Io senza sostanza.

Libet fa notare che c'è uno scarto tra quello che accade e la nostra consapevolezza. Nei suoi esperimenti questa è sempre successiva a qualcosa di molto importante che accade nel nostro cervello. Ma l'abbiamo detto e ridetto altrove. Libet insomma incomincia a mettere in discussione il primato del nostro io sulle cose e sul mondo. Il nostro io è il sogno del nostro cervello. Del nostro sistema nervoso. E' un fantasma. Il filosofo americano Dennett addirittura si spinge oltre e definisce il nostro io come una sorta di teatrino cartesiano. Insomma per Dennett nel nostro cervello non ci sarebbe una postazione di comando che presiede alla nostra consapevolezza, alle nostre riflessioni e altro del genere. Non è pensabile che tra tutto quel casino di neuroni e gangli e elettrochimica ci sia un centro irradiatore di coscienza. Manco a pagarlo! Mi sembra una fesseria sostenere una cosa del genere. Allora il nostro io ha fatto una brutta fine, e la nostra presunta identità è il prodotto di molteplici funzioni del cervello piuttosto che qualcosa di stabile e certo, che ne stia per cosi dire dietro. Dennett dice che noi siamo consapevoli come lo puo essere un calcolatore. La nostra consapevolezza pare essere il prodotto di funzioni che avvengono nel nostro cervello a piu livelli e non qualcosa che presiede quelle funzioni. Zero anima e solo materia. A dimenticavo ci saranno i maghi dell'ultima ora che mi diranno che la materia alla fine è fatta di mattoni di irrealta . Ricordo bene ? Si . Che attaccheranno il principio di realta tanto caro a me e alla fisica, e che alla fine la realtà stessa è un sogno. Io nn ci sto. Io penso che la strumentazione fisica è limitata come il linguaggio ( e qui il buon pischello mi corregga ) e che piu che di irrealtà della realta ( che gioco di parole ) bisognerebbe parlare di limiti della strumentazione e del linguaggio umano. un saluto.

io ho la ferma convinzione che non esista una realtà obiettiva, filosoficamente parlando. su questo punto siamo in disaccordo e già nell'altro forum ne avevamo discusso, non so se ricordi. comunque al di là di questa interpretazione, in questa sede sono usciti argomenti che mi hanno trovato d'accordo con te. e questo è uno di quelli, nel senso che quello di cui si sta parlando è prima della realtà. è il soggetto. l'origine. l'io. e in questo ritengo che sia prima di tutto, Libet a parte, di difficile identificazione l'io. e secondo poi, Libet incluso, a sto punto non so nemmeno più se esista un io.

Comune mortale ha scritto:Libet fa notare che c'è uno scarto tra quello che accade e la nostra consapevolezza. Nei suoi esperimenti questa è sempre successiva a qualcosa di molto importante che accade nel nostro cervello. Ma l'abbiamo detto e ridetto altrove. Libet insomma incomincia a mettere in discussione il primato del nostro io sulle cose e sul mondo. Il nostro io è il sogno del nostro cervello. Del nostro sistema nervoso. E' un fantasma. Il filosofo americano Dennett addirittura si spinge oltre e definisce il nostro io come una sorta di teatrino cartesiano. Insomma per Dennett nel nostro cervello non ci sarebbe una postazione di comando che presiede alla nostra consapevolezza, alle nostre riflessioni e altro del genere. Non è pensabile che tra tutto quel casino di neuroni e gangli e elettrochimica ci sia un centro irradiatore di coscienza. Manco a pagarlo! Mi sembra una fesseria sostenere una cosa del genere. Allora il nostro io ha fatto una brutta fine, e la nostra presunta identità è il prodotto di molteplici funzioni del cervello piuttosto che qualcosa di stabile e certo, che ne stia per cosi dire dietro. Dennett dice che noi siamo consapevoli come lo puo essere un calcolatore. La nostra consapevolezza pare essere il prodotto di funzioni che avvengono nel nostro cervello a piu livelli e non qualcosa che presiede quelle funzioni. Zero anima e solo materia. A dimenticavo ci saranno i maghi dell'ultima ora che mi diranno che la materia alla fine è fatta di mattoni di irrealta . Ricordo bene ? Si . Che attaccheranno il principio di realta tanto caro a me e alla fisica, e che alla fine la realtà stessa è un sogno. Io nn ci sto. Io penso che la strumentazione fisica è limitata come il linguaggio ( e qui il buon pischello mi corregga ) e che piu che di irrealtà della realta ( che gioco di parole ) bisognerebbe parlare di limiti della strumentazione e del linguaggio umano. un saluto.

Dio mio, godo.
Finalmente chiarito con termini limpidi e chiari un concetto che cerco di esprimere in vari post in vari forum.

Non ho questa capacità per la poca memoria e il disordine delle mie fonti.

Ho avuto una discussione in tempi remoti con Looop, che mi aveva si fornito definizioni accettabili dell'io, io come struttura. Ma non è che ne fossi uscito
convintissimo.

Avrei voluto le tue parole per chiarire meglio quello che intendevo, Comune Mortale.


Comunque, che non si consideri Dennet "solo" come filosofo, forse ha scritto più nell'ambito delle neuroscienze