Craniopagus parasiticus

Che parolone eh?
Intende una condizione patologica in cui al cranio del nascituro è "attaccata" un'altra testa con un corpo a volte parzialmente sviluppato.
In letteratura esistono soltanto dieci casi; di cui la gran parte morta poco tempo dopo il parto.

Poco tempo fa si sono avuti due casi di questa patologia: uno nella Repubblica Domenicana (2003) e l'altro in Egitto.
Dal punto di vista fisiologico gli encefali sono separati e possono reagire in maniera indipendente agli stimoli ambientali.
Purtroppo spesso i circuiti arteriosi sono estremamente anastomizzanti è la neurochirurgia è molto complessa (in cui si deve purtroppo fare una scelta terapeutica, per cui si può mantenere in vita soltanto il corpo completamente formato), per non dire al limite dell'impossibilità.
L'operazione nella Repubblica Domenicana non è riuscita, quella egiziana invece parzialmente (il paziente è morto a seguito di un iinfezione accessoria).

Resta indubbio che questi casi sono ben al di fuori del campo "normale" di lavoro per un neurochirurgo e mancano tecniche ed esperienze in materia.
Studi successivi hanno suggerito l'utilizzo dell'ipotermia profonda unita ad un forte salasso (ovviamente non ha questo nome, ma non voglio scnedere troppo nel tecnico, una tecnica seppur nuova, abbastanza usata in quanto permette in alcuni casi risultati terapeutici strabilianti).
In questo modo si avrebbe il tempo di riuscire a clampare i vasi in quasi assenza di sangue e l'ipotermia ridurrebbe al minimo i danni dovuti al ridotto apporto di sangue.

[immagine che può dare fastidio]
http://news.bbc.co.uk/2/hi/4848164.stm

ma comunque non hanno molta possibilità di vivere,no? nel senso...a meno che non si riesca ad operare non possono sopravvivere a lungo...chiedo perchè non so...i siamesi son cose diverse quindi in quel caso possono condurre una vita che non ha nulla di "normale", ma quello gli è capitato purtroppo...

I siamesi sono casi forse più semplici da trattare; in molti casi si riesce ad intervenire con successo chirurgicamente.
Purtroppo in alcuni casi il sistema circolatorio di uno dei pazienti è tributario dell'altro ed in questi casi l'intervento sancirebbe la morte dell'altro; sono sicuramente vite molto complesse, ma non impossibili come nel caso di craniopagus se non si interviene.
Tornando alla tua domanda iniziale le possibilità di sopravvivenza sono minime perchè molte volte i vasi sanguigni sono "intrecciati" tra loro e dipanarle e veramente molto difficile.
Non sono però pessimista; dal punto di vista neurochirurgico l'intervento è riuscito, ma la paziente è morta per un infezione successiva (probabilmente per la non ottimale profilassi antibiotica).

Sicuramente questi casi sono tragici, ma stanno permettendo un maggior studio dell'angiologia cerebrale e di tecniche neurochirurgiche all'anvaguardia che permetterano un konw-out in altri campi (trombi e via dicendo).