Atei Italiani
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Sulla meritocrazia nel pubblico impiego...

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Messaggio Da bidellissimo Ven 27 Ago 2010 - 22:59

Non molto tempo fa il ministro Brunetta, con la sua crociata contro i "fannulloni" del pubblico impiego era assai popolare presso gran parte della pubblica opinione. Ed era rampante, lanciatissimo. Lo ha fregato la congiuntura mondiale ed europea che ha determinato la "manovra" economica governativa, pagata quasi per intero dai pubblici dipendenti. Questa manovra ha tagliato le gambe anche a Brunetta, togliendogli le risorse per realizzare la rivoluzone meritocratica da lui progettata, e già decretata.
All'epoca del grande sogno brunettiano, io non condividevo la svolta meritocratica che pareva imminente e ineluttabile. Formulai le mie tesi critiche in altri forum, e desidero oggi farle conoscere all'enorme nonché qualificato pubblico degli "Atei Italiani".


"Nel mio primo post, intitolato “Buongiorno notte”, tentai di mettere in evidenza gli esiti delle prime forme di differenziazione retributiva fra i lavoratori di una stessa qualifica, dediti alle stesse mansioni. Sottolineai come si fosse prodotto un progressivo sfaldamento del tessuto sociale, dell’unità di corpo, ed un crescendo di forme di aggressività fra colleghi, fino a casi di violenza. Venne da me trattata una vecchia casistica di incentivi e di premiazioni, che precorsero quella che oggi si definisce comunemente “meritocrazia”. Si trattava delle “nuove” indennità di turnazione, dei progetti finalizzati., dei super-progetti, della riqualificazione.


Quindi, ho già insistito a sufficienza sulla tesi, peraltro ovvia, dell’odio che subentra fra persone che condividono il lavoro ed il guadagno, quando si differenziano i salari, un odio che è direttamente proporzionale alla quantità di sperequazione che si introduce, ma anche alla percezione o valutazione del grado di ingiustizia che i nuovi dislivelli vengono a determinare.


Ragazzi, non si sta trattando di un brustolino, come ritengono e sottovalutano i fautori della meritocrazia. SI STA TRATTANDO DELL’ODIO.
L’odio non è un brustolino. Oltre ad essere un macigno sulla qualità della vita nei luoghi di lavoro, l’odio è energia, energia intensa. Energia che viene sottratta all’attività. Energia che non può essere riversata sul processo produttivo neanche in forma di sublimazione, Si può sublimare l’amore in rapporti lavorativi che esigono la collaborazione, l’odio non si può sublimare.


L’odio non scaricato e non sublimato, nel migliore dei casi abbasserà il livello energetico del lavoratore, e quindi il suo rendimento produttivo. Nel caso peggiore produrrà un fattaccio foriero di conseguenze disciplinari, con conseguente calo della produzione. Infatti, un lavoratore sospeso dal servizio per motivi disciplinari è una unità produttiva in meno; un lavoratore che si reca a Roma per essere giudicato dalla commissione disciplinare manca per alcuni giorni dal servizio; un lavoratore preoccupato per il procedimento disciplinare che lo attende lavora con meno attenzione e meno energia, e quindi produce di meno e meno bene.


Ma abbiamo esaminato preventivamente finora gli estremi opposti, mentre saranno di gran lunga prevalenti i casi “mediani”.
Instaurandosi un clima competitivo nel posto di lavoro, poiché la progressione meritocratica non può essere data a tutti, ogni lavoratore si sentirà attorniato non più da colleghi, ma da avversari. Molto presto questi avversari diventeranno nemici, come vedemmo in “Buongiorno notte”. Ed allora crollerà ogni collaborazione costruttiva, come la pura e semplice trasmissione del sapere, di informazioni utili al perseguimento del prodotto finale (che nel nostro caso è un buon servizio per il pubblico). Più volte la meritocrazia andrà ad inceppare la catena che produce il risultato. Quando un lavoratore intuirà, o saprà per certo, che il merito con relativo punteggio sarà dato ad un altro, sarà fortemente tentato di non collaborare e forse anche di boicottare.


Ritornando al piano astratto, quel piano che tutto sintetizza e comprende: gli psicologi della GESTALTTHEORIE dimostrarono che “IL TUTTO E’ MAGGIORE E COMUNQUE DIVERSO DALLA SOMMA DEI SUOI COMPONENTI”. Questo principio vale anche per il pubblico impiego. Ogni servizio prodotto NON nasce dalla SOMMA di prestazioni individuali. Se così fosse, e se non valessero le obiezioni appena espresse, i fautori della meritocrazia avrebbero ragione: miglioriamo tramite i premi l’efficienza degli ingranaggi della produzione (ossia i lavoratori), ed avremo un maggior risultato. Infatti, aumentando gli addendi di una somma aritmetica, anche il risultato aumenta. Ma la produzione di servizi, a differenza della produzione di automobili, non è una sommatoria di sforzi individuali. Entrano in gioco nel nostro caso delle variabili tipicamente umane, che sono le relazioni e le connessioni volontarie. E sono queste, che la mazza meritocratica va a colpire, con inevitabile riscontro sui prodotti finali, ovvero sui servizi resi.

Sul piano astratto ed analogico: il taylorismo riduceva l’operaio ad una macchina, ottimizzandone i movimenti del corpo per le finalità produttive, ed intensificando i procedimenti lavorativi PER QUANTO POSSIBILE. Il taylorismo diede un “buon” esito, mantenne le sue promesse per un tempo breve iniziale, ma poi produsse scioperi e rivolte operaie, con perdite secche in termini di produttività.


Una parabola quasi uguale conoscerà forse la meritocrazia fra gli statali, momentaneamente Brunetta sarà portato in trionfo dalla pubblica opinione per i risultati conseguiti dalla sua riforma (e dopo di lui trionferà eventualmente Ichino, nell’ipotesi improbabile che il centro-destra italiano smetta di vincere le elezioni politiche). Ma con il tempo la produzione di servizi regredirà, forse perfino rispetto ai bassi standard attuali.
Sembrerà ai fautori della impostazione meritocratica che io stia facendo discorsi troppo astratti, da filosofo. Tenterò in un prossimo post di calarmi più nel concreto.".
(Continua)



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Messaggio Da bidellissimo Ven 27 Ago 2010 - 23:02

Continua:
La dimensione più concreta e più certa per ogni lavoratore è quella del suo lavoro. Tratterò quindi ancora una volta di casi dei custodi, come già feci nel mio antico “Buongiorno notte”. Quello scritto conteneva il resoconto della decadenza progressiva, prodotta da diversi sistemi premianti, in un gruppo di lavoro di guardiani museali. Questa descrizione si fermava alla soglia della riqualificazione, dopo gli esami e prima delle nomine.


Come è andata a finire ? Oggi i custodi di quella sede espositiva sono divisi in tre fasce, come succede dappertutto: B1,B2,B3. Tutti i B2 e B3 riconoscono che alcuni colleghi, pur rimasti B1 perché hanno rifiutato le forche caudine della riqualificazione, sono lavoratori migliori di loro. Non ci credete ? Prendete confidenza con i miei colleghi e poi verificate, chiedendolo a loro.


Questi B1 più bravi dei B2 e dei B3 nel fare accoglienza o nella semplice attività di custodia, continuano a lavorare come prima, per un loro senso etico, pur guadagnando DI MENO di molti colleghi, i quali lavorano DI MENO e MENO BENE di loro, ma guadagnano di PIU’. Continuano a lavorare bene perché la loro “regressione” è stata una libera scelta, una scelta di dignità. Se questo declassamento fosse stato prodotto *senza il loro consenso*, per una decisione dall’alto…forse la loro reazione sarebbe stata diversa: non sarebbe giunta, si spera, fino al punto di compiere atti vandalici sul patrimonio custodito, ma fino a tirare i remi in barca probabilmente sì. E se tirano i remi in barca certuni che lavorano per tanti, il vuoto di produttività si sente e si vede.

Si dirà che la nuova meritocrazia è ideata per raggiungere l’obiettivo opposto, per incentivare, riconoscere ed esaltare il valore individuale. Ma errori di valutazione e condizionamenti in qualche caso non mancheranno, ed in alcune situazioni saranno la goccia che fa traboccare il vaso. Perché non sarà una ingiustizia di poco conto. Nell’impiego statale infatti vi è chi non lavora affatto ed anche chi lavora per quattro. Provatevi a confondere uno di questi con uno di quelli. Non si tratterà di dare un “10” a chi merita “9” e viceversa, si tratterà invece di dare”5” a chi merita “9” e viceversa. E tanti auguri, le conseguenze su sistemi nervosi, personalità e comportamenti compressi, frustrati e umiliati, nonché esasperati da tanti anni, saranno per forza ESPLOSIVE.


Proviamo a soffermarci su questi che lavorano per quattro. Credo che Brunetta ci abbia azzeccato, sono circa un quarto del totale.

Ieri, prima dell’introduzione di tanti incentivi che negli anni hanno sgretolato lo spirito di gruppo ed il senso del collettivo, questi lavoratori avevano due tenui fiammelle che li scaldavano. La loro dignità ed il riconoscimento della medesima. I diversi incentivi introdotti negli anni hanno quasi spento la seconda fonte di calore, il sostegno morale. Ora la meritocrazia competitiva darà il colpo di grazia a questo motivo di conforto.

Perché è il senso del collettivo come *dato culturale* che viene mandato del tutto a puttane. Finché ci si sente poco o tanto “famiglia” si è grati a quel leader morale, a quella sorta di “capofamiglia” che lavora per tutti e con il suo sacrificio salva l’onore del gruppo ed impedisce la rovina collettiva, coprendo le mancanze degli inadempienti al dovere. Quando invece si è educati ed allenati al mero individualismo competitivo sparisce dalle menti anche il concetto di “collettivo” e con ciò svapora ogni merito, e quindi ogni riconoscimento, per chi si sacrifica per il gruppo, ovvero si sacrifica per UN VALORE INESISTENTE, PER UNA ENTITA’ INESISTENTE.

Oggi, come dato culturale di questo contesto, ESISTE SOLO L’INDIVIDUO. Chi si impegna per una entità metafisica come il gruppo di lavoro, quindi, non è più un benemerito, è soltanto un coglione.

Ancora una volta vi sarà chi ritiene che io stia arzigogolando con vaghezze astratte, intellettualoidi, che non possono competere con le sane, concrete riforme dei tempi attuali, riforme tanto attese, e da tanto tempo.
A chi ragiona così do un consiglio: leggersi i vecchi manuali di Storia per le scuole che furono scritti da uno dei nostri Autori più accreditati: il “materialista” Armando Saitta.


Un marxiano come il venerabile Armando non esita a riconoscere e a sottolineare, insegnandolo ai giovani, un certo principio, che io mi azzardo a tradurre in questi termini: nella determinazione di molte vicende umane collettive, e nella risoluzione dei conflitti storici, incidono maggiormente fattori di natura ideale, rispetto a spinte materialistiche, volte al soddisfacimento dei bisogni fisici.


Riferendoci sempre al pensiero del grande Armando: nel nostro caso, l’idealità dell’onestà e del decoro personale, nonché il “vantaggio psicologico” o ricompensa morale di queste doti, che si attuava un tempo tramite il riconoscimento ed il plauso della pubblica opinione, sono stati la pulsione decisiva per certi comportamenti minoritari eroici, che hanno mantenuto in piedi e fatto funzionare per decenni l’erogazione di servizi della pubblica amministrazione.

Quelle motivazioni ideali più sopra ricordate sono state la colonna portante dell’impiego statale. La meritocrazia, mentre vorrebbe rinforzare questa colonna, ovvero la motivazione all’impegno dei lavoratori virtuosi, paradossalmente va ad abbatterla.


Perché la meritocrazia annienta la classe lavoratrice in quanto tale, sostituendola con una sommatoria di INDIVIDUI ostili fra loro, annienta quindi il coro che applaude gli impiegati virtuosi, annienta la pubblica opinione che li gratifica con il suo “O.K.”.


Oltre ad annientare il CONSENSO COLLETTIVO, che ieri era una causa determinante per i comportamenti migliori, la meritocrazia DISINCENTIVA ulteriormente il consenso di ogni singolo lavoratore nei confronti del collega più bravo: se il più meritevole ha già avuto il suo premio, un gettone (poniamo 100 euro) che a me non è stato dato, che bisogno c’è che io ANCHE lo applauda ? Ha già avuto il suo premio.


Così il sistema meritocratico toglie il tradizionale “gettone” simbolico, la gratificazione del riconoscimento morale, ai lavoratori impegnati. Sostituisce questo gettone simbolico con un gettone materiale (poniamo 100 euro).

Certamente il sollievo di un guadagno maggiorato è una risorsa che perdura. Ma l’euforia del lavoratore interessato dura solo pochi mesi (io credo non più di due), e la gioia per questo motivo non dura molto di più. Tutto il beneficio viene presto normalizzato, assorbito dalla vita e dalle sue dinamiche, compreso il caro-vita, tutto psicologicamente svapora.

Che cosa rimane invece ? Rimane l’amarezza di constatare che l’antica stima, ammirazione e riconoscenza dei colleghi si è perduta. E di constatare come altri, ingiustamente, abbiano avuto lo stesso incremento retributivo, che quindi non è più un riconoscimento pregiato, è un “gettone avvelenato”.


La meritocrazia nell’impiego statale va dunque a togliere il tradizionale incentivo, ovvero la stima e la riconoscenza, per sostituirlo con uno nuovo, poniamo di cento euro. Il vecchio incentivo perdurava negli anni e nei decenni, il secondo esaurisce presto la sua efficacia propulsiva.. A medio termine quindi la meritocrazia toglie del tutto il sostegno alla produzione, quel sostegno che avrebbe dovuto rinforzare.











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Messaggio Da *Valerio* Ven 27 Ago 2010 - 23:51

Bide',e' troppo lungo domani ci do' un'occhiata!
Poi ti dico la mia....

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Messaggio Da bidellissimo Ven 27 Ago 2010 - 23:59

*Valerio* ha scritto:Bide',e' troppo lungo domani ci do' un'occhiata!
Poi ti dico la mia....
Grazie dell'attenzione!

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Messaggio Da Holubice Sab 28 Ago 2010 - 11:40

Bide', non ce riesco mai a legge stì trattati...
Comunque rifletti su questa frase di Platone:
"Vuoi fare male? Accontenta tutti."

Ti sei mai chiesto perchè per un posto da vigile urbano si presentano in 100.000?
Ho un amico che è andato via dalla ditta per mettersi a fare il professore. Ti farei sentire quanto ride quando sente le lamentele dei suoi nuovi colleghi.
Poi ti voglio fare una domanda strettamente personale: prima di fare il bidello, hai mai lavorato da un privataccio? Se se sì, quali sono i tuoi sbiaditi ricordi?

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Messaggio Da *Valerio* Sab 28 Ago 2010 - 14:37

Hai scritto cose sagge ma anche punti che non condivido assolutamente,
sulla meritocrazia in particolare dissento non poco.
Io lavoro in un contesto dove la meritocrazia e' un elemento ben presente e radicato da diverso tempo.
Gia' durante il colloquio di lavoro viene perfettamente indicato che fattori come disponibilita',capacita' individuali,senso di gruppo e sopratutto la predisposizione a lavorare in team sono caratteristiche che se dimostrate consentiranno di scalare i livelli ed aumentare il proprio stipendio.
Questo, da chi assume, viene spiegato sempre e comunque,indipendentemente dalla persona e dalla mansione che andra' a svolgere,con la consapevolezza pero' che ogni lavoratore e' un individuo a se stante con proprie caratteristiche caratteriali e di capacita'.
Ben presto l'indole naturale (propensione al lavoro) della persona emerge,gia' dopo mini traguardi come il termine di un periodo di prova oppure il passaggio ad un contratto a tempo indeterminato mostrano una realta' piu' veritiera della persona,c'e' chi lavora d'impegno mostra interesse e tutta una serie di caratteristiche positive (pochi) c'e' invece chi denota chiaramente di trovarsi li solo per una questione di sopravvivenza,ovvero se non mi alzo la mattina non mangio.

Adesso spiegami tu come (faccio l'esempio su me stesso) come potrei accettare di guadagnare 1400 euro al mese come il piu' svogliato e spesso ammalato dei miei colleghi,io che mi alzo la mattina "carico" per andare a lavorare cercando di fare l'interesse dell'azienda in cui lavoro che mi premia appunto per questo! Oltretutto ci sono persone che per raggiungere tali obiettivi si fanno culi mica indifferenti nel corso degli anni,io l'ho fatto perche' nella mia indole,perche' paga a livello monetario e perche' se qualche volta e' anche fonte di stress da comunque soddisfazioni.

Sempre riferendomi al mio posto di lavoro a differenza degli esempi da te riportati io non vedo la nascita di gelosie,rancori,incomprensioni che tu hai abbondantemente descritto,se vi fossero non avrei problemi a dirtelo,quando e' successo (ne sono testimone) la persona e' stata informata in maniera obiettiva del perche'/per come di tali decisioni.
Quindi,mi rendo perfettamente conto che queste situazioni sono molto delicate da gestire; sta nella capacita',nell'autorevolezza e fiducia (che deve essere riconosciuta dal lavoratore) ottimizzare tutto al meglio, in poche parole chi "gestisce la meritocrazia" non puo' essere lo sprovveduto che premia un leccaculo incapace solo per simpatia! (per fare un esempio estremo)

Allora forse la meritocrazia e' un elemento troppo nuovo per una realta' (pubblico impiego) che non l'ha mai conosciuta,introdotto in maniera repentina ti do atto che puo' generare un gran casino,ma non accetto una sorta di demonizzazione come quella da te proposta.

Io la realta' del lavoratore del pubblico impiego la conosco relativamente,ma quando Holubice va giu' cosi' pari generalizzando non mi pare che dica una sciocchezza,non e' perche' me lo dice striscia e perche' quando vado in un ufficio del comune, farsi tre volte due piani di scale per poi tornare un'altro giorno capita spesso,e' innegabile!


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Messaggio Da Holubice Sab 28 Ago 2010 - 17:13

*Valerio* ha scritto:
Io la realta' del lavoratore del pubblico impiego la conosco relativamente,ma quando Holubice va giu' cosi' pari generalizzando non mi pare che dica una sciocchezza,non e' perche' me lo dice striscia e perche' quando vado in un ufficio del comune, farsi tre volte due piani di scale per poi tornare un'altro giorno capita spesso,e' innegabile!
Io posso dirmi un osservatore privilegiato, praticamente sono un'esploratore sociale: Avevamo un tempo una piccola ditta con 25 dipendenti, so cosa voglia dire dover prendere tutte le beghe in prima persona e com'è difficile tirare avanti quando c'è in giro un sacco di gente che fa di tutto per non pagarti.
Ho lavorato stagionalmente 11 ore al giorno, 7 giorni su sette.
Ho lavorato in ditte siquisitamente private, orario effettivo di 8 ore, reale 1 ora in più al giorno + sabati mattina (nessun straordinario pagato)
Ho lavorato in ditte formalmente privatistiche, ma a tutti gli effetti para-statali. In quest'ultime il concetto merito --> avanzamento di carriera era sconosciuto. Le figure eminenti, lo scoprivi dopo un po', erano tutti impelagati con la politica (chi portava avanti una sezione del partito, chi era vice-sindaco di tal comune), alle volte avevo l'impressione di stare in un consiglio comunale. Le commesse erano dirottate politicamente, con prezzi politicamente aumentati e si riusciva ad aver utili, nonostante tutto. Anzi, rispetto ad altri, eravamo floridi. Questa è una costante in tutto il pubblico. Puoi essere un grande lavoratore, uno stakanovista, un santo, ma le mafie di quell'ambiente ti manderanno via subito tutti i sentimenti e, o entri nel sistema e ti metti in qualche cordata, o mandi tutti a farn@ulo e finisci per fare il 'minimo sindacale'. Un mio amico che lavora in Regione mi ha detto che succedo lo stesso da lui con i loro dirigenti. Bidellissimo se sei sincero con me (e con te stesso) mi dirai che la stessa musica la senti anche da te.

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Messaggio Da Holubice Sab 28 Ago 2010 - 17:28

Da ragazzo ho lavorato presso un locale di un tizio che era appena tornato da 30 anni di lavoro in America. Mi diceva: "In Italia tutti vogliono lavorare come statali. Se lo fai guadagni un quarto di stipendio in più, lavori solo mezza giornata e magari ti fai un altro lavoretto in nero. Anche in America c'è gente che lavora in comune, al ministero, e anche lì non fanno un ca$$o. Ma non ci vuole andare nessuno. Perchè, se ti va bene, ti pagano la metà di quello che puoi prendere da un privato..."

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Messaggio Da Ospite Sab 28 Ago 2010 - 18:09

mah, senza generalizzare.... no, anzi generalizzo (confesso che non sono riuscita a leggere tutto quello che ha scritto bid... tropppo lungo)

collaborazione di ricerca (forse pagato, no diritti sociali, lavora sempre)

cococo\tempo determinato (pagato poco, no diritti sociali, lavora molto)

dipendente di privato (pagato poco, lavora molto)

dipendente pubblico (pagato poco, lavora poco)

privato (guadagna molto, lavora molto)

privatone (guadagna molto, lavora poco ma ha lavorato molto)

politico (guadagna molto, lavora poco, ha le mignotte rimborsate da noi)


questa, a mio avviso è la classifica della sfiga... poi chiaramente dipende dalle posizioni, dalla persona e da tutto quello che volete, ma in media mi pare funzioni così.

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Messaggio Da *Valerio* Sab 28 Ago 2010 - 19:29

@ holu come mai sono cosi' in sintonia con te quando non parli di fede o religione?!? ok

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Messaggio Da Rasputin Sab 28 Ago 2010 - 22:07

*Valerio* ha scritto:@ holu come mai sono cosi' in sintonia con te quando non parli di fede o religione?!? ok

Honolulu è uno dei pochi credenti che ha capito di escludere lo scambio di idee su temi controversi in un forum di non credenti (Lo è?) e sa trarre profitto dal resto wink..

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Messaggio Da bidellissimo Dom 29 Ago 2010 - 2:04

Per Holubice e Valerio:
carissimi, un ringraziamento ad entrambi per aver onorato questo topic con il vostro impegno e la vostra educazione e cortesia. La mia partecipazione a questo simpatico forum, che ringrazio di avermi amichevolmente ospitato, è ormai agli sgoccioli, e mi piacerebbe non perdere interlocutori come voi, come Jessica e qualcun altro. Se anche a voi fa piacere dialogare con me sapete dove trovarmi.
Sulla meritocrazia non ci siamo capiti del tutto, come io stento a capire le repliche di Holubice. Innanzitutto qualche chiatìrimento: io non sono un bidello di professione, ma solo di "idealità". Lavoro come custode e guardia notturna in una pinacoteca statale.
Sono considerato fra i migliori, dai colleghi e dai dirigenti, come sorvegliante di sala, una mansione semplicissima che mi sono scelto anche per vocazione, nonostante avessi una laurea con lode.
Mi fu attribuito un premio di produttività che rifiutai per coerenza con il mio modo di pensare, come rifiutai una riqualificazione che avevo quasi già in tasca e che avrebbe comportato per me un guadagno maggiorato in tutte le voci retributive, e poi nella pensione. Ero infine il pronosticato numero uno fra gli addetti alla vigilanza per intascare il premio Brunetta, se questa riforma si fosse materializzata.
La mia testimonianza anti-meritocratica dunque me la pago, io che sono povero.
Non potevo sperare di essere capito con due post soltanto, per quanto molto lunghi, voi siete stati fin troppo bravi; se vorrete proseguiremo il discorso nella mia casetta telematica. ma prima di congedarmi da voi mi preme lasciarvi qualche altro barlume di chiarificazione circa la mia battaglia su questo fronte ideale.
1) Ciò che rende tragico il discorso meritocratico nel pubblico impiego è che la valutazione di merito non viene data da un padrone o manager privato. Questi può disporre del suo come vuole, darlo a chi crede, ed è naturale che lo dia a chi produce. Da noi statali la decisione spetterebbe ai dirigenti pubblici, che non si giocano il proprio capitale, e sarebbero ancora una volta soggetti a quei bei condizionamenti che Holubice ha tratteggiato. Si aumenterebbe ulteriormente il livello di ingiustizia.
Inoltre, a differenza del settore privato, nel pubblico vi sarebbero contingenti numerici prestabiliti, paletti fissi. Oltre una certa percentuale limitata di "meritevoli" il premio non potrebbe essere attribuito, anche se fossero tutti bravi o tutti equivalenti. Si scatenerebbe quindi una concorrrenza esasperata, distruttiva della solidarietà fra colleghi e delle conquiste collettive che solo da questa dipendono. Le classificazioni di merito in molti casi lascerebbero una parte del personale frustrata o addirittura ferita, e assetata di vendette. Con pessime conseguenze non solo sulla qualità della vita, ma anche sulla produttività stessa.
2) Più in generale, io ricordo bene quanto fosse massificante, mortificante, esasperante il "socialismo all'italiana" del pubblico impiego. perchè questa ingiustizia-frustrazione di lavorare molto più di altri e percepire la stessa paga io l'ho patita sulla mia pelle, mentre Valerio la immagina soltanto. Con me sfondate una porta aperta, come quando citate l'inefficienza attuale di gran parte della pubblica amministrazione.
Io non dico che l'egalitarismo retributivo sia bello. E' repellente, insoffribile, indecente. Però, è ancora un male minore rispetto alla meritocrazia. Questa non si limita a dare una giusta ricompensa e valorizzazione a uomini come Valerio. ma produce un disastro sociale diffusivo ed irreversibile, perchè installa e rinforza una cultura (e quindi automatismi mentali) della competizione in luogo della solidarietà. Le conseguenze si vedono poi anche per la strada, se qualcuno subisce violenza nell'indifferenza generale, ed in tanti altri campi della vita sociale. Se vorrete riprenderemo il discorso a casa mia. Un caro saluto.
Davide-bidellissimo


Ultima modifica di bidellissimo il Dom 29 Ago 2010 - 22:45 - modificato 2 volte.

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Messaggio Da *Valerio* Dom 29 Ago 2010 - 12:15

Se vorrete riprenderemo il discorso a casa mia. Un caro saluto.
Davide-bidellissimo.

Sinceramente,in quest'ultimo periodo ho cercato di darmi una regolata per quanto riguarda la mia presenza sui forum o similia.
Ne ho eliminati 2,ridotto pesantemente la frequenza ad altri 2 per rottura di coglioni,sostanzialmente.
Detto questo Davide se non vieni tu qua',difficilmente ci incontreremo ancora.

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Messaggio Da Holubice Dom 29 Ago 2010 - 14:01

bidellissimo ha scritto:
Inoltre, a differenza del settore privato, nel pubblico vi sarebbero contingenti numerici prestabiliti, paletti fissi. Oltre una certa percentuale limitata di "meritevoli" il premio non potrebbe essere attribuito, anche se fossero tutti bravi o tutti equivalenti. Si scatenerebbe quindi una concorrrenza esasperata, distruttiva della solidarietà fra colleghi e delle conquiste collettive che solo da questa dipendono. Le classificazioni di merito in molti casi lascerebbero una parte del personale frustrata o addirittura ferita, e assetata di vendette. Con pessime conseguenze non solo sulla qualità della vita, ma anche sulla produttività stessa.
Per me valgono le parole della Thacher. Lo Stato deve fare solo due cose: la sanità e le ferrovie. La prima perchè se la metti in mano ai privati ottieni ospedali efficientissimi, ma con un sacco di gente lasciata fuori perchè priva di mezzi per pagarseli. Le ferrovie perchè necessitano di investimenti così ingenti e complessi che non possono essere portati avanti dai privati. Tutto il resto, energia, telecomunicazioni, etc. etc. niente deve essere in mano pubblica (chi ricorda le mitiche Alfasud e i mitici panettoni di Stato, a cui il bilancio pubblico doveva sempre ripianare i deficit?) L'unica cosa che lo Stato deve fare è impedire che un soggetto abbia più del 20% del mercato nazionale (ovviamente evitare che aggiri la norma intestando qualcosa a suo fratello...). L'Enel, le Ferrovie, la Sip pubblica sono, come sagacemente definiti da qualcuno, delle 'sacche di socialismo reale', ovvero settori che lo Stato arbitrariamente espropria, li appalta a aziende carrozzone infestate di manager 'organici' chi ai socialisti, chi alla democrazia cristiana e, the last but not the least, ai comunisti con le coop amiche. L'inefficienza regna sovrana, ma non è un problema, se i conti non tornano basta ritoccare all'insù le tariffe monopolistiche, traslando i costi sui consumatori. Faccio notare che nel 1990 un abbonato alla Sip italiano pagava il telefono in media il 90% in più di un francese (e anche in Francia i telefoni erano in mano pubblica).
Oh! Poi siamo in democrazia, se vogliamo il governo dei Soviet, benvenga pure quello. Ma preparatevi anche voi a mangiare patate e lardo fritto mattina, pranzo e cena.

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Messaggio Da Holubice Mar 17 Nov 2020 - 13:46

Ritiro su...

Secondo voi Lavoro Pubblico e Meritocrazia sono mutualmente esclusivi...?

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Messaggio Da Rasputin Mar 17 Nov 2020 - 16:50

holubice ha scritto:Ritiro su...

Secondo voi Lavoro Pubblico e Meritocrazia sono mutualmente esclusivi...?

non in se stessi, no...

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Messaggio Da Holubice Mar 17 Nov 2020 - 17:14

Rasputin ha scritto:
holubice ha scritto:Ritiro su...

Secondo voi Lavoro Pubblico e Meritocrazia sono mutualmente esclusivi...?

non in se stessi, no...


Non si capisce, è un sì o un no...?

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Messaggio Da Rasputin Mar 17 Nov 2020 - 19:19

holubice ha scritto:
Rasputin ha scritto:
holubice ha scritto:Ritiro su...

Secondo voi Lavoro Pubblico e Meritocrazia sono mutualmente esclusivi...?

non in se stessi, no...


Non si capisce, è un sì o un no...?

Sostanzialmente è un no. Che poi il lavoro pubblico spesso non rispetti questa regola è un'altra cosa.

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Messaggio Da marisella Dom 22 Nov 2020 - 10:47

Rasputin ha scritto:
holubice ha scritto:Ritiro su...

Secondo voi Lavoro Pubblico e Meritocrazia sono mutualmente esclusivi...?

non in se stessi, no...
Sì, per avere merito devi fare ricerca, esperimenti, studiare, mica solo riempire scartoffie inutili e basta.
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Messaggio Da Holubice Dom 22 Nov 2020 - 15:39

marisella ha scritto:
Rasputin ha scritto:
Sì, per avere merito devi fare ricerca, esperimenti, studiare, mica solo riempire scartoffie inutili e basta.

Fatti salvi i poliziotti, gli infermieri, le maestre, e tutte quelle figure che 'materialmente' rendono un servizio pubblico che tutti noi possiamo utilizzare (e valutare) mi chiedo: quanti dei dipendenti pubblici hanno semplicemente ottenuto una pensione con 40 anni di anticipo e non restituiscono nessun bene e servizio alla collettività? 

Sulla meritocrazia nel pubblico impiego... Burocrazia_disastro

Ti faccio un esempio: quando ho perso il lavoro e la mia ditta ha fallito sono stato un periodo in disoccupazione. Per ottenere la Naspi sono andato al Patronato del Sindacato per fare la pratica. Poi sono dovuto andare alla sede dell'Inps per fare un'altra pratica, sempre correlata alla Naspi. Voi vi chiederete, se sei andato all'Inps, che materialmente eroga il sussidio, non c'era bisogno che andassi pure al patronato. No, bisogna per forza passare prima dal patronato ed accendere la pratica, e solo poi entrare in Inps per il secondo pezzo. Poi bisogna andare al Centro dell'Impiego per iscriversi alle liste dei disoccupati (liste che nessuna azienda ha mai guardato, perché non sono un data base unico, ma diverso e spezzettato tra i vari centri, e sempre non aggiornati). Infine bisogna passare in Banca a farsi rilasciare un certificato che l'IBAN su cui vuoi accreditare i soldi sia davvero il tuo.

Insomma, per una pratica si devono muovere 4 enti diversi. E questo oggi, che con un semplice click si riesce a spedire denaro dall'altra parte del Pianeta, oppure acquistare una casa (in un Paese estero). 

Guarda caso in questi giorni di Covid, quando il solo recarsi in un ufficio, anche per non far niente, o per far compilare scartoffie di utilità nulla può essere letale, tutti questi adempimenti sono magicamente scomparsi: per ottenere la Naspi alla fine di un lavoro stagionale non servono più giri e giri, tutto si è sveltito ad un singolo adempimento, senza il gioco dei quattro cantoni. Si è trovato anche il modo di fare tutto al telefono, inviando per email i documenti.

Almeno su questo, il Corona ha fatto miracoli...     mgreen




Quanta gente trova effettivamente lavoro con i centri per l'impiego

"... La capogruppo di Forza Italia alla Camera Maria Stella Gelmini ha dichiarato il 15 ottobre: “Fa sorridere poi chi parla di riformare i centri per l'impiego (che sono 556 in tutta Italia, con 8 mila dipendenti) in pochi mesi. Questi antichi strumenti di incontro tra offerta e domanda di lavoro non funzionano più ormai da tempo: su 2 milioni di persone che vi si rivolgono all'anno, solo 37 mila trovano lavoro, l’1,8%”. ..." (CONTINUA NEL LINK)

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Messaggio Da Holubice Dom 22 Nov 2020 - 15:54

Per chiudere, ricordo le parole del buon Piercamillo Davigo, quando gli addebitavano la lentezza dei Tribunali Italiani nel fare i processi...

Sulla meritocrazia nel pubblico impiego... 084029287-fefc075f-06c5-4c00-a35f-10a70670430d

"Dipendesse da me, al contrario di ora, permetterei al giudice di secondo grado di comminare una pena superiore a quella che è stata stabilita nella prima sentenza, così si eviterebbero moltissimi dei ricorsi dilatori attuali. E comunque, io ricordo sempre quando per la prima volta venni a contatto con la burocrazia italiana, ovvero quanto mi disse il mio maresciallo quando ero furiere dell'Esercito:
- Rendere difficile il facile attraverso l'inutile..."

Per molto tempo ho pensato che tutti quei passaggi fossero opera di idioti che non sapevano organizzare il proprio lavoro. Solo con il tempo ho realizzato che erano funzionali per moltiplicare per 4 volte le persone da imbucare.


boxed

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Messaggio Da Holubice Lun 23 Nov 2020 - 10:51

*Valerio* ha scritto:...
Allora forse la meritocrazia e' un elemento troppo nuovo per una realta' (pubblico impiego) che non l'ha mai conosciuta,introdotto in maniera repentina ti do atto che puo' generare un gran casino,ma non accetto una sorta di demonizzazione come quella da te proposta.

Io la realta' del lavoratore del pubblico impiego la conosco relativamente,ma quando Holubice va giu' cosi' pari generalizzando non mi pare che dica una sciocchezza,non e' perche' me lo dice striscia e perche' quando vado in un ufficio del comune, farsi tre volte due piani di scale per poi tornare un'altro giorno capita spesso,e' innegabile!



Tempo fa ho incontrato la mia professoressa di matematica. E' una donna molto preparata, ha collaborato alla stesura di testi scolastici, ha sempre avuto la coda di persone che volevano fare ripetizioni. Questo per dire che è una persona stimata nel suo campo. Erano appena uscite le norme che introducevano i premi all'interno della pubblica amministrazione e lei, pur essendo molto preparata, era assolutamente contraria. Gli dissi:

- Prof, ma mi pare piuttosto singolare che chi, da sempre, da voti alle persone poi non voglia essere giudicato in nessun modo. Nel settore privato, tutti veniamo valutati nel nostro lavoro, dal magazziniere, all'impiegato, su, su, fino all'amministratore delegato.
- Vedi, Holubice - mi disse - io non ho nessun timore di una valutazione. Quello che temo è il valutatore. Metti che mi arrivi un preside uomo che dia i premi solo alle professoresse giovani e in minigonna? Non la mettevo 30 anni fa la minigonna, dove vado ora che ho 60 anni...?


In effetti, la prof non aveva tutti i torti ...  boxed

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Messaggio Da marisella Lun 23 Nov 2020 - 23:55

holubice ha scritto:
marisella ha scritto:
Rasputin ha scritto:
Sì, per avere merito devi fare ricerca, esperimenti, studiare, mica solo riempire scartoffie inutili e basta.

Fatti salvi i poliziotti, gli infermieri, le maestre, e tutte quelle figure che 'materialmente' rendono un servizio pubblico che tutti noi possiamo utilizzare (e valutare) mi chiedo: quanti dei dipendenti pubblici hanno semplicemente ottenuto una pensione con 40 anni di anticipo e non restituiscono nessun bene e servizio alla collettività? 

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Ti faccio un esempio: quando ho perso il lavoro e la mia ditta ha fallito sono stato un periodo in disoccupazione. Per ottenere la Naspi sono andato al Patronato del Sindacato per fare la pratica. Poi sono dovuto andare alla sede dell'Inps per fare un'altra pratica, sempre correlata alla Naspi. Voi vi chiederete, se sei andato all'Inps, che materialmente eroga il sussidio, non c'era bisogno che andassi pure al patronato. No, bisogna per forza passare prima dal patronato ed accendere la pratica, e solo poi entrare in Inps per il secondo pezzo. Poi bisogna andare al Centro dell'Impiego per iscriversi alle liste dei disoccupati (liste che nessuna azienda ha mai guardato, perché non sono un data base unico, ma diverso e spezzettato tra i vari centri, e sempre non aggiornati). Infine bisogna passare in Banca a farsi rilasciare un certificato che l'IBAN su cui vuoi accreditare i soldi sia davvero il tuo.

Insomma, per una pratica si devono muovere 4 enti diversi. E questo oggi, che con un semplice click si riesce a spedire denaro dall'altra parte del Pianeta, oppure acquistare una casa (in un Paese estero). 

Guarda caso in questi giorni di Covid, quando il solo recarsi in un ufficio, anche per non far niente, o per far compilare scartoffie di utilità nulla può essere letale, tutti questi adempimenti sono magicamente scomparsi: per ottenere la Naspi alla fine di un lavoro stagionale non servono più giri e giri, tutto si è sveltito ad un singolo adempimento, senza il gioco dei quattro cantoni. Si è trovato anche il modo di fare tutto al telefono, inviando per email i documenti.

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"... La capogruppo di Forza Italia alla Camera Maria Stella Gelmini ha dichiarato il 15 ottobre: “Fa sorridere poi chi parla di riformare i centri per l'impiego (che sono 556 in tutta Italia, con 8 mila dipendenti) in pochi mesi. Questi antichi strumenti di incontro tra offerta e domanda di lavoro non funzionano più ormai da tempo: su 2 milioni di persone che vi si rivolgono all'anno, solo 37 mila trovano lavoro, l’1,8%”. ..." (CONTINUA NEL LINK)
Però non tutti sanno usare bene pc e stampanti, se ti si inceppa una stampante e non hai l'amico giusto che te la rimette un sesto, resti senza impegnativa medica, senza analisi, senza niente, e ti vengono a scocciare a casa, soprattutto gli anzianotti che non se la sanno cavare.
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Messaggio Da marisella Lun 23 Nov 2020 - 23:57

Senti Raspu, perché qua ci stanno solo pollice verso, ossia non mi piace? Adottate un like più chiaro,no?
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Messaggio Da Rasputin Mar 24 Nov 2020 - 1:32

marisella ha scritto:Senti Raspu, perché qua ci stanno solo pollice verso, ossia non mi piace? Adottate un like più chiaro,no?

Ehm, non vedi che ci sono tutti e due?

Mi comincio a preoccupare per i tuoi pazienti.

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Messaggio Da Holubice Mar 24 Nov 2020 - 16:40

Rasputin ha scritto:
Ehm, non vedi che ci sono tutti e due?

Mi comincio a preoccupare per i tuoi pazienti.

Comunque Rusp,
Tu non ti devi inca$$are se gli amici ti dicono che intorno ai 60 anni hai cominciato a prendere un po' d'acido...


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Messaggio Da marisella Ven 27 Nov 2020 - 20:13

Rasputin ha scritto:
marisella ha scritto:Senti Raspu, perché qua ci stanno solo pollice verso, ossia non mi piace? Adottate un like più chiaro,no?

Ehm, non vedi che ci sono tutti e due?

Mi comincio a preoccupare per i tuoi pazienti.
E va', stanno benissimo,  é che il pollice verso spicca sul bianco circostante e si nota meglio, penso,  però si potrebbe utilizzare un altro modo di dare i like, tu hai già le barre, ora pure questi, vabbè.
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