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La rana nella pentola e i principi "non negoziabili"

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alberto
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Messaggio Da Vale93 Ven 1 Feb 2013 - 15:26

Ciao a tutti, mi sono appena presentato nella sezione apposita e quindi inizio il mio primo topic=)

Allora, in un certo gruppo di facebook (a sfondo politico) una certa persona che condivide con me alcuni idee (altre meno), e che è profondamente credente, mi ha inviato questo testo tratto da un giornale cattolico "La nuova bussola quotidiana". Ve lo mostro, così potete dirmi cosa ne pensate. =)

E' un po' lungo.


IL CORRIERE DELLA SERA CUOCE A FUOCO LENTO I CATTOLICI
SUI PRINCIPI NON NEGOZIABILI

Parlamentarizzando il dibattito e spacchettando i temi etici, la rana
cattolica bollirà senza nemmeno accorgersene
di Mario Palmaro

Ci sono articoli che rivelano un mondo. Il pezzo scritto da Pierluigi
Battista sul Corriere della Sera del 18 gennaio dovrebbe essere letto
e meditato nei sacri palazzi, nelle curie, nelle parrocchie e nelle
case dei cattolici. Perché in quell'articolo il mite Battista ha
riassunto in modo esemplare la ricetta con la quale il mondo sta
cucinando a fuoco lento i cattolici.
Un piccolo capolavoro, lucidissimo, che descrive la nostra fine. Una
fine del tutto simile all'apologo della rana e dell'acqua bollente: se
tu getti il proverbiale rospo in una pentola caldissima, lui salta
subito fuori; ma se ce lo metti e poi accendi il fuoco lento, la
poveretta si farà bollire senza battere ciglio.
I nemici della Chiesa – a proposito: nel mondo esistono nemici della
Chiesa, ricordiamocelo – i nemici della Chiesa hanno capito che
fucilazioni, ghigliottine, corda e sapone, torture, genocidi, lager,
gulag, massacri di monache e di frati, dopo i primi innegabili
vantaggi, producono però martiri e rinvigoriscono quella fede tanto
odiata. Allora bisogna cambiare sistema: bisogna bollire le rane
cattoliche a fuoco lento. Bisogna affidare il compito a istituzioni
democratiche e liberali, a organismi che lavorano per la pace e per
l'unità europea, a leader tecnico-politici che la domenica vanno a
Messa, che ripetono ogni cinque minuti "valori, valori!" e che quindi
sono di sicuro delle "brave persone" e non conoscono nemmeno vagamente
dove stia di casa la massoneria.
Insomma: la rana cattolica non si accorge che la temperatura nella
pentola piano piano sale, e così alla fine si ritrova bollita senza
fare un plisset. Ma dicevamo dell'articolo di Pierluigi Battista, vero
capolavoro di questa strategia.
Battista in sostanza dice: i principi non negoziabili sono una
colossale scocciatura, perché ostacolano la modernizzazione e
l'europeizzazione della vecchia Italia cattolica e papista. I poteri
forti e paramassonici vogliono fare del Bel Paese una landa glaciale e
disumana del tutto simile alle efficienti e pulitissime nazioni
luterane dell'Europa del Nord, dove i treni sono in orario, gli
ospedali funzionano, tutti pagano le tasse, il venerdì sera ci si
ubriaca ma a turno – così uno guida sobrio l'auto per tornare a casa –
e i suicidi aumentano a vista d'occhio nella disperazione di una vita
senza senso soprannaturale.
Scrive infatti il Battista: "La politica, anche su temi così delicati,
dovrebbe saper negoziare e trovare utili compromessi. Se invece si
perpetua la logica dei «valori non negoziabili» e dell'oltranzismo
ideologico non si arriva a nulla. O si continua all'infinito nel
vaniloquio". Dunque, chi parla di questi principi – ad esempio
Bendetto XVI – alimenta il vaniloquio.
La soluzione? Due mosse. La prima: "spacchettiamo" i temi non
negoziabili – propone il saggio e moderato Battista – nel senso di
separare alcuni temi "davvero non negoziabili da altri in cui il
compromesso è possibile e accettabile". La seconda: "Parlamentarizzare
il dibattito intorno ai temi eticamente sensibili". Nella pentola
della nostra rana cattolica, la temperatura comincia lentamente a
salire.
E come si deve fare questo spacchettamento? Qui il ragionamento di
Battista si fa perfidamente sottile: l'editorialista del Corriere
della Sera distingue infatti "ciò che riguarda la vita" – come ad
esempio aborto e fecondazione artificiale – dalla questione caldissima
dei matrimoni gay. Sul primo gruppo di questioni Battista scrive –
bontà sua – che i cattolici "hanno tutto il diritto non solo di votare
a favore di leggi che considerano contrarie alla loro coscienza, ma
anche di ingaggiare una battaglia culturale e politica per impedire
politiche che a loro giudizio violano la sacralità della vita".
Dopo la carota, arriva però la bastonata, e i toni diventano
improvvisamente duri e minacciosi: "Ma che c'entra con il valore «non
negoziabile» della vita una guerra cieca e a oltranza contro il
riconoscimento delle unioni di fatto, eterosessuali e soprattutto
dello stesso sesso. Una legge ragionevole, che salvaguardi i diritti
fondamentali degli omosessuali, che dia riconoscimento giuridico alle
unioni tra individui dello stesso sesso, attiene a una sfera diversa
da quella che si combatte sull'arena dei valori non negoziabili".
Nella pentola, la rana cattolica comincia a sentire caldo. Il disegno
tratteggiato dal ragionamento di Battista è sottile e banale nello
stesso tempo: mostrarsi conciliante sugli argomenti (aborto e figli in
provetta) nei quali i cattolici hanno ormai perduto, e dove le leggi
ingiuste sono inesorabilmente consolidate; e chiedere un atteggiamento
di compromesso e di resa proprio su quei temi – le nozze gay – dove
ancora la sconfitta non si è consumata. Geniale. Diabolico.
Dal tono dell'articolo si capisce anche che il mondo attribuisce a
questa faccenda dello sdoganamento legale e simbolico del sesso
omosessuale un'importanza fondamentale. E che ogni tentativo di
ostacolare questo disegno sarà spazzato via senza alcuna pietà. I
cattolici sono avvertiti: se si ostinano a pensare e a dire che ci
sono rapporti secondo natura e rapporti contro natura, la reazione del
sistema europeista e mondialista sarà terribile. E guai a chi pensa di
promettere agli elettori che, se governerà, si opporrà alla deriva
"gaia" del diritto: che peste lo colga.
Ovviamente, nel ragionamento di Pierluigi Battista i principi non
negoziabili sono tenuti nella stessa stima delle credenze più
irrazionali di una tribù animista dell'Africa nera: duemila anni di
tradizione filosofica, di dottrina politica e morale razionalmente
argomentata, la legge naturale di Agostino d'Ippona e Tommaso
d'Aquino, Tommaso Moro e Carlo d'Asburgo sono tutte cose graziosamente
gettate nell'inceneritore laico-progressista. Essere contro l'aborto,
o peggio contro i matrimoni fra persone dello stesso sesso, è il
frutto di pulsioni irrazionali che possono (per ora) sopravvivere
all'interno del recinto religioso. Nella vita pubblica, dove brilla il
sole della ragione illuminista e rivoluzionaria, ogni persona di buon
senso "deve" sapere che le nozze gay sono una cosa ragionevolissima. E
se non lo capisce, lo si rieduca con i mass media, e se serve anche
con la magistratura democratica.
Il destino della rana cattolica sembra dunque segnato. Oltretutto, a
portare l'acqua in ebollizione non ci si mettono soltanto i laici come
Pier Luigi Battista. Ma la cottura viene favorita anche dal clamoroso
disordine dottrinale che regna nell'accampamento cattolico. Non c'è un
solo consiglio pastorale, o una parrocchia, o un gruppo di catechisti,
nel quale sia chiaro a tutti – e accettato da tutti – che cosa siano i
principi non negoziabili e quali siano i loro precisi contenuti. Tanto
è vero che quando il "cattolico" di provenienza oratoriana si candida
in politica, dopo cinque minuti ha già "scaricato" la dottrina della
Chiesa, che ignora.
Umanamente parlando, il progetto del Corrierone, dell'Unione Europea,
dei rivoluzionari progressisti e conservatori (da Holland a Cameron)
sembra cosa fatta, e la rana cattolica è a un passo dalla cottura. Per
fortuna rimane quella cosettina che sembra da nulla, ignota a Pier
Luigi Battista e a non pochi cattolici adulti, e che si chiama
Provvidenza.

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 21/01/2013

Vale93
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Messaggio Da Elima Ven 1 Feb 2013 - 15:33

Vale93 ha scritto:
I nemici della Chiesa – a proposito: nel mondo esistono nemici della
Chiesa, ricordiamocelo –
Cielo, Ci ha scoperto !!! eeeeeeek
Benvenuto nel girone !!! devil2
Per quel che riguarda il resto: troppo lungo.

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"Primo di tutti fu il Caos" Esiodo (Theog. 116)

.....Allora capii che veramente ero il più sapiente perché ero l'unico a sapere di non sapere....(Socrate)
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Messaggio Da Ospite Ven 1 Feb 2013 - 15:45

Vale93 ha scritto:Ve lo mostro, così potete dirmi cosa ne pensate.
Ne penso che i cattolici che parlano di "principi non negoziabili" (che, tradotto, significa: "sul tema X tutti devono fare come dico io perché lo vuole il mio amico immaginario") mi stanno pesantemente sul cazzo.

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Messaggio Da alberto Ven 1 Feb 2013 - 16:39

ne penso che mi viene da rifere se persino un'ameba rivestita come PG Battista deve essere dipinto come un satanasso per continuare a predicare il niente, o meglio per poter continuare a permettere che un sistema di potere continui a rubarci soldi e a tenerci nell'oscurità di una fede cieca.

quella dei suicidi nel nord europa è un dato meschino messo lì per confutare alla bell'e meglio il fatto che quelle nazioni ci pisciano in capo quanto a qualità della vita.
vediamo un po'.

prendo i dati da
qui

e vedo che la religiosissima polonia si mette dietro la svezia e di un bel po' anche norvegia e danimarca e islanda, non vedo alcun "allarme" delle nazioni nordeuropee.

tenendo conto che l'incidenza media mondiale è di 100 suicidi ogni milione di abitanti tutto ciò che sta in quell'intorno non può essere assolutamente base di speculazione.






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fine.

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Messaggio Da Minsky Ven 1 Feb 2013 - 16:47

Vale93 ha scritto:...
Ho letto tutto. Interessante. Magari fosse vero!

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Messaggio Da mix Ven 1 Feb 2013 - 16:49

non facciamo mai mancare le bombole del gas per tenere acceso il fuoco purificatore sotto la pentola dove sta bollendo il rospo cattolico
tutto quello che potrà soffrire il rospo è nulla rispetto ai danni procurati e alle sofferenze che procura a molti.
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Messaggio Da Rasputin Ven 1 Feb 2013 - 20:28

Non ho letto il post iniziale e tiro ad indovinare: per la chiesa i principi non negoziabili sono diritto obbligo alla vita e procreazione, no?

Qualcuno mi corregga se sbaglio.

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Messaggio Da *Valerio* Ven 1 Feb 2013 - 21:28

Stavo leggendo poco fa l'articolo qui sotto, il quale ci mostra inequivocabilmente come tutto sommato questo paese sia popolato da persone laiche o mentalmente aperte su questi temi, ma governato da uno "stato etico".
...chiunque siede su quelle poltrone finisce per baciare anelli e culi...

Ho tanta voglia di bestemmiare, sai Don wink..

ROMA –Divorzio breve: favorevole l’86%. Famiglie gay: favorevole il 77%. Aborto chimico ed eutanasia: sì dal 64%. Sono gli unici sondaggi ai cui piedi la politica, i partiti e il Parlamento non si inginocchiano obbedienti e ossequienti. Qui davvero la politica è distante rispetto al Paese reale. Distante e addirittura “indietro” è però un dato che un po’ stupisce. Su matrimoni gay, fecondazione assistita, divorzio breve e testamento biologico il Paese reale è in realtà avanti, o se il temine non avanti non piace, di certo anni luce “oltre” rispetto al Parlamento, da sempre impelagato in titubanze, prudenze, rispetti, bigottismi. A svelarlo, se mai ce ne fosse bisogno, una ricerca Eurispes riportata da La Stampa.
Il divorzio breve, ad esempio, in Italia riscuote il favore dell’86,3% della popolazione, con un incremento di 4,1 punti percentuali solo nell’ultimo anno. Su 100 famiglie – rileva poi l’Istat – solo 37 sono costituite da madre, padre e bambini, le altre no. Ricostituite, senza figli, formate da una persona sola (28%) e chi più ne ha più ne metta. E di conseguenza ben il 77,2% degli italiani – di nuovo secondo Eurispes – è favorevole a una regolamentazione delle famiglie di fatto, etero e omosessuali che siano. Esiste su questo punto una differenza Nord-Sud – rileva Eurispes – e anche destra/sinistra ma non tale da far cambiare l’orientamento netto degli italiani.
Stessa musica su maternità e aborto: la fecondazione assistita piace a quasi quattro italiani su cinque (79,4%) ed è vista come una apertura alla maternità-paternità quando le condizioni personali della coppia non la rendano possibile per vie naturali. La pillola del giorno dopo, la pillola abortiva è vista con favore dal 63,9% degli intervistati (erano il 58% solo l’anno scorso). E anche sul fine vita gli italiani sono avanti ai loro legislatori, anche se con delle distinzioni. La stragrande maggioranza, il 77,3%, ritiene che sia opportuno (o comunque ammissibile) che una persona possa fare testamento biologico, mentre la quota dei favorevoli all’eutanasia come libera scelta, sia pur regolamentata scende al 64,6%.
Dati che dimostrano e certificano una realtà che è sotto gli occhi di tutti: la distanza della politica dalla vita reale su alcuni temi fondamentali. Colpa, è vero, in parte anche della Chiesa Cattolica che molto pesantemente incide sulla vita italiana. Ma colpa soprattutto della classe dirigente di questo Paese che questi numeri confermano incapace di guidare la nazione che governa. Una vera sconfitta questa per la politica. Compito del Parlamento e di chi vi siede non è infatti registrare i cambiamenti della società e trasformarli in leggi, cosa di cui tra l’altro i nostri governanti si sono dimostrati incapaci, ma sarebbe quello di anticipare, intuire, guidare ed indirizzare questi cambiamenti. Questo sarebbe il compito di una classe politica valida.
La ricerca Eurispes, il rapporto annuale dell’istituto, fotografa bene una realtà però già nota. Che la famiglia non sia più solo quella formata da padre, madre e figli/o è un’evidenza sotto gli occhi di tutti e basta fare una passeggiata per accorgersene. Che il testamento biologico se non l’eutanasia sia una necessità è evidente a chiunque abbia avuto l’occasione di avere un parente o un amico malato. Che tre anni per un divorzio siano troppi e spesso, soprattutto in assenza di prole, un’inutile spreco di tempo è assolutamente lapalissiano.
Eppure nonostante l’evidenza di questi dati e di queste realtà la nostra classe politica non solo non è riuscita ad aprire e regolamentare queste materie ma anzi, negli ultimi anni, ha addirittura legiferato in direzione contraria al pubblico sentire. Prendiamo ad esempio il caso delle fecondazione eterologa, vietata da qualche anno in Italia ma unica via per diventare genitori per chi ha la sfortuna di non poter aver figli. Le nostre leggi in materia hanno costretto molti aspiranti genitori a viaggi all’estero per coronare il loro sogno. Fatto che ha tolto questa possibilità a tutti coloro che pur volendo diventare genitori non potevano permettersi la trasferta e ha, anche, eliminato possibili posti di lavoro in Italia.
E poi l’analisi pre impianto, quell’analisi che consente cioè di sapere se il feto che si sta per impiantare nell’utero materno sia sano o meno. Quella che potrebbe essere definita un’analisi di buon senso da noi, per volere del Parlamento, non si può fare. Il Paese reale, per fortuna, è a volte migliore della sua rappresentazione parlamentare.

http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/alessandro-camilli-opinioni/divorzio-gay-aborto-eutanasia-sondaggio-1464751/

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*Valerio*
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Messaggio Da Minsky Sab 2 Feb 2013 - 10:22

*Valerio* ha scritto:Stavo leggendo poco fa l'articolo qui sotto, il quale ci mostra inequivocabilmente come tutto sommato questo paese sia popolato da persone laiche o mentalmente aperte su questi temi, ma governato da uno "stato etico".
...chiunque siede su quelle poltrone finisce per baciare anelli e culi...
Il motivo per cui tutte le forze politiche leccano il culo al clero, è che hanno bisogno dei voti di quella parte di elettorato che è succube del Vaticano perché è proprio quel 10-15% che fa da ago della bilancia. È una massa piccola ma monolitica, perfettamente pilotabile, disciplinata e obbediente. Se il Vaticano dice votate tizio, loro votano tizio, se dice votate caio, loro votano caio, senza discutere. Chi se li accaparra vince, non ci sono storie, perché hanno giusto il peso che basta a sbilanciare la situazione quel tanto da permettere di acchiappare i "premi" di maggioranza e fare man bassa di seggi.
Almeno, finora è andata così, negli ultimi vent'anni circa di vita politica nazionale.
Oggi però, la situazione è diventata più confusa. Ci sono diverse forze che competono per assicurarsi i voti dell'elettorato cattolico. Berlusconi, Monti, Bersani, Fini, Casini, forse persino Grillo e le "facce nuove", tutti sono lì come cani attorno all'osso.
E il Vaticano che fa? È nella merda, letteralmente. Non sanno più che pesci pigliare. Perché loro devono stare con i vincenti, è ovvio. Quando la situazione era semplice e chiara, decidevano: facciamo vincere questo, è quello che ci garantisce la migliore protezione: esenzioni, prebende, finanziamenti, leggi etiche, etc etc. Oggi non va più così. Certo, quello più servile e appecorato sarà facile da selezionare. Ma sarà poi lui a vincere? Chi lo sa: ci sono troppi contendenti. Se vince una parte che non aveva avuto l'appoggio esplicito del Vaticano, quella parte non si sentirà in obbligo di rendere favori. Brutta storia, eh! Ecco perché non si capisce ancora chi sia il favorito dei preti.
In questa situazione, c'è una speranza: che alla fine la confusione giochi contro tutte queste cariatidi. Che il Vaticano scommetta sul cavallo perdente. Che il maledetto clero cominci a perdere davvero un po' di terreno. C'è una speranza.

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