Londonistan
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Re: Londonistan
"non avrei mai immaginato di poter diventare sindaco di Londra" - > manco io
Comunque il nome non lascia spazio ad ulteriori interpretazioni
Ribadisco quanto detto ieri nel thread di Ugly...
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Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
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Re: Londonistan
l'intraprendente ha scritto:E lo chiamano musulmano moderato
Sadiq Khan, il neosindaco di Londra, è considerato il volto dell'islam ben integrato. Ma, come fa notare il Daily Mail, i suoi rapporti con imam radicali e gruppi estremisti e le sue frasi contro i servi dell'America gettano più di un'ombra sulla sua immagine
di Gianluca Veneziani
Lo hanno definito “il buon musulmano”, “il musulmano moderato”, “il musulmano laico”, “il musulmano progressista”, per rendere spendibile la sua figura agli occhi non solo della città di Londra ma anche della comunità internazionale. E soprattutto per sottolineare che il “vero” volto dell’islam è questo, pacifista, accogliente, dialogante, non quello strumentalizzato dai terroristi.
Be’, devono aver fatto veramente un buon lavoro, se è vero che oggi Sadiq Khan, l’avvocato britannico di origini pakistane, è diventato il primo sindaco musulmano di Londra. Peccato tuttavia ci siano nel suo passato amicizie, azioni ed esternazioni che paiono gettare più di un dubbio sul suo profilo di “islamico moderato ed europeista” (sempre che che questa corrente dell’islam esista davvero).
Come fa notare il Daily Mail, quotidiano conservatore inglese, Khan è apparso più volte sui palchi in compagnia dell’imam Sulaiman Ghani, accusato prima dall’anchorman della BBC Andrew Neil e poi dallo stesso premier David Cameron durante un question time alla Camera (insomma, non proprio due sprovveduti) di essere un sostenitore dell’Isis (Ghani ovviamente ha smentito tutto). In seconda istanza, ribadisce ancora il Daily Mail, Khan nel 2009 ha sostenuto gruppi promotori dell’estremismo islamico e nel 2008 ha tenuto un discorso al Global and Unity Festival organizzato da Islam Channel (la rete che Ofcom, autorità inglese competente per le società di comunicazione, considera “colpevole di estremismo”) in una kermesse tra giovani che stringevano nelle mani “la bandiera nera della jihad” (quella che, aggiunge il quotidiano inglese, è di solito usata da gruppi estremisti come Al Qaeda e Boko Haram). Come se non bastasse, sempre nel 2009, quando era ministro per la Coesione delle comunità, Khan ha insultato su una tv iraniana i gruppi musulmani moderati con l’appellativo “zii Tom”, espressione dispregiativa per definire i servi dei bianchi e degli americani. Di questa frase lo stesso Khan ha chiesto scusa nella settimana precedente il voto. Durante la campagna elettorale poi il suo sfidante, il conservatore Zac Goldsmith, gli ha contestato più volte le sue apparizioni al fianco di relatori musulmani radicali.
C’è n’è abbastanza, insomma, per non farne esattamente un santino dell’islam aperto all’Occidente. A fronte di queste accuse, il neosindaco di Londra si è difeso dicendo di aver “speso tutta la sua vita da adulto nel combattere l’estremismo” (il che ci fa interrogare su cosa abbia fatto invece nella sua vita da giovane). In merito alle sue amicizie o conoscenze scomode, Khan ha invece dato una risposta a metà tra l’evasivo e l’auto-assolutorio: “Può essere che un legale incontri nell’ambito della sua professione certi individui. Ciò non significa condividere una sola virgola delle loro farneticazioni”. Ma quello che dovrebbe preoccupare di più è il programma politico del neo primo cittadino londinese che prevede, tra le altre cose, “una più stretta collaborazione con le comunità religiose”. In una città multiculturale ma laicissima come Londra questa dichiarazione d’intenti dovrebbe suonare come un campanello d’allarme.
Ha appena lasciato l’incarico, ma già viene da gridare: aridateje Boris Johnson.
http://www.lintraprendente.it/2016/05/e-lo-chiamano-musulmano-moderato/
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Re: Londonistan
il Giornale ha scritto:L’elezione di Sadiq Khan e il fallimento di Londra
Il modello multiculturale britannico ha portato a una frammentazione del contesto sociale e urbanistico, dividendolo in ghetti etnici, culturali e religiosi
Giovanni Giacalone - Sab, 07/05/2016 - 11:25
L’elezione a Londra del primo sindaco musulmano della sua storia, Sadiq Khan, immortalato in foto con un cartello “refugees welcome” fa esultare i sostenitori di quel modello multiculturale britannico che ha però dimostrato da tempo di essere totalmente fallimentare: quartieri ghetto a Londra, Birmingham, Leicester, Manchester, dove un occidentale viene guardato con sospetto, dove è proibita la vendita di alcolici o la semplice camminata mano nella mano tra fidanzati, tutto rigorosamente controllato da ronde per l’implementazione della sharia; zone dove molti negozi chiudono cinque volte al giorno affinchè i fedeli possano recarsi nella più vicina moschea per pregare.
Aree dove non sembra proprio di essere in Europa e dove l’estremismo di matrice islamista trova terreno estremamente fertile.
Un “multiculturalismo” che ha portato a una frammentazione del contesto sociale e urbanistico, dividendolo in ghetti etnici, culturali e religiosi in conflitto con gli autoctoni sul piano dei valori e dell’identità, al punto tale che ha addirittura permesso che si creasse un doppio binario giuridico con la sharia che affianca e mette a repentaglio la legge dello Stato.
Un esempio? Le decine di tribunali islamici che legiferano ed emettono liberamente verdetti sulla base della sharia, con tanto di “giudici” che si riuniscono all'interno delle moschee e delle madrasse di quartiere.
Tribunali liberi di legiferare su casistiche relative principalmente in materia di matrimonio e divorzio, eredità e contese patrimoniali. Il primo caso di corte islamica (Consiglio della Sharia Islamica) in Gran Bretagna risale al 1982 a Leyton, zona a est di Londra. Il fenomeno si è poi espanso a macchia d’olio.
I quartieri-ghetto, presenti anche in Francia e Belgio, sono estremamente pericolosi sul piano della sicurezza in quanto diventano ricettacolo per jihadisti ed estremisti, liberi di pianificare e perpetrare i propri attacchi, contando sull’omertà dei residenti. Il caso Molenbeek in Belgio parla chiaro.
Non dimentichiamo poi che la Gran Bretagna ha ospitato per decenni gruppi islamisti e jihadisti di ogni tipo: Fratelli Musulmani, al-Muhajiroun, Islam4UK, Hizb ut-Tahrir.
Predicatori radicali del calibro di Abu Hamza (ex imam a Finsbury Park), Abu Qatada e Omar Bakri Muhammad sono stati liberi di scorazzare e spargere odio in lungo e in largo mentre ancora oggi risulta attivo Anjem Choudary.
La Gran Bretagna, assieme a Francia e Belgio, ha fornito il numero più alto di foreign fighters partiti per la Siria e molti di loro hanno gravitato in quegli ambienti islamisti radicali a lungo tollerati da Londra. Del resto le manifestazioni di elementi estremisti con tanto di cartelli “Sharia in UK” e “Islam will dominate the world” li abbiamo visti tutti.
Nel 2011 uscì un filmato dal titolo “My brother the Islamist”, dove veniva svelata la storia di Richard Dart, ex impiegato della BBC diventato poi estremista islamico e condannato nell’aprile 2013 a sei anni per terrorismo, assieme a due “confratelli”.
Altro elemento interessante, ancora oggi la Gran Bretagna non ha leggi che permettono l’arresto di jihadisti di ritorno dalla Siria, nonostante ciò, lo scorso novembre alcuni media britannici lanciavano un allarme in relazione alla presenza di 3000 islamisti presenti in territorio britannico e pronti a colpire. Tutti aspetti su cui riflettere se si vuole realmente salvaguardare la sicurezza del nostro paese.
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/l-elezione-sadiq-khan-e-fallimento-londra-1255662.html
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Re: Londonistan
il Gironale ha scritto:Scuola col calendario islamico: Londra s'inchina ai musulmani
Tutti gli studenti, di qualsiasi fede essi siano, dovranno dare gli esami scolastici basandosi sul calendario del ramadan
Sergio Rame - Gio, 07/01/2016 - 13:30
Il Regno Unito si inchina agli islamici. A partire dalla prossima estate gli esami scolastici saranno, infatti, strutturati per tutti gli studenti, di qualsiasi fede essi siano, in base al calendario del ramadan.
L'obiettivo del Joint Council for Qualifications, che rappresenta le varie commissioni degli esami alle superiori, è evitare che i giovani allievi di fede islamica, tantissimi in Gran Bretagna, debbano "sostenere prove faticose durante i giorni di digiuno".
La decisione, molto delicata, è stata presa solo dopo aver sentito le diverse organizzazioni di studenti e di genitori, così come le associazioni religiose. Ma mostra molto bene come lil Regno Unito, e più in generale l'Occidente, si stia sempre più piegando al volere dei musulmani. In particolare, gli esami di matematica e di inglese, il general certificate of secondary education (Gcse) che nel sistema britannico si tengono ai 16 anni di età, potrebbero essere tenuti prima che il ramadan cominci a inizio giugno. Non solo. Gli esami che, invece, si terranno durante il ramadan saranno organizzati la mattina presto dal momento che ai musulmani osservanti è concesso mangiare solo quando è buio, quindi fino all'alba.
Da due anni il ramadan, che si tiene sempre in un periodo diverso, preoccupa gli insegnanti britannici. Negli ultimi due anni è, infatti, coinciso con gran parte del periodo degli esami, con scene di studenti svenuti per la fame e per la disidratazione che si sono ripetute in diverse scuole, spesso finendo sulle prime pagine dei giornali. Il Joint Council for Qualifications aveva contemplata addirittura la proposta di posticipare del tutto le prove. Questo avrebbe, tuttavia, stravolto troppo il sistema scolastico britannico. E così l'ipotesi è stata accantonata.
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/londra-si-inchina-agli-islamici-esami-anticipati-ramadan-1210820.html
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Meno male che almeno i francesi ci vedono chiaro....
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Quelli che ci vedono chiaro sono un po' dappertutto, ma sono pochi.Rasputin ha scritto:
Meno male che almeno i francesi ci vedono chiaro....
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Minsky ha scritto:Quelli che ci vedono chiaro sono un po' dappertutto, ma sono pochi.Rasputin ha scritto:
Meno male che almeno i francesi ci vedono chiaro....
e ben sparsi mi sa
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Avanti tutta!!!
IL SECOLO XIX ha scritto:SENTENZA A GENOVA
09 maggio 2016
Capretto sgozzato in strada, «va bene se è per onorare l’Islam»
Tommaso Fregatti
Matteo Indice
Genova - C’è un limite alla pena che si può infliggere anche agli animali in nome della religione? A leggere una sentenza della Corte d’Appello di Genova parrebbe di no, prevale sempre la fede. Perciò sono stati assolti due rom che avevano massacrato un capretto, macellandolo con rito islamico senza autorizzazioni.
La procedura sarebbe consentita dalla legge rispettando certi paletti; ma le sevizie inferte erano state così brutali che in primo grado li avevano condannati, finché altri magistrati non hanno ritenuto «prevalente» la spiritualità degli umani sul dolore delle bestie.
Non solo: i medesimi giudici, nel decretare l’assoluzione, hanno ribadito che la legge non tutela l’animale in sé, ma semmai il sentimento di pietà degli uomini nei suoi confronti. E quindi se quest’ultimo non viene intaccato, si ha in buona sostanza carta bianca.
Il capretto era stato sgozzato in mezzo alla strada, appeso a testa in giù e lasciato morire dissanguato. E aldilà della pena scattata dopo il primo processo, una sanzione da quattro e seimila euro per due nomadi accampati con le proprie famiglie in Valbisagno, eloquente era stato il reato che i giudici avevano deciso di contestare a F. C. e M.C., ovvero il «maltrattamento» che ha come dirimente quella di «sottoporlo a sevizie per crudeltà e senza necessità». A distanza d’un paio d’anni il verdetto è stato ribaltato e da poco la sentenza è passata in giudicato: magari non avrà lo stesso peso d’una Cassazione, ma rappresenta a suo modo un precedente.
«L’ipotesi di crudeltà verso gli animali - scrive quindi il giudice Mauro Amisano - presuppone concettualmente l’assenza di qualsiasi giustificabile motivo, poiché la crudeltà è di per sé caratterizzata dalla mancanza di un motivo adeguato e da una spinta abietta e futile». Però: «Una pratica come il sacrificio rituale musulmano, che è di per sé crudele se parametrata alla sofferenza inflitta, non può essere considerata illecita poiché esplicitamente ammessa per il rispetto dell’altrui libertà religiosa, e quindi non lesiva del comune sentimento di pietà». Soprattutto: «Il limite allo svolgimento di queste pratiche è quello della necessità, nel senso che la macellazione senza stordimento preventivo della vittima è consentita solo ed esclusivamente nel contesto d’un rito religioso, com’è avvenuto nella fattispecie». Il problema è che c’è modo e modo di farlo.
E le guardie zoofile che sulle prime avevano denunciato i due rom, insistevano proprio sull’eccesso di sevizie, avendo assistito a loro dire a una scena raccapricciante. Non solo: è notizia degli ultimi mesi un esposto in grande stile presentato dalla Lav (Lega antivivisezione) alla Procura di Varese su situazioni analoghe registrate in macellerie caserecce messe su a Busto Arsizio, mentre la Regione Liguria ha approvato un mese fa la mozione d’una consigliera leghista che vorrebbe obbligare all’anestesia degli animali prima del rito islamico. Come dire che se ne parla parecchio, e ora un altro tassello pesante lo mettono le toghe genovesi: «Non vi è prova che l’animale sia stato sottoposto a sofferenze aggiuntive (...) in realtà, trattandosi di un sacrificio religioso si può presupporre che fosse volontà degli imputati non discostarsi dalla consueta prassi operativa».
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/05/08/ASnIO9eC-capretto_sgozzato_onorare.shtml
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Re: Londonistan
Nel frattempo...
ANSA ha scritto:Migranti: Viminale, 1.500 posti nei Cie
'Strutture continuamente devastate, lì ci va la gente peggiore'
Redazione ANSA ROMA
10 maggio 2016 15:43
ROMA, 10 MAG - "Abbiamo sottoscritto l'impegno con l'Europa ad avere la disponibilità di 1500 posti nei Cie e lo rispetteremo". Lo ha detto il capo del Dipartimento Libertà civili ed immigrazione del ministero dell'Interno, Mario Morcone, in audizione alla Commissione d'inchiesta sul sistema d'accoglienza dei migranti. "È vero - ha spiegato Morcone - che attualmente ci sono pochi posti nei Cie, anche perché queste strutture sono costantemente devastate: chi finisce lì è la gente peggiore". È, ha aggiunto, "un tema delicato. Noi li ricostruiamo e loro ce li incendiano. È come un circo con le gabbie dei leoni. Qualcuno che li ha visitati ha detto che preferirebbe stare a San Vittore piuttosto, ma rispetteremo l'impegno con Bruxelles".
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Re: Londonistan
"Bisogna fermare lo nero periglio, che vien da lo mare ..."
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holubice ha scritto:"Bisogna fermare lo nero periglio, che vien da lo mare ..."
The Telegraph ha scritto:Nigerians' reputation for crime has made them unwelcome in Britain, says country's president
Muhammadu Buhari tells Telegraph that too many Nigerians are in jail abroad - and that they shouldn't try to claim asylum
By Colin Freeman, Chief foreign correspondent 7:44PM GMT 05 Feb 2016
Nigeria's president has warned his fellow citizens to stop trying to make asylum claims in Britain, saying that their reputation for criminality has made it hard for them to be "accepted" abroad.
Muhammadu Buhari, the tough ex-general elected last year, said those who had joined the migrant exodus to Europe were doing so purely for economic reasons rather than because they were in danger.
He added that because of the number of Nigerians imprisoned for law-breaking in Britain and elsewhere, they were also unlikely to get much sympathy.
"Some Nigerians claim is that life is too difficult back home, but they have also made it difficult for Europeans and Americans to accept them because of the number of Nigerians in prisons all over the world accused of drug trafficking or human trafficking," he told The Telegraph.
"I don't think Nigerians have anybody to blame. They can remain at home, where their services are required to rebuild the country."
Mr Buhari's remarks may upset refugees' rights groups, who claim that the vast majority of asylum cases lodged by Nigerians are genuine. In recent years, many have said they are fleeing Boko Haram, the Islamist group that Mr Buhari's army is now struggling to stamp out in northern Nigeria.
However, only around one in ten of the 13,000 asylum claims lodged by Nigerians in Britain in the last 15 years have been accepted.
And the claims of persecution appear to cut no ice at all with Mr Buhari, a headmasterly figure who famously waged a "war on indiscipline" on his fellow Nigerians while serving as the country's military ruler in the 1980s.
Back then, Nigerians could be whipped if they did not stand in line at bus queues, while lazy civil servants were forced to do frog jumps in the office if they arrived for work late.
While he has not re-introduced such measures as a civilian ruler, he makes it clear that a minority of his countrymen could still do with improving their behaviour. "We have an image problem abroad and we are on our way to salvage that," he said.
Mr Buhari, 73, made his remarks in a wide-ranging interview during a three-day trip to London, where he was among world leaders attending Thursday's international conference on the Syrian crisis and the ongoing war on terror.
He won power last year on a pledge to take a firmer line with Boko Haram than his predecessor, Goodluck Jonathan, under whose watch the group kidnapped more than 200 schoolgirls from Chibok in Nigeria's north east in 2014.
While Boko Haram has lost most of the territory that it controlled until last year, it has continued to mount savage guerrilla attacks, killing 65 people during a raid on a last weekend.
There is still no sign of the missing girls either, whose plight attracted worldwide publicity via a celebrity-backed social media campaign.
Despite pressure from Western governments not to make any concessions to Boko Haram, Mr Buhari said that he was willing to negotiate for the girls' release if reliable interlocutors could be found.
"As long as we can establish the bona fides of the leadership of Boko Haram, we are prepared as a government to discuss with them how to get the girls back," he said. "But we have not established any evidence of a credible leadership.”
He also said it was possible that Boko Haram’s leader, Abubakr Shekau, had been replaced by another commander, although there was “conflicting information” as to his fate.
Some believe that Shekau is now either dead or on the run, while other reports last week suggested up that large numbers of Boko Haram commanders had now taken refuge in Sudan.
The prospect of Islamist fighters proliferating all over the porous Sahel region of west and central Africa is one that Mr Buhari and other African leaders are now increasingly alarmed about.
The Islamic State now controls the city of Sirte in Libya, while a resurgent Al-Qaeda in the Islamic Maghreb has carried out massacres of foreigners in hotels in Mali last November and in Burkina Faso last month.
Mr Buhari traced the rising violence back partly to the fall in 2011 of Libya's Colonel Gaddafi, who used large numbers of African mercenaries from Sahel countries in his armies.
"For Africa and the Sahel, the demise of Gaddafi's regime led to a lot of armed and trained people being dispersed,” he said. “Fighting is all they know, and they are available at a fee.”
Born into an aristocratic family in Nigeria's Muslim north, Mr Buhari's return to power after an absence of three decades speaks volumes about Nigerian's ongoing discontent with the civilian political leaders who have served them in recent years. In the 1980s, he was one of a succession of uniformed leaders during the country's period of military rule, who argued that "a flawed democracy was worse than no democracy at all".
He pursued his vision of a more orderly Nigeria with single-minded ruthlessness, beefing up the country’s secret police, prosecuting around 500 officials for corruption, and throwing journalists and anyone else who dared criticise him into jail.
In 1984, his government notoriously despatched agents to London to drug kidnap Umaru Dikko, a minister in the previous government accused of embezzlement.
The plot was only rumbled when a customs officer at Stansted Airport became suspicious about a crate marked “diplomatic baggage” that was due to be picked up by a Nigerian airliner, and opened it to find an unconscious Mr Dikko inside.
The incident sparked a major diplomatic fall-out with Britain and saw four men jailed for kidnapping.
Today, Mr Buhari is again on the trail of alleged embezzlers, some of whom are accused of stealing billions of pounds from the Nigerian government during Mr Jonathan's administration. However, while one of them has already been arrested in Britain - with more arrests are expected - this time he is content to let Scotland Yard pursue them on his behalf.
"The legal process in this country is slow, sometimes a little too slow for my liking," he said. "But we still respect the system because we know it is thorough and fair."
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/africaandindianocean/nigeria/12143510/Nigerians-reputation-for-crime-has-made-them-unwelcome-in-Britain-says-countrys-president.html
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