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L'Espresso e i suicidi in Giappone

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L'Espresso e i suicidi in Giappone Empty Re: L'Espresso e i suicidi in Giappone

Messaggio Da *Valerio* Ven 12 Mar 2010 - 22:04

Articolo preso dalla rete

La stampa giapponese mette deliberatamente in secondo piano questi
avvenimenti per non incoragggiare possibili imitatori. Di solito
raggiungono le pagine dei giornali solo i casi più spettacolari.

Quando Kobe venne sconvolta dal terremoto del 1995, alcuni responsabili
delle società energetiche si uccisero a catena per errori nella gestione
dell'emergenza che aveva causato vittime tra la popolazione. Il
vicesindaco di Kobe si diede fuoco un anno dopo, probabilmente per il
rimorso di non aver potuto fare di più.
Nel dicembre 1998, nella
regione di Tohoku, fallì la Tokuyo City Bank, una piccola banca locale
che non fece certo notizia nella grande finanza. Eppure da questa
bancarotta ebbero origine 37 fallimenti di piccole e medie aziende, per
un totale di 24,4 miliardi di yen, e tra gennaio e giugno del 1999, 78
suicidi. Denominatore comune di queste morti: la vergogna per il
disonore.
Ma gli esempi ecclatanti sono tanti: Nonaka Masaharu,
manager della Bridgestone uccisosi davanti al presidente dell'azienda;
Kamoshida Takayuki, capo del personale della Banca del Giappone; alcuni
funzionari del Ministero delle Finanze indagati per corruzione; il capo
di una commissione d'inchiesta dell'Agenzia per il Nucleare; il
direttore della Società Autostrade.
Kobayashi Masaaki, presidente
della Spot Co., una ditta che commercializzava parti di automobili, e
due agenti di vendita che piazzavano i suoi prodotti, si sono tolti la
vita in un albergo di Tokyo, dopo aver inviato istruzioni al
capocontabile dell'azienda di utilizzare la loro assicurazione sulla
vita per ripagare i debiti della ditta.


Non mi piacciono particolarmente quando li vedo speronare una barca di greenpeace mentre stanno dando la caccia ad una balena anzi...ma li ammiro sotto molti altri versi.
Una cosa mi viene in mente Ludwig,
ti immagini se i nostri politici,imprenditori,faccendieri per un attimo fossero
come dire..."posseduti dalla morale nipponica"...?
quanti di loro sarebbero tentati dal suicidio?

Ho letto l'articolo per intero dell'espresso ed anch'io mi chiedo se sia ancora un giornale di sinistra,comunque leggendo...

Ci dice il nunzio apostolico in Giappone, l’arcivescovo Alberto Bottari
de Castello, a capo della nunziatura di Tokyo da 5 anni: “I giapponesi
non hanno un rapporto personale con Dio. Il concetto dell’individuo, che
è al centro della cultura occidentale, non fa parte del loro Dna
culturale. Si identificano con il gruppo, la società, l'azienda, la
nazione. Quando un cristiano arriva alla decisione di togliersi la vita
sa che sta per infrangere una regola sacra: la vita gliel’ha data Dio e
solo Dio gliela può togliere. Il giapponese tentato dal suicidio non ha
questo freno. Non ha il concetto del peccato. Non ha nessuno, non ha
niente, all’infuori del proprio mondo materiale e culturale, a cui
chiedere aiuto. Ma nel suo mondo chiedere aiuto è disonorevole, e allora
deve risolvere all’interno di se stesso il dramma della propria
infelicità, divenuta insopportabile. I cristiani, anche nei momenti più
bui, possono sempre tendere la mano verso Dio. I giapponesi no. Hanno
otto milioni di dei, migliaia di meravigliosi templi, santuari, altari,
altarini, due religioni ufficiali, il buddismo e lo shintoismo, ma
vivono senza il Dio unico onnipotente e misericordioso, senza il
concetto di Dio padre di tutta l’umanità e presente in ciascuno di noi,
sempre".

...potrei controbattere che l'influenza della morale cristiana e la chiesa,dispensatrice di alti valori morali, fallisca miseramente nel suo intento di rendere migliori gli uomini durante la vita terrena.
In pratica,io disonesto,corruttore,ladro me ne fotto del giudizio degli uomini,mi rimetto a quello divino... (probabilmente certo di poter fottere anche dio).

___________________
La vita è incontrarsi e illuminare il buio
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*Valerio*
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