Il DNA e il suo utilizzo...

A molti non piacciono gli studi sul DNA, anche se non lo dicono chiaramente. Eppure, nessuno dubita quando questo viene utilizzato per riconoscere padri o assassini:

Oltean Gavrila, uno dei romeni in carcere per lo stupro avvenuto a San Valentino al parco della Caffarella, è risultato positivo al test del dna per un altro episodio di violenza sessuale avvenuto a luglio scorso ai danni di una ragazza, al Pigneto. Per il 27enne straniero si profila ora il rischio dell'emissione di una nuova ordinanza di custodia cautelare in relazione proprio allo stupro avvenuto il 18 luglio al parco di Villa Gordiani. Lo ha accertato la polizia scientifica. Il risultato del test è ora al vaglio del pm Vincenzo Barba, lo stesso che si sta occupando della vicenda della Caffarella.

ARCHIVIAZIONE EVITATA - Era stato lo stesso Gavrila - 27 anni, detenuto a Regina Coeli insieme com Ionut Jean Alexandru per l'episodio di febbraio (entrambi hanno confessato) - a vantarsi dello stupro di luglio con il connazionale Alexandru. Gavrila fu arrestato a Trieste con l'accusa di aver rapinato un telefono cellulare ad una coppia di fidanzati nel parco di via Lemonia. Poi il suo coinvolgimento nel caso Caffarella ed il trasferimento nella Capitale.

Per il fascicolo sullo stupro di luglio era stata sollecitata l'archiviazione per l'impossibilità di risalire al responsabile. Dopo la svolta sulla vicenda Caffarella e la scoperta che Gavrila si era vantato anche di quell'episodio, l'incartamento è stato richiamato dai pm di piazzale Clodio.

ALTRA PROVA SCAGIONA RACZ - Intanto dal Tribunale del riesame arriva una nuova prova a discarico di Karol Racz, il romeno indagato per lo stupro avvenuto ai danni di una 41enne il 21 gennaio scorso. «Non c'è una perfetta corrispondenza tra le fattezze fisiche generali descritte dalla donna, che per il resto sono comuni ad un numero indefinito di individui appartenenti ad una certa etnia, e quelle concrete riscontrate nel Racz». E' un passaggio delle motivazioni della decisione con cui il 23 marzo il tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare di Racz, disponendone l'immediata scarcerazione.

06 aprile 2009

Nel DNA, oltre a trovare le prove della colpa del rumeno, troverete anche le prove dell'evoluzione.

Riallacciandosi; alcune parlamentari e gli stessi RIS propongono da diversi anni l'istituzione di una banca dati nazionali contenente il genoma di ogni cittadino in modo da poter individuare in maniera sicura ed attendibile diversi fatti criminosi.
Voi come la vedete?
Io personalmente sono contrario, metterò dopo le motivazioni per non influenzarvi.

Dipende, se i dati di detta banca nazionale fossero tenuti rispettando la privacy del cittadino non avrei alcun problema. Inoltre, una tale banca dati permetterebbe studi e ricerche molto interessanti.

mmm tendenzialmente favorevole... ma siamo in Italia e non mi fido, quindi sono onestamente dubbioso. Da un lato mi dico "non ho nulla da nascondere", dall'altro penso "ma chi ci metterà le mani, e chi lo controllerà"?

Sinceramente io sono contrario ad una mapparatura della popolazione in quanto:
1) Come diceva Davide che garanzie esistono circa la protezione di dati cosi sensibili?
2) Un'operazione del genere la vedo come un modo attraverso il quale si considerino i cittadini tutti potenziali criminali, forse potrebbe andare bene in uno stato di polizia, non in uno democratico.
Se esistono fondati sospetti che io abbia compiuto un crimine mi sta essere sottoposto a determinate verifiche, ma non che venga considerato potenzialmente responsabile di qualunque cosa.
Inoltre poi siamo sicuri che un bottino così alletante sarebbe usato soltanto per la mappatura o magari anche per comprendere possibili punti deboli magari di avversari politici da parte del governo in carica.
Mi sa molto di grande fratello la cosa, magari sono paranoico però penso che nella tutela della propria privacy questa sia una virtù.