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Messaggio Da Ludwig von Drake Gio 3 Mar 2011 - 12:25

Stamane ho avuto un confronto con un collega.

Dopo una specie di scontro con il mio capo, a causa di un problema nelle relazioni con un altro ufficio, ho parlato con lui.

La sua replica è stata "devi sempre badare al rapporto costi - benefici".

In effetti, in questo caso non vi ho badato. La mia proposta di discussione, che è poi la risposta che ho dato a lui, è: veramente dobbiamo sempre badare al rapporto costi-benefici, quando ci troviamo davanti ad una decisione da prendere?

Io credo che non sia una cosa corretta, non sempre, ma di tanto in tanto, si deve anche avere rispetto per sé stessi, comportandosi come la nostra natura ci chiede, anche se questo non ci porta benefici oppure è una cosa apparentemente stupida.

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Messaggio Da Werewolf Gio 3 Mar 2011 - 12:39

Dipende cosa inserisci nel rapporto costi-benefici. Come ho detto a suo tempo a jessica, le emozioni dovrebbero essere inserite nel conteggio. Se non dire una cosa chiaramente, pur avendo dei vantaggi magari sotto il profilo economico, mi fa stare più male con me stesso che altro, è meglio dirla.

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Messaggio Da Ates Gio 3 Mar 2011 - 12:53

Werewolf ha scritto:Dipende cosa inserisci nel rapporto costi-benefici. Come ho detto a suo tempo a jessica, le emozioni dovrebbero essere inserite nel conteggio. Se non dire una cosa chiaramente, pur avendo dei vantaggi magari sotto il profilo economico, mi fa stare più male con me stesso che altro, è meglio dirla.

In questo caso tu confronti i benefici economici e quelli emotivi e fai una scelta in base a quali ritieni saranno maggiori dando delle priorità. Potresti ritenere che il beneficio emotivo ottenuto sia maggiore del beneficio economico. Probabilmente la necessità economica è meno impellente di quella emotiva, ma tutto rientra in un conteggio globale e brutalmente egoistico.

Io credo che ogni comportamento derivi da un'analisi più o meno inconscia e/o indiretta tra costi e benefici, anche in maniera incrociata.

Nel tuo caso Lud, la tua analisi fra costi e benefici è probabilmente dettata da tue necessità o convinzioni personali che non collimano con quelle del tuo capo/azienda, da questo forse nasce il contrasto. Ma dal momento che il conteggio globale riguarda l'attività economica alla fine la priorità sarà dettata dal capo/azienda. Voglio dire che (ora non conosco precisamente la tua posizione lavorativa) le esigenze utilitaristiche aziendali saranno inevitabilmente più influenti delle tue, a meno che tu non possa garantire che un certo modo di procedere apporterà dei benefici indiretti e/o a lungo termine a fronte di un investimento iniziale apparentemente futile.

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Messaggio Da Ludwig von Drake Gio 3 Mar 2011 - 12:57

Ciao Ates, non mi sono spiegato bene.

Non era una questione di scelta aziendale (su quello ci sarebbe molto da discutere) ma di scelta di comportamento personale.

Se una persona ti ha rotto le scatole, sebbene sia un capo e abbia un certo potere decisionale su di te, è giusto o meno rispondere come detta l'emozione?

Nella maggior parte dei casi no, ma io ritengo che quando la misura è colma, anche se la cosa non apporta benefici, sia umanamente giusto rispondere nella maniera che senti "tua".

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Messaggio Da Rasputin Gio 3 Mar 2011 - 13:17

Ludwig von Drake ha scritto:
Nella maggior parte dei casi no, ma io ritengo che quando la misura è colma, anche se la cosa non apporta benefici, sia umanamente giusto rispondere nella maniera che senti "tua".

Anche perché in determinate circostanze a non farsi mettere sotto i piedi ci si guadagna un maggiore rispetto, sia da parte della controparte (Scusate il gioco di parole) sia da parte di chi eventualmente assiste al contrasto. Per me personalmente il rimanere fedele a me stesso ha un altissimo valore prioritario.

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Messaggio Da Ates Gio 3 Mar 2011 - 13:19

Ludwig von Drake ha scritto:Ciao Ates, non mi sono spiegato bene.

Non era una questione di scelta aziendale (su quello ci sarebbe molto da discutere) ma di scelta di comportamento personale.

Se una persona ti ha rotto le scatole, sebbene sia un capo e abbia un certo potere decisionale su di te, è giusto o meno rispondere come detta l'emozione?

Nella maggior parte dei casi no, ma io ritengo che quando la misura è colma, anche se la cosa non apporta benefici, sia umanamente giusto rispondere nella maniera che senti "tua".

Tu hai seguito il tuo conteggio personale, ritenendo che lasciar correre e stare zitto ti avrebbe portato dei danni o semplicemente hai seguito il tuo istinto.
Dovrei trovarmi nella tua situazione per dare un giudizio, ma ti posso comunque dire che è sempre meglio tenere presente delle possibili conseguenze delle proprie azioni.
Forse tu sei stato ripetutamente accusato di sbagliare e questo ti ha provocato del malessere fino al punto di ritenere che non avresti potuto più passarci sopra.
Comunque sta tutto nella capacità/possibilità di analizzare razionalmente se un certo comportamento ci porterà dei benefici superiori ai danni o viceversa. Tu in quel momento avevi maggiore necessità emotiva rispetto a quella lavorativa o più semplicemente il tuo malessere accumulato ha preso il sopravvento sulla razionalità riflessiva.
Io credo che tu abbia fatto la scelta giusta. Immagino che tu non sia una persona che perde facilmente la pazienza quindi la tua reazione è stata sicuramente motivata e non avventata.

Come si dice in questi casi? Quando ce vo' ce vo'!
Dalle parti dei miei si dice "togliersi i cazzi dal culo" o meno volgarmente "togliersi un sasso dalla scarpa"

In definitiva vale la prima parte della mia prima risposta wink..

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Messaggio Da Werewolf Gio 3 Mar 2011 - 13:29

Se una persona ti ha rotto le scatole, sebbene sia un capo e abbia un certo potere decisionale su di te, è giusto o meno rispondere come detta l'emozione?

Nella maggior parte dei casi no, ma io ritengo che quando la misura è colma, anche se la cosa non apporta benefici, sia umanamente giusto rispondere nella maniera che senti "tua".
Più che giusto, io direi conveniente.
Ti faccio un esempio personale, e se vogliamo banale(e che da qualche parte devo aver già scritto): due anni fa, quando ancora andavo al Liceo, avevo un'insegnante di educazione fisica supponente, incapace e disonesta(il termine 'stronza', perdonatemi il francesismo, è decisamente il più adatto). Non è una mia opinione personale: tutta la scuola, insegnanti compresi, era d'accordo con me. Fatto sta che l'ho sopportata, anche con un minimo di ipocrisia, per 5 anni. Quell'ultimo anno, però, grazie ai 'nuovi poteri' che il caro Ministero le aveva dato, ha avuto la bella idea di rifilare, a me e ad un'altra persona, il cui comportamento e condotta erano inqualificabili, il 'debito' nella sua materia che, carte alla mano, da solo, se non recuperato avrebbe significato bocciatura d'ufficio. Fin lì il problema non si poneva (anche se il debito in Ed. fisica fa un po' ridere), anche perché avevo anche avuto il 'debito' in matematica, e quindi non mi si può certo accusare di fare storie per i debiti. Tutto bene finché non scopro che la richiesta per il recupero del debito verteva su argomenti che non erano mai stati spiegati, né tantomeno facevano parte del programma affrontato. Ne feci una questione di principio: mi si vuole dare il debito? Benissimo, purché sia corretto e sia un 'debito' vero. In definitiva, feci firmare un documento a tutti i miei compagni di classe, una dichiarazione scritta per la quale concordavano che il programma che dovevo recuperare non era mai stato affrontato o messo appunto in programma, e al momento della verifica di recupero, prima di presentare il foglio, feci presente, in modo educato ma chiaro, le mie rimostranze. Non solo la professoressa negò ma addirittura mi minacciò di farmi bocciare. Al chè, nonostante i suoi commenti sprezzanti, mi girai a guardare il resto della classe, che guardava attonita il diverbio, ed infine dimostrarono il loro appoggio nei miei confronti.
Finì che la prof mi tolse il debito con una 'prova' d'ufficio, senza valore.

Questo aneddoto per dire che, sebbene il rischio ad un livello pragmatico possa essere alto, è conveniente per se stessi agire nel modo che si ritiene corretto. Io non avrei sopportato di subire un'ingiustizia, anche minima, da parte di quella persona, e ho preferito correre i miei rischi(una bella bocciatura, che sarebbe stata la seconda), piuttosto che subirla. A mio avviso, il primo dovere è star bene con sé stessi, e questo è il primo peso da mettere sulla bilancia costi-benefici. Forse è egoistico, ma la felicità che dobbiamo ricercare è la nostra, non quella altrui(anche se può renderci felici fare quella altrui).

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Messaggio Da Ates Gio 3 Mar 2011 - 13:45

Werewolf ha scritto:A mio avviso, il primo dovere è star bene con sé stessi, e questo è il primo peso da mettere sulla bilancia costi-benefici. Forse è egoistico, ma la felicità che dobbiamo ricercare è la nostra, non quella altrui(anche se può renderci felici fare quella altrui).

Esatto. Tuttavia il benessere personale può essere solo temporaneo, sta qui la difficoltà nel prendere le decisioni. Sono d'accordo che bisogna ascoltarsi e fare in modo di stare bene, ma bisogna saper valutare se quel temporaneo seppur impellente bisogno sia maggiore o minore rispetto a possibili negative ricadute future.
Nel tuo caso avevi tutte le ragioni dalla tua parte, eri forte di un appoggio da parte dei tuoi compagni e della giustizia oggettiva. Ma se ti trovassi in una situazione in cui perdere il lavoro ti manderebbe sul lastrico o comunque ti porterebbe gravi conseguenze (non parlo di Ludwig) ti permetteresti di comportarti in modo da mettere a rischio il tuo stesso benessere? Se fossi io (e ci sono passato) accetterei di passarci sopra e fare a tutti gli effetti i miei interessi fino a quando, avendo la certezza di cadere sul morbido (avere un'alternativa) potrei finalmente permettermi di sfogarmi come meglio credo.

Ora, Lud, immagino che la tua reazione non sia stata così eccessiva da mettere a rischio il lavoro, quindi ti ripeto che per me dire le cose come stavano è stata la scelta migliore, sia per te stesso sia per i motivi di Rasp.

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Messaggio Da Werewolf Gio 3 Mar 2011 - 13:53

Nel tuo caso avevi tutte le ragioni dalla tua parte, eri forte di un appoggio da parte dei tuoi compagni e della giustizia oggettiva. Ma se ti trovassi in una situazione in cui perdere il lavoro ti manderebbe sul lastrico o comunque ti porterebbe gravi conseguenze (non parlo di Ludwig) ti permetteresti di comportarti in modo da mettere a rischio il tuo stesso benessere?
Ammetto onestamente che non lo so. Credo probabilmente che ci penserei bene, ma così, a freddo, ti direi che posso accettare di soffrire per le conseguenze di una mia azione, ma non a causa delle conseguenze di quelle di qualcun'altro(il che mi rende estremamente vendicativo, come un mio stretto parente sa bene evillll ). Dato che nel mio benessere inserisco non solo quello fisico, ma anche quello psicologico/emotivo, a freddo ti direi che sì, me lo permetterei, ma dipende dal tipo di vulnus emotivo che starei vivendo in quel momento. Ci sono soddisfazioni che valgono una vita, altre no.

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Messaggio Da Ates Gio 3 Mar 2011 - 14:01

No Wolf, io ti assicuro che non lo faresti. Se non avessi la certezza di avere la casa dei tuoi genitori, che i tuoi genitori ti possano mantenere, o di poter contare su un altro posto di lavoro disponibile, in pratica se non fossi sicuro di cadere sul morbido, non lo faresti proprio. Sarebbe un atteggiamento impulsivo decisamente deleterio e autodistruttivo. Non la vedo come una soddisfazione personale o una conquista, ma solo come un errore.
Una soddisfazione te la puoi portare dietro tutta la vita è vero, ma è anche vero che si possono commettere errori che valgono una vita.

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Messaggio Da Werewolf Gio 3 Mar 2011 - 14:09

Ates ha scritto:No Wolf, io ti assicuro che non lo faresti. Se non avessi la certezza di avere la casa dei tuoi genitori, che i tuoi genitori ti possano mantenere, o di poter contare su un altro posto di lavoro disponibile, in pratica se non fossi sicuro di cadere sul morbido, non lo faresti proprio. Sarebbe un atteggiamento impulsivo decisamente deleterio e autodistruttivo. Non la vedo come una soddisfazione personale o una conquista, ma solo come un errore.
Una soddisfazione te la puoi portare dietro tutta la vita è vero, ma è anche vero che si possono commettere errori che valgono una vita.
Come ho detto, non lo so. Posso solo dirti che a suo tempo, ho deciso per esempio di rompere con un parente a causa del male che aveva fatto a me e a persone a cui tenevo, pur quel parente 'volendomi bene' e pur essendo una sorta di garanzia economica. Se non sono già all'università, è anche per questo. Ma "Non mi pento". Dati i precedenti, ripeto, non lo so.

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