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Metafisica

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Messaggio Da Paolo Ven 22 Feb 2013 - 9:05

Spesso vedo che si utilizza il termine metafisica per indicare in modo generico un qualcosa, un elemento che non ha fisicità. Inoltre noto che vari utenti del forum conferiscono a questa parola un significato improprio, il che genera incomprensioni e inutili discussioni. Mi sembra perciò opportuno fissare quanto meno un significato condiviso a tale parola, perchè sia in ambito filosofico che teologico assume grande importanza. Per far questo parto da quella che è la definizione che Wiki e non solo danno di metafisico. Poi si possono fare tutte le valutazioni del caso.

Wiki:

La metafisica è quella parte della filosofia che, andando oltre gli elementi contingenti dell'esperienza sensibile,[1] si occupa degli aspetti ritenuti più autentici e fondamentali della realtà, secondo la prospettiva più ampia e universale possibile.[2] Essa mira allo studio degli enti «in quanto tali» nella loro interezza,[3] a differenza delle scienze particolari che, generalmente,[4] si occupano delle loro singole determinazioni empiriche, secondo punti di vista e metodologie specifiche.
Nel tentativo di superare gli elementi instabili, mutevoli, e accidentali dei fenomeni, la metafisica concentra la propria attenzione su ciò che considera eterno, stabile, necessario, assoluto, per cercare di cogliere le strutture fondamentali dell'essere. In quest'ottica, i rapporti tra metafisica e ontologia sono molto stretti, tanto che sin dall'antichità si è soliti racchiudere il senso della metafisica nell'incessante ricerca di una risposta alla domanda metafisica fondamentale «perché l'essere piuttosto che il nulla?».[5]
All'ambito della ricerca metafisica tradizionale appartengono problemi quali la questione dell'esistenza di Dio, dell'immortalità dell'anima, dell'essere "in sé",[6] dell'origine e il senso del cosmo, nonché la questione dell'eventuale relazione fra la trascendenza dell'Essere e l'immanenza degli enti materiali (differenza ontologica).


Da: www.metafisica.it

Il termine metafisica ebbe un'origine accidentale - tà metà tà physikà - indicando i libri 'successivi a quelli di fisica' nell'ordinamento del corpus aristotelico realizzato da Andronico nel I sec. d.C.
Il termine metafisica esprime molto bene la natura di questa scienza, poiché essa va oltre la fisica (o filosofia seconda), per raggiungere la base comune su cui tutte le scienze particolari si fondano specificandone le norme.

Aristotele definisce la metafisica 'filosofia prima' perché parla dell'oggetto cui tutte le scienze particolari si riferiscono e traccia i principi da cui tutte discendono. Nell'opera di Aristotele, la concezione della metafisica ha due campi d'indagine:

1) metafisica come teologia, cioè come scienza del soprasensibile, dell'essere più alto e perfetto dal quale tutti gli altri esseri dipendono ( dottrina dell'Atto puro o Motore immobile).

2) metafisica come ontologia, cioè come scienza che studia i caratteri fondamentali dell'essere in generale ossia dell'essere in quanto essere (dottrina della sostanza), che nelle sue determinazioni è oggetto di tutte le altre scienze.


Da quanto si evince dalle definizioni che ho indicato qui sopra, risulta che il termine abbia doppia valenza. Da un lato è una disciplina che studia i problemi di ciò che è, o si presume che sia, ciò che è al di la del mondo sensibile, ovvero il sovrannaturale. La metafisica ha però anche un significato assai simile alla ontologia, ovvero una delle branche fondamentali della filosofia, lo studio dell'essere in quanto tale, nonché delle sue categorie fondamentali.

Ritengo che questa doppia valenza sia alla base di tanti malintesi e fraintendimenti.
Per superare questo a mio avviso bisognerebbe definire cosa si intenda per "andando oltre gli elementi contingenti dell'esperienza sensibile" o per " scienza che studia i caratteri fondamentali dell'essere in generale ossia dell'essere in quanto essere". Infatti per quanto riguarda la parte ove la metafisica si interessa di trascendente e sovrannaturale, non penso si possa equivocare. Mentre il secondo punto da luogo a diverse valutazioni e interpretazioni.

Io sono dell'idea che alla base i due concetti si equivalgano. Ovvero la ricerca dei valori assoluti ed universali dell'essere possono essere ricercati solo in ambito trascendente, al di la del mondo fisico. E perciò riconducibili solo al sovrannaturale. Per me il termine può essere utilizzato per definire elementi che non possono essere percepiti dalla mente umana tramite i propri sensi. Ma che in ogni caso nulla ha a che fare con l'astratto o l'ideale.

Il mondo delle idee, così come quello dei sentimenti, della emotività, della creatività, dell'intuizione... nulla hanno di metafisico. Sono delle attività del nostro cervello che si limitano a sentire e elaborare elementi conosciuti e sempre riconducibili al mondo fisico. Io perciò relego la metafisica ad un uso solo in ambito trascendente o sovrannaturale, e ritengo che non possa essere utilizzato come termine per indicare un qualcosa di fisico anche se immateriale.

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Messaggio Da Masada Ven 22 Feb 2013 - 18:55

Paolo ha scritto:Spesso vedo che ...
un qualcosa di fisico anche se immateriale.

che significa fisico anche se immateriale?

immagino che ci discuteremo tu ed io, quindi vado sul personale e ci metto dentro tutto...

andiamo ovviamente sul secondo senso di metafisica che hai dato, quello che più ti sembra sensato.
in ogni caso con queste definizioni stai riducendo il significato di metafisica a quella che è stata la metafisica aristotelica, e ci sta, ma è come se io ti spiegassi il concetto di fisica spiegandoti quello della fisica di democrito o dello stesso aristotele, sensibilmente diversa da quella di oggi.
la metafisica in quanto metafisica aristotelica è definitivamente morta, il che non significa che non sia utile per imparare a ragionare sul ragionare.
tutte le metafisiche vere e proprie sono oggi morte.
resiste l'ontologia:
Spoiler:

provo quindi a spiegarti il significato di meta- così come lo si usa oggi, magari si capisce.

Per metacomunicazione (termine nato dalla fusione tra meta e comunicazione) si intende, in psicologia, la comunicazione relativa alla comunicazione stessa.
...
Ad esempio la frase: "Ora giochiamo a guardie e ladri" è una metacomunicazione (cioè, è una comunicazione relativa agli atti comunicativi in corso tra i partecipanti all'interazione), e permette alle persone che stanno comunicando di inserirsi in un contesto relazionale e di significato dal quale trarranno informazioni fondamentali per il buon esito del processo comunicativo in corso. Così, la conseguente frase: "Dammi tutti i soldi che hai", porterà a interpretazioni e conseguenze relazionali diverse da quelle che avrebbe avuto in un contesto introdotto dalla frase metacomunicativa: "Questa è una rapina".
http://it.wikipedia.org/wiki/Metacomunicazione

quindi abbiamo una comunicazione (pensiero) di un metodo interpretativo della comunicazione (di pensiero)

oppure:
Per traduzione metatestuale si intende un processo che trasferisca un testo non in un altro testo, ma in una cultura: in altre parole, il metatesto è l'immagine complessiva che di un testo si crea in una cultura. L'immagine complessiva di un testo in una cultura viene determinata, oltre che dal testo stesso, anche da ciò che in quella cultura si dice a proposito di tale testo. Un'allusione al testo, fatta da qualcuno in pubblico, a voce o per iscritto; una citazione; una recensione; una voce di enciclopedia che fa riferimento a quel testo; una postfazione o un apparato critico che corrèdino un testo; e via dicendo, tutto ciò concorre alla formazione dell'immagine complessiva di un testo.
http://courses.logos.it/pls/dictionary/linguistic_resources.cap_1_17?lang=it

quindi abbiamo l'immagine culturale interpretativa (pensiero) di un testo ( di pensiero)

o ancora:
Con metacognizione si indica un costrutto teorico molto utilizzato in ambito psicologico ed educativo. La metacognizione indica un tipo di autoriflessività sul fenomeno cognitivo, attuabile grazie alla possibilità - molto probabilmente peculiare della specie umana - di distanziarsi, auto-osservare e riflettere sui propri stati mentali. L'attività metacognitiva ci permette, tra l'altro, di controllare i nostri pensieri, e quindi anche di conoscere e dirigere i nostri processi di apprendimento.
Come accennato, in termini epistemologici, una "teoria della mente" è un paradigma esplicativo della struttura e dei processi funzionali della mente umana, intesa come entità funzionale autonoma. Al variare delle epoche e dei paradigmi filosofici, culturali, scientifici e storico-psicologici di riferimento, sono variate le ipotesi e le modellizzazioni diffuse "su cosa fosse e come funzionasse la mente".
In termini cognitivi, è la fondamentale capacità umana di comprendere e riflettere sul proprio e l'altrui stato mentale, e sulle proprie ed altrui percezioni, riuscendo così a prevedere il proprio e l'altrui comportamento.
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_mente

quindi abbiamo addirittura la presa di coscienza (pensiero) dei nostri pensieri (di pensiero)

in tutti questi tre esempi meta- ci sta ad indicare l'astrazione di una astrazione, un pensiero sul pensiero.

invece quando si studia un ente fisico si ha lo studio (pensiero) di un oggetto (materia)

o ancora:
La filosofia della scienza come epistemologia è discorso circa la scienza. La scienza, dal canto suo, è un sapere, ...: ergo, la filosofia della scienza è un sapere intorno ad un sapere, detto in termini cari al novecento, è una metascienza.
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=6&cad=rja&ved=0CEcQFjAF&url=https%3A%2F%2Fwww.docenti.unina.it%2FdownloadPub.do%3FtipoFile%3Dmd%26id%3D80099&ei=06UnUfTeGMettAaak4CQAg&usg=AFQjCNF8AOk_YrerxPcEMqzPSfGSrwhGrQ&bvm=bv.42768644,d.Yms

in un certo senso quindi meta- sta a indicare una astrazione di una astrazione.
spesso quindi si colloca sul piano del metodo, della matrice interpretativa unificante, degli assiomi di riferimento di un pensare.


quello che a te fa incazzare è la paura che questa astrazione di astrazione si idealizzi, prenda esistenza in se stessa, e sia radice di idee come anima e dio, pensieri sussistenti senza materia.
di una cosificazione del Pensiero, della Matrice del pensiero, in Dio.

In quanto unica dell'uomo, l'autocoscienza, il meta-, il girare su se stesso due volte, è chiaramente ciò che lo differenzia dalle bestie e che quindi potrebbe essere una ulteriore giustificazione per ipotizzare dio.

Ma non puoi permettere che un tuo pregiudizio fermi il tuo pensare.

Se la ragione scorge una aporia deve attaccarla, non può non accettarla, rifiutarsi di vederla a priori.

E non ti preoccupare, agnostici si è sempre atei.


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l'idea di paperino non ha nulla di meta, è un oggetto della fantasia, è il pensiero di due cose esistenti mixate, un papero e un uomo. è pensiero di cose percepite coi sensi e fuse con fantasia. i filosofi non lo postulano risalendo le cause fino alla causa prima... non è pensiero di pensiero...

ennesima differenza...



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Messaggio Da Akka Dom 24 Feb 2013 - 10:12

ecco questa discussione me l' ero persa...però masada non sarei così sicuro del fatto che la metafisica oggi sia morta, e un qualcosa di platone e Aristotele mi pare destinato a restare

Habermas sostiene quello che dici tu, dice cioè che il pensiero ha ormai guadagnato uno statuto post-metafisico, derrida invece denuncia l' impossibilità di trovare un solo angolo del sapere umano che non sia ancora permeato di metafisica...io penso che derrida, su questo, abbia ragione

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Messaggio Da *Valerio* Dom 24 Feb 2013 - 11:16

La metafisica sta alla filosofia come l’astrologia all’astronomia. (cit.)

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Messaggio Da Paolo Dom 24 Feb 2013 - 13:30

Masada io non discuto tanto cosa sia la metafisica perchè, come ho riportato, ci sono ottime definizioni. La questione è se abbia o no un significato logico. Ovvero se ha senso "il tentativo di superare gli elementi instabili, mutevoli, e accidentali dei fenomeni, la metafisica concentra la propria attenzione su ciò che considera eterno, stabile, necessario, assoluto, per cercare di cogliere le strutture fondamentali dell'essere".

Per me no! E' assurdo la ricerca di un qualcosa che sia eterno, assoluto. E' qui il punto. Per me sono solo seghe mentali. Poi tutto il resto poco conta.

Per me l'astrazione è solo un trucco che usa il nostro cervello per rendere più rapidi e semplici i nostri ragionamenti. Ma di per se non esiste. Il numero due non esiste. Però il nostro cervello lo usa perchè con un simbolo è in grado di rappresentare la realtà. E questo è semplice, efficace e fa risparmiare energie!!

Tutti gli esempi che hai portato altro non sono che l'applicazione di questo meccanismo intellettivo che il cervello usa per comunicare e per capirci. Ma di eterno e assoluto non ha assolutamente nulla.

Tu scrivi:

In quanto unica dell'uomo, l'autocoscienza, il meta-, il girare su se stesso due volte, è chiaramente ciò che lo differenzia dalle bestie e che quindi potrebbe essere una ulteriore giustificazione per ipotizzare dio
.

E chi te lo dice che sia unica dell'uomo? Io ritengo che in forme assai diverse e meno evolute lo sia anche degli animali. E questo è un ulteriore prova della infondatezza dell'idea di dio!! L'ho scritto nell'altro topic sull'esistenza di dio. Il fatto che l'autocoscienza si sia formata nel milioni di anni di evoluzione, ovvero dalla scimmia all'uomo, in modo del tutto progressivo e graduale esclude il fatto che vi sia un momento in cui nasce come per magia dal nulla. E' solo ed esclusivamente il risultato di un lunghissimo processo evolutivo.

Se noi potessimo modificare il cervello di un animale come la scimmia aggiungendo quella parte (mi sembra ma posso sbagliare sia la zona alla base del cervello che nell'uomo è più allungata) che manca, anche lei avrebbe il medesimo livello di autocoscienza. Ma tieni conto che la scimmia (o meglio gli orango o gli scimpanzé, ma anche i delfini!!) è l'unico animale che è in grado di riconoscere se stesso!!! Più auto coscienza di così!!

I macachi hanno una coscienza

Non avendo il dono della parola, l’unico modo per capire se gli animali hanno coscienza di sé è osservare come agiscono e dedurre se siano o meno consapevoli delle conseguenze delle loro azioni. Justin Couchman dell’Università di Buffalo, negli Usa, osserva da tempo i macachi reso (Macaca mulatta) e ora è giunto a una conclusione, di cui dà conto su Biology Letters: diversamente da quanto ritenuto finora, queste scimmie distinguerebbero tra le proprie azioni e quelle degli altri, mostrando quindi una forma di coscienza di sé. Proprio come gli esseri umani, gli scimpanzé e i delfini.

http://www.koimano.com/articolo.asp?id=1276

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Messaggio Da SergioAD Dom 24 Feb 2013 - 17:00

*Valerio* ha scritto:La metafisica sta alla filosofia come l’astrologia all'astronomia. (cit.)
L'impossibile è un concetto relativo. Lo è stato nel passato... difatti il legame tra astrologia e astrofisica ne è un esempio. Questo mette pace.

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Messaggio Da silvio Dom 24 Feb 2013 - 19:41

Mi viene in mente una cosa:

L'Amore esiste ? Veramente no è un concetto.

La morte esiste ? La morte è un concetto per indicare il fermo di una macchina biologica

Il tempo esiste ? No, ma è un concetto.

Insomma sono concetti non fisici, di cui noi abbiamo bisogno per formulare un linguaggio, cioè Metafisica, noi abbiamo bisogno della Metafisica.
Una macchina biologica pensante in grado di produrre una Civiltà ha bisogno della Metafisica.

Non esiste la Metafisica perchè è un concetto, ma indispensabile per pensare, ed anche produrre.

Che ne pensate ?

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Messaggio Da Paolo Lun 25 Feb 2013 - 8:46

silvio ha scritto:Mi viene in mente una cosa:

L'Amore esiste ? Veramente no è un concetto.

Certo che esiste. E' un sentimento!!

silvio ha scritto:
La morte esiste ? La morte è un concetto per indicare il fermo di una macchina biologica

In senso stretto la morte non esiste. Esiste la fine della vita. Sarebbe come pensare ad una corda che a un certo punto finisce. Non si può dire che oltre la fine della corda c'è un qualcosa. E' solo terminata la corda, così come alla morte termina la vita.

silvio ha scritto:
Il tempo esiste ? No, ma è un concetto.

Il tempo come entità assoluta non esiste. E' una misura come la lunghezza o il peso. E' un rapporto tra due movimenti. E come tale esiste.

silvio ha scritto:

Insomma sono concetti non fisici, di cui noi abbiamo bisogno per formulare un linguaggio, cioè Metafisica, noi abbiamo bisogno della Metafisica.
Una macchina biologica pensante in grado di produrre una Civiltà ha bisogno della Metafisica.

Non esiste la Metafisica perchè è un concetto, ma indispensabile per pensare, ed anche produrre.

Che ne pensate ?

Mi sembra che ci si debba intendere sul termine. Se per metafisico noi intendiamo ciò che è al di la al di sopra del fisico, ovvero il sovrannaturale di certo la metafisica non serve a nulla.

Se lo intendi come il mondo della astrazione, ovvero dei concetti si, può esistere! Ma concetti del tutto relativi e mai assoluti!! Perciò una metafisica "relativa" che io non ritengo si possa definire metafisica. Perciò è necessario definire in modo univoco questo termine per non creare discussione e incomprensioni.

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