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Il Monopolio del Cervello.

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Messaggio Da rossala Lun 7 Giu 2010 - 21:33

OGGETTO:
Il Monopolio del Cervello. (una guerra già in corso)

da: http://paternita.info/lettere/monopolio

DATA: 7 Giugno 2010

C’è un dramma oggi che è alla base di molti altri drammi della società. C’è un reato grave contro tutti, contro la pace e la vita, che viene compiuto con frequenza micidiale nelle separazioni ma anche in tante famiglie apparentemente sane ed unite.

Questo dramma è l’impossessamento dei bambini, e delle loro menti. Prendiamo le separazioni: da vent’anni, ancora oggi, ogni 100.000 separazioni (3/4 richieste da donne) 80.000 madri chiederanno ed otterranno l’affido esclusivo o prevalente dei figli, un affidamento “schiacciante” che mortifica la libertà fisica e mentale del bambino, che lo rapisce e lo chiude in gabbie di obblighi e costrizioni dalle quali l’altro genitore non potrà salvarlo perché anch’esso è costretto e se si ribellasse incorrerebbe in pesanti sanzioni e nel carcere.

I nostri più recenti Avi, scrittori della Costituzione, dei diritti e dei doveri, delle responsabilità, delle libertà e delle speranze, oggi stenterebbero a credere tanta crudeltà che ogni anno strappa oltre 90.000 bambini ai loro più essenziali affetti ed interessi morali ed educativi. Quando loro scrissero la Costituzione vollero proteggere la Nazione ed i loro successori dagli scempi delle guerre, del sangue e della disuguaglianza tra popoli, e sarebbero stupefatti nel vedere come il nemico più grande oggi venga da dentro. E' una loro colpa quella di aver menato e punito solo i figli maschi, quando mentivano, quando non erano etici, civili, corretti, quando erano ladri, bugiardi, dissennati: avrebbero dovuto riservare (e salvare) lo stesso trattamento alle loro figlie.

Questi sono i risultati: 80.000 madri (solo nelle separazioni) che ogni anno si “prendono” bambini e ragazzi ancora non maturi e fragili, tagliando via dalla loro vita gran parte delle loro speranze, ricchezza, possibilità, libertà, sviluppo, violando qualsiasi fondamento di libertà, espressione, uguaglianza, partecipazione, responsabilità, ispirazione, dell’altro genitore, degli altri nonni, zii, cugini, dell’altro in genere.

Così insegnano ai loro bambini che la vita è una proprietà. Così insegnano ai loro figli l’egoismo, la solitudine, l’odio. Così imprigionano i figli cittadini del futuro nel baratro del mono-genitore, della mono-opinione, dell’assenza di confronto, scambio, collaborazione, comprensione.

La società di oggi in regressione morale, asettica di valori ed etica, la società che più che società sembra un insieme non coeso di esseri autistici, è il risultato di questo impossessamento in fasce dei propri cittadini, di questa castrazione di ogni slancio ed apertura, dell’atrofia delle menti istupidite dal controllo, dall’isolamento, dal plagio di un’orda di genitrici che dietro la scusa di ansie ed iperprotezione chiedono ed ottengono il razionamento delle ore d’aria dei loro figli coi loro padri e col mondo intorno, e stanno uccidendo la voglia di vivere, respirare, sperare, costruire, fortificarsi, dei bambini e dei ragazzi e con loro della società stessa.

Non so come andrà a finire. Dio, o la Natura, o la volontà di uomini e donne ancora sani, possano salvarci da questo lento declino e strangolamento a cui siamo oramai tutti sottoposti, da questa tirannia ancora non pienamente riconosciuta ed ammessa. Una guerra c’è già in corso, e c’è bisogno di persone che si uniscano e si scrollino dal torpore per espugnare le mura del possesso e della schiavitù delle piccole anime e delle piccole menti, per ridare a tutti i figli la speranza di un futuro più aperto, condiviso, propositivo, per rimettere nei loro occhi quella saggezza e quella luce di cui hanno bisogno per poter illuminare il nostro ed il loro futuro.

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Messaggio Da rossala Mar 8 Giu 2010 - 16:02

se vuoi lottare non devi guardare i numeri e comunque i numeri di oggi sono molto superiori a quelli di ieri, e lo saranno ancora di più in futuro

ma il punto non è questo, il punto è il futuro della nostra società ed il diritto naturale prim'ancora che civile di avere un padre ed una madre

tanto mi basta per credere in questa cosa e accettare qualsiasi impegno che sarà necessario

rj

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Messaggio Da Werewolf Mar 8 Giu 2010 - 20:37

Finchè alla figura paterna non saranno riconosciuti (ovviamente, dopo il periodo dell'allattamento) gli stessi diritti e doveri della figura materna non si potrà mai raggiungere un parità reale.

Eppure, quanti genitori maschi interessati al raggiungimento di questa parità ci sono? Quanti sono davvero desiderosi di avere i medesimi doveri delle madri?

Io vedo, tra le persone che conosco, che molti sono ben lieti di affermare "la figura materna è più importante" oppure "le due figure sono differenti e con la stessa importanza, ma la mancanza della madre avrebbe più peso rispetto a quella del padre", scaricandosi di dosso molte responsabilità.

Se questa è la realtà, se gli stessi uomini non desiderano raggiungere questa eguaglianza in questo campo (ripeto, post-allattamento), come possiamo sperare di raggiungere qualche obiettivo?
Concordo, ma il problema è che la gente in genere, ed i padri in questo caso particolare, non vedono che 'diritto-dovere' è un binomio inscindibile. Non si possono accampare diritti se non si accaparrano doveri di conseguenza, e viceversa non ci dovrebbero subire doveri senza avere l'assicurazione di ottenere i diritti ad essi legati.
Un padre non può dire 'voglio avere l'affidamento condiviso' e dopo però non pagare gli alimenti, così come una madre non può chiedere l'affidamento esclusivo e dopo chiedere il mantenimento all'ex-compagno.
La legge italiana, purtroppo, così come la mentalità della società italiana, è ancora ferma a cinquant'anni fa per certi versi, quando le donne di fatto non avevano alcuna vita sociale fuori dalla casa(eccezioni a parte) e il loro compito era stare a casa a badare ai figli, mente il padre era praticamente assente a raccogliere i soldi per sostentare la famiglia.(Indovinate da quale mentalità deriva questo modello famigliare e dei ruoli femmina-maschio.) In questo contesto, una legge quale quella attuale avrebbe un suo senso, ma ora (anche se in Italia non del tutto) la situazione è radicalmente cambiata: perlomeno a livello di diritto, le donne hanno gli stessi diritti(e quindi doveri) degli uomini, quindi si possono occupare del sostentamento della famiglia allo stesso modo(ripeto, a livello di diritto, che è quello che ci interessa per delineare una legislazione. So bene che nei fatti, i diritti delle donne vengono comunque costantemente calpestati anche in Italia nel campo lavorativo).
Forse che, allora, gli uomini non sono veramente interessati a vedere crescere i propri figli? E' forse per questo che non difendono il proprio diritto di vederli, acquisito col pagarne gli alimenti? Credo che bisogni valutare caso per caso. Personalmente, come figlio di genitori separati e di fatto vissuto con mia madre dai tre ai cinque anni, fino a quando lei non si è tovata l'attuale compagno, persona meravigliosa, non rimpiango affatto l'assenza del padre biologico. Ho comtinuato a vederlo un giorno alla settimana, ma quando ho capito che razza di persona era, raggiunta l'età della ragione, l'ho anche mandato a quel paese. In pratica ha sempre evitato di dare i soldi a mia madre, che pure, grazie a degli accordi, erano molti meno di quelli legali, è sempre stato assente nei momenti importanti e dopo è saltato fuori con la scusa 'aspettavo che crescessi...' E' una mia esperienza personale, ma credo che bisgni analizzare caso per caso per vedere cosa è giusto fare, sempre ricordando il binomio di qui sopra, ribadendo che comunque la legge italiana, che favorisce in ogni modo la madre, è sbagliata. Non ritengo comunque che ci sia il rischio di un lavaggio del cervello dei figli da parte delle madri, non più che nelle famiglie dove i bambini ricevono fin da piccoli un indottrinamento(di qualsiasi genere, da quello religioso a quello più semplicemente comportamentale). Dipende sempre dal genitore o dai genitori. E' chiaro che l'impronta materna possa essere molto forte, in caso di affidamento condiviso, ma dipende molto dalla madre e dal grado di libertà che lascia ai figli.

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La libertà è inafferrabile, ma non conosco altro per cui valga la pena di vivere.
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Messaggio Da andreo Ven 11 Giu 2010 - 9:26

io son sposato ed ho un figlio in arrivo, detto che ogni tanto anche io ho paura di separarmi, nel momento stesso in cui la mia compagna ha saputo di essere incinta per quanto la mia felicità avesse toccato l'estasi pura mi misi con lei a sedere e le dissi "conviviamo da 4 anni, io vorrei che questo fosse per sempre, ma tu cosa ne pensi" lei mi disse di sì con la consapevolezza della responsabilità che un figlio porta.
faccio questa premessa perchè invece molte volte un figlio è visto come la soluzione del problema di coppia, perchè a mio avviso prima di pensare esclusivamente a se stessi meglio interrompere la gravidanza, il problema non è la legislazione attuale che per quanto crudele può essere affrontata ma è la leggerezza con cui coppie sempre più fragili hanno figli, indi che sia affidato alla madre o al padre il trauma rimane sempre enorme, e sono convinto che un figlio con genitori separati avrà molte più probabilità di separarsi a sua volta quando sarà adulto.

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Messaggio Da Rasputin Ven 11 Giu 2010 - 10:22

Sono stato sposato due volte, ed ora sto maturando la convinzione che il matrimonio è un'istituzione superata. A prescindere dal fatto che secondo me è molto più bello stare insieme perchè lo si vuole, per libera scelta e senza contratti di alcun tipo, perlomeno senza contratti che vincolino l'unione in sè, ovvio che non mi riferisco ad eventuali mutui in comune ecc. che quantunque "Pericolosi" possono essere stipulati in maniera da presentare poche difficoltà in caso di separazione, a prescindere da ciò dicevo, mi sto convincendo che il matrimonio è un'istituzione superata a causa dei mutamenti sociali che hanno avuto luogo negli ultimi 40 anni nel mondo "Civile", che non sto ad elencare perchè mi pare superfluo. Una relazione di coppia oggigiorno non è quasi mai "Per sempre", si dovrebbero piuttosto dirigere gli sforzi per garantire ai figli il diritto ad avere un padre ed una madre, qualunque sia il loro status reciproco. Il matrimonio, sia quello istituzionale che la semplice unione di fatto, non è vincolante, avere un figlio sì, comporta obblighi non solo nei suoi confronti ma anche reciproci. Poi Andreo, la frase "Un figlio con genitori separati avrà molte più probabilità di separarsi a sua volta quando sarà adulto" mi pare contenere in sè una accezione negativa, perché? In una società dove separarsi è un normale diritto, non la dovrebbe avere, anzi direi il contrario. Vivo in un paese con forse un paio di migliaia di abitanti, ho un sacco di amici e conoscenti giovanissimi, quasi tutti hanno una relazione fissa, molti da quando avevano 16-17 anni. Io quando si tocca l'argomento sono solito chiedere: puoi immaginarti che la tua compagna/il tuo compagno sia l'ultima/o della tua vita? Quelli onesti non mi rispondono, alcuni onestissimi dicono di no. Beh ho buttato il sasso, sono curioso di leggere come la pensate.

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Messaggio Da andreo Ven 11 Giu 2010 - 10:46

Blush response ha scritto:Sono stato sposato due volte, ed ora sto maturando la convinzione che il matrimonio è un'istituzione superata. A prescindere dal fatto che secondo me è molto più bello stare insieme perchè lo si vuole, per libera scelta e senza contratti di alcun tipo, perlomeno senza contratti che vincolino l'unione in sè, ovvio che non mi riferisco ad eventuali mutui in comune ecc. che quantunque "Pericolosi" possono essere stipulati in maniera da presentare poche difficoltà in caso di separazione, a prescindere da ciò dicevo, mi sto convincendo che il matrimonio è un'istituzione superata a causa dei mutamenti sociali che hanno avuto luogo negli ultimi 40 anni nel mondo "Civile", che non sto ad elencare perchè mi pare superfluo. Una relazione di coppia oggigiorno non è quasi mai "Per sempre", si dovrebbero piuttosto dirigere gli sforzi per garantire ai figli il diritto ad avere un padre ed una madre, qualunque sia il loro status reciproco. Il matrimonio, sia quello istituzionale che la semplice unione di fatto, non è vincolante, avere un figlio sì, comporta obblighi non solo nei suoi confronti ma anche reciproci. Poi Andreo, la frase "Un figlio con genitori separati avrà molte più probabilità di separarsi a sua volta quando sarà adulto" mi pare contenere in sè una accezione negativa, perché? In una società dove separarsi è un normale diritto, non la dovrebbe avere, anzi direi il contrario. Vivo in un paese con forse un paio di migliaia di abitanti, ho un sacco di amici e conoscenti giovanissimi, quasi tutti hanno una relazione fissa, molti da quando avevano 16-17 anni. Io quando si tocca l'argomento sono solito chiedere: puoi immaginarti che la tua compagna/il tuo compagno sia l'ultima/o della tua vita? Quelli onesti non mi rispondono, alcuni onestissimi dicono di no. Beh ho buttato il sasso, sono curioso di leggere come la pensate.

sono abbastanza convinto che la mia affermazione abbia anche un riscontro scientifico, ma senza andar a cercare numeri e statistiche chiaramente un figlio impara cosa vuol dire avere una relazione sentimentale propio dai genitori, ovviamente ci sono anche fattori esterni ma non c'è cosa più potente dell'imprinting genitoriale.
per quel che riguarda i rapporti sentimentali sono perfettamente daccordo con te, con la mia compagna ci siamo sposati soltanto perchè in italia l'uomo nelle coppie di fatto con figli non è assolutamente tutelato, c'è il riconoscimento ma se muorissi i miei averi andrebbero a mio figlio alla maggiore età e la mia donna non avrebbe di che sostentarlo e sarebbe buttata fuori da casa (per avere meno "obblighi la casa l'ho pagata io a lei è spettato il mobilio) indi la decisione era ovvia, detto questo per me più libertà di scelta c'è e più si stà tranquilli nella coppia, ma ed è un grande "ma" quando si mette al mondo un figlio le cose cambiano, non è più questione di farsi male tra adulti, c'è un bimbo nel mezzo che non può essere danneggiato in quanto non ha "scelto" di diventare quel che è ci si è ritrovato per volontà nostra, indi la RESPONSABILITA' della sua serenità psicologica deve necessariamente gravare sui genitori, scusatemi ma su certi argomenti sono molto estremo, per me non c'è giustificazione che tenga quando si rovina la vita ad un'altra persona per mancanza di discernimento.

oltretutto vorrei aggiungere (l'argomento mi è molto caro) che ritengo assurdo mettersi insieme a 14 anni e far durare il rapporto a vita i tempi sono cambiati e secondo me c'è un'età per divertirsi e fare i ragazzi e un'età per trovare una compagna e passarci la vita.

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Messaggio Da Rasputin Ven 11 Giu 2010 - 11:14

andreo ha scritto:
sono abbastanza convinto che la mia affermazione abbia anche un riscontro scientifico,

Se si tratta dell'affermazione che un figlio ha bisogno di ambi i genitori, sono praticamente sicuro che ce l'ha, su questo siamo d'accordo.

andreo ha scritto:ma senza andar a cercare numeri e statistiche chiaramente un figlio impara cosa vuol dire avere una relazione sentimentale propio dai genitori, ovviamente ci sono anche fattori esterni ma non c'è cosa più potente dell'imprinting genitoriale.

Giustissimo. Ma cos'è una relazione sentimentale è a mio parere una cosa strettamente legata a fattori sociali, quindi mutevoli. Una volta era normale che una coppia rimanesse tale per tutta la vita, ora a causa dei già citati sviluppi sta diventando normale il contrario. Se i figli ricevono un imprinting genitoriale in questo senso, purché con accezione positiva, non ci vedo nulla di male, anzi mi pare una migliore preparazione a quello cui si può andare incontro nella vita.

andreo ha scritto:per quel che riguarda i rapporti sentimentali sono perfettamente daccordo con te, con la mia compagna ci siamo sposati soltanto perchè in italia l'uomo nelle coppie di fatto con figli non è assolutamente tutelato, c'è il riconoscimento ma se muorissi i miei averi andrebbero a mio figlio alla maggiore età e la mia donna non avrebbe di che sostentarlo e sarebbe buttata fuori da casa (per avere meno "obblighi la casa l'ho pagata io a lei è spettato il mobilio) indi la decisione era ovvia, detto questo per me più libertà di scelta c'è e più si stà tranquilli nella coppia, ma ed è un grande "ma" quando si mette al mondo un figlio le cose cambiano, non è più questione di farsi male tra adulti, c'è un bimbo nel mezzo che non può essere danneggiato in quanto non ha "scelto" di diventare quel che è ci si è ritrovato per volontà nostra, indi la RESPONSABILITA' della sua serenità psicologica deve necessariamente gravare sui genitori, scusatemi ma su certi argomenti sono molto estremo, per me non c'è giustificazione che tenga quando si rovina la vita ad un'altra persona per mancanza di discernimento.

Che le attuali condizioni sociali favoriscano questo tipo di compromessi (Vedi grassetto) mi intristisce assai, ma è un dato di fatto e tutto quello che si può fare è cercare di cambiare le cose. Sulla seconda parte sono d'accordo, mi sembra di averlo sintetizzato anch'io (Almeno questa era la mia intenzione) con la frase "Il matrimonio, sia quello istituzionale che la semplice unione di fatto, non è vincolante, avere un figlio sì, comporta obblighi non solo nei suoi confronti ma anche reciproci".

andreo ha scritto:oltretutto vorrei aggiungere (l'argomento mi è molto caro) che ritengo assurdo mettersi insieme a 14 anni e far durare il rapporto a vita i tempi sono cambiati e secondo me c'è un'età per divertirsi e fare i ragazzi e un'età per trovare una compagna e passarci la vita.

Ovvio. Passare la vita con una compagna è (Dev'essere, io non ho ancora fatto l'esperienza) una bellissima cosa e sicuramente è il sogno di molti, il fatto che riesca solo in una minoranza di casi è per me dovuto, come dicevo, a fattori sociali. Personalmente ritengo più interessante avere avuto diverse compagne nella vita, essermi arricchito del bene che mi hanno voluto diverse persone e non solo una, ed aver voluto bene, a mia volta (Spero) arricchendole a diverse persone e non solo una.

Per quel che riguarda i figli, vedo che siamo d'accordo ma ritengo non superfluo ribadire con una frase di mia madre: dal coniuge si può divorziare, dai figli no.

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Messaggio Da andreo Ven 11 Giu 2010 - 11:51

Blush response ha scritto:
andreo ha scritto:
sono abbastanza convinto che la mia affermazione abbia anche un riscontro scientifico,

Se si tratta dell'affermazione che un figlio ha bisogno di ambi i genitori, sono praticamente sicuro che ce l'ha, su questo siamo d'accordo.

andreo ha scritto:ma senza andar a cercare numeri e statistiche chiaramente un figlio impara cosa vuol dire avere una relazione sentimentale propio dai genitori, ovviamente ci sono anche fattori esterni ma non c'è cosa più potente dell'imprinting genitoriale.

Giustissimo. Ma cos'è una relazione sentimentale è a mio parere una cosa strettamente legata a fattori sociali, quindi mutevoli. Una volta era normale che una coppia rimanesse tale per tutta la vita, ora a causa dei già citati sviluppi sta diventando normale il contrario. Se i figli ricevono un imprinting genitoriale in questo senso, purché con accezione positiva, non ci vedo nulla di male, anzi mi pare una migliore preparazione a quello cui si può andare incontro nella vita.

andreo ha scritto:per quel che riguarda i rapporti sentimentali sono perfettamente daccordo con te, con la mia compagna ci siamo sposati soltanto perchè in italia l'uomo nelle coppie di fatto con figli non è assolutamente tutelato, c'è il riconoscimento ma se muorissi i miei averi andrebbero a mio figlio alla maggiore età e la mia donna non avrebbe di che sostentarlo e sarebbe buttata fuori da casa (per avere meno "obblighi la casa l'ho pagata io a lei è spettato il mobilio) indi la decisione era ovvia, detto questo per me più libertà di scelta c'è e più si stà tranquilli nella coppia, ma ed è un grande "ma" quando si mette al mondo un figlio le cose cambiano, non è più questione di farsi male tra adulti, c'è un bimbo nel mezzo che non può essere danneggiato in quanto non ha "scelto" di diventare quel che è ci si è ritrovato per volontà nostra, indi la RESPONSABILITA' della sua serenità psicologica deve necessariamente gravare sui genitori, scusatemi ma su certi argomenti sono molto estremo, per me non c'è giustificazione che tenga quando si rovina la vita ad un'altra persona per mancanza di discernimento.

Che le attuali condizioni sociali favoriscano questo tipo di compromessi (Vedi grassetto) mi intristisce assai, ma è un dato di fatto e tutto quello che si può fare è cercare di cambiare le cose. Sulla seconda parte sono d'accordo, mi sembra di averlo sintetizzato anch'io (Almeno questa era la mia intenzione) con la frase "Il matrimonio, sia quello istituzionale che la semplice unione di fatto, non è vincolante, avere un figlio sì, comporta obblighi non solo nei suoi confronti ma anche reciproci".

andreo ha scritto:oltretutto vorrei aggiungere (l'argomento mi è molto caro) che ritengo assurdo mettersi insieme a 14 anni e far durare il rapporto a vita i tempi sono cambiati e secondo me c'è un'età per divertirsi e fare i ragazzi e un'età per trovare una compagna e passarci la vita.

Ovvio. Passare la vita con una compagna è (Dev'essere, io non ho ancora fatto l'esperienza) una bellissima cosa e sicuramente è il sogno di molti, il fatto che riesca solo in una minoranza di casi è per me dovuto, come dicevo, a fattori sociali. Personalmente ritengo più interessante avere avuto diverse compagne nella vita, essermi arricchito del bene che mi hanno voluto diverse persone e non solo una, ed aver voluto bene, a mia volta (Spero) arricchendole a diverse persone e non solo una.

Per quel che riguarda i figli, vedo che siamo d'accordo ma ritengo non superfluo ribadire con una frase di mia madre: dal coniuge si può divorziare, dai figli no.


il fatto è che in questa società dagli "alti valori morali" il più delle volte le cose si fanno per convenzione e per comodità, siamo cattolici perchè è tradizione, ci mettiamo con una persona possibilmente che piaccia ai genitori perchè così deve essere, ci sposiamo prima di convivere perchè così si fà, facciamo figli perchè rimettano in piedi il nostro rapporto, finchè alla fine non ci rendiamo conto che da quando avevamo 14 anni abbiamo passato le serate nei pub col fidanzatino, e che ci manca molto aver fatto gli stupidi a giro, aver tirato l'alba dopo una zingarata, e allora ci si separa e si fà i 20enni a 50 anni....

fortunatamente io e la mia compagna abbiamo girato molti partner e ci siamo sdati fino ai 30 anni, poi ci siamo conosciuti abbiamo convissuto per 4 anni e quando è arrivato il bimbo siamo stati felici, consapevoli che stiamo insieme perchè lo vogliamo e perchè dopo 4 anni di convivenza ancora io non vedo l'ora di tornare a casa.

magari non è la ricetta della felicità ma affronti le cose con un'altra indole, ti dai una regolata perchè sai che nel bene o nel male hai fatto il ragazzo quando eri ragazzo ed è arrivato il momento di fare gli adulti.

andreo
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Messaggio Da Rasputin Ven 11 Giu 2010 - 12:43

andreo ha scritto:il fatto è che in questa società dagli "alti valori morali" il più delle volte le cose si fanno per convenzione e per comodità, siamo cattolici perchè è tradizione, ci mettiamo con una persona possibilmente che piaccia ai genitori perchè così deve essere, ci sposiamo prima di convivere perchè così si fà, facciamo figli perchè rimettano in piedi il nostro rapporto, finchè alla fine non ci rendiamo conto che da quando avevamo 14 anni abbiamo passato le serate nei pub col fidanzatino, e che ci manca molto aver fatto gli stupidi a giro, aver tirato l'alba dopo una zingarata, e allora ci si separa e si fà i 20enni a 50 anni....

Può darsi, anzi sicuramente esistono casi simili (A mio parere più tra le donne che tra gli uomini), ma ti assicuro che non è il mio. Il mio attuale essere single è una scelta maturata, quantunque non disdegnerei una relazione fissa con una donna su basi autonome, io casa mia, lei casa sua, vedersi quando se ne ha voglia ambi.

andreo ha scritto:fortunatamente io e la mia compagna abbiamo girato molti partner e ci siamo sdati fino ai 30 anni, poi ci siamo conosciuti abbiamo convissuto per 4 anni e quando è arrivato il bimbo siamo stati felici, consapevoli che stiamo insieme perchè lo vogliamo e perchè dopo 4 anni di convivenza ancora io non vedo l'ora di tornare a casa.

Ti auguro sinceramente che le cose continuino ad andare come desideri, ma tenere presente che possono cambiare (Una realtà inconfutabile, specie quando si ha a che fare con donne ma valida in tutto) è appunto realistico e mette al riparo da molte delusioni.

andreo ha scritto:magari non è la ricetta della felicità ma affronti le cose con un'altra indole, ti dai una regolata perchè sai che nel bene o nel male hai fatto il ragazzo quando eri ragazzo ed è arrivato il momento di fare gli adulti.

La felicità è una cosa a mio parere molto soggettiva, ed ognuno dovrebbe avere la sua, di ricetta. Anche quella di fare il ragazzo tutta la vita può essere un'ottima ricetta, a me personalmente non mi frega nulla, anzi ho parecchio in contrario a "Darmi una regolata" (Qualunque cosa tu intenda tu con questo), nemmeno il fatto di aver fatto il ragazzo quando lo ero per me è una ragione. Gli unici limiti, peraltro piacevolissimi, sono costituiti dai miei figli (Se no me ne sarei già andato da dove sono), dai doveri che ho di conseguenza nei confronti della madre di mia figlia (Quella dell'altro è morta l'anno scorso) e dal lavoro visto che devo mangiare. Poi beh, anche le zingarate sono condizionate dall'età, ma solo fisiologicamente; se non le faccio più non è certo perché ho "Messo la testa a posto", ma perchè in primo luogo ovviamente alla soglia dei 50 non reggo e non recupero più come a 35, e perché ho altre priorità, mi interessa di più lo sport che faccio e quindi vado a dormire in modo tale da essere in forma il giorno seguente. Ma anche questa è una scelta personale.

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Messaggio Da andreo Ven 11 Giu 2010 - 14:27

Blush response ha scritto:
andreo ha scritto:il fatto è che in questa società dagli "alti valori morali" il più delle volte le cose si fanno per convenzione e per comodità, siamo cattolici perchè è tradizione, ci mettiamo con una persona possibilmente che piaccia ai genitori perchè così deve essere, ci sposiamo prima di convivere perchè così si fà, facciamo figli perchè rimettano in piedi il nostro rapporto, finchè alla fine non ci rendiamo conto che da quando avevamo 14 anni abbiamo passato le serate nei pub col fidanzatino, e che ci manca molto aver fatto gli stupidi a giro, aver tirato l'alba dopo una zingarata, e allora ci si separa e si fà i 20enni a 50 anni....

Può darsi, anzi sicuramente esistono casi simili (A mio parere più tra le donne che tra gli uomini), ma ti assicuro che non è il mio. Il mio attuale essere single è una scelta maturata, quantunque non disdegnerei una relazione fissa con una donna su basi autonome, io casa mia, lei casa sua, vedersi quando se ne ha voglia ambi.

andreo ha scritto:fortunatamente io e la mia compagna abbiamo girato molti partner e ci siamo sdati fino ai 30 anni, poi ci siamo conosciuti abbiamo convissuto per 4 anni e quando è arrivato il bimbo siamo stati felici, consapevoli che stiamo insieme perchè lo vogliamo e perchè dopo 4 anni di convivenza ancora io non vedo l'ora di tornare a casa.

Ti auguro sinceramente che le cose continuino ad andare come desideri, ma tenere presente che possono cambiare (Una realtà inconfutabile, specie quando si ha a che fare con donne ma valida in tutto) è appunto realistico e mette al riparo da molte delusioni.

andreo ha scritto:magari non è la ricetta della felicità ma affronti le cose con un'altra indole, ti dai una regolata perchè sai che nel bene o nel male hai fatto il ragazzo quando eri ragazzo ed è arrivato il momento di fare gli adulti.

La felicità è una cosa a mio parere molto soggettiva, ed ognuno dovrebbe avere la sua, di ricetta. Anche quella di fare il ragazzo tutta la vita può essere un'ottima ricetta, a me personalmente non mi frega nulla, anzi ho parecchio in contrario a "Darmi una regolata" (Qualunque cosa tu intenda tu con questo), nemmeno il fatto di aver fatto il ragazzo quando lo ero per me è una ragione. Gli unici limiti, peraltro piacevolissimi, sono costituiti dai miei figli (Se no me ne sarei già andato da dove sono), dai doveri che ho di conseguenza nei confronti della madre di mia figlia (Quella dell'altro è morta l'anno scorso) e dal lavoro visto che devo mangiare. Poi beh, anche le zingarate sono condizionate dall'età, ma solo fisiologicamente; se non le faccio più non è certo perché ho "Messo la testa a posto", ma perchè in primo luogo ovviamente alla soglia dei 50 non reggo e non recupero più come a 35, e perché ho altre priorità, mi interessa di più lo sport che faccio e quindi vado a dormire in modo tale da essere in forma il giorno seguente. Ma anche questa è una scelta personale.

ma io non mi permetterei mai di parlare di te, stavo soltanto facendo il resocondo di situazioni di molti conoscenti che hanno fatto scelte a mio avviso sbagliate, e detto questo non oso nemmeno pensare di avere la ricetta della felicità, per quel che mi riguarda la strada che ho preso è questa e spero sinceramente che funzioni poi per il resto ogni uomo è un'isola a sè.

andreo
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Messaggio Da Rasputin Ven 11 Giu 2010 - 19:20

Ho notato che hai accuratamente evitato di intervenire ad personam, e l'ho apprezzato. Di me stesso sono stato io a parlare per primo, e l'ho fatto volontariamente. Sul fatto che "Ogni uomo è un'isola a sè" non ci piove, siamo d'accordissimo wink..

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