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Pro o contro l'uomo

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Messaggio Da Masada Lun 9 Lug 2012 - 15:26

Ho trovato questo testo in un link a uaar.

Lo condivido quasi integralmente. Voi cosa ne pensate?


A volersi cimentare in un esercizio di dress crossing potremmo ben dire che agli occhi di un credente un certo ateismo radicale, non di rado, possa apparire come accecato da un bieco razionalismo inadeguato (per il momento, ci si permetta la chiosa) a dare risposte ai grandi misteri della vita che pure la fede rinvia nell’aldilà.

Dal punto di vista degli atei coloro che credono accettano il rischio di una scommessa soverchiante il cui gioco, non ce ne abbia Pascal, non vale affatto la candela, e la cui vittoria non è affatto garantita; la fede nei suoi gradi più elevati richiede notti oscure, spoliazione di sé e sacrificio dell’intelletto. Sperare contro ogni speranza rappresenta l’unica dimensione possibile di una fede sincera e totale. L’approccio kierkegaardiano al messaggio cristiano come pura follia, per quanto indigesto, appare la sola, almeno a parere di chi scrive, scelta possibile a chi vuole avventurarsi sull’irto cammino di una fede che sarà tanto più feconda quanto più sarà cieca.

Certo si dovrebbe potere immaginare un mondo in cui professarsi ateo o credente sia una semplice sfumatura, non più rilevante delle preferenze cromatiche degli individui. Sarebbe pensabile un argomento in forza del quale taluno potrebbe far valere la scelta a favore del colore verde quanto a piacevolezza estetica rispetto al blu o all’arancione? Ma un mondo siffatto sarebbe da mettere nell’alveo dei pii desideri. Invero la faccenda è maledettamente più complicata. Ateismo e credenza sono intrinsecamente incompatibili e tendono per loro logica interna a “combattersi”. Nella migliori delle ipotesi l’uno funziona da preambolo all’altro. Importante sarebbe, nel gioco delle parti, non considerare necessariamente la “conversione” da ateo a credente un progresso e necessariamente il processo inverso, lo chiameremo sconversione, un regresso. Dirò di più, da credente evolutosi verso l’ateismo, un primato assiologico all’ateismo, contro la boria di quanti, da credenti, considerano questa condizione affetta da una qualche mancanza va sicuramente riconosciuto. La negazione atea in realtà è affermazione della propria libertà ontologica mentre le religioni proliferano, sovente, sull’indigenza riempendo quei vuoti esistenziali nelle pieghe (e soprattutto nelle piaghe) dell’umana condizione.

Nondimeno esiste un terreno per atei e credenti entro il quale appare difficile barare, l’unico possibile, forse auspicabile, oltre gli steccati ideologici e filosofici, su cui misurare principi e sensibilità di ciascuno. In una parola: Umanesimo. Stabilire, in fin dei conti, cosa e quanto si possa fare per affermare l’uomo (e la donna, naturalmente), la sua dignità di essere pensante (magari solo per un errore di trascrizione del DNA che ne fa una scimmia affatto originale, come vuole qualcuno) , la sua capacità di progredire in armonia con i suoi simili. Ma, con buona pace degli umanesimi integrali alla Maritain, le religioni manifestano in questo campo tutta la loro ineluttabile ambiguità e la loro irredimibile inanità. Non che non esistono episodi di antiumanesimo come propaggini impazzite di una prospettiva atea degna di questo nome. Penso ad autori quali Albert Caraco, che in modo singolare riesce a conciliare ateismo e antiumanismo, la cui lettura più attenta rimanda però ad uno gnosticismo ateo che nel disprezzare la “massa di perdizione” (così chiama Caraco l’umanità) prefigura al contempo l’avvento di un Uomo Nuovo che assomiglia vagamente all’Ubermensch di nietzschiana memoria. Ma questa è un’altra storia. Piuttosto il fanatismo nelle religioni più che un incidente di percorso appare un destino consueto alla loro integrale affermazione. Bypassare l’individuo per sacrificarlo sull’altare di leggi e rituali che poco hanno di umano e che, tradotti in precetti divini, non divengono meno inumani ma ancor più disumani, è un habitus che rema contro ogni umanesimo. L’uomo ne esce umiliato, la divinità si afferma come Molok.

C’è una letteratura ampia, spesso sconosciuta, che come carrellata grottesca non ha davvero nulla da invidiare ai racconti più sorprendenti di un Marcel Mauss o di una Margaret Mead. Ve ne propongo solo un assaggio spaziando su tre continenti. Gli studiosi di religioni amerindie narrano degli Anasazi, un popolo che abitava le regioni semiaride del sudovest degli Stati Uniti, il quale tra i propri riti ne annoverava uno di chiara ispirazione sciamanica che consisteva nella deformazione intenzionale del cranio dei bambini di sesso maschile ottenuta comprimendo la parte posteriore del cranio dei piccoli tra le assi della culla. Tale rito sembra fosse diffuso nell’aria andina. Facendo un salto di molti secoli, nel Novecento appena trascorso, in alcuni paesi dell’entroterra siciliano, il rito della lingua a strascicuni era pratica di ringraziamento diffusa e consisteva, per il devoto che si riteneva beneficiato di una grazia, nel leccare (letteralmente) il pavimento di una chiesa dal portone di ingresso fino all’altare in posizione prona. Ancora nel terzo millennio nelle Filippine, il Paese più cattolico d’Asia, durante la Pasqua cristiana qualche fedele si fa inchiodare (letteralmente) sulla croce per rivivere la passione di Gesù. D’altronde l’uso di battitori a sangue come pratica penitenziale è trasversale alle grandi (l’aggettivo qui appare quantomai eufemistico) religioni. Si dirà che si tratta di manifestazioni estreme non di rado sfuggite al controllo degli stessi amministratori del culto. Non si deve però dimenticare, ad essere onesti, che sul dolorismo la Chiesa Cattolica ha fatto le sue fortune e la sua fabbrica dei santi vede, non di rado, stigmatizzati e penitenti elevati a modello di virtù.

L’antiumanesimo tipicamente religioso, attitudine a vilipendere la persona nel nome di, risulta talvolta più sottile e meno estemporaneamente ributtante. Di recente Benedetto XVI durante un Angelus in cui ricordava le vittime del disastroso terremoto in Emilia (per le quali sia il pontefice che il Dalai Lama non cessano di pregare lo stesso dio, il minuscolo è d’uopo, che probabilmente ha permesso che ciò avvenisse) ha parlato di “Gesù sotto le macerie”. Poteva anche essere un’immagine altamente poetica e, se volete, fortemente evangelica. Ebbene no. Il “Gesù sotto le macerie” non era l’operaio, la mamma, il bambino che non è riuscito a mettersi in salvo. Era Gesù sacramentato, l’eucaristia che non si è potuta salvare dal crollo delle chiese. E’ troppo considerare questa blasfemia, seppur profferita da un pontefice? E’ troppo vedervi un caso perfetto di antiumanesimo insultante per le vittime di quella tragedia? Il Gesù dei vangeli irrideva quelli che ammiravano la maestosità del tempio di Gerusalemme dicendo che sarebbe crollato rimanendo pietra su pietra dando al contempo primato al “corpo”, tempio dello spirito.

Spesso si parla, oziosamente, della cosiddetta inversione dell’onere della prova. Sei tu, credente, che devi dare ragione di ciò a cui credi e non io, ateo, a doverti giustificare la mia miscredenza. Questioni di lana caprina. Si tratterà, piuttosto, unicamente di dimostrare, od almeno mostrare, cosa di buono, di bello, di utile si possa fare per il genere umano per salvarlo dell’estinzione. Non esiste laicità o teologia che valga fuori di questo imperativo etico. E se i tanto vituperati atei, che “non sono totalmente umani” (così dice il cardinale Cormac Murphy-O’Connor) fanno merito del loro esiziale difetto di mettere l’uomo al centro al posto di Dio, attendiamo che le religioni trovino una formula per consentire all’ingombrante divinità di non schiacciare l’uomo e la sua libertà.

Sapere poi se l’anima è infusa al momento del concepimento o se lo Spirito procede dal Figlio oltre che dal Padre, è necessario almeno, per dirla con Arthur Bloch, quanto la bicicletta ad un pesce.


Stefano Marullo.

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Messaggio Da mix Lun 9 Lug 2012 - 16:38

Masada78 ha scritto:Ho trovato questo testo in un link a uaar.

Lo condivido quasi integralmente. Voi cosa ne pensate?


A volersi cimentare in un esercizio di dress crossing potremmo ben dire che agli occhi di un credente ateo tranquillo un certo ateismo radicale fanatico, non di rado, possa apparire come accecato da un bieco razionalismo inadeguato (per il momento, ci si permetta la chiosa) a dare risposte ai grandi misteri della vita che pure la fede rinvia nell’aldilà.

Dal punto di vista degli atei coloro che credono accettano il rischio di una scommessa soverchiante il cui gioco, non ce ne abbia Pascal, non vale affatto la candela, e la cui vittoria non è affatto garantita; la fede nei suoi gradi più elevati richiede notti oscure, spoliazione di sé e sacrificio dell’intelletto.
la fede nei suoi gradi meno elevati NON richiede notti oscure, spoliazione di sé e sacrificio dell’intelletto; dove stanno le persone, verso il nero o il viola?
Sperare contro ogni speranza rappresenta l’unica dimensione possibile di una fede sincera e totale. L’approccio kierkegaardiano al messaggio cristiano come pura follia, per quanto indigesto, appare la sola, almeno a parere di chi scrive, scelta possibile a chi vuole avventurarsi sull’irto cammino di una fede che sarà tanto più feconda quanto più sarà cieca.
ma quante persone reali vivono la fede a questa intensità?

Certo si dovrebbe potere immaginare un mondo in cui professarsi ateo o credente sia una semplice sfumatura, non più rilevante delle preferenze cromatiche degli individui. Sarebbe pensabile un argomento in forza del quale taluno potrebbe far valere la scelta a favore del colore verde quanto a piacevolezza estetica rispetto al blu o all’arancione? Ma un mondo siffatto sarebbe da mettere nell’alveo dei pii desideri.
questo è storicamente falso: si sta procedendo verso quella direzione

Invero la faccenda è maledettamente più complicata. Ateismo e credenza sono intrinsecamente incompatibili e tendono per loro logica interna a “combattersi”. Nella migliori delle ipotesi l’uno funziona da preambolo all’altro. Importante sarebbe, nel gioco delle parti, non considerare necessariamente la “conversione” da ateo a credente un progresso e necessariamente il processo inverso, lo chiameremo sconversione, un regresso.
per completare il panorama, sarebbe curioso sapere come considera l'autore i due "mutamenti", dal suo punto di vista

Dirò di più, da credente evolutosi verso l’ateismo, un primato assiologico all’ateismo, contro la boria di quanti, da credenti, considerano questa condizione affetta da una qualche mancanza va sicuramente riconosciuto. La negazione atea in realtà è affermazione della propria libertà ontologica mentre le religioni proliferano, sovente, sull’indigenza riempendo quei vuoti esistenziali nelle pieghe (e soprattutto nelle piaghe) dell’umana condizione.come/cosa poniamo a sostituzione della religione come riempitivi di quei vuoti esistenziali nelle pieghe e piaghe dell'umanità?


Nondimeno esiste un terreno per atei e credenti entro il quale appare difficile barare, l’unico possibile, forse auspicabile, oltre gli steccati ideologici e filosofici, su cui misurare principi e sensibilità di ciascuno. In una parola: Umanesimo. Stabilire, in fin dei conti, cosa e quanto si possa fare per affermare l’uomo (e la donna, naturalmente), la sua dignità di essere pensante (magari solo per un errore di trascrizione del DNA che ne fa una scimmia affatto originale, come vuole qualcuno) , la sua capacità di progredire in armonia con i suoi simili. Ma, con buona pace degli umanesimi integrali alla Maritain, le religioni manifestano in questo campo tutta la loro ineluttabile ambiguità e la loro irredimibile inanità. credenti e religioni non sono la stessa cosa, altrimenti ci sarebbe una contraddizione in queste due affermazioni


Non che non esistono episodi di antiumanesimo come propaggini impazzite di una prospettiva atea degna di questo nome.
ok

Piuttosto il fanatismo nelle religioni più che un incidente di percorso appare un destino consueto alla loro integrale affermazione.
fino a qui può essere condivisibile .....

Bypassare l’individuo per sacrificarlo sull’altare di leggi e rituali che poco hanno di umano e che, tradotti in precetti divini, non divengono meno inumani ma ancor più disumani, è un habitus che rema contro ogni umanesimo. L’uomo ne esce umiliato, la divinità si afferma come Molok.
..... qui comincia ad esagerare
C’è una letteratura ampia, spesso sconosciuta, che come carrellata grottesca non ha davvero nulla da invidiare ai racconti più sorprendenti di un Marcel Mauss o di una Margaret Mead. Ve ne propongo solo un assaggio spaziando su tre continenti. Gli studiosi di religioni amerindie narrano degli Anasazi ....
Facendo un salto di molti secoli, nel Novecento appena trascorso, in alcuni paesi dell’entroterra siciliano, il rito della lingua a strascicuni
Ancora nel terzo millennio nelle Filippine, il Paese più cattolico d’Asia, durante la Pasqua cristiana qualche fedele si fa inchiodare (letteralmente) sulla croce
come se questi potessero essere considerati esempi tipici; io intorno a me, per quel poco che ne so, vedo film diversi da questi
L’antiumanesimo tipicamente religioso, attitudine a vilipendere la persona nel nome di, risulta talvolta più sottile e meno estemporaneamente ributtante. Di recente Benedetto XVI durante un Angelus in cui ricordava le vittime del disastroso terremoto in Emilia (per le quali sia il pontefice che il Dalai Lama non cessano di pregare lo stesso dio, il minuscolo è d’uopo, che probabilmente ha permesso che ciò avvenisse) ha parlato di “Gesù sotto le macerie”. Poteva anche essere un’immagine altamente poetica e, se volete, fortemente evangelica. Ebbene no. Il “Gesù sotto le macerie” non era l’operaio, la mamma, il bambino che non è riuscito a mettersi in salvo. Era Gesù sacramentato, l’eucaristia che non si è potuta salvare dal crollo delle chiese. E’ troppo considerare questa blasfemia, seppur profferita da un pontefice? E’ troppo vedervi un caso perfetto di antiumanesimo insultante per le vittime di quella tragedia? Il Gesù dei vangeli irrideva quelli che ammiravano la maestosità del tempio di Gerusalemme dicendo che sarebbe crollato rimanendo pietra su pietra dando al contempo primato al “corpo”, tempio dello spirito.
normale amministrazione: tutti i leader le sparano grosse ai comizi dei loro seguaci
come gli avvocati nelle aule dei tribunali
è solo la parte che si recita per dovere di ruolo

Spesso si parla, oziosamente, della cosiddetta inversione dell’onere della prova. Sei tu, credente, che devi dare ragione di ciò a cui credi e non io, ateo, a doverti giustificare la mia miscredenza. Questioni di lana caprina. Si tratterà, piuttosto, unicamente di dimostrare, od almeno mostrare, cosa di buono, di bello, di utile si possa fare per il genere umano per salvarlo dell’estinzione. Non esiste laicità o teologia che valga fuori di questo imperativo etico. E se i tanto vituperati atei, che “non sono totalmente umani” (così dice il cardinale Cormac Murphy-O’Connor) fanno merito del loro esiziale difetto di mettere l’uomo al centro al posto di Dio, attendiamo che le religioni trovino una formula per consentire all’ingombrante divinità di non schiacciare l’uomo e la sua libertà.
le religioni sono sulla via dell'estinzione, come tutte le cose nell'universo
l'unico dubbio è se ci arriveranno prima o assieme alla specie che le ha create


Sapere poi se l’anima è infusa al momento del concepimento o se lo Spirito procede dal Figlio oltre che dal Padre, è necessario almeno, per dirla con Arthur Bloch, quanto la bicicletta ad un pesce.

appunto! ed allora che ce l'ha messa a fare sta constatazione? boh
per "allisciare" la platea?


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Messaggio Da Masada Lun 9 Lug 2012 - 19:17

Ha un qualcosa di artistico il tuo modo di argomentare. wink..

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Messaggio Da mix Lun 9 Lug 2012 - 19:25

Masada78 ha scritto:Ha un qualcosa di artistico il tuo modo di argomentare. wink..
spero (per te) tu intenda che ti da impressioni positive carneval
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Messaggio Da Masada Lun 9 Lug 2012 - 20:17

mix ha scritto:
Masada78 ha scritto:Ha un qualcosa di artistico il tuo modo di argomentare. wink..
spero (per te) tu intenda che ti da impressioni positive carneval

Quando si discute di posizioni “esistenziali” prediligo l’approccio “artistico”, estetico. Il bello in questi casi mi pare sovrastare il giusto, opportuno, utile, … anche perché per quanto se ne possa discutere “razionalmente” in argomenti simili non si arriva spesso a un 2+2=4 per tutti.
Mi fa piacere inoltre costatare che tu mix leggi completamente i post altrui e spesso non rispondi solo a parti per bastian contrarismo, ma fai tuo, rielabori e trasformi il contenuto, lasciando per le tue osservazioni libertà di interpretazione e accoglienza all’interlocutore.
Intendevo questo con “artistico”.
Poi ovviamente non sono d’accordo su alcune tue osservazioni, ma per ora preferisco aspettare le interpretazioni degli altri, se vorranno esserci.
Grazie
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Messaggio Da mix Lun 9 Lug 2012 - 20:44

Masada78 ha scritto:Poi ovviamente non sono d’accordo su alcune tue osservazioni, ma per ora preferisco aspettare le interpretazioni degli altri, se vorranno esserci.
Grazie
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e per fortuna, altrimenti sai che noia mgreen
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Messaggio Da loonar Lun 9 Lug 2012 - 21:33

Le religioni nascono come supporto alla lotta per la sopravvivenza dell'uomo, ma nel momento in cui si istituzionalizzano perdono questa funzione e acquisiscono quella propria di ogni istituzione: detenzione e esercizio del potere di un elite.
Siccome le elite di potere hanno una visione ristretta dell'umanità, contingente solo ai loro interessi, possiamo dire che attualmente da un paio di migliaia di anni, le religioni sono lo strumento anti umanistico per eccellenza a disposizione del potere.

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Messaggio Da Akka Lun 9 Lug 2012 - 21:56

per conto mio non penso che l' umanesimo possa essere l' unica via per la salvezza dell' uomo, umanesimo è salvaguardia di tutto ciò che rigurda l' uomo e la sua dignità, ma chi decide cosa dia dignità all uomo resta un problema da risolvere

quando parlo si ''salvezza'' non intendo nulla che riguardi la vita ultrterrena, io con questo termine intendo solo la via che può percorrere ogni uomo per trovare una stabilità, una gioia di vivere che sia sincera e che avvicini il più possibile ad un' ideale realizzazione

questo per me deve avvenire perforza attraverso una serie di auto-superamenti interiori, insomma per me bisogna cercare di evolversi ''spiritualmente''(anche qui non intendo nulla di religioso, ma solo l' insiemi degli aspetti della nostra personalità su cui siamo in gradi di agire cercando di tendere ad un miglioramento), serve capire che molte delle azioni stupide che compiamo, molti dei vizi stupidi che abbiamo, delle finte personalità che indossiamo, vanno certamenti vissuti, poi bisogna però prenderne coscenza e iniziare a cercare delle vie per uscirne, per non sentirene più il bisogno

insomma a cosa servirebbe una società perfettamente organizzata, giusta, equa, perfetta(o quasi) se è abitata da individui preda di impulsi puerili, come le vecchie di 60 anni che si rifanno il seno, o vecchi di 80 anni con ragazzine da 20, o gente che non sa fare nessuno discorso all' infuori del nuovo iphone, o di calcio?

so che sembro un mistico ma per me è davvero così, per me è inutile sperare in un ordine sociale migliore, in leggi più giuste, in politici più onesti, per me questi sono desideri superficiali anche se utili e auspicabili, ma prima bisogna volgere lo sguardo a se stessi e comprendere che la ragione dei nostri malesseri siamo noi stessi(io parlo per me sia chiaro, non dubito che possano esistere persone totalmente felici senza problemi e paturnie interiori), che possiamo migliorare noi stessi e la nostra condizione nel mondo attraverso l' introspezione e l' abbandono dei nostri lati meschini, fino a un certo punto ovviamente, non è che si è tenuti a diventare santi

le religioni secondo me, secondo la mia interpretezaione del fenomeno, sono un tentativo di risposta dell' uomo di fronte alla crisi in cui si trova contemplando l' esistenza, e questo è un problema che da sempre(o quasi) riguarda l' uomo, in ogni epoca e zona geografica, che molte delle risposte che offrono le religioni oggi siano assurde lo credo pure io, ma non mi sento di dire così drasticamente che le religioni siano anti-umanistiche, in fondo le religioni(nell accezione più nobile del termine, e quindi tralasciando i giochi di palazzo, imbrogli ecc) sono fatte e praticate da uomini che cercano una risposta comune, che tentano di trovare la via che possa permettergli di vivere bene

molti atei al problema dell esistenza,o forse sarebbe meglio dire dilemma, rispondono di non provare alcun disagio, di aver compreso e accettato serenamente la faccenda come fatto biologico genetico o evolutivo, o che dir si voglia, e di vivere pacificamente, di non percepire come fattore di crisi l' esistenza

a me invece capita una cosa diversa, pur conoscendo la teoria dell evoluzione, pur sapendo che la vita è frutto di una fatalità cosmica data da particolari condizioni fortuite, accettando e comprendendo ciò, mi chiedo: e quindi??

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Messaggio Da silvio Lun 9 Lug 2012 - 22:44

Pro e contro l'uomo è un titolo strano, ma interessante, cosa è un uomo, una donna (?), al di là di ciò che possiamo definire in termini biologici, possiamo definirlo nella loro grande creatività e capacità di sentimento, di ragionamento, di linguaggio.
Qualcosa che si trasmette nella storia, nelle generazioni.
Il considerare l'umanità e il suo pensiero come un fatto accidentale e superfluo alla fine è un limite che rischia di svilire tutto in un freddo cinismo razionale che è avulso dalla realtà.
Invece la coscienza e la capacità di conoscere, di ragionare, creare una dimensione intellettuale, sentimentale, culturale e soprattutto storica, rende la nostra vita piena e valevole di vivere, e se alla fine tutto si dissolve, che importa ?
Un Universo senza esseri coscienti varrebbe quello che è un grande inutile nulla.
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Messaggio Da SergioAD Lun 9 Lug 2012 - 22:48

Ecco cosa penso, ma si sa.

Che se l'uomo ha delle necessità e le cerca insieme agli altri uomini allora il metodo migliore è usare la ragione per l'uomo e per il suo ambiente. Si tratta di umanesimo e non bisogna essere umanisti per essere d'accordo, basta essere umani (è ovvio che chi ha dei privilegi da salvaguardare potrà non voler perderli).

E' molto semplice e non va complicata la cosa. Meglio innestare dei concetti e lasciare alla libera interpretazione l'analisi - s'è mischiato l'umanesimo che è un mezzo con le culture e integrazioni vuote o meno che sono mode. Mi è piaciuta tanto l'immagine postata dal Bruco che l'ho cercata in giro e si trova in tanti siti.

Date una letta qua... non si può più rischiare queste cose e con l'umanesimo non si rischia.
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Ultima modifica di SergioAD il Lun 9 Lug 2012 - 22:58 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Paolo Lun 9 Lug 2012 - 22:52

Akka, e quindi niente!

Non concordo con la tua posizione. Guarda che anche per una persona atea esiste il problema esistenziale! La differenza è che non cerca rifugio nelle favole illudendosi di una realtà del tutto fantastica, ma ha il coraggio e la coerenza di affrontare la realtà, anche se dura, così come è. E poi cosa vuol dire "vivendo pacificamente" ? Non so da dove possa nascere queste tue affermazioni.

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La questione se  "Il mondo sia stato creato da Dio, il quale è sempre esistito" si semplifica in "Il mondo è sempre esistito". E' superfluo, e quindi, secondo il rasoio di Occam, sbagliato in senso metodologico, introdurre Dio per spiegare l'esistenza del mondo.

Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.(Ockham)
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Messaggio Da Akka Lun 9 Lug 2012 - 22:58

ecco bene!! e quindi niente!! allora che senso ha parlare con te?? di qualcosa per cui secondo te valga la pena di vivere? c'è qualcosa nella tua vita che ti rende felice?

di qualcosa che per te nobilita la vita! non dirmi e quindi niente perchè altrimenti è da depressione

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Messaggio Da Paolo Lun 9 Lug 2012 - 23:18

Spiegati meglio! Io ti ho detto proprio l'opposto. Ho detto che la tua considerazione che:

molti atei al problema dell esistenza,o forse sarebbe meglio dire dilemma, rispondono di non provare alcun disagio, di aver compreso e accettato serenamente la faccenda come fatto biologico genetico o evolutivo, o che dir si voglia, e di vivere pacificamente, di non percepire come fattore di crisi l' esistenza

è del tutto infondata. Non vedo che relazione ci sia questo con il fatto di avere dei valori per vivere e per sentirsi felice.

Alle tue domande ti posso rispondere che per me l'amore della e per la mia famiglia è un motivo di felicità e di senso della vita. Ma c'è anche l'amore per altre persone che per tanti motivi sono presenti nella mia vita e a cui tu puoi dare e ricevere molto. C'è poi il piacere di conoscere di capire il mondo e le persone intorno a te. C'è il piacere di discutere di questi argomenti, di confrontarti e di conoscere il pensiero e la posizione di chi, in qualche modo, vive problemi e idee simili alle tue. C'è il piacere, che non può aver fine, di imparare e di studiare cose nuove. C'è la soddisfazione di aiutare chi ne ha veramente bisogno. Ce ne sono talmente tante che starei qui un ora a scrivere!!

Sai Akka, a me basta il sorriso di un bambino che so oggi vive bene perchè ho potuto aiutarlo e, cosa essenziale, non solo economicamente, per sentirmi felice. Poi gli altri facciano quello che vogliono: predicano bene e razzolano male.

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Messaggio Da Akka Lun 9 Lug 2012 - 23:37

tu invece predichi bene e razzoli altrettanto bene? Pro o contro l'uomo 315697

apparte gli scherzi, la mia frase da te riportata fa riferimento ad alcuni atei con cui ho avuto modo di parlare e che mi hanno risposto che i problemi esistenziali in realtà sono frutto di un fraintendimento logico e robe varie...quindi fa riferimento a delle vicende personali ma che ho voluto condividere, non intendevo dire che tutti gli atei la pensino così, infatti ho scritto ''molto atei...'', magari non sono neppure molti, magari sono pochi, qualcuno di certo

adeso mi hai risposto a quel ''e quindi?'', e mi fa piacere che quel tuo ''e quindi nulla'' di prima si sia trasformato nella famiglia, nel fare del bene aiutando il prossimo ecc

col mio primo intervento comunque volevo dire solo che nella vita bisogna trovare qualcosa per cui valga la pena di vivere, tu la trovi nella tua famiglia e nell aiutare gli altri, mi fa piacere, il tuo quindi, per rientrare in tema, è un atteggiamento decisamente umanista

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Messaggio Da Rasputin Lun 9 Lug 2012 - 23:59

Akka ha scritto:[...]i problemi esistenziali in realtà sono frutto di un fraintendimento logico e robe varie...[...]

Non possono esserci fraintendimenti logici. O c'è la logica, o c'è un fraintendimento; la logica non è convenzionale. Può essere più o meno sistematizzata, ma non è che prima di Aristotele la gente se ne fregasse del principio di identità o di quello di non contraddizione. La logica è il mezzo, indispensabile ed universale, tramite cui si può discutere e ragionare. Non è una questione di condivisione.

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Messaggio Da Paolo Mar 10 Lug 2012 - 0:03

Ehhh Akka, adesso non pensare che io sia un santo benefattore e basta. Di difetti ne ho tanti e di cazzate ne ho fatte tante anche io. Quello che volevo dire è che alla base siamo tutti uomini uguali, credenti atei gnostici o agnostici che sia. Tutti abbiamo gli stessi problemi sia esistenziali che del vivere. Però ognuno ha il suo modo di affrontarli e sopratutto ognuno ha una sua risposta, che come ben sai quella dell'ateo è del tutto diversa da quella del credente.

Circa i comportamenti, io come ti dicevo cerco di essere corretto e di aiutare chi mi è vicino. E' ovvio che non posso aiutare tutti!! Ritengo che una persona sia corretta quando si comporta correttamente con chi gli è vicino e con chi ha un rapporto diretto. Poi, visto l'enorme difficoltà a conoscere e valutare le persone è assai difficile andare oltre questo.

Ma come ti dicevo è un classico del credente, quanto meno del cristiano cattolico, di predicare bene e razzolare male. Io qui ho letto tanti interventi di credenti più o meno reali, che predicavano l'amore per il nemico, poi non amano nemmeno che gli è vicino. La domenica vedo andare alla messa tanta gente che so benissimo che se appena possono inculano a sangue il loro prossimo. Cose penso che sai anche tu. Io quello che dico è lasciamo perdere le belle parole e facciamo invece di fatti, ma quelli giusti. Qui si arriva a sostenere che sia meglio lasciare un bambino in orfanotrofio piuttosto che affidarlo a una copia gay. Il tutto in nome di una dottrina religiosa.Ecco questi sono i cristiani. Che bel esempio di amore per il prossimo!

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Messaggio Da Akka Mar 10 Lug 2012 - 0:28

sono daccordoPro o contro l'uomo 605765

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Messaggio Da lupetta Mar 10 Lug 2012 - 0:58

io penso che si tratta semplicemente di evoluzione. la spiritualità nasce per dare una risposta a degli eventi che non si conoscono, e si modifica andando avanti col tempo:molti dei-un dio-nessun dio.
alcuni di noi sono evoluti prima, altri arriveranno.non a caso i credenti stanno diminuendo.siamo ancora all'inizio, il pianeta terra è ancora giovane.

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Messaggio Da SergioAD Mar 10 Lug 2012 - 8:20

Il pianeta è giovane. Molto relativo e ben detto.

Dalla metafora di Adamo ed Eva; Se è valsa la pena apprendere dal frutto dell'albero della conoscenza?

Una metafora dal gioco di società "Monopoli" per la ripetitività degli eventi. Si riparte dal "Via" con la speranza di aver giocato bene le proprie carte, di aver superato le difficoltà e di aver avuto buone occasioni.

Se in uno dei passaggi dal "Via" verrà fuori un esemplare umano migliore allora è certo che sarà valsa la pena apprendere dal frutto dell'albero della conoscenza. Nessuno può negarlo.

Se nei passaggi dal "Via" non viene fuori un esemplare umano migliore significa che l'apprendimento non è sufficiente e ci vorranno altri passaggi per il "Via", proprio come adesso.

Se l'uomo sarà la causa della propria estinzione allora dicevo che non sarà valsa la pena apprendere dal frutto dell'albero della conoscenza, in realtà non è bastata la conoscenza!

Significa che lo stato di consapevolezza, per quella scelta della nostra meravigliosa Eva, è destinato a migliorare continuamente, significa migliorare lo stato di coscienza.

Chiaro come per l'uomo la transizione da pro-Dio diventa pro-Uomo? Perché, ad un certo punto l'uomo si è accorto con la conoscenza che pro-Dio era diventato contrario all'uomo.

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Messaggio Da mix Mar 10 Lug 2012 - 16:29

in fondo la metafora è chiara, significa: mangiare dall'albero della conoscenza allontana da Dio

quindi, se il desiderato è allontanare da Dio è opportuno sviluppare la conoscenza

poiché mi pare inevitabile che la conoscenza cresca sempre più velocemente con il contributo delle tecnologie che abbiamo sotto le dita e davanti agli occhi, sono abbastanza fiducioso nel futuro ok
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Messaggio Da SergioAD Mar 10 Lug 2012 - 18:00

La primavera araba mi ha fatto capire che ci vorrà almeno un altro giro. Quanto siamo secolaristi? Noi stessi non abbiamo ancora completato il ciclo!

Se accadesse domani il "gruppo spirituale" più corposo del mondo diverrebbe New Age - il (QI=100)=>normale? Oppure vanno considerate nuove moralità?

Anche il creazionista illuminato è secolarista, come potrebbe essere il protestante che capisce l'importanza di considerare le religioni solo nel privato.

Questo è quanto da qualche giorno si legge in giro da noi ossia, che la mancanza della divinità non ha effetti sulla fede. Non si può forzare la fede.

SergioAD
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Messaggio Da loonar Mar 10 Lug 2012 - 18:53

SergioAD ha scritto:La primavera araba mi ha fatto capire che ci vorrà almeno un altro giro. Quanto siamo secolaristi? Noi stessi non abbiamo ancora completato il ciclo!

Se accadesse domani il "gruppo spirituale" più corposo del mondo diverrebbe New Age - il (QI=100)=>normale? Oppure vanno considerate nuove moralità?

Anche il creazionista illuminato è secolarista, come potrebbe essere il protestante che capisce l'importanza di considerare le religioni solo nel privato.

Questo è quanto da qualche giorno si legge in giro da noi ossia, che la mancanza della divinità non ha effetti sulla fede. Non si può forzare la fede.
Qualcuno mi spiega che cose c'è scritto nel post sopra quotato?

loonar
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Messaggio Da mix Mar 10 Lug 2012 - 21:35

faccio delle ipotesi, sarà SergioAD a confermarle, se vuole
ma mi pare che avesse già espresso la preferenza di non dibattere con chi ha troppo i gusti focalizzati sul tenore polemico e questo post ha proprio un po' di quell'apparenza

SergioAD ha scritto:La primavera araba mi ha fatto capire che ci vorrà almeno un altro giro. Quanto siamo secolaristi? Noi stessi non abbiamo ancora completato il ciclo!
gli esiti delle elezioni post primavera araba hanno visto prevalere i Fratelli Mussulmani in Egitto e Tunisia; anche questo giro di Monopoli della Storia non ha cambiato di molto il panorama laico vs religioso in quei contesti.
come anche da noi, quella tendenza non è arrivata a conclusione, ne siamo ancora distanti anche qui in Occidente.


SergioAD ha scritto:Se accadesse domani il "gruppo spirituale" più corposo del mondo diverrebbe New Age - il (QI=100)=>normale? Oppure vanno considerate nuove moralità?
se accadesse al prossimo passaggio per il Via del Monopoli, che comparisse l'esemplare umano migliore (vedi post qui delle ore 8:20) la sua parte religiosa tenderebbe alla New Age, il QI=100 sarebbe la norma?
oppure emergerebbero altri tipi di spiritualità adesso impreviste?


SergioAD ha scritto:Anche il creazionista illuminato è secolarista, come potrebbe essere il protestante che capisce l'importanza di considerare le religioni solo nel privato.
il secolarismo è una delle caratteristiche dell' "essere umano migliore" , ed è ora condivisa, tale caratteristica, da quei due esempi di gruppi di persone

SergioAD ha scritto:Questo è quanto da qualche giorno si legge in giro da noi ossia, che la mancanza della divinità non ha effetti sulla fede. Non si può forzare la fede.
il bisogno di una fede non decade con l'evidenza dell'inesistenza di un Dio, si dice in questi giorni nel forum, ma persiste e potrebbe avere la necessità di essere soddisfatto in qualche altro modo



Darrow ha scritto:Qualcuno mi spiega che cose c'è scritto nel post sopra quotato?
è chiaro che ogni interpretazione personale risente dei paradigmi, schemi mentali, esperienze culturali, ..... , altro peculiari di chi scrive; perciò quello non è quello che SergioAD scrive, ma quello che IO interpreto, con tutto ciò che mi contraddistingue delle cose citate or ora.

secondo me, sarebbe utile che, se c'è la volontà di SergioAD di non relazionarsi con Darrow, questi ne prenda atto, se ne faccia una ragione e prenda le misure più opportune per il proseguo; non c'è nulla che mi vincoli a proporre una traduzione dei post di SergioAD in futuro, ovviamente.
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Messaggio Da Rasputin Mar 10 Lug 2012 - 21:51

mix ha scritto:il bisogno di una fede non decade con l'evidenza dell'inesistenza di un Dio, si dice in questi giorni nel forum, ma persiste e potrebbe avere la necessità di essere soddisfatto in qualche altro modo

Alcuni si fanno buddhisti, altri credono agli UFO, ecceccecc Royales

Chi non ha bisogno di stampelle non ha la suddetta necessità wink..

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Messaggio Da mix Mar 10 Lug 2012 - 22:45

Rasputin ha scritto:
mix ha scritto:il bisogno di una fede non decade con l'evidenza dell'inesistenza di un Dio, si dice in questi giorni nel forum, ma persiste e potrebbe avere la necessità di essere soddisfatto in qualche altro modo

Alcuni si fanno buddhisti, altri credono agli UFO, ecceccecc Pro o contro l'uomo 977956

Chi non ha bisogno di stampelle non ha la suddetta necessità Pro o contro l'uomo 23074
Rasp, ci sono miliardi di "bisognosi" sul pianeta;
pensare al loro benessere serve al benessere di tutti: sanissimo egoismo previdente. Pro o contro l'uomo 23074
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Messaggio Da Akka Mar 10 Lug 2012 - 22:53

o ipocrisia? a me pare che a nessuno, o almeno molto molto pochi, interessi davvero il fatto che ogni minuto muoiono persone di fame di sete di tbc...ma va be, ormai ci abbiamo fatto il callo e non sembra neanche più una cosa tanto strana, si è abituati a sentirlo dappertutto talmente tante volte, che ormai non ha più significato, gli uomini si abituano a tutto

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Messaggio Da mix Mar 10 Lug 2012 - 23:07

Akka ha scritto:o ipocrisia? a me pare che a nessuno, o almeno molto molto pochi, interessi davvero il fatto che ogni minuto muoiono persone di fame di sete di tbc...ma va be, ormai ci abbiamo fatto il callo e non sembra neanche più una cosa tanto strana, si è abituati a sentirlo dappertutto talmente tante volte, che ormai non ha più significato, gli uomini si abituano a tutto
egoistica ipocrisia
perché c'è chi se ne dice esente, mentre sta davanti alla tastiera di un computer cazzeggiando su un forum?
posso fare qualcosa per il benessere dell'Umanità, e non sto certo qui a dire se/cosa faccio.
però non ho la stoffa del martire o del santo per dedicare l'intera mia vita a quello scopo
qui si chiacchiera, e nello specifico, stavo solo scherzando, e indicare la via che si reputa migliore costa come non farlo e non implica obblighi per altri. mia modestissima opinione.
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Messaggio Da loonar Mer 11 Lug 2012 - 9:19

mix ha scritto:
secondo me, sarebbe utile che, se c'è la volontà di SergioAD di non relazionarsi con Darrow, questi ne prenda atto, se ne faccia una ragione e prenda le misure più opportune per il proseguo; non c'è nulla che mi vincoli a proporre una traduzione dei post di SergioAD in futuro, ovviamente.
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Grazie per l'interpretazione/traduzione! ok
Riguardo a SergioAD me ne sono fatto una ragione da tempo dei suoi "problemi" comunicativi e relazionali e non me ne cruccio affatto. Solo che qualche volta capita che butti l'occhio su uno dei suoi post, come stavolta, e ogni volta rimango ehhhhhhh??

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