Toxoplasmosis

Bellissima, poi dicono che l'evoluzione non esiste....
Allora questi simpatici protozoi parassitano i ratti, si trasferiscono ai gatti e successivamente le cisti (forme di vita semisospesa) possono infettare l'uomo (occhio donzelle in caso di bimbi in programma se avete un micio in casa, parlatene con il gine).
Esiste un problema per i parassiti, come facilitare il passaggio di ospite in ospite e quindi la possibilità di passare i propri geni ai discendenti avendo un vantaggio sugli altri biotipi?
Detto fatto, l'evoluzione non sta mai con le mani in mano, sembra che molti ceppi di toxoplasma danneggino selettivamente alcune aree della corteccia cerebrale responsabili della paura.
Il topo così non è più impaurito dal gatto e....slurp, cisti nel felino e....altro giro signori.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11007336
Evidenze di comportamente strani sono stati osservati anche nell'uomo ed in alcuni casi sono stati messi in corrispondenza con sindromi schizoidi.
Simpatica la parassitologia medica, soprattutto come questi essere si sono evoluti per parassitarci selettivamente, ingannando il nostro sistema immunitario, spesso modulandolo, sfruttando poi recessi anatomici ed orifizi per l'espletamento del loro ciclo anatomico.

maxsar ha scritto:Bellissima, poi dicono che l'evoluzione non esiste....
Allora questi simpatici protozoi parassitano i ratti, si trasferiscono ai gatti e successivamente le cisti (forme di vita semisospesa) possono infettare l'uomo (occhio donzelle in caso di bimbi in programma se avete un micio in casa, parlatene con il gine).
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Occhio max, a detta di tutti i ginecologi che ho sentito negli ultimi 2 anni (accompagnando la mia dolce metà, ovvio ), questo è il classico luogo comunissimo... Per meglio dire: il gatto può essere vettore di toxo, certo, ma allo stesso modo del cane, o di qualsiasi altro animale domestico. Va detto anche che per prevenirla è sufficiente un'attenzione appena normale alle normali norme di igiene (gioco di parole assolutamente voluto). Inoltre, se detto animale domestico è veramente domestico (cioè non esce di casa), le possibilità di contrarre tale patologia diminuiscono notevolemente. Ad ogni modo, ripeto, basta lavarsi le mani....

Occhio max, a detta di tutti i ginecologi che ho sentito negli ultimi 2 anni (accompagnando la mia dolce metà, ovvio ), questo è il classico luogo comunissimo... Per meglio dire: il gatto può essere vettore di toxo, certo, ma allo stesso modo del cane, o di qualsiasi altro animale domestico. Va detto anche che per prevenirla è sufficiente un'attenzione appena normale alle normali norme di igiene (gioco di parole assolutamente voluto). Inoltre, se detto animale domestico è veramente domestico (cioè non esce di casa), le possibilità di contrarre tale patologia diminuiscono notevolemente. Ad ogni modo, ripeto, basta lavarsi le mani....

Ovvio, però per il particolare ciclo del protozoo il gatto è più esposto, ovviamente non ho detto di lasciare il micio sulla corsia dell'autostrada, ma mi sembrava corretto (a costo di essere noioso) un richiamo alla prudenza; la tetrade di Banatter non è per nulla simpatica...
Come in ogni cosa si passa alla teoria delle 3 fasi in medicina ;-)

1) Il farmaco/trattamento/esposizione è legato a guarigione/patologia in una coorte di pazienti (talidomide [estremizzo per il concetto] va benissimo come ipnotico nelle donne incinte, toxoplasma solo nel gatto).

2) Il farmaco/trattamento/esposizione non è legato a guarigione/patologia nella coorte di pazienti (talidomide [disastro], toxo [leggenda metropolitana mici].

3) Il farmaco/trattamento/esposizione è legata in molti casi ad una maggiore esposizione ad una patologia (gatto-toxoplasma, quali animali carnivori predatori di ratti teniamo in casa in occidente?) ed un farmaco, seppur a dato risulatati disastrosi in un certo ambito, può dare buoni risultati dopi un adeguata standardizzazione di fase III (talidomide morbo di Hansen).

davide ha scritto:

maxsar ha scritto:Bellissima, poi dicono che l'evoluzione non esiste....
Allora questi simpatici protozoi parassitano i ratti, si trasferiscono ai gatti e successivamente le cisti (forme di vita semisospesa) possono infettare l'uomo (occhio donzelle in caso di bimbi in programma se avete un micio in casa, parlatene con il gine).
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Occhio max, a detta di tutti i ginecologi che ho sentito negli ultimi 2 anni (accompagnando la mia dolce metà, ovvio ), questo è il classico luogo comunissimo... Per meglio dire: il gatto può essere vettore di toxo, certo, ma allo stesso modo del cane, o di qualsiasi altro animale domestico. Va detto anche che per prevenirla è sufficiente un'attenzione appena normale alle normali norme di igiene (gioco di parole assolutamente voluto). Inoltre, se detto animale domestico è veramente domestico (cioè non esce di casa), le possibilità di contrarre tale patologia diminuiscono notevolemente. Ad ogni modo, ripeto, basta lavarsi le mani....

In effetti, durante la prima gravidanza di mia moglie, avevo una gatta in casa regolarmente vaccinata, andai da un veterinario a chiedere parere e mi disse che l'importante era non venire a contatto con le feci della micia, in ogni caso le possibilità di contrarre la toxoplasmosi da un gatto, a detta di lui, era di un caso su ventimila. Dico questo perchè all'epoca più di una persona aveva fatto previsioni catastrofistiche sulla presenza di un animale in casa e la cosa mi diede fastidio perchè come al solito la gente parla senza cognizione di causa.