Padre Graziano
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Padre Graziano
Padre Graziano, oggi la sentenza. L'ultimo appello del Pm: scegliete fra scienza e fumo
Ora la replica delle parti civili e della difesa e poi si riunirà la camera di consiglio. Maratona in assise fino al verdetto. Ecco tutte le posizioni
Guerrina, ribadisce, non si è mai allontanata da Ca' Raffaello, lo dicono i tabulati del telefono, in contrasto con la versione della difesa secondo la quale lei potrebbe essere fuggita per motivi personali. La testimone, Francesca Morsi, che dice di averla vista il 2 maggio mentre entrava al Comune di Novafeltria, è inattendibile e si è smentita da sola durante la testimonianza al processo, spiegando di non essere affatto sicura di chi ha incontrato per un attimo quel giorno. E poi la descrizione del modo in cui la casalinga sarebbe stata vestita, con una felpa e un cappuccio, è in contrasto con tutto quello che risulta.
Quanto a Settimio Gabrielli, il testimone che dice di aver visto Guerrina alle 14,15 sulla Marecchiese ancora viva, anche lui non è credibile. Intanto perchè lui stesso ammette di non essere sicuro di aver visto per intero il telegiornale alla cui fine ancora il suo ricordo. Potrebbe aver smesso di guardare il Tg prima delola fine e gli orari non tornerebbero più. Troppo poco, insiste Dioni, per basarci una sentenza di assoluzione. Quanto agli altri avvistamenti, gli orari non sono incompatibili con la finestra del delitto ipotizzata dall'accusa, tra le 13,46 e le 14,20. Ora tocca agli avvocati di parte civile, poi l'altro pezzo forte della mattinata, la replica dell'avvocato del frate, Riziero Angeletti.
Insomma, un giorno così lungo Padre Graziano non l’ha mai vissuto. Forse, se è lui l’assassino, solo quel primo maggio 2014 in cui Guerrina Piscaglia, l’irrequieta casalinga di Ca’ Raffaello di cui oggi sarebbe il compleanno, è scomparsa senza mai più dare tracce di sè. Uccisa secondo il Pm Marco Dioni, semplicemente sparita senza una spiegazione plausibile, secondo la difesa del frate più sospettato d’Italia.
Bene, siamo al redde rationem, perchè è il giorno della sentenza e la corte d’assise è chiamata a dare una soluzione al mistero, in un senso o nell’altro: colpevole o innocente, non ci sono vie di mezzo. Un lunedì ad alta tensione, insomma, in cui, come in tutti i gialli che si rispettino, la suspense crescerà col passare delle ore. Partenza lenta, con le repliche del Pm, degli avvocati di parte civile e dei difensori, poi la l’attesa estenuante della camera di consiglio, infine (probabilmente quando sarà già buio da un pezzo, quanto è impossibile prevederlo) il verdetto.
Gli argomenti, peraltro, sono già tutti sul tavolo, da una parte e dall’altra, sciorinati nel corso di una requisitoria monstre (sette ore) e di una arringa difensiva persino più da record (otto ore dell’avvocato Riziero Angeletti più la comparsata breve breve del collega Francesco Zacheo). A sostegno della colpevolezza di Padre Graziano c’è il cosiddetto Teorema Dioni, la ricostruzione dell’accusa basata sui tabulati telefonici, sul racconto dello stesso frate e (soprattutto) su alcuni sms, uno in particolare.
Quello delle 17,26 del primo maggio della scomparsa, partito dal cellulare di Guerrina, e giunto a Padre Hilary Okeke, prete nigeriano sconosciuto a tutti i protagonisti del caso (in specie alla presunta vittima) se non al viceparroco congolese che ci aveva stretto amicizia a Perugia: «Sono fuggita con il mio amorozo marochino, non ne potevo più di Mirco (il marito Ndr), tornerò a prendere Lorenzo (il figlio Ndr)».
Bene, secondo l’accusa, queste poche parole sono la firma sul delitto. Perchè avrebbero dovuto raggiungere la catechista del paese, Giuseppina Mazzoni, e invece, per una banalissima riga saltata, hanno finito per trasformarsi non solo nella prova che il telefonino era finito nelle mani di Padre Graziano, ma anche che lui stava depistando eventuali ricerche.
In più Dioni ci aggiunge gli errori di ortografia tipici di un francofono come il frate, i tabulati telefonici, che dimostrano come il cellulare di lei si riaccenda sempre quando in prossimità, sia pure a distanza di qualche minuto, c’è anche quello di lui, e la figura di di Zio Francesco. Il fantasma che Padre Graziano evoca a partire dal 5 settembre 2014 in cui viene indagato come la spiegazione del messaggio a Padre Hilary.
«Mi ha chiesto aiuto per conto di Guerrina in fuga con lui e io per errore gli ho dato il numero del prete». Ma Zio Francesco non lo ha mai visto nessuno, il frate è l’unico a parlarne. Per il Pm è la controfirma sull’omicidio. Un delitto che invece, secondo la difesa, non c’è mai stato: potrebbe trattarsi anche di un allontanamento volontario o di un suicidio. E se c’è stato, spiega Angeletti, non c’è prova che lo abbia commesso il frate. L’elemento forte di questo scenario alternativo è la mancanza del cadavere. Guerrina, da viva e da morta, la hanno cercata dappertutto, ma senza esito. Ci si sono messi di mezzo persino i sensitivi, ma questo fa parte del colore che (purtroppo) si accompagna ad ogni mistero.
L’altro pilastro della difesa sono i testimoni, in particolare il testimone, che in apparenza smentiscono la finestra del delitto ipotizzata dal’accusa: dalle 13,46 dell’ultimo sms di lui a lei («Vieni la porta è aperta») alle 14,20 in cui Padre Graziano telefona a Mirco che doveva accompagnarlo al funerale di Presciano di Sestino. Il signor Settimio, invece, dice di aver visto Guerrina viva alle 14,15, sul bordo della strada marecchiese. Così fosse, salterebbe tutto, perchè in cinque minuti è impossibile uccidere e occultare il cadavere.
Il gioco di prestigio di Angeletti, tuttavia, è appeso alla credibilità del teste. E quest’ultimo, come oggi non mancherà di ripetere Dioni, si è sbagliato di sicuro nel dire come la casalinga era vestita: non con una gonna a fiori ma con un vestito beige. Ecco, la sorte del frate è appesa a questi dettagli. Ma da stasera, comunque vada, lui si spoglierà dei panni del più sospettato d’Italia. Basta dubbi. O colpevole o innocente.
http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/padre-graziano-oggi-la-sentenza-l-ultimo-appello-del-pm-scegliete-fra-scienza-e-fumo-1.2620063
Ora la replica delle parti civili e della difesa e poi si riunirà la camera di consiglio. Maratona in assise fino al verdetto. Ecco tutte le posizioni
Guerrina, ribadisce, non si è mai allontanata da Ca' Raffaello, lo dicono i tabulati del telefono, in contrasto con la versione della difesa secondo la quale lei potrebbe essere fuggita per motivi personali. La testimone, Francesca Morsi, che dice di averla vista il 2 maggio mentre entrava al Comune di Novafeltria, è inattendibile e si è smentita da sola durante la testimonianza al processo, spiegando di non essere affatto sicura di chi ha incontrato per un attimo quel giorno. E poi la descrizione del modo in cui la casalinga sarebbe stata vestita, con una felpa e un cappuccio, è in contrasto con tutto quello che risulta.
Quanto a Settimio Gabrielli, il testimone che dice di aver visto Guerrina alle 14,15 sulla Marecchiese ancora viva, anche lui non è credibile. Intanto perchè lui stesso ammette di non essere sicuro di aver visto per intero il telegiornale alla cui fine ancora il suo ricordo. Potrebbe aver smesso di guardare il Tg prima delola fine e gli orari non tornerebbero più. Troppo poco, insiste Dioni, per basarci una sentenza di assoluzione. Quanto agli altri avvistamenti, gli orari non sono incompatibili con la finestra del delitto ipotizzata dall'accusa, tra le 13,46 e le 14,20. Ora tocca agli avvocati di parte civile, poi l'altro pezzo forte della mattinata, la replica dell'avvocato del frate, Riziero Angeletti.
Insomma, un giorno così lungo Padre Graziano non l’ha mai vissuto. Forse, se è lui l’assassino, solo quel primo maggio 2014 in cui Guerrina Piscaglia, l’irrequieta casalinga di Ca’ Raffaello di cui oggi sarebbe il compleanno, è scomparsa senza mai più dare tracce di sè. Uccisa secondo il Pm Marco Dioni, semplicemente sparita senza una spiegazione plausibile, secondo la difesa del frate più sospettato d’Italia.
Bene, siamo al redde rationem, perchè è il giorno della sentenza e la corte d’assise è chiamata a dare una soluzione al mistero, in un senso o nell’altro: colpevole o innocente, non ci sono vie di mezzo. Un lunedì ad alta tensione, insomma, in cui, come in tutti i gialli che si rispettino, la suspense crescerà col passare delle ore. Partenza lenta, con le repliche del Pm, degli avvocati di parte civile e dei difensori, poi la l’attesa estenuante della camera di consiglio, infine (probabilmente quando sarà già buio da un pezzo, quanto è impossibile prevederlo) il verdetto.
Gli argomenti, peraltro, sono già tutti sul tavolo, da una parte e dall’altra, sciorinati nel corso di una requisitoria monstre (sette ore) e di una arringa difensiva persino più da record (otto ore dell’avvocato Riziero Angeletti più la comparsata breve breve del collega Francesco Zacheo). A sostegno della colpevolezza di Padre Graziano c’è il cosiddetto Teorema Dioni, la ricostruzione dell’accusa basata sui tabulati telefonici, sul racconto dello stesso frate e (soprattutto) su alcuni sms, uno in particolare.
Quello delle 17,26 del primo maggio della scomparsa, partito dal cellulare di Guerrina, e giunto a Padre Hilary Okeke, prete nigeriano sconosciuto a tutti i protagonisti del caso (in specie alla presunta vittima) se non al viceparroco congolese che ci aveva stretto amicizia a Perugia: «Sono fuggita con il mio amorozo marochino, non ne potevo più di Mirco (il marito Ndr), tornerò a prendere Lorenzo (il figlio Ndr)».
Bene, secondo l’accusa, queste poche parole sono la firma sul delitto. Perchè avrebbero dovuto raggiungere la catechista del paese, Giuseppina Mazzoni, e invece, per una banalissima riga saltata, hanno finito per trasformarsi non solo nella prova che il telefonino era finito nelle mani di Padre Graziano, ma anche che lui stava depistando eventuali ricerche.
In più Dioni ci aggiunge gli errori di ortografia tipici di un francofono come il frate, i tabulati telefonici, che dimostrano come il cellulare di lei si riaccenda sempre quando in prossimità, sia pure a distanza di qualche minuto, c’è anche quello di lui, e la figura di di Zio Francesco. Il fantasma che Padre Graziano evoca a partire dal 5 settembre 2014 in cui viene indagato come la spiegazione del messaggio a Padre Hilary.
«Mi ha chiesto aiuto per conto di Guerrina in fuga con lui e io per errore gli ho dato il numero del prete». Ma Zio Francesco non lo ha mai visto nessuno, il frate è l’unico a parlarne. Per il Pm è la controfirma sull’omicidio. Un delitto che invece, secondo la difesa, non c’è mai stato: potrebbe trattarsi anche di un allontanamento volontario o di un suicidio. E se c’è stato, spiega Angeletti, non c’è prova che lo abbia commesso il frate. L’elemento forte di questo scenario alternativo è la mancanza del cadavere. Guerrina, da viva e da morta, la hanno cercata dappertutto, ma senza esito. Ci si sono messi di mezzo persino i sensitivi, ma questo fa parte del colore che (purtroppo) si accompagna ad ogni mistero.
L’altro pilastro della difesa sono i testimoni, in particolare il testimone, che in apparenza smentiscono la finestra del delitto ipotizzata dal’accusa: dalle 13,46 dell’ultimo sms di lui a lei («Vieni la porta è aperta») alle 14,20 in cui Padre Graziano telefona a Mirco che doveva accompagnarlo al funerale di Presciano di Sestino. Il signor Settimio, invece, dice di aver visto Guerrina viva alle 14,15, sul bordo della strada marecchiese. Così fosse, salterebbe tutto, perchè in cinque minuti è impossibile uccidere e occultare il cadavere.
Il gioco di prestigio di Angeletti, tuttavia, è appeso alla credibilità del teste. E quest’ultimo, come oggi non mancherà di ripetere Dioni, si è sbagliato di sicuro nel dire come la casalinga era vestita: non con una gonna a fiori ma con un vestito beige. Ecco, la sorte del frate è appesa a questi dettagli. Ma da stasera, comunque vada, lui si spoglierà dei panni del più sospettato d’Italia. Basta dubbi. O colpevole o innocente.
http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/padre-graziano-oggi-la-sentenza-l-ultimo-appello-del-pm-scegliete-fra-scienza-e-fumo-1.2620063
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Quando la maggior parte di una società è stupida allora la prevalenza del cretino diventa dominante e inguaribile.
Carlo M. Cipolla
E>en
chef75- ------------
- Numero di messaggi : 7878
Età : 49
Località : una cucina
Occupazione/Hobby : Casalinghe italiane.
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 12.11.09
Re: Padre Graziano
Chi paga le spese processuali al frate? O è ricco di suo?
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You think normal people just wake up one morning and decide they're going to work in a prison? They're perverts, every last one of them. (Vanessa)
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Rasputin- ..............
- Numero di messaggi : 60491
Età : 63
Località : Augusta vindelicorum
Occupazione/Hobby : On the run
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 28.10.09
Re: Padre Graziano
Io. Gliele pago io. Insieme a tutti gli altri babbei cittadini di Cialtronia.Rasputin ha scritto:Chi paga le spese processuali al frate? O è ricco di suo?
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Semino dove non mieterò e spargo dove non raccoglierò
Minsky- --------------
- Numero di messaggi : 27395
Età : 69
Località : Codroipo
Occupazione/Hobby : ateo guerriero
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 06.10.11
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