MONS. BETORI, OCCORRE SERENO RIESAME 'CASO GALILEO'

Firenze, 26 mag. - (Adnkronos) - "Vi sono tutte le premesse per un riesame sereno e obiettivo del 'Caso Galileo", di quella 'tragica reciproca incomprensione' e 'doloroso malinteso' -come ribadiva Giovanni Paolo II nel 1992- che hanno portato alla condanna non solo del fondatore della scienza moderna, ma di una delle menti piu' geniali dello scorso millennio". Lo ha detto monsignor Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, in occasione della cerimonia inaugurale del convegno internazionale di studi "Il caso Galilei", che si e' aperto oggi a Firenze nella Basilica di Santa Croce, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

"Purtroppo questo 'doloroso malinteso' e' spesso stato erroneamente interpretato come il riflesso di una opposizione costitutiva tra scienza e fede. Mi auguro che questo evento -ha aggiunto Betori- mostri l'infondatezza di tale opinione". Monsignor Betori ha auspicato "una ripresa e una riproposizione creativa del fondamentale dialogo tra ragione e fede, nella prospettiva di una permanente e costruttiva collaborazione tra la Chiesa e le istituzioni di ricerca scientifica, di sviluppo economico e di promozione sociale".

"La fede non cresce con il rifiuto della razionalita', ma si inserisce su un orizzonte di ragionevolezza piu' ampia. La stessa ragione, senza fede, rischia di ridursi al calcolo -ha sostenuto Betori- e a esclusiva valutazione di conflitti di interessi, spesso ignara o cieca di fronte a vitali interrogativi, a fondamentali valori e a drammatiche situazioni umane. Per questo il dialogo tra ragione e fede deve continuare".

Ultimamente ho l'impressione che il "caso Galileo" ossessioni piu' la chiesa che il mondo scientifico.
Non credo che la comunita' scientifica sia ancora li' a rimuginare sul caso Galileo, e' ormai materia per gli storici, punto.
Piuttosto leggo in queste parole una sorta di richiesta di un trattato di non belligeranza tra scienza e fede.

"La fede non cresce con il rifiuto della
razionalita', ma si inserisce su un orizzonte di ragionevolezza piu'
ampia. La stessa ragione, senza fede, rischia di ridursi al calcolo -ha
sostenuto Betori- e a esclusiva valutazione di conflitti di interessi,
spesso ignara o cieca di fronte a vitali interrogativi, a fondamentali
valori e a drammatiche situazioni umane. Per questo il dialogo tra
ragione e fede deve continuare".

E' il solito ritornello, la ragione non puo' spiegare tutto, e quindi a tutto cio' cui non troviamo una spiegazione razionale mettiamo la toppa della fede e amen, a ognuno il suo.
Trovo sempre piu' patetici questi ragionamenti.

kiekostui ha scritto:Ultimamente ho l'impressione che il "caso Galileo" ossessioni piu' la chiesa che il mondo scientifico.
Non credo che la comunita' scientifica sia ancora li' a rimuginare sul caso Galileo, e' ormai materia per gli storici, punto.
Piuttosto leggo in queste parole una sorta di richiesta di un trattato di non belligeranza tra scienza e fede.

"La fede non cresce con il rifiuto della
razionalita', ma si inserisce su un orizzonte di ragionevolezza piu'
ampia. La stessa ragione, senza fede, rischia di ridursi al calcolo -ha
sostenuto Betori- e a esclusiva valutazione di conflitti di interessi,
spesso ignara o cieca di fronte a vitali interrogativi, a fondamentali
valori e a drammatiche situazioni umane. Per questo il dialogo tra
ragione e fede deve continuare".

E' il solito ritornello, la ragione non puo' spiegare tutto, e quindi a tutto cio' cui non troviamo una spiegazione razionale mettiamo la toppa della fede e amen, a ognuno il suo.
Trovo sempre piu' patetici questi ragionamenti.

Ho inserito l'articolo proprio perchè ho trovato il ragionamento scienza/fede del monsignore talmente forzato e sconclusionato da essere messo in rilievo.

La fede non cresce con il rifiuto della razionalita', ma si inserisce su un orizzonte di ragionevolezza piu' ampia

Adoro l'assoluta mancanza di logica e di senso di questa frase. Cosa sarai mai una "ragionevolezza più ampia"?

La realtà è che le religioni non hanno nulla che fare con la razionalità scientifica, dato che si basano su presupposti in contraddizione con i principi della scienza, come il principio di autorità, il dominio dell'esperienza soggettiva sull'evidenza oggettiva, l' assenza di procedure di validazione e controllo delle affermazioni, l'impossibilità di correzione di affermazioni non corrispondenti a nuove scoperte.

Il Cristianesimo,inoltre, fa affermazioni in contrasto con l'evidenza scientifica, quindi è incompatibile con la razionalità scientifica (per non parlare delle contraddizioni interne della teologia cristiana, che lo rendono incompatibile con la ragione tout court).

La "ragionevolezza più ampia" è un nonsense che serve a coprire l'assoluta irrazionalità del Cristianesimo, rilevata non solo dagli atei o dagli agnostici, ma da una lunga serie di cristiani (Kierkegaard ecc.).