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Limitare le offese ai singoli o impedire anche quelle ai gruppi?

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Messaggio Da Werewolf Dom 14 Ago 2011 - 21:44

Invece, il non poter lanciare insulti razzisti oppure il non poter rivelare dati riservati altrui violerebbe il "diritto all'autodeterminazione", insieme di termini che se abusato perde il suo importante significato iniziale.
Avanti, un esempio: una cosa, mi ricordi, non basta affermarla perché sia vera.

Io non voglio uno "stato etico", a meno che tu non stia sostenendo che la gran parte degli stati civili moderni (con l'esclusione degli USA mitici) sono "stati etici".
Sì, lo vuoi perché vuoi che le opinioni che per te sono inaccettabili e che ritieni pericolose per la società siano bandite dal dibattito pubblico, e questo dall'alto del tuo scranno di autorità morale. Chi ti dà il diritto di dire questa opinione va bene, questa no? Questo è un insulto(a prescindere da quel che direbbero l'insultante e l'insultato a riguardo) e questo no? Uno stato che dice che penalizza l'insulto, o qualsiasi altra cosa, 'perché è sbagliato' è uno stato etico. Magari condivisibile, ma è uno stato etico. Quindi, o sei in grado di dimostrare che l'insulto impedisce a qualcuno di usufruire di un proprio diritto, che è l'unico motivo per cui uno stato non etico può penalizzare un'azione, o vuoi uno stato etico.


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Messaggio Da Ludwig von Drake Lun 22 Ago 2011 - 20:09

Infatti, io non affermo cose a prescindere. Se vuoi casi che dimostrino come la giurisprudenza giudichi tutte le cose di cui sopra ti basterà cercare su internet.

Per il resto sei libero di pensare che tutti gli stati del mondo siano degli stati etici (tranne gli USA a quanto dici) e che sia sbagliato punire gli insulti razzisti tanto quanto le violazioni della privacy, io non penso sia così e ritengo sia un bene che lo stato difenda i beni giuridici, poiché, in me, sono avvertiti come più "pesanti" il diritto alla riservatezza e quello all'onore che quello all'espressione oltraggiosa, ovviamente in modo che la cosa sia equilibrata.

Tu, invece, preferisci uno stato completamente squilibrato verso la libertà di espressione.

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Messaggio Da Werewolf Lun 22 Ago 2011 - 20:17

Ludwig von Drake ha scritto:Infatti, io non affermo cose a prescindere. Se vuoi casi che dimostrino come la giurisprudenza giudichi tutte le cose di cui sopra ti basterà cercare su internet.

Per il resto sei libero di pensare che tutti gli stati del mondo siano degli stati etici (tranne gli USA a quanto dici) e che sia sbagliato punire gli insulti razzisti tanto quanto le violazioni della privacy, io non penso sia così e ritengo sia un bene che lo stato difenda i beni giuridici, poiché, in me, sono avvertiti come più "pesanti" il diritto alla riservatezza e quello all'onore che quello all'espressione oltraggiosa, ovviamente in modo che la cosa sia equilibrata.

Tu, invece, preferisci uno stato completamente squilibrato verso la libertà di espressione.
Il discorso è molto più semplice Lud. O un'azione impedisce a qualcuno di fare qualcosa, e allora può essere sanzionata, oppure no. Se io ti dico "sporca papera", non ti impedisco di fare nulla, ergo, non c'è motivo per sanzionarmi: certo puoi dirmi che sono maleducato, o che non ho tatto, ma in definitiva non ti impedisco di fare assolutamente niente. Non esiste il diritto a non essere offesi: altrimenti, nessuno potrebbe mai dire niente, in quanto non esiste un metro oggettivo per dire se una cosa è offensiva o meno.

Il fatto è che tu pretendi che la tua sensibilità, per quanto rispettabile, assurga a metro di misura per impedire a qualcuno di fare qualcosa che non fa dimostrabilmente nulla di male, in quanto non impedisce a nessuno di usufruire dei propri diritti. E questo non è semplicemente accettabile, perché in base a tale sistema chiunque si senta offeso da qualcosa potrebbe denunciare chiunque. E questo, oltre a essere impossibile a livello logistico, risulta anche ingiusto e contrario ai diritti umani.

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Messaggio Da Ludwig von Drake Lun 22 Ago 2011 - 20:29

Eppure, esiste il divieto di ingiuriare, diffamare, violare la privacy e andare contro il buon costume o utilizzare insulti razzisti.

Ti può risultare impossibile, ingiusto o improbabile, ma questa è la realtà.

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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
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Messaggio Da Werewolf Lun 22 Ago 2011 - 20:33

Eppure, esiste il divieto di ingiuriare, diffamare, violare la privacy e andare contro il buon costume o utilizzare insulti razzisti.

Ti può risultare impossibile, ingiusto o improbabile, ma questa è la realtà.
Anche la pena di morte per bestemmia esiste nei paesi islamici. Sarà ingiusto, impossibile o improbabile, ma questa è la realtà.

Giustifica qualcosa?

Vorrei comunque far notare che tutti i divieti di cui parli si attivano solo quando alla persona 'ingiuriata' vengono fatti dei danni concreti, non quando semplicemente essa viene insultata. Ripeto, se fosse così, allora nessuno potrebbe dire assolutamente nulla, perché qualsiasi cosa è possibile possa offendere qualcuno.

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Messaggio Da Ludwig von Drake Lun 22 Ago 2011 - 20:45

Werewolf ha scritto:
Eppure, esiste il divieto di ingiuriare, diffamare, violare la privacy e andare contro il buon costume o utilizzare insulti razzisti.

Ti può risultare impossibile, ingiusto o improbabile, ma questa è la realtà.
Anche la pena di morte per bestemmia esiste nei paesi islamici. Sarà ingiusto, impossibile o improbabile, ma questa è la realtà.

Giustifica qualcosa?
No, ma dimostra che affermavi qualcosa di falso.
Werewolf ha scritto:Vorrei comunque far notare che tutti i divieti di cui parli si attivano solo quando alla persona 'ingiuriata' vengono fatti dei danni concreti, non quando semplicemente essa viene insultata. Ripeto, se fosse così, allora nessuno potrebbe dire assolutamente nulla, perché qualsiasi cosa è possibile possa offendere qualcuno.
Ah, davvero?

Devo essermi la parte della normativa dove si dice quanto tu affermi, oppure (cosa più probabile) tu stai facendo delle supposizioni infondate.

« Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino ad euro 516.
Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa.
La pena è della reclusione fino ad un anno o della multa fino ad euro 1.032, se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.
Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone. »

Dove si parli di danni concreti (nel senso in cui li intendi tu), se non in qualità di mera aggravante?

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Messaggio Da Werewolf Lun 22 Ago 2011 - 20:57

« Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino ad euro 516.
Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa.
La pena è della reclusione fino ad un anno o della multa fino ad euro 1.032, se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.
Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone. »
Dove si parli di danni concreti?
Sta proprio nella parola 'offesa' il danno concreto. Assodato che praticamente qualsiasi cosa detta può offendere qualcuno(anche solo questa frase che stai leggendo), bisogna provare che la cosa detta sia offensiva, e ciò può avvenire solo quando ha ricadute concrete sulla persona offesa. Esempio: se io dico 'tu puzzi, e puzzi tanto', tu non mi puoi denunciare perché io l'ho detto, ma lo puoi fare per le conseguenze che quel che ho detto ha su di te: se per esempio nessuno ti si avvicina più, tu non sei più in grado di badare a te stesso e avere una vita sociale perché tutti ritengono falsamente, a causa mia, che tu non curi la tua igiene, allora non solo quello che ho detto è offensivo, ma ha anche delle conseguenze negative nei tuoi confronti.

In ogni caso, tirare fuori le singole norme e leggi è alquanto inutile, in quanto si stanno facendo dichiarazioni di principio: il ragionamento per cui, se una legge esiste, allora afferma un principio vero, è semplicemente falso: altrimenti fino ad un trentennio fa le donne che abortiscono sarebbero delle assassine, e l'adulterio sarebbe stato un crimine punibile. E che, le donne di oggi non sono più assassine? L'adulterio prima era sbagliato e adesso è giusto? Per non andare troppo indietro poi, o spostarsi di qualche grado di longitudine...
In definitiva, che una legge ci sia o non ci sia, non dimostra assolutamente nulla, tanto più che stiamo discutendo se è opportuno che tale legge ci sia o meno.

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Messaggio Da Ludwig von Drake Lun 22 Ago 2011 - 21:25

Werewolf, mi diresti da dove viene la tua interpretazione della normativa?
Quante sentenze vuoi per dimostrarti che i giudici non hanno nessun bisogno di chiamare in causa “ricadute concrete”, per come le intendi tu, nel loro giudizio? Attenzione, sto dicendo che nel testo con cui è motivata la sentenza possono non esserci riferimenti alle “ricadute concrete”, non che tu non possa trovare delle ricadute che secondo te sono concrete nelle offese.

Tirare fuori norme è sentenze è utile quando qualcuno afferma che quelle norme e sentenze sono differenti. Ora, posto che si sia stabilito che la norma italiana punisce l’ingiuria, possiamo passare all’esigenza di punirla.

E’ vero che il bene giuridico dell’onore e percepito diversamente da persona a persona. Tuttavia, le norme devono tutelare le persone a prescindere dall’effettiva labilità dei confini, pensiamo all’IVG e alle tempistiche stabilite dalla norma.

Ora, ovviamente, sarebbe assurdo pensare a una condanna di un autista che dica “porca paletta” ad un altro che gli ha tagliato la strada, io vedo, però, altrettanto assurdo che non si punisca un manager che dica ad un suo dipendente di colore “negro di merda, quando finisci questo cazzo di lavoro?”

E’ per questo che sostengo, fin dall’inizio, che la libertà di espressione debba essere limitata per impedire dei soprusi contro l’onore dell’individuo, anche quando questi soprusi non creino conseguenze negative diverse da quelle del mero delitto contro l’identità morale dell’individuo (come può essere un insulto razzista o sessista in un ufficio).

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Messaggio Da Werewolf Lun 22 Ago 2011 - 21:48

Ora, ovviamente, sarebbe assurdo pensare a una condanna di un autista che dica “porca paletta” ad un altro che gli ha tagliato la strada, io vedo, però, altrettanto assurdo che non si punisca un manager che dica ad un suo dipendente di colore “negro di merda, quando finisci questo cazzo di lavoro?”

E’ per questo che sostengo, fin dall’inizio, che la libertà di espressione debba essere limitata per impedire dei soprusi contro l’onore dell’individuo, anche quando questi soprusi non creino conseguenze negative diverse da quelle del mero delitto contro l’identità morale dell’individuo (come può essere un insulto razzista o sessista in un ufficio).
Ecco, è qui che io non sono d'accordo. Attenzione che non sto dicendo che sia sbagliato biasimare l'insulto razzista, e che moralmente sia deprecabile, sto dicendo che in un sistema giuridico non dovrebbe rappresentare un delitto, a meno che ovviamente non abbia ripercussioni concrete nella persona. Se l'uomo di colore non la ritiene un'offesa, o addirittura risponde al capo per le rime, non c'è alcun motivo perché lo Stato si intrometta e punisca il datore di lavoro. Conto diverso è appunto, se la cosa diventa abituale o crea un effettivo stress psicologico nella persona(cosiddetto 'mobbing'), al punto da impedirle di agire come farebbe normalmente se non venisse offesa. Ma anche lì, è una questione di danni concreti subiti.

E questo per il semplice motivo che, se lo stato facesse una lista di cose che si possono dire e cose che non si possono dire, a prescindere dalle conseguenze che dette cose possono avere, tale lista, proprio perché non basata su dati concreti ma su pure petizioni di principio, sarebbe semplicemente arbitraria.

Quello che sto dicendo è che se io ti dico "Sporca papera" e ciò non ha conseguenze, allora devo avere tutto il diritto di dirlo. Se però io ti dico "Sporca papera", e tu vai in depressione e tenti il suicidio, allora lo Stato non solo deve intervenire, ma merito anche una pena esemplare.

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Messaggio Da Ateismo = Morte Lun 22 Ago 2011 - 21:51

Ludwig von Drake ha scritto:

E’ per questo che sostengo, fin dall’inizio, che la libertà di espressione debba essere limitata per impedire dei soprusi contro l’onore dell’individuo, anche quando questi soprusi non creino conseguenze negative diverse da quelle del mero delitto contro l’identità morale dell’individuo (come può essere un insulto razzista o sessista in un ufficio).
Dovrebbe essere limitata solo quando causa danni fisici o mentali ad altri individui e la cosa deve essere fatta sempre con le pinze ed usando una manica molto larga... Altrimenti si rischia di far diventare la propria morale personale legge.
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Messaggio Da davide Lun 22 Ago 2011 - 22:02

Lupo, esistono tipologie di reato che lo Stato persegue solo dietro denuncia di qualcuno, non d'ufficio, come ad esempio l'ingiuria.

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Messaggio Da Ludwig von Drake Lun 22 Ago 2011 - 22:12

Werewolf ha scritto:
Ora, ovviamente, sarebbe assurdo pensare a una condanna di un autista che dica “porca paletta” ad un altro che gli ha tagliato la strada, io vedo, però, altrettanto assurdo che non si punisca un manager che dica ad un suo dipendente di colore “negro di merda, quando finisci questo cazzo di lavoro?” E’ per questo che sostengo, fin dall’inizio, che la libertà di espressione debba essere limitata per impedire dei soprusi contro l’onore dell’individuo, anche quando questi soprusi non creino conseguenze negative diverse da quelle del mero delitto contro l’identità morale dell’individuo (come può essere un insulto razzista o sessista in un ufficio).
Ecco, è qui che io non sono d'accordo. Attenzione che non sto dicendo che sia sbagliato biasimare l'insulto razzista, e che moralmente sia deprecabile, sto dicendo che in un sistema giuridico non dovrebbe rappresentare un delitto, a meno che ovviamente non abbia ripercussioni concrete nella persona. Se l'uomo di colore non la ritiene un'offesa, o addirittura risponde al capo per le rime, non c'è alcun motivo perché lo Stato si intrometta e punisca il datore di lavoro. Conto diverso è appunto, se la cosa diventa abituale o crea un effettivo stress psicologico nella persona(cosiddetto 'mobbing'), al punto da impedirle di agire come farebbe normalmente se non venisse offesa. Ma anche lì, è una questione di danni concreti subiti.
Attenzione, ora hai inserito lo stress psicologico che fino ad ora non aveva fatto parte dei "danni concreti". Tuttavia, anche il confine di demarcazione dello stress psicologico è tanto labile quanto quello dell’offesa.
Inoltre, tu non tieni in considerazione la differenza tra reati che necessitano di denuncia e reati che non hanno bisogno di denuncia alcuna.
Vedo, infine, che continui ad insistere sul rispondere a tono, sembra che tu vorresti una sorta di Far West verbale, dove ai cittadini sia consentito sfidarsi all’ultimo insulto.
Il mio capo scherza spesso sulle mie origini napoletane, lo fa simpaticamente ed io sto allo scherzo. Eppure, credo che se avessi un capo imbecille che mi insulti definendomi “napoletano di merda”, la legge debba impedirglielo.
Werewolf ha scritto:E questo per il semplice motivo che, se lo stato facesse una lista di cose che si possono dire e cose che non si possono dire, a prescindere dalle conseguenze che dette cose possono avere, tale lista, proprio perché non basata su dati concreti ma su pure petizioni di principio, sarebbe semplicemente arbitraria.
Infatti, io non ho mai parlato di una lista.
Werewolf ha scritto:Quello che sto dicendo è che se io ti dico "Sporca papera" e ciò non ha conseguenze, allora devo avere tutto il diritto di dirlo. Se però io ti dico "Sporca papera", e tu vai in depressione e tenti il suicidio, allora lo Stato non solo deve intervenire, ma merito anche una pena esemplare.
Quello che ti sto dicendo è che se durante il mio orario lavorativo tu, senza che io ti provochi, mi chiami “napoletano di merda”, io devo essere tutelato dallo stato, anche se non vado in depressione, non tento il suicidio e non do le dimissioni.

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Messaggio Da Werewolf Lun 22 Ago 2011 - 22:31

Attenzione, ora hai inserito lo stress psicologico che fino ad ora non aveva fatto parte dei "danni concreti". Tuttavia, anche il confine di demarcazione dello stress psicologico è tanto labile quanto quello dell’offesa.
Come ho detto sopra, già la denuncia è buon motivo, sebbene non sufficiente) per ritenere che il danno psicologico ci sia stato, o perlomeno che l'offeso senta il diritto di essere risarcito di quell'offesa. In ogni caso, lo stress psicologico può essere in qualche modo accertato da un tribunale tramite dei parametri scientifici piuttosto chiari.

Vedo, infine, che continui ad insistere sul rispondere a tono, sembra che tu vorresti una sorta di Far West verbale, dove ai cittadini sia consentito sfidarsi all’ultimo insulto.
Se gli insultanti non ritengono di subire effettivamente sanno, per quale motivo un terzo elemento, lo stato, dovrebbe interferire? Un conto diverso, l'ho detto, è se un insultato subisce un danno o ritiene di averlo subito, ed è in grado di provarlo.


Quello che ti sto dicendo è che se durante il mio orario lavorativo tu, senza che io ti provochi, mi chiami “napoletano di merda”, io devo essere tutelato dallo stato, anche se non vado in depressione, non tento il suicidio e non do le dimissioni.
In pratica, mi stai dicendo che lo stato dovrebbe punire qualcuno per non aver fatto niente, o meglio un'azione che non abbia danneggiato nessuno. Come ho detto sopra, un conto è se tu denunci una persona perché ti senti insultato, un conto è che lo stato, senza che nessuno gli chieda niente, si metta in mezzo per punire qualcosa che, in linea di principio non ha alcun tipo di conseguenza. Ti rendi conto che, se io dò vita al Far West verbale, tu in pratica stai dicendo che dovremmo essere tutti dietro le sbarre, o a pagare una multa? Qualsiasi cosa può essere offensiva, lo stato non può fare da arbitro su cosa è offensivo e cosa no.
Infatti, io non ho mai parlato di una lista.
Hai paralto di insulti:
-Razzisti
-Contro certi tipi di credenti
-Sessuofobi
-Sessisti
...
Se non è una lista, poco ci manca. Ma il fatto è che, anche se convengo che tali insulti siano deprecabili(un po' meno quelli contro le religioni), uno stato che arbitrariamente decidesse che sono offensivi e punisse qualcuno a prescindere dalle conseguenze di ciò che dice, non solo è uno stato etico, ma perdipiù ingiusto, in quanto priva qualcuno di un diritto quando egli non ha privato di diritti nessuno.

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Messaggio Da Ludwig von Drake Lun 22 Ago 2011 - 22:48

Werewolf ha scritto:
Attenzione, ora hai inserito lo stress psicologico che fino ad ora non aveva fatto parte dei "danni concreti". Tuttavia, anche il confine di demarcazione dello stress psicologico è tanto labile quanto quello dell’offesa.
Come ho detto sopra, già la denuncia è buon motivo, sebbene non sufficiente) per ritenere che il danno psicologico ci sia stato, o perlomeno che l'offeso senta il diritto di essere risarcito di quell'offesa. In ogni caso, lo stress psicologico può essere in qualche modo accertato da un tribunale tramite dei parametri scientifici piuttosto chiari.
Io credo che tu non abbia mai assistito ad una causa per mobbing, o sbaglio (o, al massimo, avrai visto un caso esemplare in cui si giungeva realmente a conseguenze scientificamente appurabili)?
Guardatene qualcuna in più, poi torniamo a parlare di quei criteri “scientifici piuttosto chiari”.
Inoltre, la denuncia non è affatto (e non solo non sufficiente) un buon motivo per ritenere che il danno psicologico ci sia stato.
Werewolf ha scritto:
Vedo, infine, che continui ad insistere sul rispondere a tono, sembra che tu vorresti una sorta di Far West verbale, dove ai cittadini sia consentito sfidarsi all’ultimo insulto.
Se gli insultanti non ritengono di subire effettivamente sanno, per quale motivo un terzo elemento, lo stato, dovrebbe interferire? Un conto diverso, l'ho detto, è se un insultato subisce un danno o ritiene di averlo subito, ed è in grado di provarlo.
Ti accorgi del salto che c’è tra gli insultanti che non vogliono che lo stato intervenga e l’insultante che deve provare il danno subito? Non ti sembra che manchino molto elementi alla tua casistica?
Ripeto quanto detto, ricordandoti che esistono casi differenti da quelli da te menzionati.
Werewolf ha scritto:
Quello che ti sto dicendo è che se durante il mio orario lavorativo tu, senza che io ti provochi, mi chiami “napoletano di merda”, io devo essere tutelato dallo stato, anche se non vado in depressione, non tento il suicidio e non do le dimissioni.
In pratica, mi stai dicendo che lo stato dovrebbe punire qualcuno per non aver fatto niente, o meglio un'azione che non abbia danneggiato nessuno.
Werewolf, il problema è che se si utilizzano i termini in maniera sbagliata questo discorso non porterà mai a nulla. Inoltre, tra “non aver fatto niente” e “azione che non ha danneggiato nessuno” c’è un mare di differenza.
Comunque, cercando di proporre la cosa in termini semplici, se io entro a gamba tesa su di un avversario, tentando di spezzargli tibia e perone e l’avversario mi salta senza farsi niente, io vengo punito lo stesso: per un’azione che aveva la potenzialità di danneggiare il prossimo. Se io sparo a una persona per ucciderla, ma non la colpisco affatto, non vengo punito solo per il danno psicologico arrecato, ma per il tentato omicidio, ovvero per un’azione pericolosa.
Io posso anche fregarmene del tuo definirmi napoletano di merda, ma la tua azione è un delitto contro un bene giuridico.
Werewolf ha scritto: Come ho detto sopra, un conto è se tu denunci una persona perché ti senti insultato, un conto è che lo stato, senza che nessuno gli chieda niente, si metta in mezzo per punire qualcosa che, in linea di principio non ha alcun tipo di conseguenza.
Piccolo particolare, io non ho mai detto che lo stato dovrebbe punire l’ingiuria senza che ci sia denuncia (ancora una volta, è bene sottolineare che inizialmente si stava parlando di forum, che hanno una natura leggermente diversa da quella di uno stato).
Werewolf ha scritto: Ti rendi conto che, se io dò vita al Far West verbale, tu in pratica stai dicendo che dovremmo essere tutti dietro le sbarre, o a pagare una multa? Qualsiasi cosa può essere offensiva, lo stato non può fare da arbitro su cosa è offensivo e cosa no.
Altra cosa che io non ho mai sostenuto.
Werewolf ha scritto:
Infatti, io non ho mai parlato di una lista.
Hai paralto di insulti:
-Razzisti
-Contro certi tipi di credenti
-Sessuofobi
-Sessisti
...
Se non è una lista, poco ci manca.
Cioè, prima mi chiedi esempi pratici, poi te li fornisco e starei stilando una lista? Ovvio, me l’hai chiesta tu… ma da qui a dire che io abbia detto che lo stato dovrebbe fare una lista degli insulti da colpire d’ufficio corre un mare grosso quanto quello che separa realtà e finzione.
Werewolf ha scritto: Ma il fatto è che, anche se convengo che tali insulti siano deprecabili(un po' meno quelli contro le religioni), uno stato che arbitrariamente decidesse che sono offensivi e punisse qualcuno a prescindere dalle conseguenze di ciò che dice, non solo è uno stato etico, ma perdipiù ingiusto, in quanto priva qualcuno di un diritto quando egli non ha privato di diritti nessuno.
Certo, ora andiamo liberamente ad offendere le persone di colore, le donne e i diversamente abili (sempre nei limiti degli insulti che non creino danni materiali)...

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Messaggio Da Werewolf Lun 22 Ago 2011 - 23:11

Io credo che tu non abbia mai assistito ad una causa per mobbing, o sbaglio (o, al massimo, avrai visto un caso esemplare in cui si giungeva realmente a conseguenze scientificamente appurabili)?
Guardatene qualcuna in più, poi torniamo a parlare di quei criteri “scientifici piuttosto chiari”.
E' un difetto del sistema giudiziario, non del principio.
Inoltre, la denuncia non è affatto (e non solo non sufficiente) un buon motivo per ritenere che il danno psicologico ci sia stato.
Se uno decide di sobbarcarsi una causa per ingiuria, deve avere un buon motivo per farlo.
Ti accorgi del salto che c’è tra gli insultanti che non vogliono che lo stato intervenga e l’insultante che deve provare il danno subito? Non ti sembra che manchino molto elementi alla tua casistica?
Ripeto quanto detto, ricordandoti che esistono casi differenti da quelli da te menzionati.
Le casistiche non sono molte: o l'insultato ritiene di essere offeso, oppure no. O lo stato ritiene di dover difendere dall'offesa a prescindere dalle conseguenze che essa ha oppure no.
L'insultato non si ritene offeso, ma lo stato decide di intervenire a prescindere da questo;
L'insultato non ritiene di essere stato offeso e lo stato, non intervenendo a prescindere dalle conseguenze, non fa nulla;
L'insultato si ritiene offeso, lo stato interviene comunque a prescindere da ciò;
L'isultato si ritiene offesoe chiede allo stato di intervenitre per questo, lo stato intevine perché una conseguenza c'è stata(la denuncia), e appura se l'insultato è stato veramente offeso, e questo tramite ovviamente la prova(come in qualsiasi aso giudiziario) del danno subito(le conseguenze vere e proprie). Chiaramente, se l'offesa non c'è stata lo stato non procede contro l'insultante, anzi procede contro l'insultato perché ha tentato con una falsa accusa di far del male all'insultante(multa, galera o quant'altro).
Queste sono bene o male le casistiche. Il resto sono sfumature.
Werewolf, il problema è che se si utilizzano i termini in maniera sbagliata questo discorso non porterà mai a nulla. Inoltre, tra “non aver fatto niente” e “azione che non ha danneggiato nessuno” c’è un mare di differenza.
Comunque, cercando di proporre la cosa in termini semplici, se io entro a gamba tesa su di un avversario, tentando di spezzargli tibia e perone e l’avversario mi salta senza farsi niente, io vengo punito lo stesso: per un’azione che aveva la potenzialità di danneggiare il prossimo. Se io sparo a una persona per ucciderla, ma non la colpisco affatto, non vengo punito solo per il danno psicologico arrecato, ma per il tentato omicidio, ovvero per un’azione pericolosa.
Ma questo avviene quando le probabilità che quell'azione facesse danno è estremamente alta, al punto che la persona che la compie ne è perfettamente consapevole(a meno che non sia incapace di intendere e di volere). Ora, a meno che tu non ritenga di poter seriamente che lo stato possa(e debba) entrare nella testa della gente, anche quando non richiesto, e quindi possa oggettivamente dire che un insulto ha probabilità estremamente alte di fare danni(specialmente quando nessun danno è visibile) direi che non è il caso dell'insulto.
Certo, ora andiamo liberamente ad offendere le persone di colore, le donne e i diversamente abili (sempre nei limiti degli insu…
No, è proprio il contrario: dato che non sappiamo quando una cosa può essere ritenuta offensiva e quando no(ovvero quando facciamo una danno a qualcuno oppure no, o, in alternativa, quando ci possiamo beccare una denuncia o meno, se uno se ne frega del fare del male agli altri) la cosa è proprio evitare di essere offensivi, e misurare le parole, proprio perché, in tal sistema, non potendo sapere con certezza le conseguenze delle proprie parole, qualsiasi cosa detta può avere conseguenze negative ed essere ritenuta offensiva e quindi denunciata.

In pratica, in un certo senso sarei più restrittivo di te: essendo che qualsiasi cosa può essere offensiva, e che tale offesa è basata sulle conseguenze, qualsiasi cosa offensiva che lo sia veramente(ha conseguenze negative sull'insultato) può essere denunciata. Niente insulti di serie A e B, ma tutti di serie A, in base alle conseguenze che hanno nei singoli casi specifici.

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