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Buoni libri

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Messaggio Da Minsky Mar 19 Set 2023 - 16:10

Offro un'anteprima in esclusiva per gli affezionati utenti del forum.

La prefazione di "Come se Dio fosse antani" di Giovanni Gaetani. La risposta definitiva a tutte le domande sulla religione. inchino

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Messaggio Da Minsky Lun 25 Set 2023 - 11:22

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Introduzione - L'Inganno della Croce - Libro di Laura Fezia

Se mai Gesù Cristo – come affermato da molti e in particolare nel Credo della Chiesa cattolica, che pronuncia le testuali parole «E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti» – tornasse oggi in Terra, sarebbe il primo a essere assalito da mille perplessità nel constatare come il suo messaggio sia stato stravolto.

Sarebbe anche stupito da un altro dettaglio: scoprirebbe, infatti, che il suo nome completo non è passato alla Storia, ma è stato sostituito con un più frettoloso e latineggiante “Gesù”.

Ovviamente supponiamo, in questo contesto, che il rabbi Yehoshua ben Yosef, presumibilmente condannato a morte dai Romani con l’accusa di avere attentato alla sicurezza dell’Impero, sia realmente esistito: a tal proposito, infatti, sono in corso fior di studi da parte di ricercatori di tutto il mondo, le cui conclusioni (certamente provvisorie) propendono ora per il sì, ora per il no, spesso per un più prudente forse, provocando anche accese discussioni e sterili gare di personalità.

Lo scopo di questo libro non è quello di stabilire la verità storica dell’uomo crocifisso sul Golgota, ma di analizzare tutto ciò che, intorno a lui è stato costruito a sua insaputa.

Gesù di Nazareth, infatti, era ebreo, discendente – stando a quanto afferma la Bibbia – dalla stirpe di Davide (anche se questo dato è controverso): non ha mai avuto intenzione di fondare né una religione, né una Chiesa, non ha mai affermato di essere venuto per immolarsi allo scopo di riscattare l’umanità dal peccato originale, semplicemente perché non ne aveva mai sentito parlare, non sapeva di essere nato da una vergine per opera dello Spirito Santo e ha continuato a trattare sua madre con il distacco e addirittura l’arroganza riservati alle donne, propri della cultura cui apparteneva; gli erano estranei i concetti di consustanziazione, transustanziazione, Trinità, Immacolata Concezione, infallibilità del Papa (che non sapeva neppure chi fosse o cosa potesse rappresentare).

Meno che mai avrebbe approvato (perché contravvenivano agli insegnamenti di ciò in cui credeva), le schiere di santi, i gadget con la propria immagine, le reliquie, le statue, le chiese e le basiliche ciclopiche.

Infine, non si sarebbe nemmeno immaginato che, abusando del suo nome, qualcuno avrebbe costruito una holding, che si sarebbe proclamato suo vicario in Terra e imposto come intermediario tra l’uomo e un ipotetico Dio spirituale che non conosceva, fabbricando abilmente e pazientemente una trappola fatta di dogmi, minacce di castigo eterno, sacramenti, gerarchie, precetti, liturgie, indulgenze, ecc.

Tutto ciò che gli hanno fatto dire nei vangeli e negli Atti degli Apostoli (il libro-propaganda ricavato dai deliri di Paolo di Tarso) è frutto di manipolazioni successive, realizzate dopo la morte dell’interessato che ormai non avrebbe più potuto smentire.

Paolo (o Saulo o Shaul), una volta “folgorato sulla via di Damasco”, con geniale intuizione, sfruttando la figura di quel “giovane rivoluzionario finito male”, che affermava di non essere venuto (Matteo 5, 17) «ad abolire la Legge o i profeti, ma per dare compimento» a una promessa (o un contratto…) che riguardava questioni territoriali concrete e non il Regno dei Cieli, come lo avrebbe presentato in seguito chi approfittò di lui, ha gettato le solide basi per la costruzione di tutto il castello, introducendo a forza platonismo e neoplatonismo nella religione che andava fabbricando e insistendo soprattutto sul punto debole delle teorie platoniche, ponendo al primo posto la risurrezione, ossia l’assicurazione che non tutto finisce con la morte fisica, ma che, anzi, è proprio da quel momento che, per i giusti, inizia la vera vita, nella gloria del Padre.

Questa conclusione, però, fu un ripiego, cui l’Apostolo delle Genti si trovò costretto quando si rese conto che la parusia – ossia il ritorno di Cristo – tardava e i suoi adepti iniziavano a mostrare segni di malumore e di sfiducia.

Fu dunque grazie a (o per colpa di) Paolo se il cristianesimo iniziò il proprio iter e si andò a collocare tra le molte altre religioni dell’epoca, ognuna delle quali viveva tranquillamente senza avanzare pretese di proselitismo coatto.

Con l’andare del tempo, invece, la comunità fondata intorno al nome di Gesù divenne un’istituzione e incominciò a mostrare la propria natura intollerante, prevaricatrice, sanguinaria, nascondendo i propri intenti di potere dietro innocenti paraventi spirituali: se in un momento di particolare buonismo facessimo finta di vedere Paolo come un povero invasato affetto da problemi psichiatrici che, in preda a un delirio mistico, credeva nelle storielle che andava predicando e si sforzava ingenuamente di renderle attendibili, non si può affermare la stessa cosa per i suoi successori che– annusato il business – raccolsero il testimone e iniziarono una sistematica, feroce operazione tesa a distruggere ogni concorrenza e a incrementare il loro potere.

Così è nata e si è sviluppata la Chiesa, inizialmente cristiana, in seguito (dal 1054) cattolica, ricorrendo a falsificazioni, manipolazioni, abusi, accumulando menzogne su menzogne, escogitando trucchi da prestigiatore, stravolgendo a proprio vantaggio le intenzioni di Yehoshua ben Yosef, oltraggiando il suo essere ebreo, commettendo crimini e stragi, servendosi del terrorismo psicologico, calando l’asso vincente dell’inferno e del peccato originale, con i quali seminare la paura e coltivare i sensi di colpa, fomentando ignoranza, feticismo, superstizione e inventandosi lo strumento del dogma per tacitare sul nascere gli eventuali, legittimi dubbi degli adepti.

Tutto ciò (e molto altro ancora), sfruttando la sofferenza di quell’uomo torturato e ucciso più di duemila anni fa, a proposito del quale ho spesso l’impressione (che mi accompagna fin dall’infanzia) di avere più rispetto io – laica e sbattezzata – di coloro che pretendono di parlare in suo nome.

A questa stessa Chiesa, ancora oggi, milioni di fedeli accordano una malriposta e cieca fiducia, riconoscendole, chi per convinzione, chi per consuetudine, il diritto di governare le coscienze, di decidere unilateralmente cosa sia bene e cosa male, di stabilire come ci si debba comportare fin nei più trascurabili dettagli dell’esistenza, di interferire in ogni ambito privato e pubblico, di delinquere impunemente, di evangelizzare con l’inganno, di approfittare della credulità popolare, di condizionare la totalità della società civile.

E spesso a nulla vale ricordare come la Chiesa attuale sia nata da una serie di falsi storici accertati, uno più clamoroso dell’altro, grazie ai quali ha dominato (e ancora cerca di dominare) la Storia.

Come sempre, desidero ricordare che non mi occupo di fede, che rispetto, ma il mio intento è di spezzare il perverso binomio che la associa indissolubilmente alla Chiesa.

Se ciò accadrà, se questo diabolico circolo vizioso verrà interrotto, ognuno sarà molto più libero di credere serenamente in ciò che preferisce, seguendo la propria sensibilità e la propria coscienza e non i biechi artifizi di un’istituzione il cui unico scopo è quello di accumulare ricchezze, calpestando ancora una volta uno dei precetti attribuiti al suo presunto ispiratore:

«Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona». (Lc 16, 13)

La Chiesa cattolica apostolica romana ha fatto la sua scelta, che certamente – ed è sotto gli occhi di tutti! – non è il “Dio” nel quale induce i fedeli a credere; insomma, la vera natura dell’Istituzione è quella che emerse durante un’intervista al famigerato cardinale Paul Marcinkus, braccio destro di Giovanni Paolo II, quando, per rispondere a una domanda sulla sua disinvolta gestione, affermò candidamente: «La Chiesa non si può mandare avanti con le Avemarie!».

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Messaggio Da Minsky Gio 9 Nov 2023 - 23:42

Nel nome della croce
La distruzione cristiana del mondo classico



Di Catherine Nixey, traduzione di  Leonardo Ambasciano
Bollati Boringhieri, 2018

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“Nel nome della croce” parla dell’affermazione del cristianesimo nel IV secolo, ma dal punto di vista dei pagani e della cultura greco-romana. Da quella prospettiva, non c’è niente di eroico da celebrare e non mancano i documenti per testimoniarlo. Dalla ricostruzione degli eventi narrata da Catherine Nixey risulta evidente come il mondo classico fosse molto più tollerante di quanto comunemente si pensi e come i primi cristiani, o almeno molti fra loro, fossero molto più intolleranti e - più spesso di quanto ci si aspetterebbe - violenti. L’autrice ci guida nel corso dei secoli cruciali della tarda Antichità, portandoci ad Alessandria, Roma, Costantinopoli e Atene, mostrandoci torme minacciose di fanatici incitati da personaggi che non di rado in seguito saranno chiamati santi. La distruzione di Palmira, il linciaggio della filosofa neoplatonica Ipazia, la chiusura definitiva della millenaria Accademia ateniese e una quantità di altri episodi mostrano un volto nuovo e inaspettato di quei tempi difficili. Quando infine il cristianesimo divenne religione di Stato nell'impero, le leggi finirono l’opera di rimozione della cultura classica, imponendo a tutti la conversione al nuovo credo e condannando all'oblio gran parte della raffinata e antichissima cultura greco-romana. Si aprirono così, di fatto, le porte al millennio oscuro del Medioevo. Sono innumerevoli le opere che abbiamo perduto per sempre a causa del fanatismo profondo che animò quel periodo: magnifiche statue fatte a pezzi, roghi pubblici di libri, templi devastati, bassorilievi divelti, palazzi rasi al suolo. Dal punto di vista cristiano fu il periodo del «trionfo», ma per chi desiderava restare fedele agli antichi culti pagani e allo stile di vita tradizionale fu invece una sconfitta definitiva, al punto che lo scontro frontale tra la cristianità e il mondo classico che risuona in queste pagine non può non richiamare, fatalmente, le cronache dell’odierno Medio Oriente. La storica e giornalista Catherine Nixey ci regala un libro che scuote le coscienze e rovescia le prospettive mentre racconta un trionfo di crudeltà, violenze, dogmatismo e fanatismo là dove non pensavamo esistesse.

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Messaggio Da Koan Mar 14 Nov 2023 - 9:04

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