Manifestare in piazza

paolo1951 ha scritto:
Qui Holu dissento completamente... non è mai conveniente costringere al lavoro chi non ha voglia, chi non è capace di lavorare... la cosa funzionava a mala pena all'epoca dei faraoni: se la piena del Nilo era scarsa o troppo abbondante i contadini rimanevano per anno senza lavoro e senza cibo, e allora il faraone gli dava lui il grano ma pretendeva che lavorassero a trascinare blocchi di pietra a suon di scudisciate. Ma vedi anche allora la cosa funzionava solo coi lavori pesanti e con la frusta... per i lavori un po' più difficili già 4 mila anni fa si ricorreva a liberi artigiani stipendiati e si usava solo la carota senza il bastone!

Affidare ai disoccupati, da parte dello stato, "lavori socialmente utili" (che poi sono in genere lavori assolutamente inutili), è pura ipocrisia... costa molto di più che mantenerli a fare un cazzo e serve solo a creare burocrazia, cioè parassitismo su parassitismo.
Lo stato non è in grado di produrre qualcosa a costo conveniente nemmeno utilizzando perone capaci e laboriose... figurati con gente che non è né l'una, né l'altra cosa.

A parte che io le piramidi le vedo ancora oggi, qui quelle opere pubbliche del faraone sono state di una qualche utilità, quanto propongo io è sempre meglio di ora, dove un mio amico becca doppio stipendio in nero, e l altro va ogni volta in Tailandia,a spese dell Inps.

paolo1951 ha scritto:

primaverino ha scritto:...
1) Chi non sa ma ha buona volontà può essere addestrato...
2) Quest'ultimo va tenuto a stecchetto finché voglia non sopravvenga...

Perdona l'iper semplificazione.

Apprezzo l'iper semplificazione, ma trovo utopistico pensare che si possa addestrare certe persone e anche far venire la voglia di lavorare a certe altre... tanto più che una civiltà moderna offrirà sempre a loro qualche escamotage per vivere senza dover lavorare.

primaverino ha scritto:...
Lo Stato sarebbe perfettamente in grado di fare, manca la volontà politica.

Anche qui, non è la prima volta, dissento: allo Stato manca il pungolo del "profitto", la forza che deriva dal "bisogno".
Se il tuo fosse un ristorante "di Stato" ... non ti sbatteresti più di tanto perché l'azienda vada bene, perché aumentino lavoro, clientela e incassi. Non ti preoccuperesti di realizzare economie sui costi quando ti basterebbe per pareggiare il bilancio chiedere ulteriori "contributi", sovvenzioni...

Sottoscrivo e chiodo:

"Lo Stato non e' la soluzione. Lo Stato è il problema"

Ronald Regan

No chiodo,ma chioso ...
Sto cas di telefono, scriverci è un incubo ...

holubice ha scritto:...
A parte che io le piramidi le vedo ancora oggi, qui quelle opere pubbliche del faraone sono state di una qualche utilità,  quanto propongo io è sempre meglio di ora, dove un mio amico becca doppio stipendio in nero, e l altro va ogni volta  in Tailandia,a spese dell Inps.

Holu, tu mi stai trascurando un piccolo particolare: sai bene che oggi non è nemmeno immaginabile far lavorare la gente a suo di frustate! E poi la tecnologia fa si che il lavoro schiavistico non abbia più senso... economicamente parlando. Anche il cotone lo si raccoglie con le macchine!

Mantenere un certo numero di persone a fare un cazzo ... è inevitabile in una società moderna. Però non è altrettanto inevitabile, come dici tu, pagar loro il viaggio in Thailandia o due stipendi... e soprattutto lasciare che questa gente abbia ancora la boria di pretendere come diritto quello che è solo una regalia.

paolo1951 ha scritto:

primaverino ha scritto:...
1) Chi non sa ma ha buona volontà può essere addestrato...
2) Quest'ultimo va tenuto a stecchetto finché voglia non sopravvenga...

Perdona l'iper semplificazione.

Apprezzo l'iper semplificazione, ma trovo utopistico pensare che si possa addestrare certe persone e anche far venire la voglia di lavorare a certe altre... tanto più che una civiltà moderna offrirà sempre a loro qualche escamotage per vivere senza dover lavorare.

primaverino ha scritto:...
Lo Stato sarebbe perfettamente in grado di fare, manca la volontà politica.

Anche qui, non è la prima volta, dissento: allo Stato manca il pungolo del "profitto", la forza che deriva dal "bisogno".
3) Se il tuo fosse un ristorante "di Stato" ... non ti sbatteresti più di tanto perché l'azienda vada bene, perché aumentino lavoro, clientela e incassi. Non ti preoccuperesti di realizzare economie sui costi quando ti basterebbe per pareggiare il bilancio chiedere ulteriori "contributi", sovvenzioni...

1-2) Tralasciamo il punto 2... Nel punto 1 parlo di gente che (oggi) non troverebbe lavoro comunque, perché il lavoro non c'è e poi perché alla mia età non ti assume nessuno perché non conviene. Fa' in modo che convenga e poi ne riparliamo.
3) Se fossi soggetto a valutazione del mio operato, penso proprio che non sarebbe una questine di profitto, bensì di riconferma dell'incarico. In ambito pubblico la logica del profitto non ha senso.

E proprio perché in ambito pubblico la logica del profitto non ha senso... il pubblico non funziona, né funzionerà mai.

paolo1951 ha scritto:E proprio perché in ambito pubblico la logica del profitto non ha senso... il pubblico non funziona, né funzionerà mai.

Presumo che non debba essere io ad insegnarti che "profitto" non è sinonimo di "utile", vero? Né che in assenza di "profitto" si debba per forza lavorare in perdita...

Ok ma io mi riferivo proprio al profitto!
La differenza tra pubblico e privato sta nel fatto che nel privato l'amministratore può realizzare un profitto personale principalmente facendo ottenere alla società un utile, nel pubblico invece questo non serve... il suo profitto l'amministratore lo realizza se "compiace" i politici che lo hanno nominato.

... e assai spesso per compiacere questi politici bisogna mandare in perdita l'ente pubblico!

paolo1951 ha scritto:Ok ma io mi riferivo proprio al profitto!
La differenza tra pubblico e privato sta nel fatto che nel privato l'amministratore può realizzare un profitto personale principalmente facendo ottenere alla società un utile, nel pubblico invece questo non serve... il suo profitto l'amministratore lo realizza se "compiace" i politici che lo hanno nominato.

... e assai spesso per compiacere questi politici bisogna mandare in perdita l'ente pubblico!

Appunto. Quindi è un problema di volontà politica e non di impossibilità sistematica.

Primaverino, i politici sono uomini come gli altri ... la "volontà politica" non è una cosa diversa dalla volontà umana in generale.
Ora è chiaro che se tutti gli uomini "volessero" essere altruisti e disinteressati anche l'anarchismo cesserebbe di essere una utopia. Non avremmo bisogno di polizia, di eserciti, di carceri, ecc.
Ma la realtà è ben diversa: non solo vi è una parte di persone decisamente egoiste, ma addirittura lo sono per natura quasi tutti gli uomini... sono i San Francesco quelli che costituiscono "rarissime eccezioni".
La "volontà politica" che tu speri non ci potrà mai essere nella realtà perché questo è contro la "natura" umana.

paolo1951 ha scritto:Primaverino, i politici sono uomini come gli altri ... la "volontà politica" non è una cosa diversa dalla volontà umana in generale.
Ora è chiaro che se tutti gli uomini "volessero" essere altruisti e disinteressati anche l'anarchismo cesserebbe di essere una utopia. Non avremmo bisogno di polizia, di eserciti, di carceri, ecc.
Ma la realtà è ben diversa: non solo vi è una parte di persone decisamente egoiste, ma addirittura lo sono per natura quasi tutti gli uomini... sono i San Francesco quelli che costituiscono "rarissime eccezioni".
La "volontà politica" che tu speri non ci potrà mai essere nella realtà perché questo è contro la "natura" umana.

Non si tratta di essere altruisti o disinteressati.
Sto parlando di efficienza lavorativa basata su regole (poche) e precise, corroborate da quel concetto assai latente, presso di noi che si chiama "senso dello Stato".
Solo un imbecille totale può non comprenderne la portata. Una mente piccola. (non è riferito a te, beninteso).
Ergo si necessita una selezione del personale basata su criteri di compatibilità di merito e con un metodo a prova di bomba al fine di comprendere che la tua attività e "tua", la mia è "mia" il lavoro della Jess o di Holu o del Rasp è "loro" ma lo Stato è di tutti (e NON "di nessuno").
In assenza di comprensione di tale semplicisssimo concetto non c'è teoria economica che tenga e nemmeno baggianate legate a logiche "di profitto" che con quel che sto dicendo c'entrano tanto quanto i famosi cavoli a merenda. Con buona pace di Reagan e delle sue minchiate.

paolo1951 ha scritto:Holu, tu mi stai trascurando un piccolo particolare: sai bene che oggi non è nemmeno immaginabile far lavorare la gente a suo di frustate! E poi la tecnologia fa si che il lavoro schiavistico non abbia più senso... economicamente parlando. Anche il cotone lo si raccoglie con le macchine!
Mantenere un certo numero di persone a fare un cazzo ... è inevitabile in una società moderna. Però non è altrettanto inevitabile, come dici tu, pagar loro il viaggio in Thailandia o due stipendi... e soprattutto lasciare che questa gente abbia ancora la boria di pretendere come diritto quello che è solo una regalia.

Non ti tieni aggiornato ...

Ungheria: un'ombra nera nel cuore d'Europa



"Nella cittadina di Gyöngyöspata, un’ottantina di chilometri da Budapest, sono attive le ronde del Véderö, un gruppo "sportivo" di autodifesa legato al partito di estrema destra Jobbik (i "migliori"), che alle ultime elezioni ha raccolto con la sua propaganda razzista e xenofoba il 17 per cento dei voti. L’ordine del partito è combattere la "criminalità degli zingari", e a Gyöngyöspata la caccia agli "zingari" ha assunto le caratteristiche del pogrom. I rom sono stati aggrediti per strada e le loro abitazioni prese d’assedio da uomini in divisa mimetica armati di spranghe, catene e armi con proiettili di gomma. In aprile 300 rom ungheresi sono stati portati in salvo dalla Croce Rossa per sottrarli alla caccia armata. Più in generale il progetto "sociale" del governo ungherese offre ai senza lavoro di etnia rom la possibilità di non perdere il sussidio di disoccupazione: ciò è a dire che per combattere la disoccupazione dei rom in Ungheria ci sono i lavori forzati. I rom ufficialmente disoccupati sono 300 mila (la popolazione rom in Ungheria raggiunge le 650 mila unità). L’impiego dei disoccupati nei cantieri pubblici è un "esperimento" limitato ma, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe essere esteso a tutto il paese, arrivando a coinvolgere decine di migliaia di persone." (continua nel link...)

paolo1951 ha scritto:Ok ma io mi riferivo proprio al profitto!
La differenza tra pubblico e privato sta nel fatto che nel privato l'amministratore può realizzare un profitto personale principalmente facendo ottenere alla società un utile, nel pubblico invece questo non serve... il suo profitto l'amministratore lo realizza se "compiace" i politici che lo hanno nominato.
... e assai spesso per compiacere questi politici bisogna mandare in perdita l'ente pubblico!

Mi pare te l'avevo fatto l'esempio delle Autostrade. Boh, lo rinciccio.

Ricordate quando, per pagare l'autostrada, dovevate sempre dare i soldi ai casellanti, trovandoli spesso, nel cuore della notte annoiati, con la loro televisorina a riscuotere una mancetta che, di notte, non copriva neanche il costo del loro salario e contributi? Mi chiedevo perchè non sostituire tutto con le (già) presenti Viacard risparmiando un sacco di soldi.

Ovviamente, il buon Paolo ci insegna che molti di quei casellanti erano lì perché imparentati con questo o quel politico, nipoti di questo o quel vescovo. Ed era tutto vero.

Ma venne la privatizzazione: il grosso della nostra rete venne data ai Benetton e soci i quali, come prima cosa, tolsero di mezzo quei perdigiorno dei casellanti: comparvero immediatamente i famosi Telepass, le macchinette automatiche con il robot che ti dice 'arrivederci', e solo nei grossi centri c'è un casellante (tutto intasato). La realizzazione del mio sogno grazie alla mano invisibile (del padrone e la sua frusta).

Un certo Di Pietro Antonio, già pubblico ministero, divenne ministro ai lavori pubblici: l'uomo è quello che è, un po' fessacchiotto, e ne diede prova quando, scartabellando i contratti di concessione pluridecennali tra Stato e la nuova Autostrade per l'Italia scoprì che, nel contratto, i privati avrebbero incassato tutti i soldi dei pedaggi, ma in quei 15 anni avrebbero dovuto costruire/ampliare diversi centinai di km di rete autostradale. Il nostro intimò di restituire l'equivalente di quei soldi immediatamente sull'unghia, oppure iniziare uso razzo i lavori pattuiti nero su bianco. Un, mettiamo, Altissimo, avrebbe chiamato la società e fatto a metà...

Tutto questo per dire che, sempre, la scelta è tra il furto di tanti piccoli ladri di polli, un vero e proprio esercito di parassiti, oppure un manipolo di rotti in culo ricchissimi che si fottono decine di miliardi di euro in un colpo solo.



P.S.
Parentesi mistica:
"Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto".Tradotto dalle parole di nostro Signore: tu rubi un melone, perché puoi inquattarti solo un melone. Se, e quanto, potrei fregarti un milione, ti fregherai un milione. Per questo i furti piccoli e grandi, Lassù, pari sono. Come diceva quello: conta il pensiero ...

Che poi quale sia il discrimine tra quassù, laggù, non si è mai capito: la troposfera è il limen che configura quello che non si può a 1 mm dal suolo ma si può a 100 km? Un po' fallace, come ragionamento

Comunque è vero: di chi ruba qui non frega 'n cazzo anche sulla cintura di Orione!