belle notizie, brutte notizie
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Re: belle notizie, brutte notizie
inoltre:
Dalla nuova disciplina concordataria resta, tuttavia, esclusa la possibilità di delibazione delle dispense pontificie per lo scioglimento del matrimonio rato e non consumato, poiché trattasi di provvedimenti graziosi e del tutto discrezionali, emessi con un procedimento di carattere amministrativo e non giudiziario, nel quale sono assenti le fondamentali garanzie giurisdizionali sancite dalla Costituzione repubblicana a favore di ogni cittadino italiano (art. 24).
fonte:
http://www.studiolegalecotini.it/matrimonio-concordatario-delibazione-della-sentenza-ecclesiastica.htm
Dalla nuova disciplina concordataria resta, tuttavia, esclusa la possibilità di delibazione delle dispense pontificie per lo scioglimento del matrimonio rato e non consumato, poiché trattasi di provvedimenti graziosi e del tutto discrezionali, emessi con un procedimento di carattere amministrativo e non giudiziario, nel quale sono assenti le fondamentali garanzie giurisdizionali sancite dalla Costituzione repubblicana a favore di ogni cittadino italiano (art. 24).
fonte:
http://www.studiolegalecotini.it/matrimonio-concordatario-delibazione-della-sentenza-ecclesiastica.htm
Re: belle notizie, brutte notizie
don alberto ha scritto:paolo1951 ha scritto:Ti pare o hai anche qualche riferimento normativo?don alberto ha scritto:non proprio,
mi pare che ci siano dei limiti di tempo.
se i due erano a conoscenza dei motivi di nullità,
ma non hanno agito per lungo tempo,
vuol dire "che poi gli andava bene",
nel qual caso il matrimonio religioso
potrà anche essere dichiarato nullo,
ma gli effetti civili permangono
mah, guarda qua (ho solo sbirciato, ma pare la risposta)
...
La Corte di Cassazione, già dal lontano 1982 con la sentenza n. 5026/1982, ha ritenuto fare parte dell’ordine pubblico il principio della buona fede e dell’affidamento incolpevole, sostenendo che non può essere resa esecutiva la sentenza ecclesiastica che dichiari la nullità del matrimonio concordatario per esclusione unilaterale dei bona matrimonii, laddove la riserva mentale sia rimasta nella sfera psichica del suo autore e non sia stata conosciuta o non era conoscibile dall’altro coniuge. Peraltro le Sezioni Unite, con sentenza 6128/1985, hanno precisato che il limite dell'ordine pubblico così inteso non risulta invece travalicato laddove il coniuge incolpevole abbia rinunciato a far valere la sua buona fede, promuovendo egli stesso il giudizio di nullità, ovvero aderendo al giudizio promosso dall'altro coniuge o non opponendosi alla declaratoria di esecutività; ciò in quanto il principio di tutela dell'affidamento «ancorché inderogabile (...) appartiene alla sfera di disponibilità del soggetto» .
Con la sentenza a Sezioni Unite 19809/08 la Cassazione, diversificandosi rispetto al precedente orientamento, ha dichiarato che costituisce ostacolo insormontabile per la delibazione della sentenza canonica la coabitazione o la convivenza intervenuta tra i coniugi dopo la celebrazione. In questi casi ci si troverebbe di fronte a un caso di incompatibilità assoluta con l'ordine pubblico interno. Tale assunto era già stato affermato, con diverse e più ampie motivazioni, in alcune sentenze precedenti ( Cass. Civ. nn. 5358/1987; 5354/1987; 5823/1987, tutte in «Il Foro italiano», 1988, I, pag. 474), il cui indirizzo è stato riconfermato dalla sentenza di legittimità n. 1343/11. In detta pronuncia, che si richiama a quanto già espresso dalla sentenza 19809/2008, è stato affermato il principio di diritto per cui l’ordine pubblico interno matrimoniale evidenzia un palese “favor” per la validità del matrimonio quale fonte del rapporto familiare incidente sulla persona e oggetto di rilievo e tutela costituzionali. Tutto ciò comporta che i motivi per i quali esso si contrae, che, in quanto attinenti alla coscienza, sono rilevanti per l’ordinamento canonico, non hanno di regola significato per l’annullamento in sede civile. Si chiarisce che non si può annullare il matrimonio allorquando la convivenza è già iniziata, e ancora di più se si è protratta per un certo tempo.
...
fonte
http://www.fedoatd.unina.it/676/
Che devo dire don ... questa volta devo proprio darti ragione i giudici italiani sono meno peggio di quanto io preventuto (sia contro la CCAR, sia contro i giudici) pensassi.don alberto ha scritto:inoltre:
Dalla nuova disciplina concordataria resta, tuttavia, esclusa la possibilità di delibazione delle dispense pontificie per lo scioglimento del matrimonio rato e non consumato, poiché trattasi di provvedimenti graziosi e del tutto discrezionali, emessi con un procedimento di carattere amministrativo e non giudiziario, nel quale sono assenti le fondamentali garanzie giurisdizionali sancite dalla Costituzione repubblicana a favore di ogni cittadino italiano (art. 24).
fonte:
http://www.studiolegalecotini.it/matrimonio-concordatario-delibazione-della-sentenza-ecclesiastica.htm
Però se da una parte ne escono bene i giudici che sostanzialmente (sotto tanti eufemismi) dicono che non si può annullare un matrimonio per i futili motivi per i quali li annulla la Rota romana... rimane il fatto che questi giudici mi sembra abbiano liberamente "interpretato" le norme concordatarie, che io resto convinto dicano esattamente il contrario.
E cioè alla faccia dell' "ordine pubblico interno matrimoniale" se il matrimonio concordatario è nullo per la Chiesa, salvo vizi di forma della sentenza rotale, deve essere nullo anche per lo stato.
E "nullo" significa non che è cessato ma che non è mai stato! Che eventuale prole va considerata come "figlio naturale" della madre (salvo riconoscimento da parte del padre).
Insomma io credo che sarebbe ora di dare applicazione alla norma evangelica: "dai a Dio quello che è di Dio e dai a Cesare quello che è di Cesare".
Cioè decidere che anche se il prete celebra in veste di ufficiale di stato civile, oltre al matrimonio religioso, anche il matrimonio civile, i due matrimoni sono "indipendenti e sovrani"...
L'annullamento rotale non dovrebbe aver nessun effetto in campo civile, come il divorzio non ha nessun effetto in campo religioso-sacramentale.
Ma purtroppo per ora non è così... e da quell'orecchio la CCAR proprio non ci sente!
Re: belle notizie, brutte notizie
mah,
il "matrimonio concordatario" è una "concessione" che lo Stato fa alla Chiesa (non è proprio così, perché il principio di sussidiarietà non è una "concessione", ma lasciamo stare)
quindi a mio parere lo Stato ha tutto il diritto di stabilire a quali condizioni lo concede:
tra queste ci può essere che se non si agisce per la nullità entro certi termini, gli effetti civili permangono;
addirittura, come ho scritto, potrebbero/dovrebbero permanere anche quelli canonici, se è vero che la materia del Matrimonio sacramento è il "consenso" dei nubendi (continuare a vivere da marito e moglie per chiedere la nullità "quando fa comodo", fa tanto "mala fede"); dovrebbe essere anche una questione di rispetto dei laici-ministri del sacramento
(non ho fatto grandi ricerche, ma mi pareva che ci fossero dei termini di tempo stabiliti per legge, del resto anche la Chiesa dovrebbe essere favorevole al ... favor matrimonii)
il "matrimonio concordatario" è una "concessione" che lo Stato fa alla Chiesa (non è proprio così, perché il principio di sussidiarietà non è una "concessione", ma lasciamo stare)
quindi a mio parere lo Stato ha tutto il diritto di stabilire a quali condizioni lo concede:
tra queste ci può essere che se non si agisce per la nullità entro certi termini, gli effetti civili permangono;
addirittura, come ho scritto, potrebbero/dovrebbero permanere anche quelli canonici, se è vero che la materia del Matrimonio sacramento è il "consenso" dei nubendi (continuare a vivere da marito e moglie per chiedere la nullità "quando fa comodo", fa tanto "mala fede"); dovrebbe essere anche una questione di rispetto dei laici-ministri del sacramento
(non ho fatto grandi ricerche, ma mi pareva che ci fossero dei termini di tempo stabiliti per legge, del resto anche la Chiesa dovrebbe essere favorevole al ... favor matrimonii)
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prima i postare non dimenticare mai la
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Re: belle notizie, brutte notizie
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"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
Chuang-Tzu
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Re: belle notizie, brutte notizie
mai provato a chiamare il papa?
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Re: belle notizie, brutte notizie
Mai provato...
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Re: belle notizie, brutte notizie
... se qualcuno mi da il numero ci provo io.Cosworth117 ha scritto:Mai provato...
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« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco,
che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo,
scusandosi col dir: "Non lo conosco"! »
(epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio)
Re: belle notizie, brutte notizie
Prova a fartelo dare dalle suore spagnole chiamate da Bergoglio. Magari a te rispondono.
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Re: belle notizie, brutte notizie
Non credo: con le suore non ho mai avuto fortuna...Cosworth117 ha scritto: Prova a fartelo dare dalle suore spagnole chiamate da Bergoglio. Magari a te rispondono.
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Re: belle notizie, brutte notizie
Dalla nuova disciplina, mi hanno detto che se uno vuole sciogliere il matrimonio, deve sobbarcarsi la spesa di circa 20.000€ da versare alla sacra rota.don alberto ha scritto:inoltre:
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Cercasi ulteriori conferme.
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Re: belle notizie, brutte notizie
Non sapevo dove postare questa cagata, quindi posto qui:
http://www.giornalettismo.com/archives/1846603/pulvirenti-lotito-mi-consigliato-maghe-corriere-sera/
Alla fine s'è comprato 5 partite e ha fatto prima. Peccato che adesso è retrocesso in Divisione Pro... Viva le maghe!
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Re: belle notizie, brutte notizie
L'ira non è commerciabile, direi a loro...
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Smettetela di bistrattare e misinterpretare la Scienza per fingere di dare plausibilità alle vostre troiate
Grazie
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Re: belle notizie, brutte notizie
Justine ha scritto:L'ira non è commerciabile, direi a loro...
Sopratutto non dovrebbe esserlo la libertà
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Re: belle notizie, brutte notizie
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Re: belle notizie, brutte notizie
la scuole paritarie devono pagare l'ici
bene... anzi...
al di là di rilievi costituzionali vorrei chiedervi chi, secondo voi, ci guadagna da questa sentenza.
(intendo chi ne trae vantaggio concreto tenendo da parte questioni ideali e di principio)
bene... anzi...
al di là di rilievi costituzionali vorrei chiedervi chi, secondo voi, ci guadagna da questa sentenza.
(intendo chi ne trae vantaggio concreto tenendo da parte questioni ideali e di principio)
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Re: belle notizie, brutte notizie
jillo ha scritto:la scuole paritarie devono pagare l'ici
bene... anzi...
al di là di rilievi costituzionali vorrei chiedervi chi, secondo voi, ci guadagna da questa sentenza.
(intendo chi ne trae vantaggio concreto tenendo da parte questioni ideali e di principio)
I Comuni, presumo...
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Re: belle notizie, brutte notizie
Non saprei sino a che punto.
Il servizio offerto dalla paritaria è fornito ad un costo decisamente meno oneroso per le casse delle amministrazioni comunali. Se chiudessero le paritarie i comuni potrebbero alleggerire i costi di bilancio solo riducendo la qualità del servizio, oppure decidere di mantenere la stessa qualità attuale ma sostenendo costi maggiori.
Credo che la controversia generata dalla sentenza della corte di cassazione non si debba liquidare, né da un fronte né dall’altro, con argomentazioni fondate su posizioni ideologiche. Ma sino ad oggi mi pare che la questione sia invece mossa unicamente da guizzi ideologici.
Il servizio offerto dalla paritaria è fornito ad un costo decisamente meno oneroso per le casse delle amministrazioni comunali. Se chiudessero le paritarie i comuni potrebbero alleggerire i costi di bilancio solo riducendo la qualità del servizio, oppure decidere di mantenere la stessa qualità attuale ma sostenendo costi maggiori.
Credo che la controversia generata dalla sentenza della corte di cassazione non si debba liquidare, né da un fronte né dall’altro, con argomentazioni fondate su posizioni ideologiche. Ma sino ad oggi mi pare che la questione sia invece mossa unicamente da guizzi ideologici.
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Re: belle notizie, brutte notizie
http://www.corriere.it/cronache/15_agosto_03/puglia-hi-tech-supertreni-tokyo-c9f026de-39a2-11e5-b49b-ae37d5ff3efe.shtml
La tecnologia pugliese per i treni ad alta velocità di Tokyo
La MerMec di Monopoli ha firmato un accordo con le ferrovie giapponesi: tecnologia italiana per gli «Shinkansen». Il patron Vito Pertosa: «C’è un Sud che funziona»
La stessa metropoli californiana, nonostante l’asse di ferro tra un’impresa americana e una tedesca, pare decisa ad affidare la propria rete underground a lui, lo spilungone di Monopoli padrone della MerMec. Che già si è guadagnato la fiducia di decine di metropolitane del pianeta, comprese appunto la più antica (Londra: 1863) e la più estesa (Seul: 537 chilometri). «E il bello è che avevamo presentato l’offerta più alta».
Come mai tanta buona sorte? È l’unico al mondo, dice, in grado di costruire «automotrici diagnostiche» capaci di monitorare le condizioni di una linea ferroviaria o metropolitana ad altissima velocità: «Fino a qualche anno fa i controlli dei binari o dello spessore della “catenaria”, il cavo elettrico che alimenta il treno dall’alto, andavano fatti manualmente. Ogni tot metri gli operai sul carrellino si fermavano ed esaminavano le rotaie o salivano sulle autoscale per misurare lo spessore del cavo col calibro. Costi e tempi abnormi. Noi siamo riusciti via via a mettere a punto locomotive che viaggiando, come è successo in Cina, a 382 chilometri l’ora, riescono a scoprire sui binari micro-fratture di mezzo millimetro o a misurare i cavi elettrici con una approssimazione di un decimo di millimetro».
Prova provata che anche nel Sud e perfino in questi anni nerissimi e segnati da grida d’allarme come quelle lanciate l’altro giorno da Svimez, c’è chi investendo su innovazione, giovani, ricerca, non solo ha tenuto botta ma anzi è cresciuto. Conquistando uno sull’altro nuovi paesi. Saliti ormai a 54. Al punto che dal 2008, anno d’inizio della crisi, il fatturato è andato su, su, su. Tagliando e delocalizzando e sfruttando disperati rastrellati dai caporali? No. Investendo sui cervelli.
In un Paese come il nostro, che spende nella ricerca (non militare) solo l’1,3% del Pil cioè la metà della media Ocse (2,4%) e un terzo di quanto impiegano Israele, Corea o Finlandia, la MerMec investe nella «R&S» (ricerche e sviluppo) il 12% del fatturato. E su un migliaio di dipendenti complessivi quattro su cinque sono laureati, con un affollamento di ingegneri. Seicento: «Per star due anni davanti agli altri». Età media appena sopra la trentina. «E pensare che una volta il più giovane ero io…», ammicca Pertosa. Alto alto, magro magro e con una risata alla Fernandel, voleva fare il medico missionario sulle orme di Schweitzer. Bene, disse papà Angelo, «ma l’estate in fabbrica». Cominciò alle superiori: «Primo anno magazziniere, secondo anno saldatore, terzo anno tornitore… Dovesse andarmi male un mestiere ce l’ho». Costretto a lasciar perdere l’università («un felice infortunio: fidanzamento, matrimonio e battesimo del primo figlio in tre mesi»), Vito partì con il padre da una macchina che coglieva l’uva dalle vigne: Bacco. Finché, vinta una gara d’appalto delle ferrovie pugliesi, si ingegnarono a costruire piccole gru per spostare casse. «Andava bene. Il problema era farsi pagare. Qui al Sud, soprattutto. A me toccava andare a recuperare, con i carabinieri, i macchinari non pagati…» Imboccata la strada «dell’applicazione dell’elettronica, dell’optoelettronica e della sensoristica ai sistemi di monitoraggio», la prima commessa grossa arrivò dalla Norvegia. « Bisognava sottoporre i materiali ad un delta termico molto elevato. Qui a Monopoli la neve non sappiamo manco cosa sia!», raccontò in un’intervista, «Ci chiedevano dove avevamo la sede e noi:“near the sea, in front of Albania!”». Vicino al mare, di fronte all’Albania. Immaginatevi i norvegesi. Sbarcarono a Bari e si accorsero che la linea ferroviaria aveva un binario unico.
L’avventura poteva finire lì, se le tecnologie MerMec «non fossero state davvero le migliori». Poco più di due decenni dopo Vito Pertosa, subentrato al padre quando aveva solo 28 anni, è a capo di un piccolo colosso centrato sull’innovazione. Dopo i macchinari capaci di monitorare a velocità altissime le condizioni dei binari, l’imprenditore a cui Renzi aveva anche pensato («ma per carità!») come governatore dopo Vendola, ha preso il volo. In senso letterale. Prima ha fortissimamente creduto in due ragazzi poco più che ventenni, Luciano Belviso e Angelo Petrosillo, che volevano metter su un’impresa che facesse «gli aerei ultraleggeri più avveniristici del mondo» ed erano stati sbeffeggiati («Quanti anni avete? Gli aerei? Per favore!») da 42 banche. Scommessa vinta: due anni e la Blackshape era già leader mondiale nei velivoli biposto in fibra di carbonio. Poi si è spostato sullo spazio: «Siamo già presenti in venti missioni spaziali. E l’anno prossimo mandiamo su i primi satelliti nostri. I primi totalmente italiani. Satelliti anche dieci volte più piccoli dei soliti. Google vuole lanciarne mille, di questi mini-satelliti e vorrebbe i nostri motori elettrici ad alimentazione solare. Li facciamo in due, al mondo. Ma i nostri…» Non lo dica: sono meglio. Ride: «Bravo. È proprio così».
3 agosto 2015 (modifica il 3 agosto 2015 | 13:05)
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Di questa azienda ne parlò già il sole 24 ore un paio di anni fa, evidenziando, tra l'altro, l'importante fetta di fatturato investita in ricerca e sviluppo ...
un modello per export e ricerca
La tecnologia pugliese per i treni ad alta velocità di Tokyo
La MerMec di Monopoli ha firmato un accordo con le ferrovie giapponesi: tecnologia italiana per gli «Shinkansen». Il patron Vito Pertosa: «C’è un Sud che funziona»
La stessa metropoli californiana, nonostante l’asse di ferro tra un’impresa americana e una tedesca, pare decisa ad affidare la propria rete underground a lui, lo spilungone di Monopoli padrone della MerMec. Che già si è guadagnato la fiducia di decine di metropolitane del pianeta, comprese appunto la più antica (Londra: 1863) e la più estesa (Seul: 537 chilometri). «E il bello è che avevamo presentato l’offerta più alta».
Come mai tanta buona sorte? È l’unico al mondo, dice, in grado di costruire «automotrici diagnostiche» capaci di monitorare le condizioni di una linea ferroviaria o metropolitana ad altissima velocità: «Fino a qualche anno fa i controlli dei binari o dello spessore della “catenaria”, il cavo elettrico che alimenta il treno dall’alto, andavano fatti manualmente. Ogni tot metri gli operai sul carrellino si fermavano ed esaminavano le rotaie o salivano sulle autoscale per misurare lo spessore del cavo col calibro. Costi e tempi abnormi. Noi siamo riusciti via via a mettere a punto locomotive che viaggiando, come è successo in Cina, a 382 chilometri l’ora, riescono a scoprire sui binari micro-fratture di mezzo millimetro o a misurare i cavi elettrici con una approssimazione di un decimo di millimetro».
Prova provata che anche nel Sud e perfino in questi anni nerissimi e segnati da grida d’allarme come quelle lanciate l’altro giorno da Svimez, c’è chi investendo su innovazione, giovani, ricerca, non solo ha tenuto botta ma anzi è cresciuto. Conquistando uno sull’altro nuovi paesi. Saliti ormai a 54. Al punto che dal 2008, anno d’inizio della crisi, il fatturato è andato su, su, su. Tagliando e delocalizzando e sfruttando disperati rastrellati dai caporali? No. Investendo sui cervelli.
In un Paese come il nostro, che spende nella ricerca (non militare) solo l’1,3% del Pil cioè la metà della media Ocse (2,4%) e un terzo di quanto impiegano Israele, Corea o Finlandia, la MerMec investe nella «R&S» (ricerche e sviluppo) il 12% del fatturato. E su un migliaio di dipendenti complessivi quattro su cinque sono laureati, con un affollamento di ingegneri. Seicento: «Per star due anni davanti agli altri». Età media appena sopra la trentina. «E pensare che una volta il più giovane ero io…», ammicca Pertosa. Alto alto, magro magro e con una risata alla Fernandel, voleva fare il medico missionario sulle orme di Schweitzer. Bene, disse papà Angelo, «ma l’estate in fabbrica». Cominciò alle superiori: «Primo anno magazziniere, secondo anno saldatore, terzo anno tornitore… Dovesse andarmi male un mestiere ce l’ho». Costretto a lasciar perdere l’università («un felice infortunio: fidanzamento, matrimonio e battesimo del primo figlio in tre mesi»), Vito partì con il padre da una macchina che coglieva l’uva dalle vigne: Bacco. Finché, vinta una gara d’appalto delle ferrovie pugliesi, si ingegnarono a costruire piccole gru per spostare casse. «Andava bene. Il problema era farsi pagare. Qui al Sud, soprattutto. A me toccava andare a recuperare, con i carabinieri, i macchinari non pagati…» Imboccata la strada «dell’applicazione dell’elettronica, dell’optoelettronica e della sensoristica ai sistemi di monitoraggio», la prima commessa grossa arrivò dalla Norvegia. « Bisognava sottoporre i materiali ad un delta termico molto elevato. Qui a Monopoli la neve non sappiamo manco cosa sia!», raccontò in un’intervista, «Ci chiedevano dove avevamo la sede e noi:“near the sea, in front of Albania!”». Vicino al mare, di fronte all’Albania. Immaginatevi i norvegesi. Sbarcarono a Bari e si accorsero che la linea ferroviaria aveva un binario unico.
L’avventura poteva finire lì, se le tecnologie MerMec «non fossero state davvero le migliori». Poco più di due decenni dopo Vito Pertosa, subentrato al padre quando aveva solo 28 anni, è a capo di un piccolo colosso centrato sull’innovazione. Dopo i macchinari capaci di monitorare a velocità altissime le condizioni dei binari, l’imprenditore a cui Renzi aveva anche pensato («ma per carità!») come governatore dopo Vendola, ha preso il volo. In senso letterale. Prima ha fortissimamente creduto in due ragazzi poco più che ventenni, Luciano Belviso e Angelo Petrosillo, che volevano metter su un’impresa che facesse «gli aerei ultraleggeri più avveniristici del mondo» ed erano stati sbeffeggiati («Quanti anni avete? Gli aerei? Per favore!») da 42 banche. Scommessa vinta: due anni e la Blackshape era già leader mondiale nei velivoli biposto in fibra di carbonio. Poi si è spostato sullo spazio: «Siamo già presenti in venti missioni spaziali. E l’anno prossimo mandiamo su i primi satelliti nostri. I primi totalmente italiani. Satelliti anche dieci volte più piccoli dei soliti. Google vuole lanciarne mille, di questi mini-satelliti e vorrebbe i nostri motori elettrici ad alimentazione solare. Li facciamo in due, al mondo. Ma i nostri…» Non lo dica: sono meglio. Ride: «Bravo. È proprio così».
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- Numero di messaggi : 1830
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 29.08.12
Re: belle notizie, brutte notizie
Giusto per condividere l'emblema della Cialtronia, una notizia locale:
http://www.palermotoday.it/cronaca/asfalto-via-monte-ercta-rifiuti-polemiche.html
http://www.palermotoday.it/cronaca/asfalto-via-monte-ercta-rifiuti-polemiche.html
___________________
"Le cose che sono incurvate non hanno bisogno di archi; le cose che sono diritte non hanno bisogno di righe; le cose che sono rotonde non hanno bisogno di compassi; le cose che sono rettangolari non hanno bisogno di squadre; le cose che si incollano non hanno bisogno di colla; le cose che vanno insieme non hanno bisogno di corde”
Chuang-Tzu
Cosworth117- -------------
- Numero di messaggi : 9172
Età : 31
Località : Dove se magna
Occupazione/Hobby : Essere sempre in minoranza
SCALA DI DAWKINS :
Data d'iscrizione : 04.09.10
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