I tre cristi di Ypsilanti
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I tre cristi di Ypsilanti
Quei tre Cristi in manicomio: alla fine si arrese il medico
Ripubblicato in Usa il libro che racconta dell'esperimento più folle del mondo, tentato nel 1959: mettere insieme tre persone convinte di essere il Messia e vedere se qualcuno di loro rinsavisce. Ecco come andò
Dal sito di Repubblica
Di questo esperimento si dice che i matti fossero quattro. Oltre al trio di uomini convinti di essere Gesù Cristo, anche lo psicologo che aveva pensato di riunirli nella stessa stanza. Ma Milton Rokeach, medico dell'ospedale pubblico di Ypsilanti, Michigan, sapeva che nessuno da solo può far cambiare idea a un uomo convinto di essere il Messia. Pensò allora di utilizzare il confronto. L'uno di fronte all'altro, quegli illusi avrebbero messo in discussione la loro folle convinzione. Alla fine invece l'unico a cedere fu Rokeach, che dopo due anni di esperimento, infinite dispute e anche una scazzottata, lasciò che i tre Gesù riprendessero le loro strade e le loro predicazioni.
L'unico frutto dell'esperimento più folle del mondo, iniziato il primo luglio 1959, fu il resoconto scritto da Rokeach, professore all'università del Michigan, nel libro "I tre Cristi di Ypsilanti 1", che conteneva le trascrizioni dei colloqui fra i sedicenti messia e le considerazioni del medico. Il libro andò esaurito quasi subito, ispirò una sceneggiatura cinematografica, un'opera teatrale e due versioni operistiche. Oggi viene ripubblicato negli Stati Uniti, con lo stesso titolo e una recensione del New York Review of Books 2.
I tre Gesù dell'esperimento - tutti con una diagnosi di schizofrenia paranoica - erano Clyde
Benson, un contadino settantenne con il vizio della bottiglia, Jospeh Cassel, 58 anni, scrittore fallito, ricoverato dopo aver picchiato i familiari e Leon Gabor, 38 anni, un veterano della seconda guerra mondiale, quello su cui il medico riponeva più speranze. "Sono Dio", si presentò il primo. "Ho creato Dio", specificò il secondo. "Sul mio certificato di nascita è scritto che sono la reincarnazione di Gesù di Nazareth", fu più preciso Gabor.
I tre per un periodo di due anni furono messi a dormire nella stessa stanza, condivisero i pasti e i turni di lavoro nella lavanderia dell'istituto. Rokeach voleva mettere i pazienti di fronte alla "estrema contraddizione in cui possa trovarsi la mente umana: quella in cui più persone reclamano la stessa identità". Era partito con lo spulciare l'elenco dei 25mila malati di mente ricoverati nel suo stato e non trovando nessun Napoleone, ma solo una manciata di finti eredi Ford o Morgan, un Dio donna, una Biancaneve e una decina di Gesù, optò per quest'ultimo. Si trovò avviluppato in una disputa inestricabile a colpi di urla: "Devi adorarmi ti dico". "Non lo farò mai, tu sei una creatura, apri gli occhi e rassegnati a vivere la tua vita". E infine: "Io sono il Buon Dio".
Le speranze dello psicologo nascevano da una storia raccontata da Voltaire nel suo commento al "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria. Il filosofo riferiva il caso di Simon Morin, bruciato al rogo a Parigi nel 1663 per aver affermato di essere Gesù Cristo. "La cosa notevole - scrive il Voltaire - è che nel suo stesso manicomio era stato rinchiuso un altro matto che si definiva Dio Padre. Simon Morin fu così colpito dalla pazzia di quest'uomo che riconobbe la sua e per un certo periodo ritornò in sé". Salvo poi, dopo essere stato dimesso, "ricadere nel nonsenso di prima".
A Ypsilanti, dopo una scazzottata fra i tre, Rokeach pensò di aver raggiunto un importante successo quando Gabor rinunciò al suo biglietto da visita "Dr Domino dominorum et Rex rexarum" per un più sobrio "Sir Simplis Christianus". Ma si trattava di una vittoria insignificante. Per Benson i due rivali non erano vivi, ma avevano "delle macchine che parlano dentro al loro corpo". Gabor riteneva i suoi colleghi degli dei con la "d" minuscola. Cassel invece aveva una spiegazione molto logica: se gli altri due fossero stati veramente Gesù, non sarebbero ricoverati in un manicomio. Alla fine successe qualcosa di imprevedibile: i tre smisero di litigare e iniziarono semplicemente a parlare d'altro. Rokeach a quel punto capì che l'esperimento era fallito e lasciò liberi i tre Cristi di Ypsilanti.
Ripubblicato in Usa il libro che racconta dell'esperimento più folle del mondo, tentato nel 1959: mettere insieme tre persone convinte di essere il Messia e vedere se qualcuno di loro rinsavisce. Ecco come andò
Dal sito di Repubblica
Di questo esperimento si dice che i matti fossero quattro. Oltre al trio di uomini convinti di essere Gesù Cristo, anche lo psicologo che aveva pensato di riunirli nella stessa stanza. Ma Milton Rokeach, medico dell'ospedale pubblico di Ypsilanti, Michigan, sapeva che nessuno da solo può far cambiare idea a un uomo convinto di essere il Messia. Pensò allora di utilizzare il confronto. L'uno di fronte all'altro, quegli illusi avrebbero messo in discussione la loro folle convinzione. Alla fine invece l'unico a cedere fu Rokeach, che dopo due anni di esperimento, infinite dispute e anche una scazzottata, lasciò che i tre Gesù riprendessero le loro strade e le loro predicazioni.
L'unico frutto dell'esperimento più folle del mondo, iniziato il primo luglio 1959, fu il resoconto scritto da Rokeach, professore all'università del Michigan, nel libro "I tre Cristi di Ypsilanti 1", che conteneva le trascrizioni dei colloqui fra i sedicenti messia e le considerazioni del medico. Il libro andò esaurito quasi subito, ispirò una sceneggiatura cinematografica, un'opera teatrale e due versioni operistiche. Oggi viene ripubblicato negli Stati Uniti, con lo stesso titolo e una recensione del New York Review of Books 2.
I tre Gesù dell'esperimento - tutti con una diagnosi di schizofrenia paranoica - erano Clyde
Benson, un contadino settantenne con il vizio della bottiglia, Jospeh Cassel, 58 anni, scrittore fallito, ricoverato dopo aver picchiato i familiari e Leon Gabor, 38 anni, un veterano della seconda guerra mondiale, quello su cui il medico riponeva più speranze. "Sono Dio", si presentò il primo. "Ho creato Dio", specificò il secondo. "Sul mio certificato di nascita è scritto che sono la reincarnazione di Gesù di Nazareth", fu più preciso Gabor.
I tre per un periodo di due anni furono messi a dormire nella stessa stanza, condivisero i pasti e i turni di lavoro nella lavanderia dell'istituto. Rokeach voleva mettere i pazienti di fronte alla "estrema contraddizione in cui possa trovarsi la mente umana: quella in cui più persone reclamano la stessa identità". Era partito con lo spulciare l'elenco dei 25mila malati di mente ricoverati nel suo stato e non trovando nessun Napoleone, ma solo una manciata di finti eredi Ford o Morgan, un Dio donna, una Biancaneve e una decina di Gesù, optò per quest'ultimo. Si trovò avviluppato in una disputa inestricabile a colpi di urla: "Devi adorarmi ti dico". "Non lo farò mai, tu sei una creatura, apri gli occhi e rassegnati a vivere la tua vita". E infine: "Io sono il Buon Dio".
Le speranze dello psicologo nascevano da una storia raccontata da Voltaire nel suo commento al "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria. Il filosofo riferiva il caso di Simon Morin, bruciato al rogo a Parigi nel 1663 per aver affermato di essere Gesù Cristo. "La cosa notevole - scrive il Voltaire - è che nel suo stesso manicomio era stato rinchiuso un altro matto che si definiva Dio Padre. Simon Morin fu così colpito dalla pazzia di quest'uomo che riconobbe la sua e per un certo periodo ritornò in sé". Salvo poi, dopo essere stato dimesso, "ricadere nel nonsenso di prima".
A Ypsilanti, dopo una scazzottata fra i tre, Rokeach pensò di aver raggiunto un importante successo quando Gabor rinunciò al suo biglietto da visita "Dr Domino dominorum et Rex rexarum" per un più sobrio "Sir Simplis Christianus". Ma si trattava di una vittoria insignificante. Per Benson i due rivali non erano vivi, ma avevano "delle macchine che parlano dentro al loro corpo". Gabor riteneva i suoi colleghi degli dei con la "d" minuscola. Cassel invece aveva una spiegazione molto logica: se gli altri due fossero stati veramente Gesù, non sarebbero ricoverati in un manicomio. Alla fine successe qualcosa di imprevedibile: i tre smisero di litigare e iniziarono semplicemente a parlare d'altro. Rokeach a quel punto capì che l'esperimento era fallito e lasciò liberi i tre Cristi di Ypsilanti.
Re: I tre cristi di Ypsilanti
Ma no, non potevano essere tre cristi. Cristo è uno solo!
Un altro era il padre e l'altro ancora lo spirito santo....
Un altro era il padre e l'altro ancora lo spirito santo....
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- Sì... mi chiamano Mimì! Ma il mio nome è Lucia!
- Ebbè, ovvio. Ma come avrò fatto a non capirlo?
Niques- -------------
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Re: I tre cristi di Ypsilanti
Mr.T, perché? Non ricordo come hai detto che ti chiami...
Io non ho mica scritto questo....io avevo scritto che quello che diceva di aver creato dio non si credeva jesù ma Chuck Norris, avevo scritto che un mio amico e nato il 25 di dicembre da sua madre Maria e suo padre giuseppe e chiedevo se mi dovevo preoccupare, Infine facevo notare che il mio nome essendo suo amico non riassicurava.
Sto forum ciocca :P
Io non ho mica scritto questo....io avevo scritto che quello che diceva di aver creato dio non si credeva jesù ma Chuck Norris, avevo scritto che un mio amico e nato il 25 di dicembre da sua madre Maria e suo padre giuseppe e chiedevo se mi dovevo preoccupare, Infine facevo notare che il mio nome essendo suo amico non riassicurava.
Sto forum ciocca :P
Ultima modifica di Mr.T il Dom 8 Mag 2011 - 14:00 - modificato 1 volta.
Mr.T- -------------
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Data d'iscrizione : 19.02.11
Re: I tre cristi di Ypsilanti
Un alcolizzato,un nevrotico aggressivo,uno sconvolto dalla guerra e un finto dottore. Un film comico già di suo. Se mettiamo dentro anche la storia dei "cristi" e delle menate diventa grottesco
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Dio E' Ateo
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Non mi interessa essere capito.
Mi interessa essere,capito?
[Michele Salvemini/Caparezza]
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« Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione [...] vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini »
(Antonio Gramsci, lettera alla madre, 10 maggio 1928)
Maxesteban- -------------
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Data d'iscrizione : 19.04.11
Re: I tre cristi di Ypsilanti
e adesso mi posta al posto dell'altro...
Mr.T- -------------
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Data d'iscrizione : 19.02.11
Re: I tre cristi di Ypsilanti
Mr.T, è già capitato una volta che un post venisse scambiato...
ma non abbiamo capito il motivo, ora magari ne parliamo di nuovo vediamo se riusciamo a capire che è successo.
Forse nel post che hai rscitto posso avere errato io a cliccare su Edit invece di Reply... ma poi non so perché possa averti scambiato di autore.
ma non abbiamo capito il motivo, ora magari ne parliamo di nuovo vediamo se riusciamo a capire che è successo.
Forse nel post che hai rscitto posso avere errato io a cliccare su Edit invece di Reply... ma poi non so perché possa averti scambiato di autore.
Re: I tre cristi di Ypsilanti
fra l'altro l'altra volta e successo a me con ed redwind. Giuro che non sono un haker e che và già bene se sò usare il televideo
Mr.T- -------------
- Numero di messaggi : 288
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Data d'iscrizione : 19.02.11
Re: I tre cristi di Ypsilanti
Stai tranquillo che non è colpa tua ...io non lo so usare, il televideo
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