Donne, invecchiamento e Nobel
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Donne, invecchiamento e Nobel
STOCCOLMA - Il Premio Nobel 2009 per la medicina è andato a tre ricercatori statunitensi, Elizabeth H. Blackburn, Carol W. Greider e Jack W. Szostak. I tre studiosi sono stati premiati per la loro ricerche sui cromosomi e in particolare per la «scoperta del modo in cui i cromosomi sono protetti dai telomeri e dall’enzima telomerasi».
PER LA PRIMA VOLTA DUE DONNE INSIEME- Per la prima volta nella storia del Nobel per la Medicina, e dei Nobel per la scienza in generale, il premio è stato assegnato a due donne insieme. Entrambe hanno aperto la via a un nuovo campo di ricerca, quello sull'invecchiamento cellulare, e sono arrivate al traguardo del Nobel dopo un percorso che hanno fatto insieme, Elizabeth H. Blackburn come insegnante e Carol W. Greider come allieva.
LONGEVITÀ- La chiave dell'invecchiamento. Questo, semplificando, è il senso della scoperta di Elizabeth Blackburn, Carol Greider e Jack Szostak. I tre nel 1985 hanno infatti scoperto la funzione dei telomeri, le strutture che proteggono le estremità dei cromosomi, e soprattutto l'enzima che li protegge e ne genera la continua riproduzione. I telomeri sono stati portati all'attenzione del grande pubblico proprio da quando si è incominciato ad associarli al processo d'invecchiamento. Si tratta infatti, secondo gli scienziati, di veri e propri orologi biologici: in seguito alla riproduzione cellulare la loro lunghezza si riduce progressivamente fino a quando non riescono più a esplicare la loro funzione protettiva nei confronti dei cromosomi. Le cellule quindi non riescono più a riprodursi correttamente, invecchiano e muoiono. Alla base del processo c'è proprio l'enzima chiamato telomerasi, scoperto dai tre premi Nobel nel 1985 all'università di Berkeley. Ogni volta che una cellula si duplica, in sostanza, rimette una sequenza di telomeri. Quando ha dato fondo alle sue sequenze muore. La telomerasi può scongiurare questo destino sintetizzando (duplicando) sempre nuove sequenze telomeriche. Purtroppo nelle cellule somatiche l'attività telomerasica tende a scomparire e questo sembra provocare il fenomeno dell'accorciamento delle estremità dei cromosomi che sembra correlato all'invecchiamento. Quando il telomero finisce, la cellula muore o prende la via dell'apoptosi (ciò lega la teoria dei telomeri anche al cancro) a causa di molecole come la proteina p53. Per garantire un efficace ricambio cellulare, in ogni caso, in molti tessuti dell'organismo sono presenti cellule staminali, che mantengono la corretta lunghezza dei telomeri attraverso la presenza di telomerasi attive. Questa teoria lascerebbe poco spazio alle difese che l'individuo può attuare contro il suo orologio biologico: solo l'ingegneria genetica potrebbe modificare le cose. Infatti alcune ricerche hanno dimostrato che in alcuni casi è possibile attivare la telomerasi o bloccarla e, conseguentemente, fermare l'orologio cellulare
IL PREMIO - I tre ricercatori statunitensi si divideranno un premio di dieci milioni di corone svedesi (980.000 euro circa); e saranno insigniti, come i restanti prescelti nelle varie categorie dell'edizione di quest'anno, il 10 dicembre, nella cerimonia che ogni anno si svolge in occasione della morte del suo fondatore, Alfred Nobel.
PER LA PRIMA VOLTA DUE DONNE INSIEME- Per la prima volta nella storia del Nobel per la Medicina, e dei Nobel per la scienza in generale, il premio è stato assegnato a due donne insieme. Entrambe hanno aperto la via a un nuovo campo di ricerca, quello sull'invecchiamento cellulare, e sono arrivate al traguardo del Nobel dopo un percorso che hanno fatto insieme, Elizabeth H. Blackburn come insegnante e Carol W. Greider come allieva.
LONGEVITÀ- La chiave dell'invecchiamento. Questo, semplificando, è il senso della scoperta di Elizabeth Blackburn, Carol Greider e Jack Szostak. I tre nel 1985 hanno infatti scoperto la funzione dei telomeri, le strutture che proteggono le estremità dei cromosomi, e soprattutto l'enzima che li protegge e ne genera la continua riproduzione. I telomeri sono stati portati all'attenzione del grande pubblico proprio da quando si è incominciato ad associarli al processo d'invecchiamento. Si tratta infatti, secondo gli scienziati, di veri e propri orologi biologici: in seguito alla riproduzione cellulare la loro lunghezza si riduce progressivamente fino a quando non riescono più a esplicare la loro funzione protettiva nei confronti dei cromosomi. Le cellule quindi non riescono più a riprodursi correttamente, invecchiano e muoiono. Alla base del processo c'è proprio l'enzima chiamato telomerasi, scoperto dai tre premi Nobel nel 1985 all'università di Berkeley. Ogni volta che una cellula si duplica, in sostanza, rimette una sequenza di telomeri. Quando ha dato fondo alle sue sequenze muore. La telomerasi può scongiurare questo destino sintetizzando (duplicando) sempre nuove sequenze telomeriche. Purtroppo nelle cellule somatiche l'attività telomerasica tende a scomparire e questo sembra provocare il fenomeno dell'accorciamento delle estremità dei cromosomi che sembra correlato all'invecchiamento. Quando il telomero finisce, la cellula muore o prende la via dell'apoptosi (ciò lega la teoria dei telomeri anche al cancro) a causa di molecole come la proteina p53. Per garantire un efficace ricambio cellulare, in ogni caso, in molti tessuti dell'organismo sono presenti cellule staminali, che mantengono la corretta lunghezza dei telomeri attraverso la presenza di telomerasi attive. Questa teoria lascerebbe poco spazio alle difese che l'individuo può attuare contro il suo orologio biologico: solo l'ingegneria genetica potrebbe modificare le cose. Infatti alcune ricerche hanno dimostrato che in alcuni casi è possibile attivare la telomerasi o bloccarla e, conseguentemente, fermare l'orologio cellulare
IL PREMIO - I tre ricercatori statunitensi si divideranno un premio di dieci milioni di corone svedesi (980.000 euro circa); e saranno insigniti, come i restanti prescelti nelle varie categorie dell'edizione di quest'anno, il 10 dicembre, nella cerimonia che ogni anno si svolge in occasione della morte del suo fondatore, Alfred Nobel.
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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
https://iltronodispade.wordpress.com/
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