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... vietato a Bertrand Russell l'insegnamento...

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Messaggio Da Ludwig von Drake Sab 6 Giu 2009 - 23:04

Come fu vietato a Bertrand Russell l'insegnamento al "City College" di New York è il titolo di un saggio del filosofo Paul Edwards che, in qualità di curatore del libro Perché non sono cristiano (Why I Am Not a Christian: And Other Essays on Religion and Related Subjects) di Bertrand Russell, aggiunse ai saggi presenti nel libro. Come fu vietato a Bertrand Russell l'insegnamento al "City College" di New York riassume l'inchiesta di Edwards sull'incresciosa vicenda che aveva visto il filosofo vittima di certo perbenismo clericaleggiante.
«Mio caro professor Russell, ho il privilegio di comunicarle la nomina a professore di filosofia al City College of New York per il periodo dal 1 febbraio 1941 al 30 giugno 1942, facendo seguito alla risoluzione del Consiglio per l'Istruzione Superiore nella riunione del 26 febbraio 1940. La sua collaborazione apporterà lustro al College e approfondirà l'interesse per le basi filosofiche del vivere umano »
(Ordway Tead, Presidente del Consiglio l'Istruzione Superiore del City College of New York)
Ordway Tead, con questa lettera ufficializzò a Bertrand Russell una decisione del consiglio presa all'unanimità. Come l'incarico divenne di dominio pubblico il vescovo della Chiesa protestante episcopale, il sig. Manning scrisse una lettera di protesta a tutti i giornali, seguita dopo poco da una seconda dello stesso tenore:
«Che cosa si deve dire dei colleges e delle università che affidano l'istruzione filosofica della gioventù... ad un uomo che è noto come propagandista antireligioso e antimorale e che, in particolar modo, difende l'adulterio?... Possono coloro, cui sta a cuore il benessere del nostro paese, essere disposti a vedere tali insegnamenti diffusi con l'appoggio dei nostri colleges e delle nostre università? »

«C'è gente tanto disorientata moralmente e intellettualmente che non vede nulla di male nella nomina... di una persona che nelle sue pubblicazioni tra l'altro scrive: "Al di fuori dei desideri umani, non c'è alcuna regola morale" »

La lettera del vescovo diede la stura alla campagna denigratoria della stampa benpensante e clericaleggiante: secondo The Tablet la nomina di Russell suonava come "un brutale insulto ai vecchi newyorkesi e a tutti gli americani", e ancora in un editoriale etichettava Russell come "professore di paganesimo, il filosofo anarchico e nichilista della Gran Bretagna...la cui difesa dell'adulterio fece tanto scalpore che un suo 'amico' si dice lo abbia bastonato".
Il settimanale gesuita America definì Russell "un arido e decadente difensore della promiscuità sessuale... che ora sta addottrinando gli studenti dell'Università di California... sui libertari principi di dissolutezza sessuale, di amore libero e di matrimonio temporaneo... Questo corruttore... che ha tradito la sua 'mente' e la sua 'coscienza'... Questo insegnate dell'immoralità e dell'irreligiosità... condannato all'ostracismo dagli inglesi per bene".
I Figli di Saverio, la sezione di New York dell'Unione centrale cattolica dell'America, l'antico Ordine degli irlandesi, i Cavalieri di Colombo, l'Associazione degli avvocati cattolici, la Società del santo nome di Santa Giovanna d'Arco, la Conferenza dei pastori battisti metropolitani, la Conferenza della società Donne del New England e i Figli della Rivoluzione americana (solo per citare alcune associazioni notoriamente interessate all'istruzione) inviarono decine di mozioni ai giornali che accusavano Russell di comunismo, amoralità, di traviare la gioventù, ecc.

(...) Russell raccolse la solidarietà di tutto il mondo accademico che contava: Whitehead, Dewey, Shapley, Kasner, Einstein, ecc., si dichiararono favorevoli alla sua nomina. A tale proposito Einstein osservò:
«I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non sanno capire l'uomo che non accetta stuipidamente i pregiudizi ereditari, ma con onestà e coraggio usa la propria intelligenza »

Diciassette dei più famosi studiosi degli Stati Uniti, tra i quali Becker di Cornell, Lovejoy di Johns Hopkins, Cannon, Kemble, Perry e Schlesinger di Harvard inviarono una lettera al sindaco La Guardia per protestare contro l'attacco a Russell:
«Se questo attacco avesse successo, i colleges e le università americani non potrebbero salvarsi dall'inquisitorio controllo dei nemici del libero pensiero... Essere istruiti da un uomo della levatura di Bertrand Russell è un raro privilegio per studenti di qualunque paese... Sarebbe bene che i suoi censori lo affrontassero sul campo libero e aperto della discussione intellettuale e dell'analisi scientifica. Essi non hanno il diritto di imporgli il silenzio, impedendogli l'insegnamento... La questione è di così fondamentale importanza che potrebbe pregiudicare la intera struttura della libertà intellettuale, sulla quale si fonda la vita universitaria americana »

(...) Due giorni dopo la presentazione delle accuse, il 30 marzo il giudice McGeehan, basandosi su "norme e criteri... che sono leggi della natura", revocò la nomina di Russell descrivendola come "un insulto alla popolazione della città di New York".

(...) Dalla California Russel si trasferì ad Harvard, e quindi alla fondazione Barnes e Merton in Pennsylvania. Nel 1944 ritornò in Inghilterra dove venne insignito da Re Giorgio VI con l'Order of Merit.
Nel 1950 Russell venne insignito con il premio Nobel per la letteratura.

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Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?
Don Chisciotte - Guccini

https://iltronodispade.wordpress.com/
Ludwig von Drake
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Messaggio Da Libero Lun 8 Giu 2009 - 0:41

A tale proposito Einstein osservò:
«I grandi
spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i
quali non sanno capire l'uomo che non accetta stuipidamente i
pregiudizi ereditari, ma con onestà e coraggio usa la propria
intelligenza »

E' incredibile come questa frase sia ancora attuale !

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Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere.
.Thomas More.

Libero
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