eBay e piattaforme analoghe, norme e comportamenti
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eBay e piattaforme analoghe, norme e comportamenti
Attualmente un buon 40% delle mie entrate proviene da una compravendita di articoli su una piattaforma in rete (non eBay, ma ci torno sopra al primo spunto che mi viene dato).
Oltre ovviamente a eBay, la più conosciuta ed evoluta, sulla quale compro (molto) e vendo (poco) fin dall'ormai lontano 2003, ce ne sono altre, specifiche per determinate tipologie di articoli, piccoli annunci a gogò, ecc.
Alcune sono vantaggiose per gli acquirenti altre per chi vende, io vorrei restringermi alle cosiddette "case d'asta" perché mi pare il tema più interessante.
Innanzizutto vi sono le differenze con le case d'asta "analogiche", cioè non virtuali ma materiali, dove si offre per alzata di mano od abbaiata a seconda; la principale di queste differenze è che - oltre alla merce offerta - si vedono anche le facce di chi offre, ed un'altra è che tocca in genere al banditore stabilirne la fine, è la sua bravura il fattore determinante per ottenere alte quotazioni.
Il mondo virtuale invece, che è quello di cui desidero occuparmi, in gran parte per sua stessa natura da origine a dinamiche diverse e svariate, anche a seconda delle norme imposte dalle varie piattaforme, le quali possono altresí differire anche notevolmente.
Scadenze automatiche, inserzioni programmabili, modalità di pagamento ecc. sono tutti fattori dei quali mi piacerebbe parlare.
Iniziamo con uno.
Su eBay ad esempio la tendenza gestionale è sempre stata quella di tutelare gli acquirenti piuttosto che i venditori: anonimità quasi totale delle offerte introdotta già alcuni anni fa, nessuna possibilità per i venditori di dare giudizi negativi ai compratori, ecc. norme con le quali io suppongo la maggioranza dei lettori qui abbia ormai una certa confidenza.
Le altre piattaforme analoghe - escludiamo Amazon perché non mi risulta offra la possibilità di mettere all'asta articoli - sono a quanto mi risulta tutte di notevolmente minore entità, seguono le orme del gigante eBay ma ad una certa distanza.
E qui secondo me il discorso si fa interessante.
Primo esempio:
eBay ormai ha sviluppato un sistema che punisce severamente chi da un secondo account - non è vietato averne più di uno - si autorilancia.
Io ho sempre pensato che fosse disonesto, però a rifletterci bene, chi alza l'offerta su un suo articolo rischia già di suo: di vincere l'asta e doverselo tenere, pagando diritti di inserzione e commissioni sull'importo di vendita, più la briga di dover eventualmente reinserire l'articolo con le conseguenze del caso (venire riconosciuto, quotazione inferiore, dover ripagare diritti di inserzione e commissioni sull'importo di vendita, varie e miscellanea.
Lancio il sasso con la prima domanda: secondo voi cosa è corretto, o meglio, quale degli atteggiamenti nei confronti dei rischi che si possono correre
- dover cedere un articolo per molto meno del suo valore
- vincere l'asta e doverselo tenere, pagando diritti di inserzione e commissioni sull'importo di vendita
è quello da tenere?
Ma ci sono un sacco di altri aspetti poi sui quali mi interessano altri pareri, a voi la palla.
Oltre ovviamente a eBay, la più conosciuta ed evoluta, sulla quale compro (molto) e vendo (poco) fin dall'ormai lontano 2003, ce ne sono altre, specifiche per determinate tipologie di articoli, piccoli annunci a gogò, ecc.
Alcune sono vantaggiose per gli acquirenti altre per chi vende, io vorrei restringermi alle cosiddette "case d'asta" perché mi pare il tema più interessante.
Innanzizutto vi sono le differenze con le case d'asta "analogiche", cioè non virtuali ma materiali, dove si offre per alzata di mano od abbaiata a seconda; la principale di queste differenze è che - oltre alla merce offerta - si vedono anche le facce di chi offre, ed un'altra è che tocca in genere al banditore stabilirne la fine, è la sua bravura il fattore determinante per ottenere alte quotazioni.
Il mondo virtuale invece, che è quello di cui desidero occuparmi, in gran parte per sua stessa natura da origine a dinamiche diverse e svariate, anche a seconda delle norme imposte dalle varie piattaforme, le quali possono altresí differire anche notevolmente.
Scadenze automatiche, inserzioni programmabili, modalità di pagamento ecc. sono tutti fattori dei quali mi piacerebbe parlare.
Iniziamo con uno.
Su eBay ad esempio la tendenza gestionale è sempre stata quella di tutelare gli acquirenti piuttosto che i venditori: anonimità quasi totale delle offerte introdotta già alcuni anni fa, nessuna possibilità per i venditori di dare giudizi negativi ai compratori, ecc. norme con le quali io suppongo la maggioranza dei lettori qui abbia ormai una certa confidenza.
Le altre piattaforme analoghe - escludiamo Amazon perché non mi risulta offra la possibilità di mettere all'asta articoli - sono a quanto mi risulta tutte di notevolmente minore entità, seguono le orme del gigante eBay ma ad una certa distanza.
E qui secondo me il discorso si fa interessante.
Primo esempio:
eBay ormai ha sviluppato un sistema che punisce severamente chi da un secondo account - non è vietato averne più di uno - si autorilancia.
Io ho sempre pensato che fosse disonesto, però a rifletterci bene, chi alza l'offerta su un suo articolo rischia già di suo: di vincere l'asta e doverselo tenere, pagando diritti di inserzione e commissioni sull'importo di vendita, più la briga di dover eventualmente reinserire l'articolo con le conseguenze del caso (venire riconosciuto, quotazione inferiore, dover ripagare diritti di inserzione e commissioni sull'importo di vendita, varie e miscellanea.
Lancio il sasso con la prima domanda: secondo voi cosa è corretto, o meglio, quale degli atteggiamenti nei confronti dei rischi che si possono correre
- dover cedere un articolo per molto meno del suo valore
- vincere l'asta e doverselo tenere, pagando diritti di inserzione e commissioni sull'importo di vendita
è quello da tenere?
Ma ci sono un sacco di altri aspetti poi sui quali mi interessano altri pareri, a voi la palla.
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You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
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Rasputin- ..............
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Re: eBay e piattaforme analoghe, norme e comportamenti
Ho cancellato il mio account su eBay ancora diversi anni fa, dopo la vicenda delle email rubate dalla piattaforma e usate per fare phishing, di cui eBay ha avvisato l'utenza tre mesi dopo aver scoperto il fatto. Pertanto le mie informazioni potrebbero essere non attuali. Mi ricordo però che era possibile stabilire un "prezzo minimo" riservato per l'oggetto messo all'asta, in modo che se le offerte non raggiungessero la quotazione minima stabilita dal venditore questo potrebbe rifiutarsi di concludere la vendita. Se funziona ancora così, non vedo motivi di ricorrere a complicati espedienti.
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Minsky- --------------
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Re: eBay e piattaforme analoghe, norme e comportamenti
Minsky ha scritto:Ho cancellato il mio account su eBay ancora diversi anni fa, dopo la vicenda delle email rubate dalla piattaforma e usate per fare phishing, di cui eBay ha avvisato l'utenza tre mesi dopo aver scoperto il fatto. Pertanto le mie informazioni potrebbero essere non attuali. Mi ricordo però che era possibile stabilire un "prezzo minimo" riservato per l'oggetto messo all'asta, in modo che se le offerte non raggiungessero la quotazione minima stabilita dal venditore questo potrebbe rifiutarsi di concludere la vendita. Se funziona ancora così, non vedo motivi di ricorrere a complicati espedienti.
Eh, si chiama "reserve" in inglese ed è un minimo sconosciuto agli offerenti, a loro viene eventualmente comunicato solo che tale minimo non è stato raggiunto.
Ma costa soldi anche quello, ed anche se il minimo non viene raggiunto.
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