potrebbero essere alle porte con il prossimo inverno. Il gasdotto Transitgas che collega l’Italia al Nord Europa è fuori uso da mesi e le infrastrutture di stoccaggio sono carenti. È l’allarme lanciato dal presidente dell’Autorità per l’Energia, Alessandro Ortis, nell’indagine conoscitiva sulla strategia energetica nazionale, presentata alla commissione Industria del Senato.
Se dovvesse esserci un freddo eccezionale, la disponibilità di gas cosiddetta di punta sarebbe «appena sufficiente a far fronte al picco potenziale del prelievo giornaliero». «Quest'anno - ha detto Ortis - alle porte del periodo invernale, il nostro paese si trova, per l'ennesima volta, di fronte a una situazione di problematicità a causa della scarsità di infrastrutture di trasporto e stoccaggio del gas naturale. L'interruzione del gasdotto Transitgas, in atto dal 23 luglio scorso, ed i cui tempi di ripristino, pur ancora incerti, sono in ogni caso stimabili in alcuni mesi, stanno determinando effetti significativi sul sistema gas italiano».
Secondo Ortis «il minore apporto di gas dal Nord Europa, di capacità pari a circa 60 Mmc/g, ci riporta a una condizione analoga a quella in cui non erano ancora disponibili né il nuovo rigassificatore di Rovigo né i potenziamenti sui gasdotti di importazione». «Nell'eventualità, non improbabile, che il gasdotto Transitgas rimanga fuori servizio anche nella seconda parte del periodo invernale, la disponibilità di punta (stoccaggio a fine periodo di erogazione, importazioni, produzione e rigassificazione) sarebbe appena sufficiente a far fronte al picco potenziale del prelievo giornaliero in caso di freddo eccezionale. Questo, naturalmente, al netto di qualsiasi altro inconveniente sulle rimanenti infrastrutture di approvvigionamento».
Dal punto di vista della concorrenzialità dei prezzi - spiega Ortis - nel nostro paese, la chiusura del Transitgas, che collega l'Italia con i ben più liquidi mercati del nord Europa, «sta producendo effetti già in questo periodo. Successivamente alla comunicazione del prolungarsi dell'interruzione almeno per i mesi autunnali, infatti, i prezzi spot si sono portati a livelli superiori a quelli degli hub europei con differenziali mediamente compresi tra i 5 e i 7 euro/MWh». Per Ortis infine «la situazione di criticità infrastrutturale è quindi con tutta evidenza duratura, visto che altre realizzazioni - nuovi stoccaggi, rigassificatori e nuovi metanodotti - sono attualmente incerte e comunque spostate nel tempo».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201010articoli/59631girata.asp
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Dio è morto, Marx è morto e anche io non mi sento tanto bene
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