Storie di odierno medioevo: RU486
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Storie di odierno medioevo: RU486
Il Senato blocca l'immissione sul mercato della Ru486
Lo stop in attesa della conferma di compatibilità tra la distribuzione della pillola abortiva e la legge 194
ROMA
La commissione Sanità di palazzo Madama ha approvato, a maggioranza, il documento finale dell'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486 presentato dal presidente e relatore Antonio Tomassini. Nel testo si chiede di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità tra la legge 194 e la RU486.
Pd contrario. Quelle della maggioranza e del Governo «ancora una volta sono chiacchere, ci dicano una volta per tutte cosa vogliono fare». Così il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, commenta l’approvazione a maggioranza in commissione Sanità, con il voto contrario del partito Democratico, della relazione del relatore Antonio Tomassini nella quale si chiede uno stop precauzionale all’immissione in commercio della pillola abortiva RU486. «Ho l’impressione che il ministro Sacconi avrebbe potuto sollevare un arbitraggio sulla scorta delle valutazioni dell’Agenzia europea del farmaco (Emea), invece non l’ha fatto - aggiunge Finocchiaro - credo che in questa vicenda, per ragioni di natura politica ma senza avere il coraggio di dire che non vogliono la commercializzazione della pillola, il Governo sta facendo una serie di chiacchere. Credo che sia giunto il momento - conclude - di dirci che cosa vogliono realmente».
«Un autentico colpo di mano. È assolutamente indecente quanto deliberato questa mattina dalla commissione Igiene e Sanità del Senato che ha chiesto al Governo di bloccare la messa in vendita della pillola Ru486». Lo ha detto il Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario.«Si tratta di una scelta oscurantista che fa fare salti indietro rispetto ai Paesi più evoluti, nei quali viene già somministrata da anni senza battaglie puramente ideologiche e che nasconde altri sconci baratti. Per il centrodestra la scienza si è fermata a 100 anni fa. La maggioranza vorrebbe impedire la libera determinazione delle donne, così come avviene nei Paesi veramente democratici. L’Italia dei Valori - conclude Belisario - continuerà a battersi per evitare questa vergogna tutta italiana».
Fonte
Lo stop in attesa della conferma di compatibilità tra la distribuzione della pillola abortiva e la legge 194
ROMA
La commissione Sanità di palazzo Madama ha approvato, a maggioranza, il documento finale dell'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486 presentato dal presidente e relatore Antonio Tomassini. Nel testo si chiede di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità tra la legge 194 e la RU486.
Pd contrario. Quelle della maggioranza e del Governo «ancora una volta sono chiacchere, ci dicano una volta per tutte cosa vogliono fare». Così il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, commenta l’approvazione a maggioranza in commissione Sanità, con il voto contrario del partito Democratico, della relazione del relatore Antonio Tomassini nella quale si chiede uno stop precauzionale all’immissione in commercio della pillola abortiva RU486. «Ho l’impressione che il ministro Sacconi avrebbe potuto sollevare un arbitraggio sulla scorta delle valutazioni dell’Agenzia europea del farmaco (Emea), invece non l’ha fatto - aggiunge Finocchiaro - credo che in questa vicenda, per ragioni di natura politica ma senza avere il coraggio di dire che non vogliono la commercializzazione della pillola, il Governo sta facendo una serie di chiacchere. Credo che sia giunto il momento - conclude - di dirci che cosa vogliono realmente».
«Un autentico colpo di mano. È assolutamente indecente quanto deliberato questa mattina dalla commissione Igiene e Sanità del Senato che ha chiesto al Governo di bloccare la messa in vendita della pillola Ru486». Lo ha detto il Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario.«Si tratta di una scelta oscurantista che fa fare salti indietro rispetto ai Paesi più evoluti, nei quali viene già somministrata da anni senza battaglie puramente ideologiche e che nasconde altri sconci baratti. Per il centrodestra la scienza si è fermata a 100 anni fa. La maggioranza vorrebbe impedire la libera determinazione delle donne, così come avviene nei Paesi veramente democratici. L’Italia dei Valori - conclude Belisario - continuerà a battersi per evitare questa vergogna tutta italiana».
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Ospite- Ospite
Re: Storie di odierno medioevo: RU486
Ru486, stop di Sacconi E l'opposizione insorge
ABORTO CHIMICO. A 24 ore di distanza dal «no» della Commissione, arriva un nuovo blocco
Il ministro chiede l'uso esclusivo in ospedale e un'altra delibera dell'Agenzia del Farmaco La sinistra: stravolta la legge 194
28/11/2009
Il governo vuole porre condizioni restrittive all'uso della Ru486
ROMA
A
24 ore di distanza dalla decisione della commissione Sanità di Palazzo
Madama di chiedere uno «stop precauzionale» all'immissione in commercio
della pillola abortiva Ru486, arriva il parere del ministro del Welfare
Maurizio Sacconi. Con un documento inviato al presidente dell'Aifa
Sergio Pecorelli conferma la necessità di un uso esclusivo del farmaco
in ospedale e quella di emanare una nuova delibera.
«Il ministro
Sacconi ed il sottosegretario Roccella mettono in scena una
prevaricazione mai vista della politica sulla competenza tecnica,
stravolgendo tra l'altro la legge 194. In tutto ciò la salute delle
donne non c'entra. Mi auguro che l'Aifa continui a dare prova di
autonomia di giudizio e respinga questa inaccettabile prepotenza», ha
commentato a caldo Livia Turco, capogruppo dei Democratici nella
commissione Affari Sociali di Montecitorio, in una giornata
caratterizzata da una polemica rovente fra Partito Democratico che
attacca Governo e maggioranza.
«Non c'è alcuna volontà di condurre
battaglie ideologiche ma solo la preoccupazione di garantire che la
donna non sia abbandonata a se stessa ed esposta a rischi
potenzialmente devastanti», ha replicato la deputata Barbara
Saltamartini, responsabile delle Pari opportunità del Pdl.
Di
tutt'altro avviso Massimo Cozza, segretario nazionale FP Cgil Medici:
«il parere del Governo lede anche la professionalità dei medici.
Costringere il medico a tenere ricoverata «in ogni caso in regime
ordinario una paziente, per un trattamento eseguibile in regime di day
hospital - ha concluso Cozza - è penalizzante per la donna, contrario
alla deontologia e deleterio per l'organizzazione dei servizi
ospedalieri, dai costi all'occupazione inappropriata di posti letto».
Il
parere di Sacconi conferma quanto annunciato dal sottosegretario
Eugenia Roccella: uso della pillola abortiva Ru486 in ospedale e
attento monitoraggio del percorso abortivo in tutte le sue fasi.
Elementi
già indicati nella delibera dell'Agenzia del Farmaco che attendeva di
essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale e che ora potrebbero venire
«rafforzati» se l'Aifa deciderà di accogliere l'indicazione del
ministro di emanare un nuovo atto.
Ma l'intera giornata è stata
caratterizzata dalle polemiche sul risultato finale dell'indagine
conoscitiva. Aveva parlato di «vergogna nazionale» l'oncologo Umberto
Veronesi, secondo il quale «fa ridere pensare che se un farmaco è
sicuro in Francia non lo sia anche in Italia», mentre il quotidiano
Avvenire, in un editoriale ha sottolineato «l'ineccepibile decisione
del Parlamento di chiedere al Governo una parola chiara». Ma è il
Partito Democratico ad usare i toni più duri. La presidente del gruppo
Pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, accusa il Governo di «non dire
la verità» e di «impedire la commercializzazione della RU486 e di fatto
arrivare ad una modifica della legge 194».
To be continued...
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