Cultura regionale
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Cultura regionale
Cercando con Google "cultura regionale", appaiono 50.700.000 risultati, i primi dei quali sono culturalazio, cultura-regionale-alsazia, cultura.marche, regione.veneto.it/Servizi+alla.../Cultura e cultura.toscana.
Mi sarei, francamente, aspettato di trovare nella prima pagina almeno un link che parlasse della cultura regionale in genere e senza interessi partigiani di sorta. Invece, scorrendo le pagine, seppur molto velocemente, continuo a trovare solo regioni che rendono pubblico il patrimonio culturale delle loro terre.
Nulla di male, anzi, ben vengano le regioni che riscoprono il loro patrimonio culturale. Mi piacerebbe, però, che s'iniziasse a ragionare su quanto stiamo istituzionalmente veramente istruendo le nuove generazione sulla loro regione di appartenenza.
Il dubbio si è insinuato nella mia mente in due occasioni particolari:
Quando la Lega propose di inserire nel programma scolastico una parte di storia "regionale";
Quando sono andato in vacanza ad Amalfi.
Parto dal punto b. Stando qualche giorno ad Amalfi ho fatto un interessantissimo giro con una guida, che ci ha portato per i vicoletti della città, raccontandocene tutta la storia. Mi sono reso conto che era una storia interessantissima, che riusciva a colpirmi ancor di più, perché vedevo con i miei occhi i luoghi in cui erano accaduti i fatti. Una città che nel lontano 977 era più importante della stessa Napoli e che nel 1135 fu attaccata, secondo alcuni a tradimento, da Pisa, con cui erano in essere degli accordi commerciali. Nonostante lo sfacelo politico e la persa indipendenza, gli amalfitani continuarono ad essere un importante punto di riferimento commerciale, fin quando nel 1343 un impressionante maremoto (che pare sia durato poco) distrusse gran parte della città e gli arsenali (dove venivano prodotte le galee).
Ora, di tutta questa storia, io a scuola ho ricevuto solo qualche accenno e ne sapevo ben poco. Eppure, Amalfi non è particolarmente lontana da casa mia.
Venendo al punto a, conosciamo tutti la leggenda di Romolo e Remo, ma nelle scuole napoletane non è necessario insegnare la leggenda della sirena Partenope (faccio l'esempio di Napoli perché è quello che conosco meglio. Io concordo con la necessità di un approfondimento della storia locale. Limitandomi sempre a storie che conosco perché ho approfondito io e riguardano i miei paragi, mi sembra assurdo il poco spazio dedicato a Masaniello, alla repubblica napoletana, a Roberto d'Angiò e a Federico II.
Perché, in nome dell'unità d'Italia, le regioni annesse devono perdere la propria cultura storica regionale? Non sarebbe più sensato garantire, attraverso le istituzioni, la conoscenza della storia locale?
Per quanto ne so, abbiamo una sola via Masaniello a Napoli, che è un vicoletto sito in Giugliano in Campania: è una cosa normale? Piazza Cavour messa al centro di Napoli, idem Piazza Dante, ma cercate via Di Giacomo o via De Filippo e ditemi un po', dove le trovate? Sono sparse tra Casal di Principe e Cesa.
Delle parole mai lette a scuola:
Era de maggio e te cadeano nzino
a schiocche a schiocche li ccerase rosse,
fresca era ll'aria e tutto lu ciardino
addurava de rose a ciente passe.
Mi sarei, francamente, aspettato di trovare nella prima pagina almeno un link che parlasse della cultura regionale in genere e senza interessi partigiani di sorta. Invece, scorrendo le pagine, seppur molto velocemente, continuo a trovare solo regioni che rendono pubblico il patrimonio culturale delle loro terre.
Nulla di male, anzi, ben vengano le regioni che riscoprono il loro patrimonio culturale. Mi piacerebbe, però, che s'iniziasse a ragionare su quanto stiamo istituzionalmente veramente istruendo le nuove generazione sulla loro regione di appartenenza.
Il dubbio si è insinuato nella mia mente in due occasioni particolari:
Quando la Lega propose di inserire nel programma scolastico una parte di storia "regionale";
Quando sono andato in vacanza ad Amalfi.
Parto dal punto b. Stando qualche giorno ad Amalfi ho fatto un interessantissimo giro con una guida, che ci ha portato per i vicoletti della città, raccontandocene tutta la storia. Mi sono reso conto che era una storia interessantissima, che riusciva a colpirmi ancor di più, perché vedevo con i miei occhi i luoghi in cui erano accaduti i fatti. Una città che nel lontano 977 era più importante della stessa Napoli e che nel 1135 fu attaccata, secondo alcuni a tradimento, da Pisa, con cui erano in essere degli accordi commerciali. Nonostante lo sfacelo politico e la persa indipendenza, gli amalfitani continuarono ad essere un importante punto di riferimento commerciale, fin quando nel 1343 un impressionante maremoto (che pare sia durato poco) distrusse gran parte della città e gli arsenali (dove venivano prodotte le galee).
Ora, di tutta questa storia, io a scuola ho ricevuto solo qualche accenno e ne sapevo ben poco. Eppure, Amalfi non è particolarmente lontana da casa mia.
Venendo al punto a, conosciamo tutti la leggenda di Romolo e Remo, ma nelle scuole napoletane non è necessario insegnare la leggenda della sirena Partenope (faccio l'esempio di Napoli perché è quello che conosco meglio. Io concordo con la necessità di un approfondimento della storia locale. Limitandomi sempre a storie che conosco perché ho approfondito io e riguardano i miei paragi, mi sembra assurdo il poco spazio dedicato a Masaniello, alla repubblica napoletana, a Roberto d'Angiò e a Federico II.
Perché, in nome dell'unità d'Italia, le regioni annesse devono perdere la propria cultura storica regionale? Non sarebbe più sensato garantire, attraverso le istituzioni, la conoscenza della storia locale?
Per quanto ne so, abbiamo una sola via Masaniello a Napoli, che è un vicoletto sito in Giugliano in Campania: è una cosa normale? Piazza Cavour messa al centro di Napoli, idem Piazza Dante, ma cercate via Di Giacomo o via De Filippo e ditemi un po', dove le trovate? Sono sparse tra Casal di Principe e Cesa.
Delle parole mai lette a scuola:
Era de maggio e te cadeano nzino
a schiocche a schiocche li ccerase rosse,
fresca era ll'aria e tutto lu ciardino
addurava de rose a ciente passe.
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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
https://iltronodispade.wordpress.com/
Ludwig von Drake- -------------
- Numero di messaggi : 4721
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Cultura regionale
Avrei voluto postare Giuseppe di Stefano ma volevo che fosse compresa ed allora ecco la versione di Franco Battiano, con una pronuncia non proprio Napoletana ma ugualmente passionale, sopratutto sottotitolata in Italiano perché si comprenda bene.
Leggendo Goethe si capisce di più di questa sensibilità... a te Lud!
Ma quanto è ricca l'Italia?
Leggendo Goethe si capisce di più di questa sensibilità... a te Lud!
Ma quanto è ricca l'Italia?
SergioAD- -------------
- Numero di messaggi : 6892
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.01.10
Re: Cultura regionale
Che bella...
però non si può sentire la pronuncia... aaaaahhhhhhhhhh "a schiocc" con la s italiana noooooo....
Grazie Sergio! Che belle che sono le nostre ricchezze locali...
però non si può sentire la pronuncia... aaaaahhhhhhhhhh "a schiocc" con la s italiana noooooo....
Grazie Sergio! Che belle che sono le nostre ricchezze locali...
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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
https://iltronodispade.wordpress.com/
Ludwig von Drake- -------------
- Numero di messaggi : 4721
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Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Cultura regionale
Comunque, tornando al dunque, io credo che affiancare alla storia e letteratura nazionale la storia e la letterature locale non possa che farsi del bene.
In realtà, per un certo periodo, c'è stata una corsa a "creare" la storia della nazione italiana, anche nei dettagli in cui questa nazione non esisteva ancora.
http://www.storicamente.org/06_dibattiti/di_rienzo.htm
In realtà, per un certo periodo, c'è stata una corsa a "creare" la storia della nazione italiana, anche nei dettagli in cui questa nazione non esisteva ancora.
http://www.storicamente.org/06_dibattiti/di_rienzo.htm
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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini
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Ludwig von Drake- -------------
- Numero di messaggi : 4721
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 19.11.08
Re: Cultura regionale
la mia regione, che amo e odio allo stesso tempo, culturalmente parlando potrebbe essere una delle più ricche, in quanto è l'unica che in sè racchiude settentrione (pesaro), centro (ancona, macerata e fermo) e meridione (ascoli). eppure, per lo stesso motivo, il suo sviluppo culturale è sempre rimasto molto confinato nel campanilismo: non a caso infatti resta l'unica regione con il nome al plurale, la cui etimologia, per altro, è da ricercarsi nelle lingue germaniche come il gotico o l'antico alto tedesco (*marka, marcha); la marca è un'evoluzione semantica del limes dei latini, ossia un territorio limitato, racchiuso in una "linea di confine".
otre a ciò, ci tengo a sottolineare e ribadire che la fetta più grossa della storia delle marche se l'è ciucciata lo stato della chiesa fino all'unificazione risorgimentale, per questo culturalmente è rimasta molto indietro rispetto alla regione più rappresentativa del centro italia, ossia la toscana (che ho sempre ammirato e stimato sopra tutte le altre per la mentalià libera e indipendente dei suoi abitanti).
comunque sono d'accordo sul fatto che conoscere il patrimonio della propria regione non possa essere che un arricchimento culturale per ognuno, a patto che non diventi solo una becera operazione propagandistica come vorrebbe invece la lega nord, che porta la bandiera dell'anticultura.
io ad esempio comincerei col dedicare un'ora al giorno ai filmati di tutte le gare del motomondiale dal '96 ad oggi ahah
otre a ciò, ci tengo a sottolineare e ribadire che la fetta più grossa della storia delle marche se l'è ciucciata lo stato della chiesa fino all'unificazione risorgimentale, per questo culturalmente è rimasta molto indietro rispetto alla regione più rappresentativa del centro italia, ossia la toscana (che ho sempre ammirato e stimato sopra tutte le altre per la mentalià libera e indipendente dei suoi abitanti).
comunque sono d'accordo sul fatto che conoscere il patrimonio della propria regione non possa essere che un arricchimento culturale per ognuno, a patto che non diventi solo una becera operazione propagandistica come vorrebbe invece la lega nord, che porta la bandiera dell'anticultura.
io ad esempio comincerei col dedicare un'ora al giorno ai filmati di tutte le gare del motomondiale dal '96 ad oggi ahah
Muriel- -----------
- Numero di messaggi : 1750
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 30.12.10
Re: Cultura regionale
Muriel ha scritto:
io ad esempio comincerei col dedicare un'ora al giorno ai filmati di tutte le gare del motomondiale dal '96 ad oggi ahah
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Quando la maggior parte di una società è stupida allora la prevalenza del cretino diventa dominante e inguaribile.
Carlo M. Cipolla
E>en
chef75- ------------
- Numero di messaggi : 7878
Età : 49
Località : una cucina
Occupazione/Hobby : Casalinghe italiane.
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 12.11.09
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